venerdì 11 dicembre 2020

Il rientro dei partigiani imperiesi da Fontane

Fontane, Frazione di Frabosa Soprana (CN)
 
La partenza delle due brigate è concordata il 4 novembre 1944 durante una riunione dei comandanti e dei commissari, convocati nella sede del Comando divisionale.
Decisa la dislocazione della I^ Brigata ["Silvano Belgrano"] nelle valli Arroscia, Pennavaira, Lerrone, Andora, Steria e nel Dianese, a levante del torrente Impero, partono nella mattinata del 5 novembre per la Liguria l'ufficiale alle operazioni Ercole Pario (Pablo) e il commissario "Osvaldo" [Osvaldo Contestabile], onde studiare i luoghi di destinazione dei distaccamenti.
Il giorno successivo iniziano il trasferimento verso Piaggia i distaccamenti "A. Viani" (che lascia la Val Corsaglia nelle prime ore del mattino), "G. Maccanò", "F. Airaldi" e il servizio SIM con una parte del Comando I^ Brigata.
I movimenti sono facilitati dalle informazioni del SIM, il quale accerta che, oltre la statale n. 28 e la val Tanaro, i Tedeschi avevano sgomberato l'alta valle Arroscia tra San Bernardo di Mendatica e Pogli (presso Albenga).
[...] Il commissario "Osvaldo", che durante il rientro aveva avuto colloqui con le Giunte Comunali di Mendatica, Pornassio e Pieve di Teco per discutere il modo di aiutare le formazioni in arrivo, a Gazzo il comandante "Ramon" [Raymond Rosso], rimasto in Liguria, che lo mette al corrente della situazione e dei movimenti del nemico, intento a preparare un rastrellamento nella zona; inoltre incarica il comandante Firminio Ghirardo di recuperare il materiale precedentemente nascosto. Pure a Gazzo, via Pieve di Teco, giungono altri elementi del Comando I^ Brigata: cuochi, intendenti, armieri, dattiografi, ecc.
Dopo la ritirata in Piemonte erano rimasti tagliati fuori, e in gran parte dislocati nella zona C (valli di Arroscia, di Albenga, di Andora) gruppi di garibaldini che vennero sovvenzionati, nel periodo di isolamento, dal CLN di Albenga (1° Settore circondariale). Inizialmente vi erano solo i distaccamenti di "Ramon" a Gazzo e di "Domatore" a Casanola Lerrone, in totale circa settacinque uomini. Vi giunsero poi "Basco" con 45 uomini, "Firmino", "Cipriano" e "Ugo" con cinquanta uomini, "Germano" con quindici e "Marco" con molti altri sbandati. In totale circa trecento uomini.
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con il patrocinio dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Milanostampa Editore, Farigliano, 1977
 
Il mese di novembre 1944 si apre per la IV^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" con nuovi attacchi ai suoi effettivi: la zona di accerchiamento è localizzata nell'alta Valle Argentina e nella zona di Pontedassio (IM).
Al Passo della Pistona uomini del VI° Distaccamento e del Battaglione "Peletta" cercarono di fermare i tedeschi, causando con più imboscate la morte di molti nemici.
Il giorno successivo, 2 novembre, le SS entrarono nella Chiesa di Ville San Pietro [Frazione di Borgomaro (IM)] per prelevare alcuni ostaggi.
Il 3 novembre i garibaldini contarono le loro perdite in vite umane in questi ultimi scontri, perdite che ammontavano a 10 unità.

Fontane, Frazione di Frabosa Soprana (CN)

I partigiani dislocati [dopo la drammatica ritirata strategica del precedente mese di ottobre] a Fontane  [Frazione di Frabosa Soprana (CN)] divennero pessimisti circa la loro possibilità di rientro in Liguria, a causa delle informazioni che a loro giungevano circa l'occupazione tedesca delle Valli Impero e Argentina.
La sera del 5 novembre 1944 pervenne, però, la notizia che il nemico stava evacuando Ormea, Nava, Piaggia, Pieve di Teco ed altre località di rilievo strategico. La strada statale n. 28 del Colle di Nava poteva essere presa in considerazione per gli spostamenti delle forze garibaldine.
Il comando della II^ Divisione Garibaldi "Felice Cascione" stabilì allora che reparti della I^ [I^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Silvano Belgrano" formata il 20 luglio 1944, che di lì a breve sarebbe stata accorpata alla nuova Divisione "Silvio Bonfante"] e della IV^ Brigata rientrassero scaglionati alle zone di provenienza.
Il 6 novembre iniziò il deflusso verso le Valli Arroscia, Pennavaira, Lerrone, Andora e Steria da parte della I^ Brigata, in particolare dei distaccamenti "A. Viani", "G. Maccanò", e "F. Airaldi", con parte del comando di Brigata. Vennero raggiunti il giorno successivo dal distaccamento mortaisti diretto a Montegrosso.
Avveniva, intanto, un gigantesco rastrellamento ai danni delle brigate "Mauri", che ebbe termine il 20 dicembre successivo, ma con la cancellazione di fatto delle forze badogliane dal Basso Piemonte. Tra le centinaia di questi partigiani, uccisi dai tedeschi, dai repubblichini della Divisione "Monterosa", dalla fame e dal freddo, figurava anche colui che aveva avuto il compito di recuperare il materiale lasciato dai garibaldini: Domenico Arnera (Aldo), di cui si dirà di più in seguito.
Il 6 novembre 1944 anche la V^ Brigata Garibaldi "Luigi Nuvoloni" iniziò un lento e cauto ritorno verso la Valle Argentina. Completato il rientro e reintegrati i dispersi degli ultimi giorni di ottobre, era adesso forte di 3 battaglioni per un totale di 10 distaccamenti.
Il comando della Divisione Garibaldi "Felice Cascione" pose la propria sede a Carpasio (IM). Data l'estrema difficoltà di collegamento tra la V^ e la I^ Brigata da una parte e con la IV^ dall'altra, il mese successivo stabilì che i due raggruppamenti, pur restando cooperanti, divenissero autonomi.
Rocco Fava di Sanremo (IM), "La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945)" - Tomo I - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 - 1999
 

