sabato 14 marzo 2020

Il C.L.N. di Sanremo (IM) nel 1945


Sanremo (IM): zone di levante

Il C.L.N. di San Martino [n.d.r.: zona di levante di Sanremo (IM) vicina allo Stadio Comunale] si riorganizza: si trasforma ai primi del mese di ottobre 1944 in C.L.N. comunale e come tale viene riconosciuto dal C.L.N. provinciale a tutti gli effetti legali, con sua ordinanza del 2 novembre 1944, quale unico rappresentante del governo democratico nella città.

Sanremo (IM), zona San Martino: Villa del Sole e Stadio Comunale

I membri del  C.L.N. di Sanremo che rimasero in carica fino alla liberazione, furono: Mario Mascia, rappresentante del PSIUP (Guglielmo - Cammeo - Ulisse - Albatros) Segretario Generale, dirigente del servizio stampa e assistenza; Alfredo Rovelli (Amerigo - Ario) rappresentante del P.C.I., addetto alla propaganda e tesoriere; Emilio Mascia (Zorro - Mameli - Mimosa) rappresentante  del PSIUP, membro del comando militare, responsabile del SIM [Servizio Informazioni Militari]; Antonio Gerbolini (Ludovici - Albino), rappresentante del P.C.I., comandante delle forma­zioni cittadine.
Ad essi dal I° gennaio 1945 si aggiunsero: Dr. Giovanni Cristel (Dalton - Gaivino) in rappresentanza del P. d'Azione che però non poté mai partecipare alle sedute perché ricercato dai nazifascisti e più tardi arrestato; Adolfo Siffredi, membro aggiunto per il PSI e Sindaco designato della città ed infine, il 10 aprile 1945, il Corpo Volontari della Libertà designò come suo rappresentante il garibaldino Cecof (Mario Alborno) [anche Cekoff, di Bordighera (IM), già commissario di Battaglione della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" e poi vice commissario della IV^ Brigata "Elsio Guarrini", entrambe della II^ Divisione Felice Cascione"], sostituito poi da Orsini (Agostino Bramé) [già commissario politico della V^ Brigata], mentre il 16 dello stesso mese il Partito Democristiano indicava quale suo membro il maestro Giovanni Asquasciati, che, peraltro, per ragioni di forza maggiore, non fu mai in grado di prendere parte all'attività del C.L.N. in periodo cospirativo. 

Il 9 febbraio 1945 il segretario del C.L.N. partecipava ad un convegno in montagna coi rappresentanti del Corpo Volontari della Libertà, del Comando Alleato e del C.L.N. Provinciale di Imperia, nel quale veniva stabilito di concedere al C.L.N. comunale di Sanremo l'autonomia assoluta e la giurisdizione su tutto il circondario, giurisdizione che il C.L.N. stesso aveva già virtualmente ottenuto fin dalla sua costituzione, in quanto il C.L.N.P., date le difficoltà del collegamento con la zona occidentale della Provincia, non era in grado di esercitarvi un'attività completa ed un'azione efficace.
Il C.L.N. di Sanremo, che nel frattempo aveva provveduto direttamente alla costituzione o al riconoscimento ufficiale dei C.L.N. comunali della sua zona, si trasformava in tal modo in C.L.N. circondariale.
L'attività svolta dal comitato circondariale di Sanremo fu multiforme e di grande ausilio per lo sviluppo della lotta di 1iberazione, tanto da ricevere gli elogi degli enti superiori e degli stessi ufficiali di collegamento alleati.
Funzionò sempre una segreteria munita dei relativi servizi; fu costituita, nell'ambito della divisione Giacinto Menotti Serrati di Imperia, la brigata S.A.P. Giacomo Matteotti, che continuò, dopo il rastrellamento di San Romolo del 15 novembre [1944], l'opera della valorosa brigata G.A.P. dello stesso nome, ed alla quale si ag­giunse una seconda brigata, la Giuseppe Anselmi, che, dopo la liberazione, si fuse alla prima prendendo il nome del glorioso caduto Aldo Baggioli [Cichito, comandante del Distaccamento "G.B. Zunino" del Gruppo G.A.P. "Giacomo Matteotti"]; fu costitui­to un distaccamento GAP, denominato Zamboni, con 16 uomini scelti; il SIM [Servizio Informazioni Militari] fu potenziato al massimo grado e raggiunse la perfezione con servizi interni, interurbani e collegamenti con la montagna ed i comandi alleati in Francia; venne pure costituito un servizio assistenza ed una intendenza e fu particolarmente curata la stampa e la propaganda, alla quale passò tutta l'organizzazione del P.C.I.

I risultati ottenuti furono notevoli.

Danaro, viveri e materiali vari per circa due milioni furono distribuiti alla montagna, alle forze armate del C.L.N. ed al servizio assistenza.
Numerose famiglie vennero assistite durante i terribili mesi dell'inverno 1944-1945.

Innumerevoli azioni di sabotaggio, prelevamenti di armi e munizioni, agguati ed attacchi in forza condotti sin nel cuore della città furono portati a compimento.

Sotto la direzione del responsabile del SIM il servizio di informazioni si sviluppò e si potenziò: notizie militari e politche furono diramate ovunque; pia­ni militari vennero studiati nei loro dettagli; si provvide al rilievo delle fortificazioni e postazioni nemiche e al trasporto via mare a mezzo della corag­giosa organizzazione di Vallecrosia - Bordighera, diretta dal garibaldino Renzo [Stienca] Rossi (Renzo) e da Renzo [Gianni] Biancheri il (Lungo) di numerose armi automatiche e munizioni inviate dai comandi alleati in Francia, materiale che venne convogliato in montagna o smistato in città; spie, traditori, informatori vennero pedi­nati, segnalati o eliminati.

La Voce della Democrazia, 22 aprile 1945 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

La Riscossa, n° 1 Anno 1 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

IV^ pagina del numero 1 de La Riscossa - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

La stampa e propaganda è uno dei vanti del C.L.N. di Sanremo: circa 30.000 manifesti e volantini, di cui la metà stampata alla macchia in città, vennero affissi o lanciati nel Circondario, con un lavoro estremamente difficile e pericoloso; tre giornali clandestini vennero stampati: «La Voce della Democrazia», organo del C.L.N., unico foglio del genere pubblicato in Liguria, di cui si pubblicarono 13 numeri, con un complesso di circa 6.500 copie, distribuite gratis; la «Riscossa», organo del Fronte della Gioventù, e la «Nostra lotta», organo del P.C.I.

La Nostra Lotta, numero dell'8 aprile 1945 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri


Inoltre il C.L.N. curò l'organizzazione del Fronte della Gioventù, quella dei C.L.N. comunali (Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera, Ospedaletti) e dei C.L.N. periferici (Coldirodi, Borgo, Centro, San Martino, Poggio, Bussana, Arma di Taggia) e costituì il 1° Marzo 1945 la Camera del Lavoro.
Infine venne  studiata l'organizzazione  economica  ed amministrativa della città e furono assegnate le cariche cittadine, con la nomina del Sindaco e della Giunta, avvenuta il 15 marzo 1945, a poco più di un mese dalla Liberazione.
E' doveroso ricordare, fra i collaboratori diretti del C.L.N. Alpinolo Rossi, l'infaticabile Jean, organo di collegamento militare e politico, staffetta, agente assistenziale, informatore e segretario della Camera del Lavoro; Umberto Farina (Lucano), organizzatore, addetto all'ufficio stampa e propaganda con Giuseppe Ferraroni (Giorgio); Edmondo Pignotti (Valjean), organo di collegamento politi­co;  Archimede  Gioffrida  (Romeo), organo di collegamento militare con le S.A.P.; Salvatore Marchesi  (Salvamar), ispettore circondariale per la zona Bordighera-Ventimiglia.

Mario Mascia, L'epopea dell'esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia

Fonte: Fondazione Gramsci


Sanremo (IM)

