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venerdì 26 maggio 2023

Arrestato il 22 aprile 1944 a Pieve di Teco con un altro dalle SS tedesche

Pigna (IM)

Al posto di sbarco di Voltri arrivava nel febbraio del ’44 [il 1° febbraio] una prima missione capitanata da un certo Siro [Cavallino Italo, tenente del genio guastatori] con un istruttore di sabotaggio portante il nome di Annibale [Bellegrandi Nino, sottotenente di artiglieria] (che fu poi fucilato dalle S.S. [a Cravasco]) e dal R.T. Biagio [Balestri Secondo, sottocapo r.t.]. Siro e il R.T. furono avviati nella zona di Mondovì e messi a disposizione della organizzazioni partigiane del Basso Piemonte alle dipendenze dell’ufficiale di collegamento responsabile di zona Repetto; l’Annibale tenuto a disposizione ed utilizzato in vari settori (anche a Genova città) come istruttore di sabotaggio. La missione era denominata LLL2-CHARTERHOUSE, proveniva da Bastia con un MAS italiano e operò, fino all'arresto di “Siro” avvenuto il 13 marzo 1944, comunicando alla base informazioni per i lanci di rifornimenti alle formazioni operanti in Val Pesio, Val Ellero, Val Corsaglia e Val Casotto. “Biagio” fu arrestato il 22 aprile, fu costretto con le minacce e le torture a trasmettere alla base false notizie date dai tedeschi, ma riuscì a cambiare alcuni gruppi cifrati ed a far capire, in questo modo, di essere in mano delle SS. Riuscì a fuggire il 31 luglio e a riprendere contatto con i partigiani garibaldini operanti nella zona nord della provincia di Imperia. Verso la metà di settembre [nd.r.: in effetti, ai primi di ottobre 1944, previa consultazione con i partigiani della Divisione Cascione, che stavano difendendo la Libera Repubblica di Pigna e che aiutarono quella missione, accompagnata anche da altri partigiani del Cuneese e da piloti ed avieri alleati, sfuggiti ai tedeschi, il cui capo, Lees, preferì per arrivare alle linee amiche procedere a dividerla in tre gruppi, che seguirono tre diversi itinerari], attraversò il confine con la Francia insieme al capitano Michael Lees, comandante della missione FLAP2-BARSTON, e da Avignone, in aereo tornò a Bari il 15 settembre 1944. A Balestri è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare…
Antonio Martino, L’attività di intelligence dell’Organizzazione OTTO nella relazione del prof. Balduzzi, pubblicato su Quaderni savonesi. Studi e ricerche sulla Resistenza e l’età contemporanea dell’
Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della Provincia di Savona, n. 24, Savona, 2011
 
Giorgio, Giorgio I, poi Cis, Alpron a dicembre 1943 fu presente ad Alto (CN), in quanto attivo nei collegamenti con Mauri, Enrico Martini, con il servizio Lanci dell'Organizzazione "Otto". Passò, poi, a militare nelle formazioni garibaldine della I^ Zona, nelle quali diventò in seguito capo di Stato maggiore della  I^ Brigata "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante". Giorgio Caudano ha rintracciato presso l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia due relazioni scritte a suo tempo da Giorgio Alpron, una in particolare molto dettagliata sulla Missione Otto: in quest'ultima emergono soprattutto tracce inedite sulla fine dell'organizzazione Otto: "[...] gli Alleati questi pretesero da 'Amilcare' informazioni militari e ferroviarie ma gli inibirono di interessarsi ai collegamenti Partigiani con nostro mezzo, benché li avessimo fatti avvertire della nuova situazione, dell'arresto di 'Biagio' [Secondo Balestri]". Nella testimonianza di Balestri, che era riuscito a fuggire dall'ultima sua prigionia, a raggiungere i garibaldini della I^ Zona Liguria che avevano in quel periodo liberato Pigna e ad aggregarsi all'esfiltrazione in Francia del gruppo del capitano Lees, si può, invece, leggere: "del tradimento di Pagani, Di Fiori e Cottini [...] mentre Silvia Roggero lasciò Genova con me solo in Agosto [del 1944] quando l'assoluta inutilità di ogni mio tentativo di ulteriori collegamenti con gli Alleati, ormai compiuti da solo perché anche Lodigiani era stato arrestato, mi convinsero a lasciare il lavoro clandestino per riprendere il mio posto fra i Partigiani della 1° zona operativa in Liguria [...]".
Adriano Maini
 
In arrivo - LLL 2 N. 26 - Da comando valle Pesio alt Avevamo chiesto che Biagio [Secondo Balestri] rimanesse con noi per evitare che con l'eventuale ritorno di Siro fosse trasferito in altro luogo alt Il posto più sicuro per lui et radio est qui in alta montagna inaccessibile ed ben protetto dalle nostre forze ormai ben armate et munizionate in seguito vostri preziosi lanci alt Sarebbe grave imprudenza viaggio di Biagio at Genova così pure sarebbe assai pericoloso in questo momento eseguire trasmissioni da altro luogo alt. Vi facciamo presente che pur essendo in alta montagna et per mezzo del nostro servizio informazioni potrà ancora rendervi prezioso servizio alt Dateci conferma se autorizzate sua permanenza qui alt Comando Valle Pesio alt. Ricevuto il 29 marzo 1944. NOTA del Capo-sezione: Consigliamo aderire - Preghiamo sempre che banda garantisca incolumità stazione non impegnando combattimento.
In arrivo - LLL 2 N. 28 - Da Comando Valle Pesio alt. Siamo ancora bloccati ma il nemico non osa attaccarci alt Continuiamo la preparazione difensiva alt Abbiamo avuto due scontri di pattuglie quattordici feriti al nemico alt Patrioti... un ferito alt Ricevuto lancio ringraziamo sentitamente abbiamo recuperato trentasette casse di viveri alt Vi preghiamo mandarci gallette scatolette carne duecento gavette inglesi cento zaini da montagna due mortai munizioni per mitragliatrice Bren razzi rossi et verdi cinque radio Wirelesse n. trentotto MK due et venti pile ricambio alt Banda Valle Grana chiede lancio urgente alt messaggi positivo "La terra est gelida" alt Negativo "La stufa fa fumo" alt Biagio. Ricevuto il 31 marzo 1944. NOTA del Capo-sezione: Bravo questo ragazzo ["Biagio", Secondo Balestri]
trascrizione di messaggi cifrati della missione CHARTERHOUSE (LLL 2) in Claudia Nasini, Una guerra di spie. Intelligence anglo-americana, Resistenza e badogliani nella sesta Zona operativa ligure partigiana (1943-1945), Tangram Edizioni Scientifiche, Trento, 2012
 
