L'anno 1945 addì 27 del mese di maggio negli uffici della Questura di Savona, innanzi a noi sottoscritti Funzionari e agenti di P.S. si è fatto presentare il detenuto MACCAFERRI Edoardo di Gustavo e Hegji Magda, nato a Bordighera il 17/12/1929, ivi residente in Via L. Cadorna n. 15, ex milite della brigata nera di Imperia, il quale opportunamente interrogato dichiara quanto appresso:
"Il 21 gennaio 1945 presentai ad Alassio domanda per essere arruolato volontario nelle brigate nere e immediatamente fui assunto
[...] Ero a conoscenza del fatto che la brigata nera dipendeva direttamente dal comando SS Tedesche dal quale ricevevamo ordini in proposito".
Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con il patrocinio dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Milanostampa Editore - Farigliano, 1977
Interrogatorio di domenica 26 maggio 1945
Si domanda al sig. Rubbi [Rubi] se è mai stato alla villa Fiorentina.
Egli nega.
A.D.R.: Nega di aver denunciato il prelevamento di vestiario alle brigate nere.
A nuova richiesta se lui ha denunciato il prelevamento nega sempre.
A domanda se conosce un contadino che ha denunciato ai tedeschi e fascisti il gruppo Borgogno, lui nega sempre.
In seguito a domanda se ha ancora la ricevuta rilasciatagli dal Renatino dice di averla stracciata. Tale ricevuta (dice la signorina Anna Borgogno [n.d.r.: su cui si torna infra, sorella di Renatino Borgogno e figlia di G.B. Borgogno] che fu mostrata nella villa Fiorentina dai tedeschi). Ammette di aver avuto la ricevuta dal Borgogno.
"Ammetto che Tito è stato il primo a venirmi a dire che ero stato derubato. L'unica persona a saperlo in un primo tempo era il Tito Calvini, in quanto la merce fu consegnata dal Calvini stesso al Borgogno" [n.d.r.: corsivo e virgolette - non presenti nell'originale - intorno alle parole pronunciate dal Rubi, per una maggiore scorrevolezza del testo].
Di fronte alle persistenti negazioni del Rubbi viene chiamato a confronto Pelucchini Dario.
Il Pelucchini ammette che durante il pomeriggio del 24 Dicembre Mangano diceva: "Quel belinon insiste perché vada a fare un rastrellamento e io non ne ho voglia, perché oggi vigilia di Natale non si deve andare a fare azioni".
"La sera del 24 verso le ore 18,30 mentre ci radunavamo come solito alla Villa Diana trovammo tutto un picchetto di tedeschi che evidentemente attendevano il nostro ritorno. Vidi il Rubbi nella caserma Diana accanto ai tedeschi. Mangano telefonò subito alla Villa Giulia perché gli mandasse un milite. Poco dopo arrivò questo milite di cui non conosco il nome ma che se dovessi rivedere lo riconoscerei. Il Rubi era presente mentre si preparava la spedizione che doveva concludersi con l'uccisione del Borgogno e dei fratelli Zuccherato [n.d.r.: Zoccarato: non l'unico milite fascista a storpiare il cognome di questi martiri partigiani]. Verso le ore 20 ci incaminammo verso il Rondò Garibaldi. Di fianco il giardino delle Carmelitane iniziammo la stradetta che sale fino Via Goethe e dopo pochi passi sentimmo il 'chivalà'. La squadra che di punta andava avanti era composta di tedeschi con Siri e Nicò. Rimanemmo indietro io, Rubi e due tedeschi. E Luciani Bartolomeo [n.d.r.: invece si trattava, in tutta evidenza, di Bartolomea Luciano, Ausiliaria S.A.F., in forza alla richiamata Brigata Nera "Padoan", che venne poi fucilata dai partigiani presso il cimitero della Foce di Sanremo il 26 aprile 1945 insieme - si può ritenere - ad Ambrogio Carlo Nicò, detto "Gin Mano Nera" e ad altri ex militi]. Ad un certo momento sentimmo in lontananza alcuni spari. Noi si proseguì ancora molto avanti. A un tal punto si sentì parlare. Ci fermammo e notammo un gruppo di gente i quali piangevano. Luciano e il maresciallo tedesco che erano con noi andarono a vedere cosa era successo e ritornarono dicendo "ci sono due morti che hanno la barba'. Vidi della gente di cui delle ragazze che piangevano. Ritornammo in Sanremo e al crocevia il Siri disse: 'sono ben dei delinquenti quei tedeschi'. Quando fummo dinanzi al Vittoria Roma il Rubi si fece accompagnare da un tedesco a casa. Affermo che fu il milite ad accompagnare la squadra al rastrellamento. Ne dedussi che lui conosceva i luoghi dove si rifugiavano i Borgogno e gli altri" [n.d.r.: virgolette e corsivo anche in questo caso nostri, per rimarcare le parole di Dario Pelucchini].