Coldirodi ed Ospedaletti, visti da Bordighera

3 gennaio 1945
- Dal C.L.N. di Sanremo (IM), prot. n° 180/CL, alle formazioni di montagna -  Comunicava disponibilità ad un incontro per la concessione di un'unità d'azione. Sarà inviato Romeo [Archimede Gioffrida] come tramite.
5 gennaio 1945 - Da Nilo [Quanito De Benedetti]  al C.L.N. di Sanremo (IM) - Comunicava che nella notte era avvenuto uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi nella zona di Madonna della Costa a Sanremo.
24 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 220/CL, al comando della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava che la propria zona di competenza [il C.L.N. era diventato circondariale] comprendeva il territorio tra Ventimiglia e Santo Stefano al Mare con relativo entroterra.
24 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 219/CL, al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava l'attivazione di due staffette alla settimana, giovedì e domenica, tra la costa e la montagna e ricordava al comando di Brigata di inoltrare a sua volta le notizie ricevute verso le altre formazioni.
25 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 225/SIM, al Comando della I^ Zona Operativa, al comando della II^ Divisione  ed al comando della V^ Brigata - Relazione militare: nella notte tra il 23 ed il 24 u.s. a Sanremo erano stati uccisi 6 civili a Villa Junia in Corso Inglesi; a Taggia erano stati trucidati da SS italiane e tedesche 7 patrioti.
25 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 226/CL, ai C.LN. provinciale e regionale - Si richiedeva di svolgere indagini sulle modalità con le quali era stato fornito di un lasciapassare del C.L.N. di Milano Ernesto Finelli, che invece risultava allo scrivente essere in contatto con i bersaglieri della R.S.I.
29 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 233/SIM, al comando della V^ Brigata - Si comunicava che una donna, figlia di persona uccisa dai partigiani, intendeva fare catturare Veloce dalle SS, per cui, essendo risaputo che scendeva spesso a Pompeiana (IM), si sottolineava che occorreva avvertire quel garibaldino del pericolo incombente.
30 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 239, al comando della V^ Brigata - Avvisava che risultava molto probabile che Regolo Pizzichemi avesse denunciato alla G.N.R. i 4 componenti del CLN.
7 febbraio 1945 - Da Mimosa [Emilio Mascia, responsabile del SIM (Servizio Informazioni Militari) di Sanremo] al C.L.N. di Sanremo - Comunicava che SS italiane avevano perquisito la casa di Barbieri traendo in arresto il medesimo.
11 febbraio 1945 - Da Mimosa al C.L.N. di Sanremo - Confermava che i giovani uccisi in Corso dell'Impero a Sanremo  erano 5, di cui 4 di Baiardo ed uno probabilmente di Castelvittorio, sottolineando che: " i cadaveri, esumati il giorno 8 u.s., sono stati trasportati al cimitero e presentano evidenti segni di sevizie; risultano essere morti a causa dei colpi ricevuti con il calcio del moschetto e per le fucilate alla testa". Confermava la notizia secondo la quale i cinque, prima di essere fucilati, erano stati costretti a scavarsi la fossa.
11 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 273, al capitano Roberta (Robert Bentley) - documento scritto in inglese - Il capitano Bentley veniva ringraziato per la sua partecipazione al convegno di Beusi [località nei pressi di Ceriana (IM), dove, il 9 febbraio 1945, ebbe luogo un'importante riunione dei dirigenti della Resistenza imperiese e della missione alleata, assente Nino Curto Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria, in quanto malato]. A Bentley veniva anche accennata la preparazione di alcune piantine segnaletiche di postazioni nemiche. 
12 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo all'ispettore della I^ Zona Operativa Liguria - Comunicava l'elenco dei C.L.N. comunali e rionali costituiti o in via di riconoscimento. Nel comune di Sanremo Bussana, Poggio, San Martino, Centro e Borgo ed altri 3 in corso di riconoscimento. Informava che i Comitati dei comuni di Taggia, Bordighera e Ventimiglia erano già funzionanti, mentre quello di Vallecrosia era via di riconoscimento. Aggiungeva che i Comitati di Arma di Taggia, Ospedaletti e Coldirodi [rionale] erano già stati riconosciuti.
13 febbraio 1945 - Dal comando della II^ Divisione al comando della V^ Brigata - Si comunicava chela Brigata doveva mettere a disposizione del C.L.N. di Sanremo una squadra di 5 garibaldini per un'azione coattiva contro i renitenti a versare le quote fissate dal C.LN. stesso, specificando che: "questi uomini devono essere fidati, avere una buona proprietà di linguaggio e saldezza di nervi; essi dopo 2 o 3 azioni dovranno essere sostituiti con altri compagni. Le somme raccolte dovranno essere consegnate al C.O., tranne una parte da concordarsi volta per volta per il funzionamento del Comitato di San Remo".
14 febbraio 1945 - Da Rina al C.L.N. di Sanremo - Comunicava che vi era stato un rastrellamento a Poggio [Frazione di Sanremo] da cui era conseguito il fermo di 12 giovani.
14 febbraio 1945 - Da Mimosa al C.L.N. di Sanremo - Comunicava la scomparsa di un tenente della marina repubblichina, che trafficava nel mercato nero, e della sua famiglia.
15 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 295/CL, al S.I.M. della V^ Brigata - Veniva comunicato l'invio di un secondo pacco di medicinali.
19 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Ospedaletti (IM) al S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata - Forniva notizie rassicuranti sul proprio funzionamento, dato del resto lo stretto contatto esistente con il C.LN. di Sanremo.
22 febbraio 1945 - Dal comando delle Brigate S.A.P. di Sanremo al comando della Divisione S.A.P. "Giacinto Menotti Serrati" ed al C.LN. di Sanremo - Comunicava che il lavoro di riorganizzazione, nonostante la carenza di armi e la difficoltà di reperire uomini dotati di qualità militari, procedeva bene, con Brigate già suddivise in Distaccamenti.
5 marzo 1945 - Dal capitano Roberta [capitano Bentley] al C.L.N. di Sanremo - Nella missiva il capitano ringraziava per gli schizzi topografici e per le informazioni ricevuti; consigliava di tenere controllata la zona, soprattutto per possibili sganciamenti del nemico; ricordava che il Comando Supremo [alleato] del Mediterraneo "riconoscerà nell'Italia liberata solo le amministrazioni ed i comandi militari che daranno prova di funzionare regolarmente: questi saranno confermati nel loro lavoro di collaborazione con il governo militare alleato".
23 marzo 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo al S.I.M. della V^ Brigata - Veniva comunicato che, a causa dei molti arresti subiti, il servizio staffette del Comitato in indirizzo aveva avuto problemi di funzionamento; che per quanto riguardava la riunione tra le formazioni di montagna, lo stesso C.L.N. ed un inviato del S.I.M. la medesima si sarebbe tenuta non più il 25 bensì il 28 marzo; veniva, altresì, formulato l'auspicio che al mentovato incontro fossero presenti R.C.B. [capitano Robert Bentley, ufficiale alleato di collegamento], il comandante [Nino Curto Siccardi] della I^ Zona Operariva Liguria e i comandanti della II^ Divisione "Felice Cascione" [Giuseppe Vittorio Vitò Guglielmo] e della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" [Giorgio Olivero].
23 marzo 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 487, al Comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al SIM della V^ Brigata - L'organo in parola ringraziava per l'invio del Distaccamento "Battagliero", come da richiesta del 9 febbraio, ma informava che, dato che l'istanza mentovata era rimasta inevasa per più di un mese, aveva provveduto nel frattempo alla creazione di una squadra capeggiata da Dorio [Mario Chiodo, ufficiale di collegamento del Distaccamento SAP "Giobatta Zunino"] e composta da Baldo, Torre, Moro [Giuseppe Arnaldi] e Tuono [G.B. Panizzi], tutti garibaldini i quali, ricoverati in città, erano stati curati a spese del C.L.N. Aggiungeva che veniva richiesto il riconoscimento ufficiale di quella squadra, il cui utilizzo poteva essere deciso nel corso della preannunciata riunione del 28 e che erano in fase di studio le prime azioni da fare effettuare al Distaccamento Dorio.
30 marzo 1945 - Dal CLN di Sanremo, prot. n°509/SIM, al SIM della V^ Brigata - Informava che "il numero di tedeschi nella zona di San Remo è diminuito a 3.000 unità. Continua la realizzazione di buche nelle strade della città. Il Comitato in indirizzo procede nei tentativi di convincimento alla diserzione nei confronti sia dei fascisti che dei tedeschi".
10 aprile 1945 - Dal PCI di Sanremo alla Federazione PCI di Imperia - Comunicava che a seguito di un attacco di peritonite acuta era scomparso il compagno "Giorgio" (Giuseppe Ferraroni): "egli fu uno dei più attivi organizzatori del Partito Comunista e delle formazioni clandestine... tutto egli fece per la lotta: l'informatore, l'organizzatore, la staffetta. Sotto le sue mani uscivano dal ciclostile i volantini"; che l'8 aprile un gruppo di partigiani avevano liberato alcuni patrioti degenti, ma sorvegliati dal nemico, all'ospedale di Sanremo; che ad Ospedaletti si era "costituita una cellula di combattenti formata da 5 compagni".
14 aprile 1945 - Dal Quartiere Generale Alleato della I^ Zona Operativa Liguria [n.d.r.: Robert Bentley, capitano del SOE britannico, ufficiale di collegamento degli Alleati presso il comando partigiano della I ^ Zona Liguria] al comandante "Curto" [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] ... Chiedeva un incontro con i CLN di San Remo e di Imperia...
19 aprile 1945 - Dal  C.L.N. di Sanremo, prot. n° 608, al CLN provinciale ed al CLN regionale - Comunicava che "il partito della Democrazia Cristiana il giorno 15 u.s. ha accettato di collaborare alla lotta di liberazione aderendo al CLN di San Remo. La Democrazia Cristiana ha nominato come suo rappresentante Sascia. Il CLN di San Remo adesso comprende tutte le correnti politiche della nostra zona".
24 aprile 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 636, al Comune di Sanremo, al Commissariato di P.S., al comando dei Vigili Urbani ed al comando dei Vigili del Fuoco - Comunicava che il C.L.N. di Sanremo, organo di governo della città, nell'interesse della popolazione e dell'interesse pubblico disponeva che tutti i dipendenti degli enti in indirizzo erano tenuti a restare al proprio posto. Essi saranno responsabili per la continuazione dello svolgimento dei servizi pubblici e dell'ordine cittadino.
da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945). Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste,  Anno Accademico 1998-1999

lunedì 9 marzo 2020

Il comandante partigiano Vitò iniziò alla Goletta

Triora (IM) - Fonte: Vikipedia
... Guido di Cetta, Guido Arnaldi [in seguito comandante di distaccamento]... diveniva [autunno 1943] il segretario di Vitò [anche Vittò/Ivano, Giuseppe Vittorio Guglielmo] ...