Nella ritirata raggiungemmo Upega, Salse, Valcona, Piaggia e Mendatica, dove tentai inutilmente di collegarmi con la base, posta la radio in una casa del paese. Il capitano Cosa divise il resto della banda in varie squadre e le inviò verso le Langhe dove operava il maggiore Mauri.
Dopo aver nascosto la radio ed i cifrari, il capitano Cosa, un suo uomo di fidcia, certo Gabriele ed io decidemmo di raggiungere Genova per rintracciare qualcuno dell'Organizzazione Otto ed Annibale.
In corso Buenos Ayres incontranmmo un certo "Giorgio [n.d.r.: verisimilmente il già citato Giorgio Alpron], scampato alla cattura, il quale ci consigliò di ritornare a recuperare la radio e continuare la trasmissione in luogo sicuro di sua conoscenza.
Il 20 aprile 1944 partii con Gabriele per Mendatica, da dove avrei dovuto trasmettere un messaggio scritto da Giorgio stesso.
In una casa ai "Ponti" di Pornassio (Imperia) tentai il collegamento senza riuscire a captare nulla. Pazienza! Ripartimmo a piedi, sempre io e Gabriele, per Albenga, dove il martedì mattina in stazione ci doveva atttendere Giorgio per condurci nel luogo sicuro cui aveva accennato.
Arrivammo a Pieve di Teco che imbruniva e prendemmo alloggio all'albergo "La Pace". Un delatore ci tradì e, mentre ci stavano appisolando in camere diverse, sentimmo aprire la porta e l'intimazione di "mani in alto". Era il maresciallo dei carabinieri, accompagnato dalla spia e da quattro carabinieri, tutti armati.
Secondo "Biagio" Balestri, La missione in valle Pesio 

"Biagio", arrestato il 22 aprile 1944, fu costretto con minacce e torture a trasmettere alla base false notizie date dai tedeschi, ma riuscì a cambiare alcuni gruppi cifrati e far capire, così, di essere in mano alle SS. Riuscì a fuggire il 31 luglio 1944 e a riprendere contatto con patrioti garibaldini operanti nella zona nord della provincia di Imperia. Verso la metà di settembre attraversò il confine con la Francia insieme ad un ufficiale inglese e da Avignone, in aereo, tornò a Bari il 15 settembre 1944 [n.d.r.: sulla data del rientro di Balestri vedere nostra precedente nota].
Claudia Nasini, Op. cit.

Il 29 settembre [1944] partiva pure Secondo Balestri (Biagio), unico salvatosi di una missione alleata denominata Charterhouse LLL 2, destinata alla Riviera Ligure di ponente ed al basso Cuneese che, partita il 15 gennaio 1944 da Brindisi, sbarcata sulla costa con mezzi navali, composta dai militari Italo Cavallino (Siro), Nino Bellegrandi (Annibale) e dal suddetto Balestri, dopo varie peripezie venne annientata. Biagio, arrestato il 22 aprile 1944 a Pieve di Teco con un altro dalle SS tedesche per delazione di un certo Santacroce, e torturato, fu costretto a trasmettere alla sua base messaggi preparati da un ufficiale tedesco di nome Reiter. Poi il 31 luglio riuscì a fuggire e a rifugiarsi presso il comando della V^ Brigata [“Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione“] a Pigna, dove rimase fino al 29 di settembre). Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III., ed. Amministrazione Provinciale di Imperia, 1977

Il maresciallo Reiter apparteneva al comando SD di Sanremo (IM), dove faceva da autista, dalla metà di marzo 1944 sino al termine della guerra, un certo Fioravante Martinoia, nato il 24 febbraio 1915 a Vallecrosia, il cui verbale di interrogatorio, in italiano, come persona in custodia alla Corte d'Assise Straordinaria di Sanremo, confluì in un documento, con data 2 giugno 1947, dell'OSS statunitense, antenato della CIA. Faceva da interprete in quella sede di Sanremo, più o meno dalla fine del 1944, anche un certo Ernest  Schiffereger, un italiano altoatesino, che aveva optato nel 1939 per la nazionalità tedesca ed era poi entrato nelle SS. Sia lo Schifferegger che il Martinoia, entrambi alla data del rapporto OSS ancora in custodia alla Corte d'Assise Straordinaria di Sanremo, resero tragiche ammissioni su diversi misfatti nazifascisti, compiuti in provincia di Imperia.
Adriano Maini

Reiter Giuseppe. Maresciallo delle SS; Comandante dell'ufficio di Sanremo [...] Ferrari, ex ufficiale dell'esercito, informatore di Josef Reiter a Sanremo. In seguito per falsa denuncia fu arrestato dalle SS. Età anni 40, alto 1,64, corporatura snella, capelli: completamente calvo.
Considerazioni dei curatori nel documento OSS già citato

Circa l'attività di Reiter e compagni ben poco posso dire in quanto il mio compito era strettamente quello di autista e non mi era permesso di entrare nell'ufficio se non per il tempo necessario a ritirare i fogli di marcia per la macchina [...] Per quanto riguarda le sevizie e torture che i tedeschi solevano fare nei riguardi degli arrestati, in coscienza debbo affermare che non ho mai assistito a scene del genere. Sentivo dire che alle volte quando gli arrestati non parlavano venivano menati. Io però non ho mai visto dei detenuti seviziati o che portassero i segni di percosse [...]
Fioravante Martinoia (ex autista delle SS di Sanremo), dichiarazioni in un verbale di interrogatorio, ripreso dal documento OSS citato

domenica 15 maggio 2022

E dovette essere triste morire in un mattino d'aprile, mentre nell'aria era un presagio della prossima vittoria