Il 4 di novembre era giunta alle formazioni garibaldine in Piemonte, come abbiamo già scritto, la notizia che i Tedeschi avevano sgomberato la strada statale n. 28 e molti paesi del retroterra. La manovra fu chiara invece quando non procedettero anche allo sgombero della statale: Imperia, Cesio, colle San Bartolomeo, San Bernardo  di  Conio, passo della Teglia, Rezzo, Triora. Su questa rotabile potevano ancora transitare, ricostruendo con un minimo sforzo qualche ponte o tratto di strada distrutto. I Tedeschi avevano abbandonato le zone dove le strade erano più gravemente danneggiate od inservibili, ripromettendosi di ricostruire gradatamente tutti i ponti, guarnirli di stabile presidio e rioccupare così tutte le zone ove le distruzioni erano state riparate. Provvisoriamente il nemico poteva giungere a Pieve di Teco attraverso San Bernardo di Conio e Rezzo; altrove i danni provocati dalle distruzioni erano troppo  ingenti.
Intanto, uniformandosi alla circolare 53/D/4 dell'11 novembre 1944, trasmessa dal Comando divisionale alle brigate, che invitava a riprendere e ad intensificare la guerriglia contro il nemico, e autorizzava gli stessi distaccamenti a  procedere di propria iniziativa nell'azione, i Comandi e i garibaldini furono ben orgogliosi di riprendere i combattimenti, dopo venti giorni di stasi e di riorganizzazione, su tutta quella zona che i Tedeschi pensavano di aver ripulita dalle forze partigiane durante il rastrellamento di ottobre.
La Resistenza, con insistenti ed accaniti attacchi, faceva sentire ben viva la sua presenza e faceva comprendere al nemico, demoralizzato per le sconfitte subite sui fronti occidentale ed orientale, che nulla valevano i rastrellamenti contro la popolazione e i partigiani, decisi fino in fondo a difendere la libertà del loro paese.  
Francesco Biga, Op. cit.
 
... la costituzione del Centro Addestramento Reparti Speciali (CARS), voluto da Rodolfo Graziani nel marzo 1944 nel tentativo di debellare la presenza partigiana in zone strategicamente decisive per il controllo del territorio, come il Piemonte... Il centro era formato da tre reggimenti di cacciatori degli Appennini, il cui personale era fornito dalle forze armate di Graziani, dalla GNR e dalle federazioni fasciste; il CARS era connesso alla Wehrmacht da un ufficio di collegamento (Deutsche Verbindungs Kommando, DVK). Posti sotto il comando del generale Amilcare Farina fino alla fine di agosto e fissata la sede di comando a Torino, i reparti del CARS si erano distinti per la partecipazione alle maggiori operazioni antiguerriglia nell’area compresa tra Basso Piemonte e Liguria occidentale dal luglio al dicembre 1944 e nei primi due mesi dell’anno successivo. Il CARS operava alle dirette dipendenze del Co.Gu o comando controguerriglia, sorto per decisione dello Stato Maggiore Italiano nell’estate 1944 in una zona, il Piemonte, ritenuta ad alta concentrazione di «bande» con il compito specifico di combattere i «ribelli» e di organizzare i reparti presenti, quali appunto il CARS, la X Mas e diversi altri. L’azione del comando del Co.Gu era coordinata a quella di Tensfeld e del LXXV corpo d’armata della Wehrmacht. Nel luglio 1944 scendevano poi in Italia, dopo i mesi di addestramento in Germania, la divisione di marina San Marco (così ridenominata nell’aprile precedente; si trattava in realtà di una grande unità granatieri appartenente all’esercito), e la divisione da montagna Monte Rosa... Vaste azioni erano state poi condotte lungo le fondamentali direttrici di Cuneo-Imperia-Savona...  Di qui la decisione di Kesselring di indire due «settimane di lotta alle bande», sotto il comando di Willy Tensfeld e con il coinvolgimento delle truppe inquadrate nell’Armata Liguria, formalmente sotto il comando di Rodolfo Graziani, costituita dai reparti tedeschi che in precedenza avevano fatto parte prima del LXXXVII corpo d’armata e poi dell'Armeeabteilung von Zangen a cui si erano aggiunte le divisioni salodiane San Marco e Monterosa...
Fiammetta Balestracci, RASTRELLAMENTI E DEPORTAZIONE IN KL NELL'ITALIA OCCUPATA 1943-1945 in Il libro dei deportati, Vol. 4: L'Europa sotto il tallone di ferro. Dalle biografie ai quadri generali, Ugo Mursia Editore, 2015