Furono i giovani dell'Alta Valle Argentina [tra] i primi ad aderire al movimento [partigiano]. Provenivano da Cetta, da Loreto, da Bregalla, da Creppo [tutte località o frazioni di Triora (IM)]...

Bisogna attribuire al Comandante Vitò il grande merito di avere saputo utilizzare gli ufficiali dei reparti G.A.F. [Guardia alla Frontiera], che erano rimasti nella zona...

Vitò, da uomo saggio, riconosceva in loro qualità superiori, in guerra, sia per istruzione che per capacità di comando, come avevano nell'esercito. Dovevano però dimostrare di comprendere il vero significato della lotta partigiana ed ispirare nei giovani la fiducia in loro, per il buon esempio, per l'attività, per la dedizione completa alla causa. 

Vitò li mise alla prova...

E gli ufficiali lo compresero e si trovarono bene con lui.
Il contatto umano che si provava stando vicini a Vitò era motivo più che sufficiente per affidarsi e dare fiducia.
Non tutti gli ufficiali passarono a Vitò.
Alcuni tentarono di raggiungere le loro famiglie...
Erano ufficiali che conoscevano la zona ed i fortini di confine; sapevano dove trovare armi e munizioni.

Quelli di un certo gruppetto, pur rimanendo vicini, preferirono rimanere isolati, per il momento, per notare il tipo di organizzazione che si andava sviluppando...

Per prudenza, per bisogno di isolamento si scelse come sede la zona sopra Cetta, Goletta, dove case di campagna potevano garantire un rifugio.
Era un luogo solitario e romito, adatto rifugio e vedetta importante da cui si poteva scorgere ogni movimento dei nazifascsiti.

Bisognava anche dare un aspetto, un volto, una fisionomia al gruppo organizzato.

Vitò aveva ereditato dalla sua partecipazione alla guerra di Spagna metodi ed esperienze.
Affidò il comando militare a Tento e a Guido e si assunse l'incarico di Commissario...

I giovani però non capirono lo scopo e la funzione del Commissario...
Vitò comprese che solo riassumendo il comando militare lui valeva meglio ad incoraggiare gli uomini...

Prima nei paesi della Valle Argentina e poi nei paesi e nelle città della Riviera l'esistenza di quel gruppo partigiano mosse gli animi.
Incoraggiò i dubbiosi e fece decidere gli incerti...

Interessava al nemico tedesco la linea ferroviaria di Val Roia, che era di facile comunicazione con Piemonte e Nizza. Abbandonare la zona significava invitare i partigiani della Liguria ad unirsi con quelli del Piemonte, sempre che i partigiani badogliani accettassero di cooperare con i garibaldini dalla stella rossa.
Vitò conosceva bene i luoghi. Li aveva percorsi quando, ancora giovanissimo, tentava di passare in Francia per andare ad arruolarsi con le truppe volontarie che avrebbero combattuto contro Franco in difesa della Repubblica Spagnola.
La banda di Vitò tentò qualche azione di disturbo all'inizio della primavera del 1944.
Venne organizzato un attacco a Briga Marittima [La Brigue, dipartimento francese delle Alpi Marittime].
Anche per l'alterigia dei partigiani francesi, che rivendicavano solo loro di poter compiere azioni (almeno le avessero fatte!) nel territorio di loro competenza, i garibaldini procedettero attraverso Cima Marta.
A Briga il gruppetto di fascisti, tutti giovanissimi e di recente leva, presi alla sprovvista, non reagirono all'arrivo dei patrioti e si lasciarono disarmare. Temevano giunta la loro ultima ora.
Vitò parlò loro: "Non temete. Non siamo cattivi.  Abbiamo bisogno delle vostre armi. Ho notato che siete stati intelligenti quando le avete consegnate... salite con noi in montagna, vi accoglieremo con simpatia... vi lasciamo qui nella vostra postazione e non vi facciamo alcun male. Non tentate nessun atto di tradimento. Abbiamo tagliato i fili del telefono e  del telegrafo. Nelle alture qui sopra ho lasciato alcuni miei uomini per vigilarvi. Ci rivedremo presto..."...

don Ermando Micheletto *La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975

* ... Don Micheletto per tutta la guerra si adoperò per i partigiani, generalmente in contatto con i gruppi di Vitò, che accompagnò spesso nei loro spostamenti. Esplicherà la sua attività specialmente nell'assistenza e per captare messaggi radio. Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia



venerdì 6 marzo 2020

Il comandante partigiano Fra Diavolo doveva rimanere in Val Tanaro


Ormea (CN) - Fonte: Wikipedia
Negli ultimi giorni di gennaio [1945] in una meravigliosa giornata di sole (con noi c'era anche Rustida * [Costante Brando] che coi suoi ci aveva nel frattempo raggiunto) andavamo verso Nasino [(SV)] senza nessuna meta particolare, quando vediamo venire verso di noi un uomo. 
Lello ** [Raffaele Nante, in seguito vice comandante della IV^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Domenico Arnera" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] con il suo solito umorismo dice: «Sento odore di C.L.N. Questo qua è uno di loro». 
Quando lo incrociamo si ferma e domanda di Fra Diavolo [Giuseppe Garibaldi, già a capo nell'autunno 1943 di un piccolo gruppo partigiano in Cipressa (IM), poi comandante della richiamata IV^ Brigata].
A mia volta gli chiedo cosa vuole. 
Replica che può dirlo solo all'interessato.
Uno dei ragazzi allora gli chiese se era del C.L.N. di Albenga [(SV)] e lui rispose di no, che era un rappresentante del C.L.N. di Ormea [(CN)]. 
Tutti scoppiammo in una grossa risata, che disorientò alquanto il nostro amico.
Allora mi presentai e gli spiegai il motivo di tanta ilarità.
Ci aveva portato alcuni pacchetti di sigarette e ce li offrì. 

Mi appartai con lui, che era latore di una lettera del Comandante della I^ Zona Liguria, una lettera di Curto [Nino Siccardi]. 
Prima di aprirla gli chiesi se ne conosceva il contenuto. «Parzialmente sì» mi rispose. 
Gli dissi che quello che non conosceva non mi interessava, perché certamente sarebbero state parole poco lusinghiere per me.
Aggiunse che era certo che mi sbagliavo e iniziò a spiegarmi il perché della sua visita.
Il Comitato Liberazione Nazionale di Garessio [(CN)] e quello di Ormea [(CN)] avevano deliberato di dar vita ad una formazione Garibaldina Ligure-Piemontese che operasse nell'alta Val Tanaro e nell'alta Val d'Arroscia, nella quale far confluire tutti i giovani desiderosi di combattere contro i tedeschi e i fascisti, ma che per vari motivi non intendevano farlo nelle formazioni Autonome (che noi allora chiamavamo Badogliani, come loro ci chiama­vano Stelle Rosse).
Tradotto in pratica, tutto questo poteva voler dire che gli Autonomi non davano grande importanza al C.L.N. e che, per questo motivo, molto probabilmente, lo stesso aveva deciso di creare o di favorire la formazione di una Brigata garibaldina.

E proprio a me, che ero il «rompiballe» della I^ Zona Liguria, affidava la gatta da pelare.

La zona del Bosco di Rezzo -  © 2020 - Ente Parco delle Alpi Liguri  - Foto: A. Biondo in Parks.it
 
Allora pensai a quanto mi aveva raccontato Italo Cordero [in seguito autore di Ribelle: Esperienze di vita partigiana dalla Val Casotto alle Langhe, dalla Liguria alle colline torinesi, tipografia Fracchia, Mondovì, 1991], uno degli artefici della difesa della Val Casotto, quando per divergenze coi Comandi Autonomi s'era allontanato con sua moglie, rifugiandosi nel bosco di Rezzo [(IM)].

Aprii la lettera di Curto [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] che mi presentava il compagno «Etienne» del C.L.N. di Ormea [(CN)], con il quale mi sarei accordato per l'Alta Val Tanaro e dal quale avrei avuto tutto l'aiuto necessario e anche la presentazione al C.L.N. di Garessio [(CN)].
Il mio vecchio Distaccamento G. Maccanò mi avrebbe seguito in Val Tanaro, senza però il suo comandante Libero che sarebbe stato destinato invece ad altri incarichi.
Di quanto successo davanti al castello di Alto [(CN)] neanche una parola, come se niente fosse accaduto. Con Etienne prendemmo appuntamento per il giorno seguente a Barchi, frazione di Ormea, dove iniziammo i contatti con alcuni partigiani locali che chiedevano di essere arruolati nella costituenda Brigata Alpina «Domenico Arnera». Nella lettera di Curto mi si autorizzava, se lo credevo necessario per il buon andamento della nuova formazione in allestimento, a dipendere direttamente dal Comando I^  Zona.