22 aprile 1945 - Da un partigiano dell'Intendenza a "Venko" [Angelo Balegno, amministratore presso il Comando Operativo della I^ Zona Liguria] - Comunicava che durante un rastrellamento nemico era caduto un patriota, che a Ciabaudo, Frazione di Badalucco (IM), erano stati fucilati il 20 aprile 2 civili, i fratelli Antonio e Giovanni Pastorelli, che era stato arrestato il garibaldino "Tenore" [n.d.r.: Gualtiero Zanderighi *, fucilato a Poggio, Frazione di Sanremo (IM), il 22 aprile 1945, immortalato da Italo Calvino nel suo articolo "Ricordo dei Partigiani vivi e morti"]
da documento IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 - 1999

Il 20 [aprile 1945] reparti nazifascisti compiono un'incursione nella zona del I° Battaglione [n.d.r.: "Mario Bini" della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione"]. Partendo da Baiardo e da Ceriana le forze nemiche agiscono su due colonne: una sulla strada carrozzabile, l'altra sulle pendici del Monte Ceppo. All'alba una pattuglia del I° Distaccamento, mentre si reca al posto di guardia, scorge sulla strada la coda della colonna nemica, la quale spara una raffica dopo la località Zerni e ciò mette in allarme il suddetto Distaccamento. Frattanto il grosso delle truppe nemiche (circa centotrenta uomini) scende dalle pendici del Monte Ceppo e si dirige verso la località Gavanelle, dove è accampato il III° Distaccamento. Una pattuglia di questo si scontra con il nemico ed è soggetto ad un fuoco violentissimo: colpito da una raffica cade il partigiano Grossi Bianchi Andrea; l'altro uomo della pattuglia riesce a raggiungere l'accampamento già in allarme. Nonostante la vicinanza del nemico il Distaccamento prende le precauzioni necessarie per mettere in salvo tutto l'equipaggiamento.
Il partigiano Gualtiero Zanderighi *, commissario, mentre rientra al Comando del I° Battaglione, è catturato dal nemico nei pressi di Ciabaudo: sarà fucilato a Poggio di Sanremo due giorni dopo.
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. La Resistenza nella provincia di Imperia dal Primo Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005

* Ancora una volta i partigiani prendono la via del Piemonte, per armarsi, vestirsi, rinforzarsi questa volta: poi scenderanno e allora sarà un succedersi d'imboscate, di colpi, di sparatorie in tutte le valli e su tutte le strade contro i nazi-fascisti scoraggiati e disorientati. Ma gli eventi precipitano, siamo vicini alla meta. Fu proprio quando mancavano pochi giorni al traguardo, che ti presero e ti uccisero, ultimo dei caduti nostri, Tenore. E dovette essere triste morire in un mattino d'aprile, mentre nell'aria era un presagio della prossima vittoria.
Italo Calvino, Ricordo dei Partigiani vivi e morti, articolo apparso sul numero 13 de "La voce della democrazia", Sanremo, martedì 1° maggio 1945 


Gualtiero Zanderighi, Tenore

Anche Augusta Molinari, studiando la memorialistica del partigianato ligure, arriva a conclusioni molto simili a quelle appena esposte a proposito della duplice funzione che la scrittura diaristica può assumere. Ella analizza il testo inedito scritto da Gualtiero Zanderighi, un partigiano semplice [n.d.r.: in effetti Zanderighi era un commissario politico] attivo in Liguria, studente universitario già avvezzo allo strumento della scrittura. A proposito del suo diario, la Molinari nota: "Il diario presenta un doppio registro di scrittura: è al contempo una cronaca dei fatti, sull’esempio dei diari di brigata, e una scrittura di tipo privato, quasi un diario intimo. L’evento e la percezione individuale dell’evento coesistono e la scrittura assume una duplice funzione. Da un lato quella di fissare nello spazio e nel tempo un percorso autobiografico, dall’altro di salvaguardare una sfera privata dall’incalzare degli eventi". <79
Secondo la Molinari, il diario è utile non solo per prendere nota degli eventi vissuti: esso aiuta lo scrivente a «fissare delle coordinate spazio-temporali» <80 salde in cui può collocare la proprio persona. In particolare, i partigiani sentono questo bisogno poiché le dinamiche della guerriglia li obbligano a vivere in un contesto sempre collettivo e provvisorio, in cui si perdono i punti di riferimento spazio-temporali e affettivi. In una situazione così precaria, la scrittura diaristica serve a prendere nota degli eventi bellici, ma dà anche la possibilità di mettere la guerra “in pausa”, e recuperare il contatto con il proprio io, in uno spazio che è solo individuale.
[NOTE]
79 Augusta Molinari, La Resistenza in Liguria tra evento e racconto. Storie e memorie inedite del partigianato ligure, cit., in “Storia e memoria”, 1997, n. 1, p. 43.
80 Ibid.

Sara Lorenzetti, Ricordare e raccontare. Memorialistica e Resistenza in Val d’Ossola, Tesi di Laurea, Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea specialistica in Lingua e Cultura Italiana, Anno accademico 2008-2009

[ n.d.r.: da considerare anche la fatica di Augusta Molinari, Una storia partigiana. Il diario di Gualtiero Zanderighi, Ventesimo Secolo, Centro Ligure di Storia Sociale, Genova, n° 13, gennaio-aprile 1994, pagg. 159-188 ]

domenica 11 luglio 2021

Preferisco la morte al disonore di venire con voi


Fonte: ANPI di Lavello (PZ)

