domenica 1 dicembre 2019

Giancarlo Pajetta tra i partigiani imperiesi nell'autunno del 1943


Una vista dal qui citato Monte Acquarone - Fonte: C.A.I. Sez. Loano (SV)
 
Giancarlo Paietta (Nullo) che da Milano era venuto appositamente ad Imperia per organizzare, con la collaborazione di Giacomo Castagneto, le vere formazioni partigiane garibaldine. Felice Cascione avrebbe rappresentato in quella riunione la Resistenza Imperiese che gradatamente si stava organizzando. Scendiamo un poco nei particolari. Già nel settembre 1943 Gian Carlo Paietta (Nullo), giunto da Milano con la moglie Letizia, era stato ospite di Giacomo Castagneto, in Via del Monastero a Porto Maurizio [Imperia]. Nell'occasione il giorno 15 veniva organizzato un convegno in casa del padre di questi alla periferia della città. Erano presenti il Castagneto (Elettrico), Nino Siccardi (Curto), Giacomo Amoretti (Menicco), Giovanni Gilardi (Andrea), Giovanni Giacomelli (Nino), Giancarlo Paietta (per la prima volta a Imperia). In linea di massima si decideva di procedere alla costituzione delle formazioni di montagna (garibaldine), al comando di Cascione, con Giacomelli commissario.  Invece il Siccardi riceveva il compito di organizzare le formazioni di città (Gruppi Armati Patriottici) (GAP), con i collaboratori Carlo Aliprandi (Longo) e Pietro Benvenuto (Petrin Scintilla). Antonio Dell'Aglio veniva destinato all'Intendenza di montagna. Al termine della riunione il Siccardi si recava a Magaietto per esporre a Cascione la decisione del Partito Comunista di passare all'azione. Cascione si dichiarava d'accordo (come anche Paietta), però faceva presente che per il momento non c'erano le condizioni per resistere ad un nemico ancora forte ed armatissimo (dichiarava che si rischiava di essere uccisi tutti), inoltre faceva presente che il Comitato di Liberazione dissentiva su questa iniziativa. Dunque, sembrava che si profilasse un momento di crisi per la Resistenza, di fronte ad una situazione politica e militare confusa, in cui non si vedeva una concreta via d'uscita. Il problema veniva ulteriormente discusso in un altro casone, un poco più basso di quello di Magaietto, da Giacomelli, Gilardi, Cascione e Paietta. Quest'ultimo, in una relazione, esponeva le direttive da eseguire ed informava i presenti che fra qualche tempo il Gilardi sarebbe stato spostato a Genova per ricevere un  importante incarico nella lotta armata e ciò rammaricava i presenti. Cascione dichiarava di accettare la proposta di assumere il comando delle formazioni di montagna. 
Francesco Biga, Felice Cascione e la sua canzone immortale, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, tip. Dominici Imperia, 2007
 
Giacomo Castagneto (Elettrico): nacque a Porto Maurizio (Imperia) il 21 giugno 1903; di famiglia borghese, da ragazzo animò il circolo repubblicano della sua città natale; nel 1921 si diplomò capitano di lungo corso e nel 1924 ragioniere; s’impiegò come contabile alla F.lli Carli (produttori d’olio a Oneglia); aderì al PCI verso la fine degli Anni Venti, ma non fu confinato politico. Fu tra gli organizzatori dell’attività partigiana fra le province di Cuneo ed Imperia; nel febbraio 1944 si trova già a Cuneo a dirigere quella federazione di partito [...]
Redazione, Intervista al partigiano Dionigio Marchelli “Denis”, La Divisione Partigiana “Coduri”. Fonti per la Storia. Storia di una divisione partigiana della Liguria

In ispezione per la clandestinità dell'alta Italia passa dalla Cappelletta di Lucinasco Giancarlo Paietta (Nullo), allorché si riuniscono per gli accordi dei territori e delle operazioni di guerriglia i cospiratori di idea e senza.
Dalla città, da Sant'Agata, Pizzo d'Evigno, Monte Faudo, dovunque erano alla macchia, arrivano pronti all'appello in smistamento veloce per le altre valli nel luogo del convegno con don Nino Martini cappellano dei ribelli, e del fratello medico Serpente, che sapevano i rifugi giusti.
Osvaldo Contestabile, Scarpe rotte libertà. Storia partigiana, Cappelli editore, 1982, pp. 19
 
Verso la fine di settembre 1943 Gian Carlo Pajetta giunse ad Imperia, inviato dal Centro di Genova per prendere contatto con l'organizzazione comunista locale. Scopo della riunione era quello di lanciare tutta l'organizzazione comunista nella lotta di liberazione, trattandosi, tra l'altro, di una rete politicamente già ben ramificata nella Provincia.
Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria) - vol. V, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016