Fra i partigiani che incontrai a Barchi [Frazione divisa tra Garessio ed Ormea (CN)] ricordo Renzo, Plastico [Tirreno Meacci, comandante di distaccamento], Arturo [Walter, Gravagno, poco dopo vicecommissario di Brigata], King Kong [Secondo Bottero, comandante di distaccamento] ed altri dei quali non rammento più il nome. Dall'incontro capii che il loro desiderio era proprio quello di combattere nella loro valle, sino alla liberazione totale di tutta la zona. Non intendevano abbandonare la loro terra come era già stato loro richiesto, quando in settembre pen­savamo di scendere sulla costa.
Li assicurai subito in proposito e compilammo una carta nella quale tutti quanti ci impegnavamo a combattere in zona fino alla liberazione dell'Alta Val Tanaro: non avremmo permesso a nessuno di giudicare i componenti della Brigata che avessero sbagliato: li avremmo giudicati noi stessi, con un rappresentante per Distaccamento. Presidente del Tribunale sarei stato io, quale Comandante di Brigata.

Rientrarono così in Alta Val Tanaro gli uomini del Distaccamento Giuseppe Maccanò, e dagli stessi venni a sapere che Commissario della sesta divisione Silvio Bonfante era stato nominato allora Mario De Lucis [Carlo De Lucis].
Lo conoscevo e lo stimavo immensamente e la sua nomina a Commissario, con il comandante Giorgio [Giorgio Olivero, comandante, appunto, della Divisione "Silvio Bonfante"], mi dava la certezza di un futuro corretto e leale rapporto. Informai Curto della mia scelta di dipendere dal Comando della Sesta Divisione inviando nel frattempo la prima relazione sul lavoro svolto. Mario Commissario di Divisione voleva dire la certezza che intromissioni come quelle di Bosco e Degolla non si sarebbero più verifi­cate.
Colgo l'occasione per rammentare che la I^ Zona Liguria ha avuto i due validissimi Commissari in Libero [Giulio] Briganti [Libero Remo Briganti, commissario politico del distaccamento garibaldino costituito il 22 febbraio 1944 alla Maddalena di Lucinasco (IM) e della IX^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione" che, da quello, il 20 giugno 1944 si sviluppò, con sede nel bosco di Rezzo (IM), e infine commissario politico della II^ Divisione "Felice Cascione" germinata dalla IX^ Brigata il 7 luglio 1944], morto a Upega [(CN)], e Mario De Lu­cis  [Carlo De Lucis], ambedue di Savona; assurdamente nessuno parla molto di loro, io dirò soltanto che entrambi sono fra gli uomini che più ho stimato e amato nella I^ Zona Liguria.
Dopo l'incontro di Barchi ci trasferimmo definitivamente in Val Tanaro; il nostro compito non era dei più facili ma, grazie a Etienne, a Lucia, anch'essa rappresentante del Partito Comunista nel C.L.N. di Garessio (CN), ai partigiani già ricordati in precedenza e al figlio di Etienne, Aldo, per il 15 di febbraio [1945] avevamo già costituito tre Distaccamenti effettivamente operanti in Alta Val Tanaro. 

Nel dicembre-gennaio precedenti erano stati effettuati grossi rastrellamenti in tutta la provincia di Imperia e pure nel savonese. Molti giovani renitenti alla leva e numerosi partigiani arrestati furono trasferiti a Ceva [(CN)], oppure a Cuneo, e lì incarcerati. I fascisti chie­devano loro in extremis di arruolarsi e giurare fedeltà alla Repubblica Sociale: solo così avrebbero potuto evitare la deportazione nei campi di prigionia nazisti. Dopo un breve periodo di istruzione militare sarebbero stati impiegati nei rastrellamenti, oppure al fronte. 
Venivo a conoscenza di tutto ciò dai parenti che transitavano lungo le mulattiere da noi controllate quando si recavano a trovarli. Questi viandanti sceglievano la stra da meno battuta perché portavano sempre con sè un po' d'olio che servi­va ad alleviare le pene della detenzione ai loro congiunti.
Lucia, la rappresentante del C.L.N. di Garessio [(CN)], decise di intervenire sui giovani che avevano già aderito alla Repubblica di Salò per invitarli a disertare ed a unirsi a noi.
Dai parenti che transitavano nella nostra zona, si facevano dare gli indirizzi, e Lucia poteva così presentarsi ai giovani dando loro tutte le indicazioni per raggiungere le nostre formazioni.

Ricordo sempre l'arrivo del cugino di Cion, Bonfante (nome di battaglia «Automatico»), nativo di Cenova [Frazione di Rezzo (IM)]...

Coi nuovi arrivati da Cuneo e da Ceva [(CN)], e coi primi lanci degli alleati, organizzammo altri due Distaccamenti funzionanti. 
Al Comando di uno di questi fu destinato Franco Bonello, un ragazzo di Rezzo [(IM)] che era stato fatto prigioniero ai primi di gennaio del 1945 e che, quindi, era fuggito anche lui da Ceva [(CN)], il mese dopo. Per il secondo Distaccamento, non avendo accettato Rustida * [Costante Brando] il comando, lo convinsi a farne le veci fino a che gli uomini non avessero trovato un altro Comandante...

Giuseppe Garibaldi (Fra Diavolo), Dalla Russia all'Arroscia. Ricordi del tempo di guerra, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 1994
 
Il 13 marzo 1945 truppe tedesche partono [da Ormea] verso Ceva su autoblindo. Il 14 vengono iniziati lavori di gallerie e rifugi dietro il municipio e dietro il palazzo delle scuole. Il 15 marzo alcuni apparecchi in picchiata lanciano centinaia di manifestini sulla cartiera in lingua tedesca. Intanto continuano gli spari di molestia da parte dei partigiani. Il 4 aprile Ormea è quasi deserta ed il comando tedesco ordina il coprifuoco, perchè nessuno si è presentato a lavorare nei rifugi in costruzione.
Guida di Ormea, a cura delle "Campane di San Martino", 1986

2 marzo 1945 - Dal commissario [Mario, Carlo De Lucis] della Divisione "Silvio Bonfante" al Comando della I^ Zona Operativa Liguria - Relazione politica sull'attività di febbraio 1945: ... i primi giorni sono stati impiegati per riorganizzare i Distaccamenti  dopo i rastrellamenti di fine gennaio... inviato Frà Diavolo in Val Tanaro per riorganizzare gruppi garibaldini...

3 marzo 1945 - Dal capo di Stato Maggiore [Ramon, Raymond Rosso] della Divisione "Silvio Bonfante" al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava che a Fra Diavolo, che chiedeva se doveva tornare, aveva risposto di rimanere in Val Tanaro, e poneva il quesito se nominare di nuovo Fra Diavolo comandante della III^ Brigata "Ettore Bacigalupo"...

4 marzo 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 170, al capo di Stato Maggiore della Divisione - Comunicava che... "Fra Diavolo" doveva continuare, anche se in disaccordo con "Martinengo"  [Eraldo Hanau, comandante della Brigata 'autonoma' Val Tanaro della IV^ Divisione Alpi del Iº Gruppo Divisioni Alpine 'autonome' che facevano riferimento al maggiore Enrico Martini 'Mauri'], la sua opera in Val Tanaro...

10 marzo 1945 - Dal comando del Distaccamento divisionale "Mario Longhi" al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Informava che Frà Diavolo aveva preso contatto con un rappresentante del CLN di Garessio e che quest'ultimo aveva assunto l'impegno a rilasciare un'autorizzazione alla presenza di reparti garibaldini in Val Tanaro...

25 marzo 1945 - Da "Pantera" [Luigi Massabò, vice comandante della Divisione "Silvio Bonfante"] al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Segnalava... il 22 marzo 1945 "Fra Diavolo" aveva compiuto un attentato sulla strada 28 in cui avevano trovato la morte un maggiore tedesco ed altri soldati...

26 marzo 1945 - Dal Comando Operativo [comandante "Curto", Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comando [comandante "Giorgio", Giorgio Olivero] della Divisione "Silvio  Bonfante" - Comunicava che per ordine del Comando Militare Unificato Regionale [CMURL] la Divisione veniva rinominata "VI^ Divisione d'assalto Garibaldi Silvio Bonfante" e chiedeva notizie sull'imminente riunione tra CLN e garibaldini.

28 marzo 1945 - Dal comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Comunicava che... il 22 marzo il Distaccamento divisionale "Mario Longhi", comandato da "Fra Diavolo" aveva ucciso sulla strada 28 in Val Tanaro un maggiore tedesco e 3 soldati.

15 aprile 1945 - Dal commissario della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"  al comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Informava che: ... Frà Diavolo ha attaccato nei giorni scorsi una macchina tedesca ferendo un tenente colonnello: la formazione colà stanziata funziona bene e continua ad arruolare nuovi volontari...

17 aprile 1945 - Dal comando della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" alla "formazione in Val Tanaro" [non era ancora stata ufficializzata la IV^ Brigata "Domenico Arnera"] - Chiedeva la presenza del comandante "Fra Diavolo" [Giuseppe Garibaldi] ad una riunione ad Alto per discutere un piano con "Basco" [anche "Blasco", Giacomo Ardissone, vice comandante della II^ Brigata].

