Mario si arruola volontario nelle gloriose file dei Partigiani. Assegnato alla 6/a Divisione d'assalto "Gaibaldi"- 3/a Brigata "Bacigalupo", operante nella zona di Porto Maurizio (Liguria).
E nell'indomita unità Garibaldina si distingue per sprezzo del pericolo e spirito di sacrificio. Invano i superiori lo esortano a non esporsi troppo. Lui, sordo a ogni richiamo, vuol dimostrare come sanno combatere i soldati d'Italia!!!
Fu appunto in una di queste pericolose sortite, che rimase colpito.... Impossibilitato a ricevere i primi conforti dai compagni, e di raggiungere a causa delle ferite, le sue linee; cadde nelle mani dei nazi-fascisti. Da questi gli viene fatta la proposta se voleva essere curato .... Era un appello alla vita per il povero Mario, poteva accettare. No!!!
La vita è ben poca cosa quando la si offre per un grande ideale.
"Non voglio niente da voi - disse - finitemi qui, vicino ai miei compagni!"
E la raffica micidiale, crudele e spietata di un ignoto varamaldo lo abbatte cadavere.
Son passati settanta anni o Mario, ma il tuo ricordo non è punto svanito.
Il dolore dei tuoi è ancora acerbo, ma fiero, come fiera e stata la tua morte.
Come fieri sono anche qui, nella tua amata Lavello, i vessilli abbrunati dei Combattenti, che ti onoreranno sempre e che, additandoti quale esempio luminoso ai posteri,diranno: "Fu forte, e morì credendo".
L'olocausto delle tue ventitré primavere, non è stato vano, perché ci hai tracciato la via da seguire che è quella: del bello ed alto eroismo.
La tua morte è Vita!!! E' l'espressione più pura di questa tanto martoriata e misconosciuta gioventù Italica.
La tua tomba è un'ara, sulla quale si inchineranno riverenti le future generazioni.
A te o Mario, a noi che ti seguiremo:
FRATELLI D'ITALIA, L'ITALIA S'E' DESTA!!!
di Achille Occhionero, Lavello 3 novembre 1945
Redazione, Mario Miscioscia, Anpi Mario Miscioscia Lavello
Fonte: la Repubblica |
Anna Martino, Potenza, l’antifascismo abita a Lavello: mostra documentaria sui partigiani che persero la vita per la libertà, la Repubblica, 26 aprile 2018
Fonte: la Repubblica |
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 1999
A Ubaghetta c’era un deposito di viveri. Nella sera del 22 gennaio 1945 Luigi Boriello (Boriello), dopo essersi portato in Val Lerrone, tornava verso Ubaghetta e decise insieme a Mario Miscioscia e qualche altro partigiano di tentare una puntata sul deposito: se Ubaghetta fosse stata sgomberata avrebbe preso viveri per sé e per i compagni. Giunto a Ubaghetta, il gruppo di partigiani si accorse troppo tardi che il borgo era presidiato: una raffica di mitraglia da una finestra e Miscioscia venne colpito in pieno petto. I compagni cercarono di difenderlo. Boriello sparò contro la finestra da cui era provenuta la raffica, sparò con la pistola tutti i colpi del caricatore, poi non gli rimase che tornare nel bosco, abbandonando il compagno alla sua sorte, in quanto non vi era modo di portarlo in salvo. Raggiunto morente da alcuni militi che occupavano Ubaghetta, molto sofferente e conscio della sua sorte imminente, chiese egli stesso di ricevere il colpo di grazia. Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I caduti della Lotta di Liberazione. I^ Zona Liguria, ed. in pr., 2020
Dal diario militare di Luigi Pantera Massabò:
Il partigiano Mario Miscioscia, di anni 23, addetto dell’Intendenza, mentre ritorna dalla zona di Marmoreo, dove aveva portato dei viveri, nei pressi di Ubaghetta avvista una delle tre colonne nazifasciste che stanno dirigendosi verso il paese. Impossibilitato a sorpassare il nemico senza farsi scorgere per andare ad avvisare in tempo i compagni, trovandosi in una posizione che gli rende difficile la fuga, viene scoperto, per cui non esita a lanciare contro la colonna una bomba a mano, ed avvicinatosi ulteriormente, la scarica contro la sua pistola, in modo da mettere in stato d’allarme i compagni che si trovano nella zona, manda così a vuoto il colpo di mano del nemico, ormai nell’ultima fase di avvicinamento. Mentre compie il valoroso atto, è colpito mortalmente da una raffica di arma automatica.
All’ufficiale fascista che li chiede di darsi prigioniero, in cambio delle cure che gli avrebbe fatto prodigare, risponde: “Preferisco la morte al disonore di venire con voi”.
Tale frase riferiva l’ufficiale stesso, ammirato, alla popolazione di Borgo di Ranzo.
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. La Resistenza nella provincia di Imperia dal Primo Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005
Fonte: ANPI Sezione di Lavello (PZ) |
Spett. Comando
Nel territorio della parrocchia di Ubaghetta comune di Borghetto d'Arroscia è stato ucciso dai Cacciatori degli Appennini il garibaldino Miscioscia Mario della provincia di Bari [?] appartenente all'intendenza della brigata (II?) il giorno 20 gennaio 1945.
Fu religiosamente seppellito nel cimitero il giorno 21.1.45.
Questo mi è noto
Sac. Igino Rebaudo, Dichiarazione relativa all'uccisione di Mario Miscioscia. Fonte: ANPI Sezione di Lavello (PZ)
31 gennaio 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", allegato n° 24, circa le perdite subite nel mese di gennaio 1945: "... il 20, a Bosco, Gino Bellato, William Bertazzini, Gospar, soldato russo, Rolando Martini e perirono in altre località Antonino Amato, Giuseppe Cognein *, Mario Miscioscia *, Attilio Obbia, Franco Riccolano *; il 22 a Pogli Giuseppe Caimarini e Settimio Vignola; il 23 Germano Cardoletti ...".
* Proposta assegnazione medaglie d'argento alla memoria a Mario Miscioscia, caduto il 20 gennaio 1945 nel tentativo di avvertire i compagni dell'arrivo dei tedeschi, a Giuseppe Cognein e a Franco Riccolano.