Alla Memoria del Partigiano Michele Mario Miscioscia, nato a Lavello (Pz) Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria
Mario si arruola volontario nelle gloriose file dei Partigiani. Assegnato alla 6/a Divisione d'assalto "Gaibaldi"- 3/a Brigata "Bacigalupo", operante nella zona di Porto Maurizio (Liguria).
E nell'indomita unità Garibaldina si distingue per sprezzo del pericolo e spirito di sacrificio. Invano i superiori lo esortano a non esporsi troppo. Lui, sordo a ogni richiamo, vuol dimostrare come sanno combatere i soldati d'Italia!!!
Fu appunto in una di queste pericolose sortite, che rimase colpito.... Impossibilitato a ricevere i primi conforti dai compagni, e di raggiungere a causa delle ferite, le sue linee; cadde nelle mani dei nazi-fascisti. Da questi gli viene fatta la proposta se voleva essere  curato .... Era un appello alla vita per il povero Mario, poteva accettare. No!!!
La vita è ben poca cosa quando la si offre per un grande ideale.
"Non voglio niente da voi - disse - finitemi qui, vicino ai miei compagni!"
E la raffica micidiale, crudele e spietata di un ignoto varamaldo lo abbatte cadavere.
Son passati settanta anni o Mario, ma il tuo ricordo non è punto svanito.
Il dolore dei tuoi è ancora acerbo, ma fiero, come fiera e stata la tua morte.
Come fieri sono anche qui, nella tua amata Lavello, i vessilli abbrunati dei Combattenti, che ti onoreranno sempre e che, additandoti quale esempio luminoso ai posteri,diranno: "Fu forte, e morì credendo".
L'olocausto delle tue ventitré primavere, non è stato vano, perché ci hai tracciato la via da seguire che è quella: del bello ed alto eroismo.
La tua morte è Vita!!! E' l'espressione più pura di questa tanto martoriata e misconosciuta gioventù Italica.
La tua tomba è un'ara, sulla quale si inchineranno riverenti le future generazioni.
A te o Mario, a noi che ti seguiremo:
FRATELLI D'ITALIA, L'ITALIA S'E' DESTA!!!
di Achille Occhionero, Lavello 3 novembre 1945
Redazione, Mario Miscioscia, Anpi Mario Miscioscia Lavello

Fonte: la Repubblica

Fotografie, documenti, attestati, riconoscimenti. Semplici carte che per le famiglie di appartenenza e per l’intera comunità diventano patrimonio storico, tesoro da custodire e memoria da tramandare. Raccontano un pezzo di storia dell’Italia del sud che si intreccia con quella personale di uomini e donne che hanno sacrificato la propria vita per la libertà. Antonio Pellegrino, Giuseppe Pace, Michele Mario Miscioscia, Luigi Tudisco, Alfredo Tucci, Domenico Traficante, Donato Pettorruso, Giovanni Pallottino, Mauro Mastrantuono, Luigi Giudice, Alfonso Cesarano, Giovanni Carretta, Mauro Carretta, Mauro Caprioli e Giuseppe Bisceglia sono i cittadini di Lavello (Potenza) che hanno dato il loro contributo alla lotta di Liberazione nazionale come partigiani nelle regioni del nord dal 1943 al 1945. A loro, l’Anpi di Lavello ha dedicato una mostra documentaria frutto di un lungo lavoro di ricerca condotto all'Archivio centrale dello Stato a Roma e visitabile fino al 30 aprile nei locali adiacenti al museo civico della sede del Comune. “Si tratta delle vicende storiche della gioventù dei nostri nonni, dell'emigrazione dalla nostra terra - spiegano gli organizzatori -  ci piacerebbe che le persone trovassero dei riscontri in modo da aiutarci a ricostruire e recuperare la memoria su quegli anni che, comunque la si pensi, hanno lasciato un segno profondo nella storia del nostro Paese”.
Anna Martino, Potenza, l’antifascismo abita a Lavello: mostra documentaria sui partigiani che persero la vita per la libertà, la Repubblica, 26 aprile 2018

Fonte: la Repubblica

Sempre il 20 gennaio veniva ucciso a Ubaghetta, Frazione di Borghetto d'Arroscia (IM), il partigiano Michele Miscioscia (Mario), nato il 3 novembre 1921 a Lavello (PZ) in Basilicata. Il giorno prima era stato incaricato di portare dei viveri nella zona di Marmoreo, Frazione del comune di Casanova Lerrone (SV). Al ritorno, verso Ubaghetta, trovò il passaggio sbarrato dal nemico. Si lanciò all'attacco con una bomba a mano, sacrificandosi, ma permettendo agli uomini dell'intendenza della Divisione e del Distaccamento "Gian Francesco De Marchi" di sganciarsi incolumi da Ubaghetta, dove erano stati attestati. ... il 19 gennaio era stato incaricato di portare dei viveri nella zona di Marmoreo; mentre rientrava alla base avvistò una colonna nazi-fascista che si dirigeva verso Ubaghetta: impossibilitato a sorpassare il nemico senza farsi scorgere... non esitava a lanciare una bomba a mano... I partigiani ed i civili, mercé il suo sacrificio, poterono abbandonare il paese celati al nemico... con queste parole la morte di Miscioscia veniva ricordata in una successiva comunicazione del Distaccamento "Angiolino Viani" alla I^ Brigata (che, ad ulteriore conferma del momento drammatico vissuto da quelle formazioni partigiane, aggiungeva "Il 20 gennaio 1945 si è assentato il polacco Valter senza fare più ritorno. Da ultime informazioni risulta che attualmente si trovi presso il Distaccamento di "Domatore" della III^ Brigata...").
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste,  Anno Accademico 1998 1999

A Ubaghetta c’era un deposito di viveri. Nella sera del 22 gennaio 1945 Luigi Boriello (Boriello), dopo essersi portato in Val Lerrone, tornava verso Ubaghetta e decise insieme a Mario Miscioscia e qualche altro partigiano di tentare una puntata sul deposito: se Ubaghetta fosse stata sgomberata avrebbe preso viveri per sé e per i compagni. Giunto a Ubaghetta, il gruppo di partigiani si accorse troppo tardi che il borgo era presidiato: una raffica di mitraglia da una finestra e Miscioscia venne colpito in pieno petto. I compagni cercarono di difenderlo. Boriello sparò contro la finestra da cui era provenuta la raffica, sparò con la pistola tutti i colpi del caricatore, poi non gli rimase che tornare nel bosco, abbandonando il compagno alla sua sorte, in quanto non vi era modo di portarlo in salvo. Raggiunto morente da alcuni militi che occupavano Ubaghetta, molto sofferente e conscio della sua sorte imminente, chiese egli stesso di ricevere il colpo di grazia.                                                                                                         Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I caduti della Lotta di Liberazione. I^ Zona Liguria, ed. in pr., 2020