19 aprile 1945 - Dal Comando Operativo [comandante Curto Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comandante Martinengo [Eraldo Hanau] -  Si rispondeva ad una comunicazione affermando che "l'offerta delle munizioni per i St. Etienne è la più bella dimostrazione dello spirito di collaborazione e amicizia che ci lega e che deve essere sempre più perfezionato. L'alta Val Tanaro non deve essere un elemento di discordia, ma il campo per la lotta comune per poi ricostruire insieme la pace".

19 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comandante della IV^ Divisione  'autonoma' Alpi - Si dichiarava che il capitano Bentley [ufficiale alleato di collegamento con i partigiani della I^ Zona] aveva richiesto le armi nascoste a Viozene. Che le armi, anche se recuperate, non erano mai state consegnate al richiedente. Che non era veritiera l'affermazione del "maggiore" secondo la quale "disposizioni superiori stabiliscono che tutto il Piemonte è di giurisdizione dei gruppi 'Mauri'. Che le suddivisioni amministrative non risultavano attendibili quanto "la demarcazione fisica" rappresentata dalle Alpi. Che tutta la zona a sud delle Alpi era indispensabile alle formazioni Garibaldi per poter difendere l'Alta Val Tanaro. Che nella Val Tanaro le richiamate organizzazioni autonome non avevano organici sufficienti per procedere ad un'adeguata occupazione del territorio. Che di conseguenza lo scrivente comando della I^ Zona aveva deciso di fare agire alcune sue strutture nella zona di Garessio-Ormea-Ponti di Nava. Che si prendeva nota del desiderio di collaborare fraternamente nella lotta. Che il capitano Bentley era già addivenuto tramite incontro ad un accordo con la missione inglese presso le formazioni 'Mauri' per ottenere una proficua collaborazione più generale.

19 aprile 1945 - Dal Comando [comandante Curto Nino Siccardi] della I^ Zona Operativa Liguria al comando della VI^ Divisione d'assalto Garibaldi "Silvio Bonfante" - Segnalava che aveva stabilito di inviare presso le formazioni 'Mauri'  un ufficiale di collegamento, pensando di conferire tale incarico a Giovanni 'Gino' Fossati, comandante della II^ Brigata "Nino Berio", da sostituire con Giacomo 'Basco' Ardissone o "altro elemento capace".

23 aprile 1945 - Da "Boris" [Gustavo Berio, vice commissario della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] al comando della VI^ Divisione - Scriveva che "Frà Diavolo ha effettivamente 150 uomini... la val Tanaro è completamente nostra politicamente, lo deve essere anche militarmente".

23 aprile 1945 - Dal comando [comandante "Fra Diavolo", Giuseppe Garibaldi] della IV^ Brigata "Val Tanaro" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al comando della VI^ Divisione - Comunicava che "poiché dell'ultimo lancio non è giunto nessun rifornimento bellico alla Brigata in indirizzo, nonostante si fosse fatto presente che i suoi 4 Distaccamenti sono disarmati, potete fare conto che la Brigata non esista più. Sospendiamo il nostro lavoro di organizzazione fino ad una vostra risposta... è inutile assegnare delle zone senza delle armi per poterle controllare". 

da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico 1998 - 1999
 
Alcuni giorni dopo [a fine marzo 1945] ricevetti l'ordine di mandare un Distaccamento a Viozene, a disposizione del Comando Zona. Decisi di andare con cinque squadre, una per distaccamento e col vice Comandante di Brigata Lello **. Credevo che Osvaldo [Osvaldo Contestabile], il Commissario, ormai completamente ristabilito, prendesse contatto con i vari Distaccamenti e anche con i componenti del C.L.N. perchè, è doveroso dirlo, i contatti con i vari componenti degli stessi non erano sempre improntati alla più schietta cordialità, (anche se, nel caso del C.L.N. dell'alta Val Tanaro, avevamo sempre trovato la massima comprensione.) Per Osvaldo invece le sue esperienze antecedenti (Commissario della quinta Brigata della Cascione e Commissario della Divisione Bonfante) lo avevano lasciato assai diffidente.
Arrivammo a Viozene e ci sistemammo in una frazione del paese. Subito dopo mi recai a salutare Curto. Mi feci accompagnare da alcuni garibaldini, ma lasciai Lazzaro con Lello e gli altri, raccomandando loro di fare in modo che non rimanesse mai solo. Curto mi chiese notizie della Brigata alpina, dei Distaccamenti, dei loro Comandanti. Lo informai di Rustida *, forse era stato il primo ex Sanmarco a diventare Comandante di Distaccamento, gli raccontai della sua eroica morte e il duro Curto mi disse: «Immagino quello  che provi, perché so che eravate uniti; il tuo grande difetto è che ti affezioni troppo ai tuoi uomini migliori, e in guerra, in special modo nella guerra partigiana, questo porta indubbiamente dei vantaggi. Ma si corre anche il rischio, nel caso della perdita di uno di questi, di non essere abbastanza sereni». Capii che lui, in quel momento, pensava alla morte di Giulio e di Cion e al suo errato comportamento a Carnino; lo interruppi e gli disssi: «Tu pensi a Upega; ma io sono certo che, se non avessimo avuto la disgrazia di avere con noi il Prof., le cose sarebbero andate in altro modo. «Puoi anche avere ragione», rispose.
Giuseppe Garibaldi (Fra Diavolo), Op. cit., p. 187
 
* Costante Rustida Brando. Nato a Milano il 25 ottobre 1925. Ex sergente sanmarchino, fa esperienza organizzativa al comando di Massimo Gismondi “Mancen” e di Nino Siccardi “Curto”; in seguito si unisce a Giuseppe Garibaldi “Fra Diavolo”. Molto stimato dal comando partigiano e da “Fra Diavolo”, dopo i rastrellamenti del gennaio 1945, è mandato a capo del distaccamento “Gian Francesco De Marchi” a Nasino, zona ritenuta più tranquilla. Il 20 marzo i tedeschi puntano su Nasino, accompagnati da una spia borghese che li porta direttamente presso l’accampamento del distaccamento sito in località Scuveo. Gli attaccanti a causa della scarsa visibilità possono scendere indisturbati verso il casone. L’allarme non viene dato in tempo e i garibaldini sono colti di sorpresa; “Rustida”, tenendo a bada i nemici con la sua arma automatica permette ai compagni di allontanarsi; è raggiunto da un colpo di mortaio che gli squarcia il ventre e gli causerà una fine atroce: ha la gamba quasi staccata dall’anca. Esaurite le munizioni, rompe l’arma e si uccide con un colpo di rivoltella per non cadere vivo in mano dei tedeschi, i quali non permetteranno ai fascisti di togliergli le scarpe. A Costante Brando è intitolato un Distaccamento della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione.
Arrivano i Partigiani, inserto, I RESISTENTI, ANPI Savona, 2011

** La sorella di Lello, Angela Nante, Angioletta, fu aiutante sanitaria della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione; il fratello Libero, Meghettu, dirigente sanitario, invece, della già richiamata II^ Brigata. A Libero Nante, che dopo la guerra divenne un insigne clinico, venne dedicato, su Scuola Igiene e Sanità dell'Università di Siena, un forte profilo, che ci si ripromette di pubblicare qui schematicamente in una prossima occasione, ma dal quale si riprende ora una premessa, concernente i genitori dei fratelli Nante: ...  Ad Oneglia (Imperia)... padre, Nicola (“Coluccio”), era stato Vice-Sindaco  di  quella  città, nonché  Segretario  locale  del  Partito  Socialista,  che  in  Oneglia ebbe i natali, e aveva fondato una cooperativa di pescatori improntata agli ideali del socialismo; aveva sposato Giovanna  (“Nannina”) ...
 