Felice Cascione aveva ricevuto l'incarico da parte di Nino Siccardi (Curto) di mettersi a capo di tutte le bande formate ad opera del P.C.I.
Il giorno 11 settembre 1943 il primo nucleo della formazione partigiana, in totale 13 uomini, si incontrò in Località Bestagni-Magaietto nel casone detto dei Quaglia ed acclamò, come suo comandante, Felice Cascione.
Secondo quanto è dato leggere in Giovanni  Strato <Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia> il 15 settembre 1943 si svolse una riunione del Partito Comunista in casa, alla periferia di Porto Maurizio, del padre di Castagneto, alla quale furono presenti Giacomo Antonio Castagneto [anche Elettrico, segretario della federazione provinciale del Partito Comunista sino alla fine di gennaio 1944, quando dovette lasciare il suo incarico per trasferirsi a Cuneo, su indicazione del Partito comunicatagli da Giancarlo Pajetta, per diventare segretario provinciale di quella federazione; gli subentrò nell’incarico di segretario Carlo De Lucis, “Mario”, il quale a sua volta venne sostituito, nell'aprile 1944, da Augusto Miroglio Barese - cfr: Francesco Biga, Ersilia Castagneto, "Mumuccio" Giacomo Castagneto, splendida figura dell’antifascismo militante imperiese e della Resistenza ligure-piemontese. Personaggio che rimarrà sempre vivo nei nostri ricordi e caro nei nostri cuori, Chiusanico, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2002], Nino Curto Siccardi, Giacomo Menicco o Menìco Amoretti (anche Silvano), Giovanni Gilardi [Andrea, già anni prima "fenicottero", vale a dire incaricato del Centro Estero del P.C.I. di rientri clandestini in Italia per tenere contatti e svolgere attività politica cospirativa, poco dopo l'incontro qui mentovato segretario della Federazione clandestina del P.C.I. di Savona, infine, sempre durante la Resistenza, dopo altri incarichi ancora, passato a dirigere l’Ufficio Organizzazione del Comando Militare Unificato della Liguria], Giovanni Nino Giacomelli, Giancarlo Pajetta (Nullo) ed altri. Si decise di dare a Nino Siccardi l'incarico di organizzare i GAP (Gruppi di Azione Patriottica) del PCI. Sempre secondo Giovanni Strato proprio in quei giorni Nino Siccardi propose allora a Felice Cascione di prendere il comando delle bande partigiane di montagna, che sarebbero state create dal PCI. Cascione accettò dopo qualche incertezza e con qualche riserva.

La Cappella di Monte Acquarone - Fonte: C.A.I. Sez. Loano (SV)

Il 31 ottobre 1943 nella chiesina "La Cappelletta" del Monte Acquarone - chiamata anche più semplicemente Cappella di Monte Acquarone - nel comune di Lucinasco (IM), vi fu un incontro di resistenti e di capi banda.
Questa assise ebbe luogo dopo altre due riunioni preliminari, una proprio alla vigilia, sempre in casa di Castagneto, allorquando il medesimo, Pajetta, Nino Siccardi, Giovanni Gilardi ed altri uomini del PCI abbozzarono le direttive per il giorno dopo.
Alla Cappelletta furono presenti Giancarlo Pajetta (Nullo), vice comandante delle Brigate Garibaldi, Felice Cascione, Antonio Dell'Aglio, Bartolomeo Lalin-Renard Ramoino *, Giacomo Sibilla (Ivan, reduce dalla campagna di Russia, ne riportò a memoria la melodia della canzone popolare Katyusha sulla cui aria nacque con i versi scritti da Felice Cascione l'inno della nostra Resistenza "Fischia il vento"; l'anno dopo divenne comandante della II^ Brigata "Nino Berio"), Vittorio Acquarone, Pietro Abbo [già deputato, il deputato contadino], Mario Risso, Andrea Giovanni Gilardi, che lasciò scritto: ... nello stesso mese di settembre 1943 si ebbe la visita a Imperia di Gian Carlo Pajetta. Accompagnai Pajetta sui monti di Imperia, dove ebbe luogo un'altra riunione ... fra i partecipanti vi era Cascione, ... dopo quella riunione, il Partito mi chiamò a Savona a sostituire Libero Briganti, che passava alle formazioni imperiesi.
Dando seguito a quanto elaborato in precedenza, si decise allora ufficialmente di conferire il comando di tutte le forze garibaldine della provincia di Imperia e delle altre località, ormai coinvolte dalla presenza delle richiamate formazioni, a Felice Cascione.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999

* [Nella medesima occasione] Felice Cascione nominava [Bartolomeo Lalin-Renard Ramoino] commissario di operazione per la formazione dei Comitati Cospirativi (C.L.N.) e responsabile della raccolta di armi per la montagna. Nel luglio 1944 con il dottor Eugenio Serpente Martini [in seguito addetto sanitario del Comando Operativo della I^ Zona Liguria] istituiva l'ospedale partigiano di Valcona [Sottana, Frazione di Mendatica (IM)]... Durante i fatti tragici di Upega [Frazione di Briga Alta (CN)] metteva in salvo Simon [Carlo Farini, in quel periodo comandante della I^ e della II^ Zona Liguria] gravemente ammalato... nell'aprile 1945 prendeva parte al ricevimento dei lanci alleati sul Pian Rosso (Viozene [Frazione di Ormea (CN)] con l'incarico d'intendente divisionale [II^ Divisione "Felice Cascione"]
Francesco Biga e Ferruccio Iebole, Op. cit.