[ n.d.r.: tra le pubblicazioni di Giorgio Caudano: Giorgio Caudano, L'immagine ritrovata. Ventimiglia e dintorni nei dipinti dell'Ottocento e primo Novecento, Alzani Editore, 2021;  La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944) (a cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone), Comune di Pigna,  IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016; Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016   ]
 
Nelle prime ore del 20 gennaio tre colonne tedesche ed alcune compagnie di “Cacciatori degli Appennini”, provenienti da Borghetto d’Arroscia, da Casanova Lerrone e da Pieve di Teco, giungono nella zona. La pattuglia garibaldina avvista il nemico e apre il fuoco.
Dal diario militare di Luigi Pantera Massabò:
Il partigiano Mario Miscioscia, di anni 23, addetto dell’Intendenza, mentre ritorna dalla zona di Marmoreo, dove aveva portato dei viveri, nei pressi di Ubaghetta avvista una delle tre colonne nazifasciste che stanno dirigendosi verso il paese. Impossibilitato a sorpassare il nemico senza farsi scorgere per andare ad avvisare in tempo i compagni, trovandosi in una posizione che gli rende difficile la fuga, viene scoperto, per cui non esita a lanciare contro la colonna una bomba a mano, ed avvicinatosi ulteriormente, la scarica contro la sua pistola, in modo da mettere in stato d’allarme i compagni che si trovano nella zona, manda così a vuoto il colpo di mano del nemico, ormai nell’ultima fase di avvicinamento. Mentre compie il valoroso atto, è colpito mortalmente da una raffica di arma automatica.
All’ufficiale fascista che li chiede di darsi prigioniero, in cambio delle cure che gli avrebbe fatto prodigare, risponde: “Preferisco la morte al disonore di venire con voi”.
Tale frase riferiva l’ufficiale stesso, ammirato, alla popolazione di Borgo di Ranzo
.
Francesco Biga 
(con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. La Resistenza nella provincia di Imperia dal Primo Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005
 
Fonte: ANPI Sezione di Lavello (PZ)

Spett. Comando
Nel territorio della parrocchia di Ubaghetta comune di Borghetto d'Arroscia è stato ucciso dai Cacciatori degli Appennini il garibaldino Miscioscia Mario della provincia di Bari [?] appartenente all'intendenza della brigata (II?) il giorno 20 gennaio 1945.
Fu religiosamente seppellito nel cimitero il giorno 21.1.45.
Questo mi è noto
Sac. Igino Rebaudo, Dichiarazione relativa all'uccisione di Mario Miscioscia. Fonte: ANPI Sezione di Lavello (PZ)
 

 
 

31 gennaio 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", allegato n° 24, circa le perdite subite nel mese di gennaio 1945: "... il 20, a Bosco, Gino Bellato, William Bertazzini, Gospar, soldato russo, Rolando Martini e perirono in altre località Antonino Amato, Giuseppe Cognein *, Mario Miscioscia *, Attilio Obbia, Franco Riccolano *; il 22 a Pogli Giuseppe Caimarini e Settimio Vignola; il 23 Germano Cardoletti ...".
   * Proposta assegnazione medaglie d'argento alla memoria a Mario Miscioscia, caduto il 20 gennaio 1945 nel tentativo di avvertire i compagni dell'arrivo dei tedeschi, a Giuseppe Cognein e a Franco Riccolano. 
da documenti IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit. - Tomo II
 

venerdì 4 giugno 2021

Sottoposto a barbare sevizie nulla svelava sul movimento partigiano

Moltedo, Frazione di Imperia - Fonte: Mapio.net

[...] Il giorno 22 luglio 1944 a Moltedo sono catturati dalle brigate nere tre partigiani della II Divisione Garibaldi F. Cascione. I partigiani Nino Gazzano di anni 19 e Elsio Guarrini di anni 18, appartenenti alla IV brigata, sono fucilati immediatamente sulla piazza del paese. Il partigiano Francesco Gazzano di anni 28, staffetta delle SAP che teneva i collegamenti con la IV brigata, è fucilato il giorno 23 nei pressi del cimitero di Porto Maurizio.
Nino Gazzano, era sceso dalla montagna il giorno prima per conoscere il fratello che era nato da pochi giorni e che non aveva ancora visto. Era sera e così, assieme al compagno Elsio Guarrini decidono di dormire in un fienile vicino al paese. La mattina seguente i due partigiani sono circondati dalle brigate nere e catturati. Vengono immediatamente portati sulla piazza di S. Caterina, in centro paese, e fucilati all’alba del 22 luglio.
La gloriosa IV brigata ha preso il nome di Elsio Guarrini, medaglia d’argento al Valor Militare.
Redazione, La Resistenza imperiese ricorda i Partigiani caduti per la libertà a Moltedo, Riviera24.it, 25 luglio 2015