Angioletta Nante, staffetta partigiana - Fonte: I Trucioli

Sabato 7 dicembre, l’Istituto Storico per la Resistenza e l’età Contemporanea della Provincia di Imperia - ISRECIM ha dedicato il suo prestigioso Archivio con una targa (allegata) alla memoria dei Fratelli Libero, Angioletta e Lello Nante, distintisi nella guerra partigiana combattuta sulle montagne della nostra I Zona Liguria (geograficamente compresa tra Ventimiglia e Ceriale).
Lo storico Ferruccio Iebole ha arricchito la cerimonia con una interessante commemorazione.
All’inizio del 1944, sfuggiti alla persecuzione nazifascita, con i genitori Coluccio e Nannina, dalla natia Oneglia a Viozene, i tre ragazzi vennero reclutati dal mitico Comandante Partigiano Nino Siccardi (Curto) ed adibiti i primi due (Libero, ventiquattrenne, studente di Medicina, Angioletta, quindicenne) all’organizzazione di un ospedaletto da campo ed il terzo (ventenne) alla prima linea.
A seguito del terribile rastrellamento di Upega, che costrinse i Partigiani, decimati, ad una epica ritirata tra le montagne ghiacciate, la famiglia, in ordine sparso, si ritrovò sul versante piemontese, a Fontane, in val Corsaglia. Qui Lello venne nominato Vice Comandante della neocostituita VI Brigata del celebre Fra Diavolo e Libero venne inviato, con compiti ufficialmente sanitari e, meno dichiarati, informativo-esplorativi, ad Alto in Val Pennavaire.
Iebole ha raccontato di quando Libero, in missione, sfuggì ad un agguato, avendo incontrato nel bosco una ambigua donna, che fungeva da guida ad una colonna nazifascista. Della donna in seguito si persero le tracce. In assoluta anteprima Iebole ha svelato, per l’occasione, l’identità della donna. Le sue ricerche, infatti, lo hanno portato ad identificarla in Oliva Fioretta Cordella, nata 1913 nel Bellunese, coniugata e residente a Vado Ligure, impiegata nella Croce Rossa savonese: essa si trovava ausiliaria della suddetta colonna nazifascista, dalla quale veniva anche utilizzata come spia per la sua fisica avvenenza e per il suo bilinguismo italiano e tedesco. Come tale venne in seguito giustiziata in segreto, tanto che nemmeno gli stessi Comandi partigiani seppero riferirne a Libero a fine guerra.
Di Lello, oltre al valore militare, Iebole ha raccontato l’equilibrio, quando Presidente del Tribunale Partigiano, emise nei confronti di un informatore fascista un giudizio di “pacatezza sconosciuta per quei tempi per la gravità delle colpe”. La sentenza di morte fu, infatti, tramutata da Lello in ammenda di 200.000 lire, molto utili al sostentamento della Brigata. “Che  differenza tra giustizia partigiana e giustizia fascista ! Semi di una pacificazione già presenti prima che fossero deposte le armi; l’impiego della ragione precedeva le vendette e i giorni  difficili dell’ira!” Libero concluse la sua militanza ribelle scendendo, il 25 aprile 1945, ad Albenga con il suo distaccamento ed organizzando, nell’ospedale cittadino, corsie per soccorrere i partigiani feriti. Poi ivi rimase come Medico Condotto dell’entroterra ed in seguito creatore delle due case di cura Villa Salus e Clinica San Michele. Angioletta (che in montagna gli era stata “staffetta” e “aiutante”) si fermò con lui ad Albenga, mentre Lello tornò, operaio, ad Imperia [...]
Redazione, Svelata targa alla memoria dei fratelli Nante: anche la città di Albenga presente alla cerimonia, La Voce di Genova.it, 9 dicembre 2019

domenica 1 marzo 2020

Verso la costituzione del C.L.N. a Sanremo (IM)


Sanremo (IM)

Erano già presenti nell'autunno del 1943 diversi comitati locali nei principali centri, ma ancora troppo deboli sul piano politico-militare. Nella zona di Imperia esisteva già un Comitato di Unione, cui aderivano i tre principali partiti, il Partito Comunista, il Partito Socialista, la Democrazia Cristiana. Altri minori comitati furono quello di Sanremo, quello di Taggia, quello di Bordighera.   
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
 
Izzo Armando (Doria, Fragola), sottotenente della GAF, dall'ottobre '42 all'aprile '43 era stato a Pigna, e poi, col suo reparto, era stato trasferito a Gorbio, sopra Mentone: qui era appunto all'8 settembre del '43.
Discioltosi l'esercito, Izzo si fermò a Triora, dove si trovò insieme con altri ufficiali, anch'essi colà convenuti.
Al primo bando dei nazifascisti per la presentazione degli appartenenti all'ex esercito, insieme con quattro amici (un sottotenente, un sergente maggiore e due soldati), si trasferì in Val Goina, alle spalle di Triora, dove entrò in contatto col maggiore Aldo Zoli, dello stesso settore GAF.
Il maggiore Zoli era collegato con gli antifascisti sanremesi, ed entrerà poi a far parte del primo CLN di Sanremo quale addetto militare per il Partito Repubblicano, nel maggio del '44.
Presi accordi con Aldo Zoli, qualche tempo prima del Natale '43 Izzo si stabilirà a Triora, da dove scenderà più volte in Sanremo, per incontrarsi con lo Zoli, colà trasferitosi.
Nell'ultimo periodo del '43 e nei primi mesi del '44, Izzo, con alcuni amici, si dedica specialmente a raccogliere e a nascondere armi e munizioni e a convincere gli ex militari a non presentarsi ai tedeschi.
Gli incontri fra Izzo e Aldo Zoli avvenivano, per lo più, in un piccolo bar di Via Roma, in Sanremo, gestito dallo stesso Zoli.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia   
 
[...] Brunati e la sig.na Maiffret [ Lina Meiffret - cfr. Sarah Clarke, Lina Meiffret: storia di una partigiana sanremese deportata nei lager nazisti e dei suoi documenti... le vicende di Lina Meiffret e del suo compagno Renato Brunati, attivi militanti della lotta di liberazione dal nazifascismo. Renato Brunati morirà tragicamente fucilato al Turchino nel maggio del ’44. Lina Meiffret conoscerà invece gli orrori del campo di deportazione... L’importante testimonianza pubblicata sull’organo del PCI sanremese diretto da Italo Calvino... Italinemo] subito dopo l’occupazione tedesca organizzarono un primo nucleo di fedeli e racimolarono per le montagne, sulla frontiera franco-italiana e nei depositi, armi e materiali: armi e materiali che essi vennero via via accumulando a Bajardo in una proprietà della Maiffret, che servì poi sempre di quartier generale in altura, mentre alla costa il luogo di ritrovo e smistamento si stabiliva in casa mia ad Arziglia [Bordighera (IM)] e proprio sulla via Aurelia. Nei giorni piovosi di settembre ed ottobre 1943 i trasporti d’armi e munizioni, furon particolarmente gravosi… Io fui nell'ottobre 1943 interessato dal dott. Ronga [di tutta evidenza presente, come, invero, sottolineato da più fonti, nelle prime attività cospirative antifasciste, andò a sostituire nel C.L.N. di Sanremo l’eroe della Resistenza Giuseppe Anselmi, fucilato ad Imperia il 6 novembre 1944 *] di Sanremo a formare in Bordighera il Comitato di liberazione e più tardi, per incarico del noto cap. Gino, iniziai i collegamenti col defunto gen. Pognisi, con il rev. Don Pellorese ed il dott. Marchesi [Salvatore Marchesi, Salibra, partecipe, come il citato dott. Ronga, del primo gruppo patriottico di Sanremo, connotato anche con i nomi di battaglia “Turi” e “Salvamar”, chimico, in seguito ispettore circondariale del CLN di Sanremo (IM) per la zona Bordighera  Ventimiglia, fratello del prof. Concetto Marchesi, quest’ultimo, come noto, un insigne latinista, a sua volta impegnato nella Resistenza a livello nazionale]...
Giuseppe Porcheddu, manoscritto IsrecIm edito in Francesco Mocci (con il contributo di Dario Canavese di Ventimiglia), Il capitano Gino Punzi, alpino e partigiano, Alzani Editore, Pinerolo (TO), 2019
 
Giuseppe Anselmi - Fonte: Igor Pizzirusso, art. cit. infra

Giuseppe Anselmi (Pippo). Di anni 61. Nato il 12 febbraio 1883 a Sanremo ed ivi residente. Di professione sarto. Attivo antifascista fin da prima dell’armistizio, dopo l’8 settembre è tra i fondatori del Cln di Sanremo. Inizialmente si occupa del reperimento delle armi e dell’organizzazione delle bande partigiane in città ed in montagna (dove invia gli sbandati). In seguito assume in prima persona il comando di un G.A.P. (Gruppo d’azione patriottica), che guiderà in numerose azioni. Grazie alla delazione di una spia, verso la fine dell’agosto del 1944 la Guardia nazionale repubblicana (GNR) e l’Ufficio politico investigativo (UPI) riescono ad arrestarlo. Interrogato e torturato ripetutamente, il 6 novembre 1944 Giuseppe Anselmi è condotto a Castelvecchio (IM) con Armando Denza e Luigi Novella. All’incrocio con la strada che porta ad Oliveto, verso le ore 17, i tre prigionieri vengono fucilati, per rappresaglia alla morte di un milite della GNR ucciso giorni prima dai partigiani. Le salme dei tre condannati vengono lasciate tutta la notte sul luogo dell’esecuzione, come monito per la popolazione imperiese. 
 