[n.d.r.: seguono le firme di Dario Pelucchini e di Anna Borgogno, che, fatta prigioniera sarà liberata con il "colpo partigiano" all'ospedale di Sanremo]
Io sottoscritto Rubi Tullio, ammetto che la deposizione del Pelucchini è vera e che io denunciai alle brigate nere il furto patito. Ammetto di essere stato insieme per tutta la durata della spedizione insieme al Pelucchini e al Bartolomeo Luciani [Bartolomea Luciano].
[n.d.r.: segue la firma di Tullio Rubi].
Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Sanremo (IM): ex Parco delle Carmelitane |
25 dicembre 1944 XXIII
Vengono al Comando due donne e un uomo per chiedere di coprire e se possibile rimuovere il cadavere del Borgogno che giace nella strada a pochi metri dinanzi all'ingresso della loro casa.
Li invio dalla SS germanica a prendere ordini in merito. Questo Comando non può dare disposizioni essendo l'azione stata diretta dal Comando Tedesco.
Il Vice Comandante, Aldo Ravina - Visto, il Comandante Angelo Mangano
Diario (brogliaccio) del Distaccamento di Sanremo (IM) della XXXII^ Brigata Nera Padoan, Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Interrogatorio del 28 maggio 1945 davanti ad un Vice Commissario di Polizia in Sanremo: Un giorno o due prima di Natale venne all'Ufficio della brigata nera Rubi Tullio sfollato a Verezzo a riferire che in detta zona vi erano dei banditi, i quali avevano commesso diverse rapine, anche a lui, e che andavano in Verezzo a fare delle feste; e che sapeva di certo che la vigilia di natale avrebbero fatto una baldoria in una casa, credo che sia stata la casa di Borgogno G.Batta. (Andateli a prendere perché se no io provvedo diversamente) [n.d.r.: frase pronunciata nell'occasione da Tullio Rubi]. La sera della vigilia di Natale vennero sei o otto tedeschi i quali chiesero due uomini armati e furono destinati Pelucchini e Niccò (Gin mano nera) armati di mitra; per precauzioni e per ordine dei tedeschi si fasciarono le scarpe di stracci ed andarono insieme ai tedeschi. Il giorno dopo ho scritto a macchina la relazione dell'operazione compiuta la sera del dicembre e tra l'altro c'era [scritto] che dietro informazioni di Rubbi Tullio due uomini della Brigata Nera insieme ai tedeschi avevano compiuto rastrellamenti nella zona Villetta Verezzo, sorprendendo dei partigiani che mangiavano in una casa; sentirono scappare, spararono dietro e sentirono un grido il quale dette l'allarme e gli altri scapparono inseguiti dalle scariche delle armi della pattuglia. Sono stati uccisi Borgogno Gio Batta - due fratelli Zoccarato e il fratello dell'Avv. Barbieri. Altri tre morti si trovano nel Boschetto a nord della casa.
Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Sanremo (IM): in primo piano la zona urbana subito a levante del Rondò Garibaldi |
Gradi Elio, nato a Vallecrosia il 30 gennaio 1923, residente a Sanremo, in Via Bussana Vecchia n. 1, floricoltore, cannoniere della X Mas
Interrogatorio del 10 giugno 1945 nell'Ufficio del Nucleo di P.G. di Sanremo: [...] La sera della vigilia di Natale 1944, mentre rientravo da un breve permesso fruito presso la famiglia, ho visto nella sede della Brigata Nera di Sanremo, e precisamente all'Albergo Diana, 5 o 6 tedeschi i quali hanno preso con loro i militi PELUCCHINI Dario e "Gin Mano Nera", di cui non conosco il nome vero [n.d.r.: che era Ambrogio Carlo Nicò, Nicco in altri documenti, milite del distaccamento di Sanremo della brigata nera, fucilato insieme ad altri fascisti dai partigiani il 26 aprile 1945 nei pressi del cimitero della Foce di Sanremo], e sono usciti tutti completamente armati. Il giorno appresso ho saputo dai miei colleghi che i suddetti, la sera prima, si erano recati in regione Villetta (Verezzo), per effettuare un rastrellamento durante il quale erano stati uccisi i fratelli Zuccherato [Zoccarato].
Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Interrogatorio del 18 giugno 1945 nell'Ufficio del Nucleo di P.G. di Sanremo: La sera del 24 dicembre 1944, sarà stata l'una di notte, mentre mi trovavo nella Caserma di Villa Giulia, dove aveva sede il nostro reparto di G.N.R., venni chiamato al telefono dal comandante le brigate nere, Mangano, il quale mi disse di recarmi da lui immediatamente. Feci presente che non stavo bene, ma in seguito alle sue insistenze mi armai e ubbidii alle richieste. Giunto alla sede delle brigate nere il Mangano mi disse: "Tu che sei capace, bisogna andare a fare un rastrellamento in regione Magnan". Gli risposi che non stavo bene, ma ciononostante volle egualmente che eseguissi l'ordine. Vi erano pronti circa una quindicina di militari tedeschi e tre o quattro elementi delle brigate nere ed un borghese che conosco soltanto di vista il quale diresse l'operazione del rastrellamento. Anche gli uomini delle brigate nere mi sono noti solo di vista.
Il borghese che ci accompagnava corrisponde ai seguenti connotati: robusto, statura piuttosto alta, età circa 50 anni, colorito bruno, capelli leggermente brizzolati, barba rasa, parlava italiano.