Elsio Elsio Guarrini. Nato ad Imperia il 15 agosto 1925. Partigiano dal 24 settembre 1943. Vice comandante di Battaglione al momento della morte. A seguito di una delazione venne sorpreso nel sonno in un fienile; con lui venne catturato anche il compagno Nino Stella Gazzano. 
Guarrini e Gazzano chiesero ed ottennero la fucilazione nel petto dopo avere esclamato perché noi non siamo traditori e morirono gridando Viva i partigiani. Furono fucilati nella piazza della vicina Moltedo, Frazione di Imperia.
Furono fucilati dai militi Amleto Alunni - poi fucilato insieme al tenente Salerno alle Ferriere di Imperia il 29 aprile 1945 - e Antonio Cartonio - giustiziato a Castellamonte (TO) il 3 maggio 1945 -, entrambi protagonisti di altre esecuzioni, entrambi della Compagnia Ordine Pubblico (O.P.) Imperia, comandata dal famigerato capitano Giovanni Daniele Ferraris.
Nello stesso rastrellamento venne catturato anche il partigiano Francesco Bruna Gazzano (della S.A.P. locale, incaricato di mantenere i contatti con la IV Brigata, catturato a Moltedo il 22 luglio 1944, il quale fu condotto nella caserma Ettore Muti di Imperia Porto Maurizio, dove fu interrogato e torturato, prima di essere fucilato il 23 luglio 1944 in Via Artallo nei pressi del cimitero di Porto Maurizio. 
Elsio Guarrini venne decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: Giovane e fervente patriota, durante una pericolosa missione assieme ad un compagno di fede, si impegna in aspro combattimento contro preponderanti forze nemiche, finché, rimasto privo di munizioni, veniva sopraffatto e catturato. Sottoposto a barbare sevizie nulla svelava sul movimento partigiano. Condannato a morte, affrontava il plotone di esecuzione con eroica fermezza cadendo al grido di Viva l'Italia. Moltedo (Imperia), 22 luglio 1944
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, Edito dall'Autore, 2020  [ n.d.r.: altri lavori di Giorgio Caudano: Giorgio Caudano, L'immagine ritrovata. Ventimiglia e dintorni nei dipinti dell'Ottocento e primo Novecento, Alzani Editore, 2021; La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944) (a cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016; Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, Edito dall'Autore, 2016  ]

[...] Elenco delle vittime decedute
Gazzano Francesco Mario (nome di battaglia “Bruna”) di Francesco, nato a Moltedo superiore (Imperia) il 28.02.1916, anni 28, Partigiano, (II Div. “F. Cascione” IV Brig.) dall'01.05.1944 al 23.07.1944 n° dichiaraz. Integrativa 3034. Catturato a Moltedo il 22.07.1944 trasferito nella Caserma “Ettore Muti” di Imperia Porto Maurizio, torturato, fucilato il 23.07.1944 in Via Artallo nei pressi del Cimitero di Porto Maurizio (Imperia). Successivamente la salma sarà trasportata nel Cimitero di Moltedo e quivi seppellita con Guarrini Elsio e Gazzano Nino.
Gazzano Nino (nome di battaglia “Stella”) di Emilio, nato a Moltedo (Imperia) il 20.03.1925, anni 19, Partigiano, (II Div. “F. Cascione” IV Brig.) dal 10.05.1944 al 22.07.1944 n° dichiaraz. Integrativa 2529. A seguito di una delazione, mentre dorme in un fienile con il compagno Guarrini Elsio è sorpreso da una squadra di fascisti comandata dal Ferraris. Fucilato a Moltedo nella piazza Santa Caterina il 22.07.1944.
Guarrini (Guarini) Elsio (nome di battaglia “Elsio”) di Carlo, nato a Imperia il 15.08.1925, anni 18, Partigiano, Vice com.te Battaglione (II Div. “F. Cascione” IV Brig.) dal 24.09.1943 al 22.07.1944 n° dichiaraz. Integrativa 6160. A seguito di una delazione, mentre dorme in un fienile con il compagno Gazzano Nino è sorpreso da una squadra di fascisti comandata dal Ferraris. Fucilato a Moltedo nella piazza Santa Caterina il 22.07.1944. Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione:
“Giovane e fervente patriota, durante una pericolosa missione assieme ad un compagno di fede, si impegna in aspro combattimento contro preponderanti forze nemiche, finché, rimasto privo di munizioni, veniva sopraffatto e catturato. Sottoposto a barbare sevizie nulla svelava sul movimento partigiano. Condannato a morte, affrontava il plotone di esecuzione con eroica fermezza cadendo al grido di “Viva l'Italia”. Moltedo (Imperia), 22 luglio 1944
[...]
Durante il rastrellamento avvenuto a Moltedo (frazione di Imperia) il 22 luglio 1944 i militi Amleto Alunni e Antonio Cartonio della GNR Compagnia Ordine Pubblico Imperia (Comandata dal capitano Giovanni Daniele Ferraris) fucilano sulla piazza di Moltedo i partigiani Gazzano Nino e Guarrini Elsio. Sono caduti chiedendo la fucilazione nel petto “perché noi non siamo traditori” e morivano gridando “Viva i partigiani”.
Nello stesso rastrellamento viene catturato anche il partigiano Gazzano Francesco, condotto nella caserma “Ettore Muti” di Imperia Porto Maurizio, interrogato e torturato verrà fucilato il 23 luglio 1944 in via Artallo nei pressi del Cimitero di Imperia Porto Maurizio [...]
Roberto Moriani, Episodio di Moltedo - Artallo, Imperia, 22-23.07.1944, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia

Elsio Elsio Guarrini. Nato ad Imperia il 15 agosto 1925. Partigiano dal 24 settembre 1943.Vice comandante di Battaglione al momento della morte. A seguito di una delazione venne sorpreso nel sonno in un fienile; con lui venne catturato anche il compagno Nino Stella Gazzano. Furono entrambi fucilati nella piazza della vicina Moltedo, Frazione di Imperia, dai militi Amleto Alunni e Antonio Cartonio della G.N.R. (Compagnia Ordine Pubblico Imperia), comandata dal famigerato capitano Giovanni Daniele Ferraris. Chiesero ed ottennero la fucilazione nel petto perché noi non siamo traditori e morirono gridando Viva i partigiani. Nello stesso rastrellamento venne catturato anche il partigiano Francesco Bruna Gazzano, il quale fu condotto nella caserma Ettore Muti di Imperia Porto Maurizio, dove fu interrogato e torturato, prima di essere fucilato il 23 luglio 1944 in Via Artallo nei pressi del cimitero di Porto Maurizio. Elsio Guarrini venne decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: Giovane e fervente patriota, durante una pericolosa missione assieme ad un compagno di fede, si impegna in aspro combattimento contro preponderanti forze nemiche, finché, rimasto privo di munizioni, veniva sopraffatto e catturato. Sottoposto a barbare sevizie nulla svelava sul movimento partigiano. Condannato a morte, affrontava il plotone di esecuzione con eroica fermezza cadendo al grido di Viva l'Italia. Moltedo (Imperia), 22 luglio 1944 - Redazione, Arrivano i Partigiani, inserto "2. Le formazioni di montagna della I^ e della VI^ Zona Operativa Ligure che operavano nella provincia di Savona", I RESISTENTI, ANPI Savona, 2011

lunedì 15 giugno 2020

A maggio 1944 i distaccamenti partigiani dipendenti dal Curto ammontavano a sei


Bevera, Frazione di Ventimiglia (IM)
 