Fonte: vedere infra

[...]
Lettera di Giuseppe Anselmi (Pippo) ai familiari
Didascalia: L’immagine riproduce la trascrizione dell’ultima lettera di Giuseppe Anselmi, indirizzata ai familiari. La trascrizione è opera del figlio Armando, come scritto in basso al foglio ("Copia conforme all’originale a mani del sottoscritto. Sanremo 17 luglio 1951. Anselmi Armando" con firma autografa a penna e a matita). Vi sono poi altre scritte a matita, in alto ("ricopiare tre copie") e in basso (due frecce ai lati unite da una riga orizzontale).
[...] Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 6 fasc. 12
Testo dell'immagine:
Cari figli e mamma e sorelle e fratelli
Mi annunciano che questa sera sarò fucilato.
Voi più di tutti sapete che la mia vita fu tutta
di onestà e dedita esclusivamente alla famiglia.
Armando - Anita andate sempre d’accordo e amatevi
sempre.
Sapete che sono innocente e solo vittima di una
montatura preparata da un uomo indegno.
Potete quindi alzare la testa più di prima.
Mamma cara non ti disperare e perdonami il
dolore che ti procuro non per colpa mia.
Baci a tutti - vi assicuro che muoio con
coraggio.
Baci, baci, baci
Anselmi Giuseppe [...]
Igor Pizzirusso, Giuseppe Anselmi (Pippo), Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana 
 
Imperia
Il I° corrente, in Bordighera e in Sanremo, vennero rinvenuti manifestini stampati a ciclostile a firma "Comitato sindacale segreto e gruppi difesa della donna per l'assistenza ai combattenti della libertà", invitanti le masse lavoratrici allo sciopero.
Il I° corrente, nell'abitato di Vallecrosia, furono rinvenuti affissi ai muri manifestini incitanti gli operai allo sciopero.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del giorno 10 marzo 1944, p. 6
 
Nella zona di Bussana [Sanremo, a est di Capo Verde] costituirono un gruppo di resistenza i professori e cugini Calvini Giovanni Battista (Nanni) e Calvini Nilo.
Cercano di allargare il gruppo tra amici della stessa Bussana, e in tal modo si collegano, fra l'altro, con le seguenti persone:
- Soleri Enrico o Antonio detto «Tugnin », che poi sarà anche, per qualche tempo, segretario del C.L.N. periferico di Bussana;
- Soleri Gildo (figli del suddetto Soleri Enrico o Antonio);
- Siri Benedetto (chiamato anche «Bedé»).
Entrano pure in contatto con  le  seguenti persone:
- Renato Brunati (che risiedeva a Bordighera);
- sig.na Meiffret (che risiedeva in Sanremo, ma lavorava per l'antifascismo particolarmente in   collegamento con Renato Brunati);
- dott. Cristel Giovanni, Alpinolo Rossi e Gerbolini Antonio, resi­denti in Sanremo;
- dott. Giovanni Pigoli, residente in Sanremo;
- Emilio Mascia (Zorro, o Mimosa, o Mameli), che già era in contatto con i Calvini nei primi giorni dopo 1'8 settembre '43, e che divenne, poi, addetto militare del C.L.N. periferico di San Martino e   quindi del C.L.N. circondariale di Sanremo, nonché responsabile dell'Ufficio Informazioni (SIM) per tutto il  circondario;
-  Mario Mascia (Guglielmo, Cammeo, o Ulisse, o Albatros), an­ch'egli in contatto con i  Calvini sin  dal settembre '43, poi presidente del C.L.N. periferico di San Martino, in seguito segretario del C.L.N. circondariale di Sanremo;
- avv. Nino  Bobba, di Sanremo;
- Umberto  Farina, di Sanremo;
- Bruno  Luppi  («Erven»)  e  avv. Onorato Anfossi, di Taggia;
- Mario Cichéro, di Arma di Taggia;
- rag. Renato Minasso, di Riva Santo Stefano [oggi sono due distinti comuni: Riva Ligure (IM) e Santo Stefano al Mare (IM)];
- prof. Giovanni Strato, di Imperia  (con  cui erano già in collegamento anche prima dell'8 settembre    '43);
-  avv. Virgilio Caldani e dott. Renato Negri (o «Renato 2°» o «Nenne») [... il  23 aprile 1945, 25 detenuti politici, tra i quali molti personaggi di spicco della Resistenza ligure, furono caricati come ostaggi dalle SS su di una corriera per essere  trasferiti  verso il nord, destinazione Bolzano. Giunto la mattina successiva a Bornasco, frazione del Comune di Vidigulfo (PV), il convoglio venne attaccato da alcuni aerei alleati. Gli uomini della scorta si misero subito al riparo mentre i prigionieri furono lasciati esposti al mitragliamento. Quattro di essi furono mortalmente colpiti (gen. Cesare Rossi, magg. G.B. Stallo, Giovanni Napoli, dr. Renato Negri), altri due (Raffaele Pieragostini e Rinaldo Ponte) furono uccisi mentre tentavano la fuga... da Patria Indipendente 21 luglio 2002] del Comitato Resistenziale regionale di Genova;
- altre persone delle varie correnti resistenziali, specialmente del circondario e della città di Sanremo.
Fra le persone sopra nominate, comunisti erano Umberto Farina, Bruno Luppi [Erven], Mario Cichéro, Antonio Gerbolini, Alpinolo Rossi; tutti gli altri, compresi i Calvini, erano di altre correnti.
Fino dai primi tempi in seno al PCI si crea, anche per la zona circondariale di Sanremo una specie di "triangolo operativo" (detto anche secondo un termine in seguito più diffuso "triangolo militare"). Ne fanno parte Erven [Bruno Luppi] (addetto militare), Luigi Nuvoloni (incaricato per le questioni politiche), Oreste Manetti (incaricato per il vettovagliamento degli eventuali gruppi in montagna).
In una riunione dell'ottobre '43, in casa dell'ing. Casella, in Sanremo, si incontrarono l'ing. Casella, il dott. Pigati [ ... Col crescere delle coscrizioni si rese necessario anche un comitato in S.Remo e si prese perciò contatto col dott. Pigati fervente avversario del fascismo; attivissimo e coraggioso propagandista tanto nel suo studio che nell’ambulatorio della Croce Rossa... Porcheddu, Op. cit. ], Calvini Nanni, il dott. Samà e il magg. Ferrari, per un esame e uno studio della situazione nella zona.
Nell'ottobre del 1943 Calvini Nanni partecipa, in Sanremo, alla formazione di un comitato interpartitico, di cui fanno parte lo stesso Calvini Nanni, Bruno Luppi («Erven»), la sig.na Meiffret, l'avv. Nino Bobba, Umberto Farina.
Ad una riunione del suddetto comitato (pare la 2^) partecipò Renato Negri, del Partito d'Azione, che dal suo Partito aveva avuto l'incarico di interessarsi dello sviluppo del Partito stesso e dell'unificazione delle forze antifasciste da effettuarsi sotto una direzione interpartitica...
I Calvini presentarono pure il dott. Negri al prof. Giovanni Strato, per contatti diretti...
I Calvini tenevano riunioni clandestine in una vecchia villa sopra Bussana, disabitata, di proprietà di Calvini Nilo, denominata «Villa Chiara».
Nel febbraio del '44 Calvini Nanni fu arrestato ad opera dell'UPI (Ufficio Politico Investigativo) [della Repubblica di Salò]. [Purtroppo il 14 febbraio 1944 Brunati e la Maiffret, venivano definitivamente presi dai repubblicani, su denuncia di... Garzo partigiano traditore, ex camicia nera rientrato nella guardia repubblicana per inimicizia coi 2 eroici capi: la denuncia era tale da comportare una pronta esecuzione capitale, ma l’intervento d’un agente bene intenzionato, faceva sospendere le condanne e vi sarebbe riuscito del tutto se il console Bussi vigliaccamente non avesse distratto le pezze a scarico, consegnando i 2 capi alla S.S. tedesca. Sappiamo dolorosamente che Brunati e la Maiffret vennero bestialmente seviziati. Porcheddu, Op. cit.]
Particolari su tale fatto trovansi pure nelle pagine riguardanti la zona di Arma di Taggia e la Valle Argentina (notizie da Erven).
Calvini Nanni fu tradotto dapprima nelle carceri mandamentali di Oneglia, indi a Marassi (Genova), alla V Sezione. A Marassi, in un rifugio delle carceri, ebbe occasione di incontrare ancora una volta il Brunati [nell'opera fondamentale sulla Resistenza Imperiese di Mario Mascia - vedere infra - Calvini lasciò scritte vibranti parole sulla figura di Brunati ... Ben poco potemmo dirci... eri ispirato nel tuo ideale... Il tuo sacrificio non fu e non sarà sterile mai, amico Brunati, compagno nei bei giorni della lotta... altruista, quale io ti lasciai in quel triste pomeriggio invernale della quarta sezione, in cui le nostre mani nella caldissima stretta che le univa...], che pochi giorni dopo verrà ucciso al Turchino, come si è già detto, per rappresaglia, con altri 58 ostaggi.
Nell'estate del '44, il Calvini, insieme col gruppo di cui facevano parte Tommaso Frontero, il capitano Tomasi e gli altri già ricordati a proposito della zona di Bordighera, è dapprima deportato nel campo di concentramento di Fòssoli (comune di Carpi, provincia di Modena), e quindi in Germania, dove sarà destinato a Kalau. Dalla Germania potrà rientrare solo nel settembre del 1945...
Con base in Bussana operò pure per vario tempo e in diverse occasioni il colonnello medico Giovanni Soleri fu Emanuele, di famiglia bussanese benché nato in Genova, che - quale partigiano - era incorporato nelle formazioni «Gasparotto» della Lombardia. In tutto il decorso della guerra curò molti partigiani, portandosi appositamente, e spesso ripetutamente, nelle necessarie località...
Giovanni  Strato, Op. cit. 
 
Bruno Erven Luppi. Nato a Novi di Modena l'8 maggio 1916. Figlio di un antifascista, fin da ragazzo prese parte alla lotta clandestina contro il regime fascista e, nel 1935, venne arrestato e incarcerato a Modena.  Trasferitosi a Taggia (IM), si inserì nell'organizzazione comunista clandestina di Sanremo (IM). L'8 settembre 1943 era ufficiale dell'esercito quando venne catturato dai tedeschi. Riuscì però a fuggire a Roma dove partecipò ai combattimenti di Porta San Paolo. Tornato nuovamente in Liguria, fu tra gli organizzatori della lotta armata ed entrò a far parte del C.L.N. di Sanremo. Per incarico della Federazione Comunista di Imperia il 20 giugno 1944 organizzò, con altri dirigenti del partito, la prima formazione regolare partigiana del ponente ligure, la IX^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione", con sede nel bosco di Rezzo (IM), la quale diventò a luglio 1944 la II^ Divisione "Felice Cascione".  Il 27 giugno 1944 da comandante di Distaccamento venne gravemente ferito nella battaglia di Sella Carpe tra Baiardo (IM) e Badalucco (IM). Per mesi riuscì avventurosamente, ancorché costretto alla macchia pur nelle sue tragiche condizioni di salute, a sottrarsi alla cattura da parte del nemico. In seguito, appena guarito, assunse la carica di vice commissario della I^ Zona Operativa Liguria.
Vittorio Detassis


Il processo di unificazione dei gruppi della resistenza fu a Sanremo più lento e più difficile. Lentezza e difficoltà dovute al fatto che mentre ad Imperia, con una popolazione operaia nettamente in prevalenza, il Partito Comunista aveva, fin dall'inizio, accentrato nelle sue mani la direzione della lotta e gli fu quindi relativamente facile raggruppare intorno a sé nuclei di altre tendenze politiche per giungere alla costituzione del Comitato, a Sanremo i gruppi patriottici erano molto più numerosi e il Partito comunista, sebbene forte ed omogeneo, non possedeva, anche per la particolare struttura economica della popolazione della città (a carattere più spiccatamente piccolo borghese, artigianale ed impiegatizio), quel predominio quasi assoluto sulle altre correnti che era una caratteristica imperiese.
E infatti per un periodo di tempo più lungo che non nella capitale della provincia la lotta per la liberazione si frazionò e, naturalmente, perdette molto del suo mordente.
I comunisti operavano per loro conto, organizzando sia i servizi con la montagna che le SAP di partito; il gruppo Pigati fu, per alcuni mesi, il principale nucleo di resistenza indipendente; ma, alla fine della primavera del 1944, quando molti dei gruppi si sbandarono e l'intensificarsi della guerra in montagna e la preveduta ripresa dell'offensiva alleata in Europa resero assoluta la necessità di raggiungere, a tutti i costi, una unità organizzativa che creasse anche qui un ente munito di poteri di coordinazione, vennero iniziate le trattative per la costituzione di un Comitato cittadino.
Nel mese di maggio del 1944 venne formato un primo C.L.N. che comprendeva i rappresentanti del Partito Comunista e uomini delle tre altre tendenze politiche più rappresentative della città: la socialista, la repubblicana e quella democratica cristiana.
Di questo primo comitato fecero parte: Giuseppe Anselmi, sostituito all'atto del suo arresto dal dott. Ronga, per il partito Comunista, con Trucco A.M. che, poco dopo, lasciò il suo posto ad Antonio Gerbolini; il dott. Marco Donzella, al quale si aggiunse nell'estate Emilio Mascia quale A.M., per i socialisti; l'avv. Paolo Manuel Gismondi con Nino Belioni A.M. per i democratici cristiani; Alfredo Cremieux con Aldo Zoli A.M. per i repubblicani.
Questi ultimi si assunsero in seguito, per incarico dell'avv. Nino Bobba - organizzatore dell'allora nascente Partito d'Azione - quando il Bobba stesso fu costretto a fuggire per sottrarsi all'arresto, la rappresentanza del gruppo degli azionisti.
Sfortunatamente questo primo C.L.N. Sanremese non fu in grado di svolgere un'attività continua, e quindi efficace, per due ragioni principali: innanzi tutto a causa della notorietà della maggior parte dei suoi membri, troppo conosciuti in città quali anti-fascisti e perciò soggetti a stretta vigilanza, vigilanza che non permetteva né organizzazione di uffici, né riunioni regolari, né un normale sviluppo dell'attività necessaria alla direzione della lotta in città; in se­condo luogo per l'assenza di veri e propri organismi di partito ad eccezione di quelli del P.C.I. In definitiva i membri socialisti, democristiani e repubblicani rappresentavano idealmente la corrente politica a cui aderivano, ma non si appoggiavano ad alcuna organizzazione a struttura definita...
Mario Mascia, L'epopea dell'esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia

Già una squadra GAP cittadina era stata creata in collina per iniziativa di Giuseppe Anselmi e di Adolfo Siffredi: essa agiva e si sviluppava sotto il comando di Aldo Baggioli ed Adriano Siffredi; ma occorreva appoggiarla e dirigerla nel quadro generale della  lotta e questo compito sarebbe spettato al C.L.N., al quale far capo.
Fu perciò che per iniziativa del Partito Comunista e di un gruppo socialista si giunse, alla metà di luglio [1944], alla costituzione del primo comitato periferico del circondario, quello di San Martino [a levante del centro urbano], composto da Oreste Manetti, sostituito quasi subito da Alfredo Rovelli, per il PCI; Mario Mascia, per i socialisti, segretario; Mario Benza, indipendente; Emilio Mascia, comandante militare, con Giovanni Siffredi, vice comandante.
Il Comitato di San Martino assunse le funzioni del Comitato Comunale e si pose subito in diretto contatto con quello di Imperia. I primi servizi essenziali per lo sviluppo della lotta entrarono nella fase organizzativa: la prima SAP del Comitato venne costituita ufficialmente con 16 elementi.
Mario Mascia, Op. cit.
 
Nasce ben presto il primo gruppo cittadino delle SAP (sedici uomini) e nell'agosto [1944] sorge la prima sezione del PSIUP. Ciò significa che anche fuori del PCI le altre forze antifasciste iniziano ad organizzarsi ed a contribuire più incisivamente nella lotta. Nell'ottobre Donzella e Gismondi vengono arrestati, mentre Cremieux evita la cattura con la fuga. Nel frattempo il CLN di San Martino si riorganizza assumendo definitvamente funzione comunale, ufficialmente riconosciuta dal CLNP il 2 novembre 1944, e prosegue la sua dura ed efficace lotta fino alla Liberazione.
Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992
 
Oldoino Maurizio (Mauro), che salì in montagna subito dopo l'8 settembre 1943, entrò poi nella banda garibaldina di Tito [n.d.r.: Rinaldo Risso, o Tito R., in seguito vice comandante della II^ Divisione d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione"] dove rimase dal febbraio al marzo 1944, entrerà quindi - ritornato in Sanremo - nelle formazioni GAP (2 agosto), ed infine da queste inviato in Francia per tentare di mettersi in contatto con gli Alleati, resterà tagliato fuori dai tedeschi, ed entrerà nel Maquis (nome di battaglia "Batté Leo"), dove sarà promosso sergente di un battaglione di volontari stranieri, con i quali per oltre sette mesi combatterà contro i tedeschi sul confine italiano...  Caramia Francesco (Franco) che dal primo C.L.N. Sanremese e per esso più precisamente da Salvatore Marchesi e da Adolfo [Fifo] Siffredi ebbe incarico di arruolarsi nella milizia per esperire opera di informatore e di disgregatore e che lascerà tale incarico dopo circa tre mesi per entrare direttamente alle dipendenze del CLN circondariale, per il quale dall’ottobre 1944 in poi presterà servizio di staffetta per il collegamento con Bordighera....
Giovanni Strato, Op. cit.

Il Comitato di San Martino, con l'appoggio costante di Adolfo Siffredi [Fifo], iniziò un'opera attiva di unificazione allo scopo di raggiungere il massimo dell'efficienza. 
Una sezione socialista di Sanremo, la prima della provincia, fu regolarmente organizzata dai fratelli Mascia con l'ausilio di Edmondo Pignotti, Piero Barbieri, M. Benza e dei giovani Rolando Bertino e Giovanni Lombardi. 
Il 1° ottobre 1944 veniva costituito dal Segretario del Comitato e da un inviato del centro di Milano il primo nucleo del Fronte della Gioventù nel circondario con i fratelli Car­retta, Rolando e Ghiara.
Nel mese di ottobre gli eventi precipitarono. Donzella viene arrestato e poco dopo anche Gismondi segue la stessa sorte; Cremieux [Alfredo, nome di battaglia Pietro] è costretto a nascondersi; gli altri membri del C.L.N. comunale sono obbligati ad interrompere ogni loro attività.
Il C.L.N. di San Martino si riorganizza: si trasforma ai primi del mese di ottobre in C.L.N. comunale e come tale viene riconosciuto dal C.L.N. provinciale a tutti gli effetti legali, con sua ordinanza del 2 novembre 1944, quale unico rappresentante del governo democratico nella città.
Mario Mascia, Op. cit.