Partimmo tutti assieme e li accompagnai fino a strada Magnan ivi mi fermai con un tedesco e gli altri proseguirono per l'operazione. Dopo circa una mezz'ora udimmo il crepitio delle armi ed al ritorno tra di noi della spedizione dissero che ne avevano ammazzati cinque, invece risultò poi che erano stati uccisi soltanto tre.
Finita così l'operazione rientrammo tutti nella sede di Sanremo delle brigate nere e di lì senza che io mi presentassi neppure al comandante Mangano rincasai presso la mia caserma di Villa Giulia.
Nel rientrare in sede, il borghese del quale ho dato i connotati, che secondo me guidava la spedizione, mi disse che era stato lui ad andare dal comando tedesco ed ottenere il rastrellamento che si era compiuto. Mi soggiunse persino che se non fosse stato per lui che era conosciuto dai tedeschi questi non avrebbero ordinato il rastrellamento. Gli uccisi durante la notte erano i fratelli Zuccherato [Zoccarato] ed uno di Baiardo. Quest'ultimo non lo conoscevo affatto, mentre i primi due erano dei miei amici.
Non ho altro da aggiungere.
Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Interrogatorio del 18 giugno 1945 nell'Ufficio del Nucleo di P.G. di Sanremo: Allora il maresciallo tedesco divise le forze in due gruppi, uno avanti sempre con il Modena in testa, ed io con gli altri nel gruppetto di retroguardia.
[...] Dopo circa un quarto d'ora di strada udimmo delle donne piangere e così intuimmo che cosa era avvenuto e infatti ci rendemmo conto dell'accaduto. Notammo che a terra vi erano alcuni morti.
[...] Il Rubbi [Rubi] era rimasto sempre con me nel secondo gruppetto.
Giunti in Sanremo, come ho già deposto, il Rubbi si fece accompagnare da un tedesco a casa sua, gli altri tedeschi rincasarono per conto loro, io, il Modena, e gli altri due militi Luciano Bartolomeo [Bartolomea Luciano] e Siri G.Batta, e Nico Ambrogio proseguimmo ancora un poco assieme e poi il Siri e il Bartolomeo [la Bartolomea Luciano] si avviarono per conto proprio. Gli altri andammo direttamente dal Comandante Mangano che dormiva nel suo letto presso il comando delle brigate nere. Svegliatosi ci presentammo al suo cospetto ed il Modena fece una relazione verbale del come il rastrellamento era avvenuto, raccontando minuziosamente ogni particolare. Disse precisamente che aveva accompagnato i tedeschi e che giunti a un certo punto videro della gente scappare e spararono contro di loro uccidendone alcuni. Nella circostanza ricordo che anche Nico Ambrogio disse che anche lui aveva sparato contro quelli che scappavano. Precisò di aver riconosciuto uno dei morti nella persona di certo Barbieris.
Finita la relazione, il Mangano elogiò i presenti e disse di accompagnare il Modena con due militi, ma questo rifiutò di essere accompagnato e si avviò da solo.
Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
Vicino alla casa di Marsaglia, bruciata due settimane fa, c'è una casa di Piombo. Il padrone, Piombo, ha la lebbra e la moglie si chiama "Santina". In quella casa ci vanno i ribelli [...] Taggiasco ed altri non di Borello. Ci stanno di giorno. Verso le 12 - 12,30 sono lì nel cortile della casa.
Urge prendere il nipote di Sughi Pietro che si chiama "Nini" e abita dal tabacchino di Battistotti (S. Bartolomeo). Ha 16-18 anni. Lui sa dove sta lo zio "Pier de le Vigne" (Sughi Pietro). Ha detto alla mamma di D.B.: "Gliel'ho detto che scappasse. E' uno stupido! Se ne doveva andare su".
Quella tale lettera a macchina consegnata da D.B. a me è stata mandata a D.B. da questo "Nini" al quale l'ha data lo zio Pier de le Vigne. Quest'ultimo l'ha avuta dal comando di Divisione "F. Cascione".
Diario (brogliaccio) del Distaccamento di Sanremo (IM) della XXXII^ Brigata Nera Padoan, documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo
da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), "La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945)" - Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
Interrogatorio del 28.5.45:
Sono stata nella ausiliarie negli ultimi 4 mesi e più precisamente dal 22/2/1945. Riconosco le seguenti nominate come appartenenti alle ausiliarie: Botto Angela, Minoccio Rosa (Vice Comandante), Bosso Maria anni 18 di Torino, Santinon Amalia, anni 25 timbro virile, denti guasti, Matteoni Bianca, fidanzata del Comandante Musso, grassoccia, 21 anni, sempre armata. Non ricordo di aver detto ciò che afferma il Ten. Folgore che io dissi, a villa Magnolie [n.d.r.: di Sanremo, sede della G.N.R.], che avrei avuto piacere a partecipare a rastrellamenti contro i patrioti che io consideravo delinquenti. Io prestavo servizio negli uffici del comando della brigata nera ad Imperia dove sono rimasta fino all’ultimo giorno [...]