In questi giorni questa Questura sta svolgendo alacri indagini per addivenire alla scoperta di una vasta organizzazione del Comitato di Liberazione Nazionale operante in questa provincia, con diramazione nelle province limitrofe. Si è già sulla buona via per il favorevole esito delle indagini stesse e per l'identificazione dei responsabili.
Ermanno Durante, Questore di Imperia, Relazione settimanale sulla situazione economica e politica della Provincia di Imperia, Al Capo della Polizia - Maderno, 22 maggio 1944 - XXII. Documento <MI DGPS DAGR RSI 1943-45 busta n° 4> dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma 
 
Nel maggio 1944 furono arrestati tutti i componenti del C.L.N. di Bordighera, tra cui Tommaso Frontero, il capitano Silvio Tomasi [che a Ventimiglia (IM) aveva costituito il gruppo Giovine Italia], il tenente Stefano [in effetti, Nino Giovanni Garibaldi] Garibaldi, dapprima deportati nel campo di concentramento di Fossoli e poi in quello di Mauthausen in Germania, da cui Tomasi e Garibaldi non fecero ritorno…  Ettore Renacci  
don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975

[19 maggio 1945 - Strage del Turchino - Vittime: ... Renato Brunati (Venezia, 8/2/1903... Edoardo Ferrari (Olivetta San Michele, 4/4/1922)... Gio Battista Ferrero (Camporosso, 3/9/1924)... Pietro Gibelli (Camporosso, 4/5/1924)... Rinaldo Sozo (Camporosso, 15/10/1922)...]

Anche nella decorsa settimana l'attività dei ribelli nel territorio di questa Provincia è stata notevole.
Frequenti sono stati gli spostamenti di nuclei e le apparizioni di essi negli abitati.
Il 16 corrente, sulla strada regionale Colle di Nava, ad 1 km circa dal Comune di Cervo, alcuni ribelli in abito civile, armati di pistole, aggredivano il soldato Cipollini Enrico rientrante dal servizio al posto di blocco "Ponte Minato" e toltogli il moschetto lo conducevano per circa 500 metri e quindi lo rilascivano, allontanandosi in direzione di Cervo S. Bartolomeo.
Ermanno Durante, Questore di Imperia, Relazione settimanale sulla situazione economica e politica della Provincia di Imperia, Al Capo della Polizia - Maderno, 22 maggio 1944 - XXII. Documento <MI DGPS DAGR RSI 1943-45 busta n° 4> dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma 
 
[...] giovani che opposero diniego all'ultimatum fascista [che scadeva] il 25 maggio 1944 [...]
A maggio 1944 i distaccamenti partigiani dipendenti da Nino Curto Siccardi ammontavano a sei, considerando anche il gruppo di Mirko [Angelo Setti, in seguito vice comandante della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione"].
Nel medesimo periodo i tedeschi emanarono un ultimatum diretto ai "ribelli" che agivano in montagna. Un titolo eloquente: "Si tratta dell'ultima occasione". Pervenne ai patrioti sotto forma di volantini lanciati da alcuni aerei.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
 
Nel Comune di Carpasio dei ribelli si recavano nell'abitazione del Commissario Prefettizio, che è anche capo dell'Ufficio Accertamenti Agricoli del luogo, obbligandolo a sottoscrivere una dichiarazione nella quale egli si impegnava a non requisire il bestiame, a non ricercare i renitenti di leva, a non segnalare nominativi di persone da avviare al lavoro in Germania ed a segnalare al capo della banda ribelli l'arrivo in quel comune di tedeschi, carabinieri e militi, minacciandolo di passarlo per le armi qualora non avesse ottemperato all'ordine.
Il capo della banda si firmava nell'occasione: "Ivan l'inafferrabile".
Una banda di ribelli armati, di circa duecento elementi, avrebbe preso alloggio in una villetta sulla strada Colle d'Oggia-Rezzo, in territorio di Carpasio.
[...] Un gruppo di ribelli si recava in località Santa Brigida del comune di Molini di Triora ove catturavano due militari tedeschi e cinque militari italiani ivi di serizio di guardaia alla postazione delle armi automatiche, asportando due mitragliatrici, cinquanta bombe a mano e l'armamento individuale dei militari stessi.
Successivamente i soli due militari germanici venivano rilasciati.
La notte del medesimo giorno i ribelli suddetti penetravano nell'abitato del comune di Molini di Triora, asportando dal municipio un apparecchio radioricevente, seicentoquarantré tessere annonarie di generi diversi ed altri oggetti di ufficio, nonché dai negozi di commestibili circa quattrocentoquaranta chilogrammi di farina e di generi alimentari.
Ermanno Durante, Questore di Imperia, Relazione settimanale sulla situazione economica e politica della Provincia di Imperia, Al Capo della Polizia - Maderno, 22 maggio 1944 - XXII. Documento <MI DGPS DAGR RSI 1943-45 busta n° 4> dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma

Bevera, Frazione di Ventimiglia (IM): la centrale elettrica

Vittò
[Ivano/Vitò, Giuseppe Vittorio Guglielmo], Erven [Bruno Luppi], Tento [Francesco Tento, già sergente maggiore dei reparti repubblichini G.A.F. (Guardia Armata alla Frontiera)] e Marco [Candido Queirolo] fanno affiggere alcuni esemplari del manifesto [quello dell'ultimatum fascista] nei pressi delle baite che servono da alloggiamento, perchè tutti i partigiani possano liberamente scegliere se andare o stare. Nessuno va; anzi, ogni giorno arrivano nuove reclute.
... quando si avvicina il 25 maggio 1945 gli uomini di Vittò, di Tento, di Erven [Bruno Luppi] e di Marco [Candido Queirolo] ritengono prudente abbandonare "La Goletta" e stabiliscono che il 5° Distaccamento (Vittò e Erven) si recherà in territorio francese, mentre il 4° (Tento e Marco) si recherà ai forti di Marta...
... istruzioni di Curto sull'azione da farsi, distruzione della centrale [elettrica] di Bevera [Frazione di Ventimiglia (IM)], la notte tra il 24 e il 25 maggio 1944. Con Erven [Bruno Luppi] vi sono Aldo di Cetta (Aldo Lanteri) e Argo [Altorino Iezzoni, morto nella battaglia di Sella Carpe a fine giugno] .... non trovando il 5° distaccamento a Cima Marta, dove Vittò non aveva avuta la possibilità di fermarsi... decidono di agire da soli...  Il giorno dopo, 25 maggio '44, al mattino presto, fanno saltare [adattando un obice recuperato sul momento tra le giacenze abbandonate dal disciolto Regio Esercito in una galleria dei forti di Marta] un traliccio dell'alta tensione che portava la luce da Bevera a San Dalmazzo [di Tenda, Val Roia francese, dipartimento delle Alpi Marittime] e alimentava la ferrovia e altri servizi. Il traliccio era molto più in basso dei forti e per raggiungerlo devono scendere. In seguito a tale azione la corrente viene interrotta.
Saltato il traliccio, Erven e i suoi due compagni risalgono a Cima Marta a prendere gli zaini... partono alla volta de "La Goletta" il giorno stesso (25 maggio 1944). Lungo la strada fra la nebbia ancora vicino a Cima Marta incontrano un capitano iugoslavo, di nome Jasic, liberato da un campo di concentramento, proveniente da Oxilia (provincia di Savona) e diretto in Francia... Jasic va provvisoriamente con Erven, Aldo e Argo, anche perché qualche giorno dopo essi avrebbero dovuto raggiungere in Francia Vittò...  Il 26 maggio Vittò, che non si era potuto fermare a Cima Marta a causa della zona inadatta, ritorna in Cetta, mentre il suo distaccamento si trova già in Francia; da altra parte arriva Giulio (Libero Briganti); e si incontrano Vittò, Giulio, Erven. Giulio dice che desidera andare con loro a Cima Marta, dove intanto si era stabilito il 4° Distaccamento (Tento e Marco). Partono per Cima Marta Giulio, Vittò, Erven, Argo e Aldo di Cetta, mentre il capitano Jasic resta in Creppo presso Petrin, che gli insegni la strada più breve per la Francia... A Cima Marta trovano il 4° distaccamento di Tento [Pietro Tento] e di "Marco" [Candido Queirolo] in grande entusiasmo per un'azione fatta poco prima (26 maggio 1944) a Briga Marittima...
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia

Come risposta il comando partigiano predispose per il 25 maggio 1944, giorno di scadenza del bando, un'offensiva diretta su tre punti importanti, Garbella [località di ponente di Imperia], Cesio (IM) e Capo Berta [tra Imperia e Diano Marina (IM)]. Gli ultimi due tentativi andarono a buon fine, fornendo, inoltre, nuovi armamenti. L'azione diretta da Silvio Bonfante (Cion), comandante del Distaccamento "Volante", riuscì a boicottare un tratto di Via Aurelia all'altezza di Capo Berta con l'esplosione di alcune mine precedentemente piazzate addirittura dai tedeschi.
Verso la fine di maggio 1944 ebbe luogo una prima battaglia di Badalucco (IM) [in Valle Argentina], cui parteciparono anche altri distaccamenti che operavano in modo autonomo, tra cui quello di Domenico Gori [Domenico Simi, in seguito comandante del III° Battaglione "Candido Queirolo" della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni"] e quello di Artù [Arturo Secondo, in seguito capo di Stato Maggiore della IV^ Brigata "Elsio Guarrini"]. E proprio Artù fu determinante per la buona riuscita della missione indirizzata all'appropriazione delle armi che i tedeschi avevano nascosto in una chiesa.
... nuovi volontari... alla notizia che il 4 giugno 1944 era stata liberata Roma...
Nei giorni successivi la banda di Ivan [Giacomo Sibilla, poi comandante del Distaccamento Inafferrabile, dopo ancora comandante della II^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Nino Berio" della Divisione "Silvio Bonfante"] intraprese azioni di guerriglia a Carpenosa [nel comune di Molini di Triora (IM)] e a Borgomaro [in Valle Impero] con la conquista di materiale bellico e la cattura di alcuni militi della Repubblica di Salò.
Con queste azioni si poterono armare circa 100 uomini, tra cui i giovani nel frattempo giunti in montagna.
Il gruppo di Ivan, forte di nuove reclute e di un accresciuto potenziale di armi, potè suddividersi in tre distaccamenti: uno, al suo diretto comando, attestato a Costa di Carpasio [oggi comune di Montalto Carpasio (IM)]; un secondo, quello di Macallé [G.B. Scarella, fucilato a Carpasio il 17 marzo 1945] presso il monte Faudo; l'altro, quello, di Nettù [Netu/Nettu, Ernesto Corradi], andò verso il confine francese per formare il Distaccamento Grammondo...
Rocco Fava, Op. cit.
 
Un'altra banda, meno numerosa, pure tutti armati, si sarebbe concentrata nella zona fra i comuni di Bestagno e Montegrazie, e precisamente nei casolari sparsi sul pendio della quota 559, capitanata da certo Mamberti Giovanni, soprannominato "Gianni", accompagnato da certo Semeria Elio di Vittorio, nativo di Oneglia, maestro.
Ermanno Durante, Questore di Imperia, Relazione settimanale sulla situazione economica e politica della Provincia di Imperia, Al Capo della Polizia - Maderno, 22 maggio 1944 - XXII. Documento <MI DGPS DAGR RSI 1943-45 busta n° 4> dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma