giovedì 19 marzo 2020

Non è mai stata nostra intenzione invitare i partigiani ad abbandonare la lotta...



Due circolari emanate a fine novembre 1944 dal comando della II^ Divisione "Felice Cascione" sono significative, la numero 22 e la numero 23.

La circolare n° 22 del 21 novembre 1944 conteneva indicazioni sulla funzionalità dei comandi di Divisione e di Brigata, sui tribunali militari, sulla sanità, sulle licenze dei partigiani, sulla manutenzione delle armi e sull'Intendenza.

La circolare n° 23 del 24 novembre 1944 risulta importante per comprendere i nuovi obiettivi dei garibaldini alla luce del "Proclama Alexander", dell'imminente freddo inverno e della perduta speranza, anche in ragione dei non avvenuti lanci di armamenti, di un aiuto immediato da parte degli alleati.

Non si ponevano, pertanto, l'obiettivo di occupare la costa con l'appoggio di un balzo in avanti  alleato, ma di sopravvivere sino a primavera con almeno un numero sufficiente di effettivi e di quadri, nonché di un quantitativo ragionevole di armi, in modo di essere pronti a riorganizzare al meglio le bande quando con la bella stagione tanti giovani sarebbero ritornati in montagna.

Si ridussero allora gli organici delle bande, senza perdere i contatti con coloro i quali andavano a celarsi altrove.
Vennero anche scavati nascondigli sufficienti a contenere tre o quattro persone, delle dimensioni ciascuno di due metri di altezza, tre di lunghezza ed uno di larghezza, nascondigli che poi venivano ricoperti da strati di terra. Rifugi abbastanza sicuri, perché ubicati tra uliveti. Si calcola che vennero scavati rifugi in numero tale da poter ospitare sino a 1000 uomini.

La circolare n° 23 venne in alcuni casi erroneamente interpretata, tanto che l'ispettore di zona [Simon, Carlo Farini] in data 30 novembre 1944 inviò un supplemento della stessa circolare, che chiariva ed in buona parte ne modificava il significato. "Simon" precisava che "non è mai stata nostra intenzione invitare i partigiani ad abbandonare la lotta... il nostro scopo costante è di essere un esercito di massa per essere in grado di liberare la nostra terra."

Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999


A quel proclama [quello del generale Alexander del 13 novembre 1944] rispose duramente Carlo Farini [Simon], ... incitando i partigiani a serrare le fila e a combattere ancora più duramente contro i nazifascisti, rinfacciando altresì agli alleati la scarsissima consistenza degli aiuti inviati ai garibaldini, sporadicamente, e fino ad allora solo per mare con una minuscola imbarcazione che sbarcava nella zona tra Bordighera e Ventimiglia
Sandro Badellino, Mia memoria partigiana. Esperienze di vita e vicende di lotta per la libertà di un garibaldino imperiese (1944-1945), edizioni Amadeo, Imperia, 1998
 
Sandro Sandro Badellino. Entrò a far parte della Resistenza il 10 Maggio 1944, nella squadra comandata da Angelo Setti "Mirko", che operava nella zona del Monte Acquarone, tra la Valle Impero e la Val Caramagna. Quasi subito partecipò ad una prima fortunata azione alla Caserma "Siffredi" di Oneglia, che comportò un buon bottino di armi. In seguito passò nella formazione "Volante" di Silvio Bonfante "Cion" che agiva nella Val Steria (Testico, Rossi, Stellanello), e nella "Volantina" del Comandante "Mancen" Massimo Gismondi [in seguito comandante della I^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"]. Ai primi di agosto 1944, durante uno scontro, Badellino subì varie ferite che lo costrinsero convalescente per un mese dopo essere sfuggito alla cattura. Costretto nuovamente alla fuga dal suo rifugio in seguito ad una spiata, raggiunse il Bosco di Rezzo nella circostanza del famoso rastrellamento che si concluderà con la Battaglia di Monte Grande. Sebbene ferito, vi partecipò affiancando la squadra di mortaisti che, colpendo le postazioni tedesche da San Bernardo di Conio [Borgomaro (IM)], ebbe un ruolo determinante nella riuscita dell’operazione. In seguito ricoprì l'incarico di intendente presso il Distaccamento "Comando" di Mancen. Il 25 Aprile 1945 scese ad Andora (SV) in qualità di Commissario di Brigata. Vittorio Detassis

sabato 14 marzo 2020

Il C.L.N. di Sanremo (IM) nel 1945


Sanremo (IM): zone di levante

Il C.L.N. di San Martino [n.d.r.: zona di levante di Sanremo (IM) vicina allo Stadio Comunale] si riorganizza: si trasforma ai primi del mese di ottobre 1944 in C.L.N. comunale e come tale viene riconosciuto dal C.L.N. provinciale a tutti gli effetti legali, con sua ordinanza del 2 novembre 1944, quale unico rappresentante del governo democratico nella città.

Sanremo (IM), zona San Martino: Villa del Sole e Stadio Comunale

I membri del  C.L.N. di Sanremo che rimasero in carica fino alla liberazione, furono: Mario Mascia, rappresentante del PSIUP (Guglielmo - Cammeo - Ulisse - Albatros) Segretario Generale, dirigente del servizio stampa e assistenza; Alfredo Rovelli (Amerigo - Ario) rappresentante del P.C.I., addetto alla propaganda e tesoriere; Emilio Mascia (Zorro - Mameli - Mimosa) rappresentante  del PSIUP, membro del comando militare, responsabile del SIM [Servizio Informazioni Militari]; Antonio Gerbolini (Ludovici - Albino), rappresentante del P.C.I., comandante delle forma­zioni cittadine.
Ad essi dal I° gennaio 1945 si aggiunsero: Dr. Giovanni Cristel (Dalton - Gaivino) in rappresentanza del P. d'Azione che però non poté mai partecipare alle sedute perché ricercato dai nazifascisti e più tardi arrestato; Adolfo Siffredi, membro aggiunto per il PSI e Sindaco designato della città ed infine, il 10 aprile 1945, il Corpo Volontari della Libertà designò come suo rappresentante il garibaldino Cecof (Mario Alborno) [anche Cekoff, di Bordighera (IM), già commissario di Battaglione della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" e poi vice commissario della IV^ Brigata "Elsio Guarrini", entrambe della II^ Divisione Felice Cascione"], sostituito poi da Orsini (Agostino Bramé) [già commissario politico della V^ Brigata], mentre il 16 dello stesso mese il Partito Democristiano indicava quale suo membro il maestro Giovanni Asquasciati, che, peraltro, per ragioni di forza maggiore, non fu mai in grado di prendere parte all'attività del C.L.N. in periodo cospirativo. 

Il 9 febbraio 1945 il segretario del C.L.N. partecipava ad un convegno in montagna coi rappresentanti del Corpo Volontari della Libertà, del Comando Alleato e del C.L.N. Provinciale di Imperia, nel quale veniva stabilito di concedere al C.L.N. comunale di Sanremo l'autonomia assoluta e la giurisdizione su tutto il circondario, giurisdizione che il C.L.N. stesso aveva già virtualmente ottenuto fin dalla sua costituzione, in quanto il C.L.N.P., date le difficoltà del collegamento con la zona occidentale della Provincia, non era in grado di esercitarvi un'attività completa ed un'azione efficace.
Il C.L.N. di Sanremo, che nel frattempo aveva provveduto direttamente alla costituzione o al riconoscimento ufficiale dei C.L.N. comunali della sua zona, si trasformava in tal modo in C.L.N. circondariale.
L'attività svolta dal comitato circondariale di Sanremo fu multiforme e di grande ausilio per lo sviluppo della lotta di 1iberazione, tanto da ricevere gli elogi degli enti superiori e degli stessi ufficiali di collegamento alleati.
Funzionò sempre una segreteria munita dei relativi servizi; fu costituita, nell'ambito della divisione Giacinto Menotti Serrati di Imperia, la brigata S.A.P. Giacomo Matteotti, che continuò, dopo il rastrellamento di San Romolo del 15 novembre [1944], l'opera della valorosa brigata G.A.P. dello stesso nome, ed alla quale si ag­giunse una seconda brigata, la Giuseppe Anselmi, che, dopo la liberazione, si fuse alla prima prendendo il nome del glorioso caduto Aldo Baggioli [Cichito, comandante del Distaccamento "G.B. Zunino" del Gruppo G.A.P. "Giacomo Matteotti"]; fu costitui­to un distaccamento GAP, denominato Zamboni, con 16 uomini scelti; il SIM [Servizio Informazioni Militari] fu potenziato al massimo grado e raggiunse la perfezione con servizi interni, interurbani e collegamenti con la montagna ed i comandi alleati in Francia; venne pure costituito un servizio assistenza ed una intendenza e fu particolarmente curata la stampa e la propaganda, alla quale passò tutta l'organizzazione del P.C.I.

I risultati ottenuti furono notevoli.

Danaro, viveri e materiali vari per circa due milioni furono distribuiti alla montagna, alle forze armate del C.L.N. ed al servizio assistenza.
Numerose famiglie vennero assistite durante i terribili mesi dell'inverno 1944-1945.

Innumerevoli azioni di sabotaggio, prelevamenti di armi e munizioni, agguati ed attacchi in forza condotti sin nel cuore della città furono portati a compimento.

Sotto la direzione del responsabile del SIM il servizio di informazioni si sviluppò e si potenziò: notizie militari e politche furono diramate ovunque; pia­ni militari vennero studiati nei loro dettagli; si provvide al rilievo delle fortificazioni e postazioni nemiche e al trasporto via mare a mezzo della corag­giosa organizzazione di Vallecrosia - Bordighera, diretta dal garibaldino Renzo [Stienca] Rossi (Renzo) e da Renzo [Gianni] Biancheri il (Lungo) di numerose armi automatiche e munizioni inviate dai comandi alleati in Francia, materiale che venne convogliato in montagna o smistato in città; spie, traditori, informatori vennero pedi­nati, segnalati o eliminati.

La Voce della Democrazia, 22 aprile 1945 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

La Riscossa, n° 1 Anno 1 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

IV^ pagina del numero 1 de La Riscossa - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

La stampa e propaganda è uno dei vanti del C.L.N. di Sanremo: circa 30.000 manifesti e volantini, di cui la metà stampata alla macchia in città, vennero affissi o lanciati nel Circondario, con un lavoro estremamente difficile e pericoloso; tre giornali clandestini vennero stampati: «La Voce della Democrazia», organo del C.L.N., unico foglio del genere pubblicato in Liguria, di cui si pubblicarono 13 numeri, con un complesso di circa 6.500 copie, distribuite gratis; la «Riscossa», organo del Fronte della Gioventù, e la «Nostra lotta», organo del P.C.I.

La Nostra Lotta, numero dell'8 aprile 1945 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri


Inoltre il C.L.N. curò l'organizzazione del Fronte della Gioventù, quella dei C.L.N. comunali (Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera, Ospedaletti) e dei C.L.N. periferici (Coldirodi, Borgo, Centro, San Martino, Poggio, Bussana, Arma di Taggia) e costituì il 1° Marzo 1945 la Camera del Lavoro.
Infine venne  studiata l'organizzazione  economica  ed amministrativa della città e furono assegnate le cariche cittadine, con la nomina del Sindaco e della Giunta, avvenuta il 15 marzo 1945, a poco più di un mese dalla Liberazione.
E' doveroso ricordare, fra i collaboratori diretti del C.L.N. Alpinolo Rossi, l'infaticabile Jean, organo di collegamento militare e politico, staffetta, agente assistenziale, informatore e segretario della Camera del Lavoro; Umberto Farina (Lucano), organizzatore, addetto all'ufficio stampa e propaganda con Giuseppe Ferraroni (Giorgio); Edmondo Pignotti (Valjean), organo di collegamento politi­co;  Archimede  Gioffrida  (Romeo), organo di collegamento militare con le S.A.P.; Salvatore Marchesi  (Salvamar), ispettore circondariale per la zona Bordighera-Ventimiglia.

Mario Mascia, L'epopea dell'esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia

Fonte: Fondazione Gramsci


Sanremo (IM)

Coldirodi ed Ospedaletti, visti da Bordighera

3 gennaio 1945
- Dal C.L.N. di Sanremo (IM), prot. n° 180/CL, alle formazioni di montagna -  Comunicava disponibilità ad un incontro per la concessione di un'unità d'azione. Sarà inviato Romeo [Archimede Gioffrida] come tramite.
5 gennaio 1945 - Da Nilo [Quanito De Benedetti]  al C.L.N. di Sanremo (IM) - Comunicava che nella notte era avvenuto uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi nella zona di Madonna della Costa a Sanremo.
24 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 220/CL, al comando della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava che la propria zona di competenza [il C.L.N. era diventato circondariale] comprendeva il territorio tra Ventimiglia e Santo Stefano al Mare con relativo entroterra.
24 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 219/CL, al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava l'attivazione di due staffette alla settimana, giovedì e domenica, tra la costa e la montagna e ricordava al comando di Brigata di inoltrare a sua volta le notizie ricevute verso le altre formazioni.
25 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 225/SIM, al Comando della I^ Zona Operativa, al comando della II^ Divisione  ed al comando della V^ Brigata - Relazione militare: nella notte tra il 23 ed il 24 u.s. a Sanremo erano stati uccisi 6 civili a Villa Junia in Corso Inglesi; a Taggia erano stati trucidati da SS italiane e tedesche 7 patrioti.
25 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 226/CL, ai C.LN. provinciale e regionale - Si richiedeva di svolgere indagini sulle modalità con le quali era stato fornito di un lasciapassare del C.L.N. di Milano Ernesto Finelli, che invece risultava allo scrivente essere in contatto con i bersaglieri della R.S.I.
29 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 233/SIM, al comando della V^ Brigata - Si comunicava che una donna, figlia di persona uccisa dai partigiani, intendeva fare catturare Veloce dalle SS, per cui, essendo risaputo che scendeva spesso a Pompeiana (IM), si sottolineava che occorreva avvertire quel garibaldino del pericolo incombente.
30 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 239, al comando della V^ Brigata - Avvisava che risultava molto probabile che Regolo Pizzichemi avesse denunciato alla G.N.R. i 4 componenti del CLN.
7 febbraio 1945 - Da Mimosa [Emilio Mascia, responsabile del SIM (Servizio Informazioni Militari) di Sanremo] al C.L.N. di Sanremo - Comunicava che SS italiane avevano perquisito la casa di Barbieri traendo in arresto il medesimo.
11 febbraio 1945 - Da Mimosa al C.L.N. di Sanremo - Confermava che i giovani uccisi in Corso dell'Impero a Sanremo  erano 5, di cui 4 di Baiardo ed uno probabilmente di Castelvittorio, sottolineando che: " i cadaveri, esumati il giorno 8 u.s., sono stati trasportati al cimitero e presentano evidenti segni di sevizie; risultano essere morti a causa dei colpi ricevuti con il calcio del moschetto e per le fucilate alla testa". Confermava la notizia secondo la quale i cinque, prima di essere fucilati, erano stati costretti a scavarsi la fossa.
11 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 273, al capitano Roberta (Robert Bentley) - documento scritto in inglese - Il capitano Bentley veniva ringraziato per la sua partecipazione al convegno di Beusi [località nei pressi di Ceriana (IM), dove, il 9 febbraio 1945, ebbe luogo un'importante riunione dei dirigenti della Resistenza imperiese e della missione alleata, assente Nino Curto Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria, in quanto malato]. A Bentley veniva anche accennata la preparazione di alcune piantine segnaletiche di postazioni nemiche. 
12 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo all'ispettore della I^ Zona Operativa Liguria - Comunicava l'elenco dei C.L.N. comunali e rionali costituiti o in via di riconoscimento. Nel comune di Sanremo Bussana, Poggio, San Martino, Centro e Borgo ed altri 3 in corso di riconoscimento. Informava che i Comitati dei comuni di Taggia, Bordighera e Ventimiglia erano già funzionanti, mentre quello di Vallecrosia era via di riconoscimento. Aggiungeva che i Comitati di Arma di Taggia, Ospedaletti e Coldirodi [rionale] erano già stati riconosciuti.
13 febbraio 1945 - Dal comando della II^ Divisione al comando della V^ Brigata - Si comunicava chela Brigata doveva mettere a disposizione del C.L.N. di Sanremo una squadra di 5 garibaldini per un'azione coattiva contro i renitenti a versare le quote fissate dal C.LN. stesso, specificando che: "questi uomini devono essere fidati, avere una buona proprietà di linguaggio e saldezza di nervi; essi dopo 2 o 3 azioni dovranno essere sostituiti con altri compagni. Le somme raccolte dovranno essere consegnate al C.O., tranne una parte da concordarsi volta per volta per il funzionamento del Comitato di San Remo".
14 febbraio 1945 - Da Rina al C.L.N. di Sanremo - Comunicava che vi era stato un rastrellamento a Poggio [Frazione di Sanremo] da cui era conseguito il fermo di 12 giovani.
14 febbraio 1945 - Da Mimosa al C.L.N. di Sanremo - Comunicava la scomparsa di un tenente della marina repubblichina, che trafficava nel mercato nero, e della sua famiglia.
15 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 295/CL, al S.I.M. della V^ Brigata - Veniva comunicato l'invio di un secondo pacco di medicinali.
19 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Ospedaletti (IM) al S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata - Forniva notizie rassicuranti sul proprio funzionamento, dato del resto lo stretto contatto esistente con il C.LN. di Sanremo.
22 febbraio 1945 - Dal comando delle Brigate S.A.P. di Sanremo al comando della Divisione S.A.P. "Giacinto Menotti Serrati" ed al C.LN. di Sanremo - Comunicava che il lavoro di riorganizzazione, nonostante la carenza di armi e la difficoltà di reperire uomini dotati di qualità militari, procedeva bene, con Brigate già suddivise in Distaccamenti.
5 marzo 1945 - Dal capitano Roberta [capitano Bentley] al C.L.N. di Sanremo - Nella missiva il capitano ringraziava per gli schizzi topografici e per le informazioni ricevuti; consigliava di tenere controllata la zona, soprattutto per possibili sganciamenti del nemico; ricordava che il Comando Supremo [alleato] del Mediterraneo "riconoscerà nell'Italia liberata solo le amministrazioni ed i comandi militari che daranno prova di funzionare regolarmente: questi saranno confermati nel loro lavoro di collaborazione con il governo militare alleato".
23 marzo 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo al S.I.M. della V^ Brigata - Veniva comunicato che, a causa dei molti arresti subiti, il servizio staffette del Comitato in indirizzo aveva avuto problemi di funzionamento; che per quanto riguardava la riunione tra le formazioni di montagna, lo stesso C.L.N. ed un inviato del S.I.M. la medesima si sarebbe tenuta non più il 25 bensì il 28 marzo; veniva, altresì, formulato l'auspicio che al mentovato incontro fossero presenti R.C.B. [capitano Robert Bentley, ufficiale alleato di collegamento], il comandante [Nino Curto Siccardi] della I^ Zona Operariva Liguria e i comandanti della II^ Divisione "Felice Cascione" [Giuseppe Vittorio Vitò Guglielmo] e della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" [Giorgio Olivero].
23 marzo 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 487, al Comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al SIM della V^ Brigata - L'organo in parola ringraziava per l'invio del Distaccamento "Battagliero", come da richiesta del 9 febbraio, ma informava che, dato che l'istanza mentovata era rimasta inevasa per più di un mese, aveva provveduto nel frattempo alla creazione di una squadra capeggiata da Dorio [Mario Chiodo, ufficiale di collegamento del Distaccamento SAP "Giobatta Zunino"] e composta da Baldo, Torre, Moro [Giuseppe Arnaldi] e Tuono [G.B. Panizzi], tutti garibaldini i quali, ricoverati in città, erano stati curati a spese del C.L.N. Aggiungeva che veniva richiesto il riconoscimento ufficiale di quella squadra, il cui utilizzo poteva essere deciso nel corso della preannunciata riunione del 28 e che erano in fase di studio le prime azioni da fare effettuare al Distaccamento Dorio.
30 marzo 1945 - Dal CLN di Sanremo, prot. n°509/SIM, al SIM della V^ Brigata - Informava che "il numero di tedeschi nella zona di San Remo è diminuito a 3.000 unità. Continua la realizzazione di buche nelle strade della città. Il Comitato in indirizzo procede nei tentativi di convincimento alla diserzione nei confronti sia dei fascisti che dei tedeschi".
10 aprile 1945 - Dal PCI di Sanremo alla Federazione PCI di Imperia - Comunicava che a seguito di un attacco di peritonite acuta era scomparso il compagno "Giorgio" (Giuseppe Ferraroni): "egli fu uno dei più attivi organizzatori del Partito Comunista e delle formazioni clandestine... tutto egli fece per la lotta: l'informatore, l'organizzatore, la staffetta. Sotto le sue mani uscivano dal ciclostile i volantini"; che l'8 aprile un gruppo di partigiani avevano liberato alcuni patrioti degenti, ma sorvegliati dal nemico, all'ospedale di Sanremo; che ad Ospedaletti si era "costituita una cellula di combattenti formata da 5 compagni".
14 aprile 1945 - Dal Quartiere Generale Alleato della I^ Zona Operativa Liguria [n.d.r.: Robert Bentley, capitano del SOE britannico, ufficiale di collegamento degli Alleati presso il comando partigiano della I ^ Zona Liguria] al comandante "Curto" [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] ... Chiedeva un incontro con i CLN di San Remo e di Imperia...
19 aprile 1945 - Dal  C.L.N. di Sanremo, prot. n° 608, al CLN provinciale ed al CLN regionale - Comunicava che "il partito della Democrazia Cristiana il giorno 15 u.s. ha accettato di collaborare alla lotta di liberazione aderendo al CLN di San Remo. La Democrazia Cristiana ha nominato come suo rappresentante Sascia. Il CLN di San Remo adesso comprende tutte le correnti politiche della nostra zona".
24 aprile 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 636, al Comune di Sanremo, al Commissariato di P.S., al comando dei Vigili Urbani ed al comando dei Vigili del Fuoco - Comunicava che il C.L.N. di Sanremo, organo di governo della città, nell'interesse della popolazione e dell'interesse pubblico disponeva che tutti i dipendenti degli enti in indirizzo erano tenuti a restare al proprio posto. Essi saranno responsabili per la continuazione dello svolgimento dei servizi pubblici e dell'ordine cittadino.
da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945). Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste,  Anno Accademico 1998-1999

lunedì 9 marzo 2020

Il comandante partigiano Vitò iniziò alla Goletta

Triora (IM) - Fonte: Vikipedia
... Guido di Cetta, Guido Arnaldi [in seguito comandante di distaccamento]... diveniva [autunno 1943] il segretario di Vitò [anche Vittò/Ivano, Giuseppe Vittorio Guglielmo] ...

Furono i giovani dell'Alta Valle Argentina [tra] i primi ad aderire al movimento [partigiano]. Provenivano da Cetta, da Loreto, da Bregalla, da Creppo [tutte località o frazioni di Triora (IM)]...

Bisogna attribuire al Comandante Vitò il grande merito di avere saputo utilizzare gli ufficiali dei reparti G.A.F. [Guardia alla Frontiera], che erano rimasti nella zona...

Vitò, da uomo saggio, riconosceva in loro qualità superiori, in guerra, sia per istruzione che per capacità di comando, come avevano nell'esercito. Dovevano però dimostrare di comprendere il vero significato della lotta partigiana ed ispirare nei giovani la fiducia in loro, per il buon esempio, per l'attività, per la dedizione completa alla causa. 

Vitò li mise alla prova...

E gli ufficiali lo compresero e si trovarono bene con lui.
Il contatto umano che si provava stando vicini a Vitò era motivo più che sufficiente per affidarsi e dare fiducia.
Non tutti gli ufficiali passarono a Vitò.
Alcuni tentarono di raggiungere le loro famiglie...
Erano ufficiali che conoscevano la zona ed i fortini di confine; sapevano dove trovare armi e munizioni.

Quelli di un certo gruppetto, pur rimanendo vicini, preferirono rimanere isolati, per il momento, per notare il tipo di organizzazione che si andava sviluppando...

Per prudenza, per bisogno di isolamento si scelse come sede la zona sopra Cetta, Goletta, dove case di campagna potevano garantire un rifugio.
Era un luogo solitario e romito, adatto rifugio e vedetta importante da cui si poteva scorgere ogni movimento dei nazifascsiti.

Bisognava anche dare un aspetto, un volto, una fisionomia al gruppo organizzato.

Vitò aveva ereditato dalla sua partecipazione alla guerra di Spagna metodi ed esperienze.
Affidò il comando militare a Tento e a Guido e si assunse l'incarico di Commissario...

I giovani però non capirono lo scopo e la funzione del Commissario...
Vitò comprese che solo riassumendo il comando militare lui valeva meglio ad incoraggiare gli uomini...

Prima nei paesi della Valle Argentina e poi nei paesi e nelle città della Riviera l'esistenza di quel gruppo partigiano mosse gli animi.
Incoraggiò i dubbiosi e fece decidere gli incerti...

Interessava al nemico tedesco la linea ferroviaria di Val Roia, che era di facile comunicazione con Piemonte e Nizza. Abbandonare la zona significava invitare i partigiani della Liguria ad unirsi con quelli del Piemonte, sempre che i partigiani badogliani accettassero di cooperare con i garibaldini dalla stella rossa.
Vitò conosceva bene i luoghi. Li aveva percorsi quando, ancora giovanissimo, tentava di passare in Francia per andare ad arruolarsi con le truppe volontarie che avrebbero combattuto contro Franco in difesa della Repubblica Spagnola.
La banda di Vitò tentò qualche azione di disturbo all'inizio della primavera del 1944.
Venne organizzato un attacco a Briga Marittima [La Brigue, dipartimento francese delle Alpi Marittime].
Anche per l'alterigia dei partigiani francesi, che rivendicavano solo loro di poter compiere azioni (almeno le avessero fatte!) nel territorio di loro competenza, i garibaldini procedettero attraverso Cima Marta.
A Briga il gruppetto di fascisti, tutti giovanissimi e di recente leva, presi alla sprovvista, non reagirono all'arrivo dei patrioti e si lasciarono disarmare. Temevano giunta la loro ultima ora.
Vitò parlò loro: "Non temete. Non siamo cattivi.  Abbiamo bisogno delle vostre armi. Ho notato che siete stati intelligenti quando le avete consegnate... salite con noi in montagna, vi accoglieremo con simpatia... vi lasciamo qui nella vostra postazione e non vi facciamo alcun male. Non tentate nessun atto di tradimento. Abbiamo tagliato i fili del telefono e  del telegrafo. Nelle alture qui sopra ho lasciato alcuni miei uomini per vigilarvi. Ci rivedremo presto..."...

don Ermando Micheletto *La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975

* ... Don Micheletto per tutta la guerra si adoperò per i partigiani, generalmente in contatto con i gruppi di Vitò, che accompagnò spesso nei loro spostamenti. Esplicherà la sua attività specialmente nell'assistenza e per captare messaggi radio. Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia



venerdì 6 marzo 2020

Il comandante partigiano Fra Diavolo doveva rimanere in Val Tanaro


Ormea (CN) - Fonte: Wikipedia
Negli ultimi giorni di gennaio [1945] in una meravigliosa giornata di sole (con noi c'era anche Rustida * [Costante Brando] che coi suoi ci aveva nel frattempo raggiunto) andavamo verso Nasino [(SV)] senza nessuna meta particolare, quando vediamo venire verso di noi un uomo. 
Lello ** [Raffaele Nante, in seguito vice comandante della IV^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Domenico Arnera" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] con il suo solito umorismo dice: «Sento odore di C.L.N. Questo qua è uno di loro». 
Quando lo incrociamo si ferma e domanda di Fra Diavolo [Giuseppe Garibaldi, già a capo nell'autunno 1943 di un piccolo gruppo partigiano in Cipressa (IM), poi comandante della richiamata IV^ Brigata].
A mia volta gli chiedo cosa vuole. 
Replica che può dirlo solo all'interessato.
Uno dei ragazzi allora gli chiese se era del C.L.N. di Albenga [(SV)] e lui rispose di no, che era un rappresentante del C.L.N. di Ormea [(CN)]. 
Tutti scoppiammo in una grossa risata, che disorientò alquanto il nostro amico.
Allora mi presentai e gli spiegai il motivo di tanta ilarità.
Ci aveva portato alcuni pacchetti di sigarette e ce li offrì. 

Mi appartai con lui, che era latore di una lettera del Comandante della I^ Zona Liguria, una lettera di Curto [Nino Siccardi]. 
Prima di aprirla gli chiesi se ne conosceva il contenuto. «Parzialmente sì» mi rispose. 
Gli dissi che quello che non conosceva non mi interessava, perché certamente sarebbero state parole poco lusinghiere per me.
Aggiunse che era certo che mi sbagliavo e iniziò a spiegarmi il perché della sua visita.
Il Comitato Liberazione Nazionale di Garessio [(CN)] e quello di Ormea [(CN)] avevano deliberato di dar vita ad una formazione Garibaldina Ligure-Piemontese che operasse nell'alta Val Tanaro e nell'alta Val d'Arroscia, nella quale far confluire tutti i giovani desiderosi di combattere contro i tedeschi e i fascisti, ma che per vari motivi non intendevano farlo nelle formazioni Autonome (che noi allora chiamavamo Badogliani, come loro ci chiama­vano Stelle Rosse).
Tradotto in pratica, tutto questo poteva voler dire che gli Autonomi non davano grande importanza al C.L.N. e che, per questo motivo, molto probabilmente, lo stesso aveva deciso di creare o di favorire la formazione di una Brigata garibaldina.

E proprio a me, che ero il «rompiballe» della I^ Zona Liguria, affidava la gatta da pelare.

La zona del Bosco di Rezzo -  © 2020 - Ente Parco delle Alpi Liguri  - Foto: A. Biondo in Parks.it
 
Allora pensai a quanto mi aveva raccontato Italo Cordero [in seguito autore di Ribelle: Esperienze di vita partigiana dalla Val Casotto alle Langhe, dalla Liguria alle colline torinesi, tipografia Fracchia, Mondovì, 1991], uno degli artefici della difesa della Val Casotto, quando per divergenze coi Comandi Autonomi s'era allontanato con sua moglie, rifugiandosi nel bosco di Rezzo [(IM)].

Aprii la lettera di Curto [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] che mi presentava il compagno «Etienne» del C.L.N. di Ormea [(CN)], con il quale mi sarei accordato per l'Alta Val Tanaro e dal quale avrei avuto tutto l'aiuto necessario e anche la presentazione al C.L.N. di Garessio [(CN)].
Il mio vecchio Distaccamento G. Maccanò mi avrebbe seguito in Val Tanaro, senza però il suo comandante Libero che sarebbe stato destinato invece ad altri incarichi.
Di quanto successo davanti al castello di Alto [(CN)] neanche una parola, come se niente fosse accaduto. Con Etienne prendemmo appuntamento per il giorno seguente a Barchi, frazione di Ormea, dove iniziammo i contatti con alcuni partigiani locali che chiedevano di essere arruolati nella costituenda Brigata Alpina «Domenico Arnera». Nella lettera di Curto mi si autorizzava, se lo credevo necessario per il buon andamento della nuova formazione in allestimento, a dipendere direttamente dal Comando I^  Zona.

Fra i partigiani che incontrai a Barchi [Frazione divisa tra Garessio ed Ormea (CN)] ricordo Renzo, Plastico [Tirreno Meacci, comandante di distaccamento], Arturo [Walter, Gravagno, poco dopo vicecommissario di Brigata], King Kong [Secondo Bottero, comandante di distaccamento] ed altri dei quali non rammento più il nome. Dall'incontro capii che il loro desiderio era proprio quello di combattere nella loro valle, sino alla liberazione totale di tutta la zona. Non intendevano abbandonare la loro terra come era già stato loro richiesto, quando in settembre pen­savamo di scendere sulla costa.
Li assicurai subito in proposito e compilammo una carta nella quale tutti quanti ci impegnavamo a combattere in zona fino alla liberazione dell'Alta Val Tanaro: non avremmo permesso a nessuno di giudicare i componenti della Brigata che avessero sbagliato: li avremmo giudicati noi stessi, con un rappresentante per Distaccamento. Presidente del Tribunale sarei stato io, quale Comandante di Brigata.

Rientrarono così in Alta Val Tanaro gli uomini del Distaccamento Giuseppe Maccanò, e dagli stessi venni a sapere che Commissario della sesta divisione Silvio Bonfante era stato nominato allora Mario De Lucis [Carlo De Lucis].
Lo conoscevo e lo stimavo immensamente e la sua nomina a Commissario, con il comandante Giorgio [Giorgio Olivero, comandante, appunto, della Divisione "Silvio Bonfante"], mi dava la certezza di un futuro corretto e leale rapporto. Informai Curto della mia scelta di dipendere dal Comando della Sesta Divisione inviando nel frattempo la prima relazione sul lavoro svolto. Mario Commissario di Divisione voleva dire la certezza che intromissioni come quelle di Bosco e Degolla non si sarebbero più verifi­cate.
Colgo l'occasione per rammentare che la I^ Zona Liguria ha avuto i due validissimi Commissari in Libero [Giulio] Briganti [Libero Remo Briganti, commissario politico del distaccamento garibaldino costituito il 22 febbraio 1944 alla Maddalena di Lucinasco (IM) e della IX^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione" che, da quello, il 20 giugno 1944 si sviluppò, con sede nel bosco di Rezzo (IM), e infine commissario politico della II^ Divisione "Felice Cascione" germinata dalla IX^ Brigata il 7 luglio 1944], morto a Upega [(CN)], e Mario De Lu­cis  [Carlo De Lucis], ambedue di Savona; assurdamente nessuno parla molto di loro, io dirò soltanto che entrambi sono fra gli uomini che più ho stimato e amato nella I^ Zona Liguria.
Dopo l'incontro di Barchi ci trasferimmo definitivamente in Val Tanaro; il nostro compito non era dei più facili ma, grazie a Etienne, a Lucia, anch'essa rappresentante del Partito Comunista nel C.L.N. di Garessio (CN), ai partigiani già ricordati in precedenza e al figlio di Etienne, Aldo, per il 15 di febbraio [1945] avevamo già costituito tre Distaccamenti effettivamente operanti in Alta Val Tanaro. 

Nel dicembre-gennaio precedenti erano stati effettuati grossi rastrellamenti in tutta la provincia di Imperia e pure nel savonese. Molti giovani renitenti alla leva e numerosi partigiani arrestati furono trasferiti a Ceva [(CN)], oppure a Cuneo, e lì incarcerati. I fascisti chie­devano loro in extremis di arruolarsi e giurare fedeltà alla Repubblica Sociale: solo così avrebbero potuto evitare la deportazione nei campi di prigionia nazisti. Dopo un breve periodo di istruzione militare sarebbero stati impiegati nei rastrellamenti, oppure al fronte. 
Venivo a conoscenza di tutto ciò dai parenti che transitavano lungo le mulattiere da noi controllate quando si recavano a trovarli. Questi viandanti sceglievano la stra da meno battuta perché portavano sempre con sè un po' d'olio che servi­va ad alleviare le pene della detenzione ai loro congiunti.
Lucia, la rappresentante del C.L.N. di Garessio [(CN)], decise di intervenire sui giovani che avevano già aderito alla Repubblica di Salò per invitarli a disertare ed a unirsi a noi.
Dai parenti che transitavano nella nostra zona, si facevano dare gli indirizzi, e Lucia poteva così presentarsi ai giovani dando loro tutte le indicazioni per raggiungere le nostre formazioni.

Ricordo sempre l'arrivo del cugino di Cion, Bonfante (nome di battaglia «Automatico»), nativo di Cenova [Frazione di Rezzo (IM)]...

Coi nuovi arrivati da Cuneo e da Ceva [(CN)], e coi primi lanci degli alleati, organizzammo altri due Distaccamenti funzionanti. 
Al Comando di uno di questi fu destinato Franco Bonello, un ragazzo di Rezzo [(IM)] che era stato fatto prigioniero ai primi di gennaio del 1945 e che, quindi, era fuggito anche lui da Ceva [(CN)], il mese dopo. Per il secondo Distaccamento, non avendo accettato Rustida * [Costante Brando] il comando, lo convinsi a farne le veci fino a che gli uomini non avessero trovato un altro Comandante...

Giuseppe Garibaldi (Fra Diavolo), Dalla Russia all'Arroscia. Ricordi del tempo di guerra, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 1994
 
Il 13 marzo 1945 truppe tedesche partono [da Ormea] verso Ceva su autoblindo. Il 14 vengono iniziati lavori di gallerie e rifugi dietro il municipio e dietro il palazzo delle scuole. Il 15 marzo alcuni apparecchi in picchiata lanciano centinaia di manifestini sulla cartiera in lingua tedesca. Intanto continuano gli spari di molestia da parte dei partigiani. Il 4 aprile Ormea è quasi deserta ed il comando tedesco ordina il coprifuoco, perchè nessuno si è presentato a lavorare nei rifugi in costruzione.
Guida di Ormea, a cura delle "Campane di San Martino", 1986

2 marzo 1945 - Dal commissario [Mario, Carlo De Lucis] della Divisione "Silvio Bonfante" al Comando della I^ Zona Operativa Liguria - Relazione politica sull'attività di febbraio 1945: ... i primi giorni sono stati impiegati per riorganizzare i Distaccamenti  dopo i rastrellamenti di fine gennaio... inviato Frà Diavolo in Val Tanaro per riorganizzare gruppi garibaldini...

3 marzo 1945 - Dal capo di Stato Maggiore [Ramon, Raymond Rosso] della Divisione "Silvio Bonfante" al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava che a Fra Diavolo, che chiedeva se doveva tornare, aveva risposto di rimanere in Val Tanaro, e poneva il quesito se nominare di nuovo Fra Diavolo comandante della III^ Brigata "Ettore Bacigalupo"...

4 marzo 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 170, al capo di Stato Maggiore della Divisione - Comunicava che... "Fra Diavolo" doveva continuare, anche se in disaccordo con "Martinengo"  [Eraldo Hanau, comandante della Brigata 'autonoma' Val Tanaro della IV^ Divisione Alpi del Iº Gruppo Divisioni Alpine 'autonome' che facevano riferimento al maggiore Enrico Martini 'Mauri'], la sua opera in Val Tanaro...

10 marzo 1945 - Dal comando del Distaccamento divisionale "Mario Longhi" al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Informava che Frà Diavolo aveva preso contatto con un rappresentante del CLN di Garessio e che quest'ultimo aveva assunto l'impegno a rilasciare un'autorizzazione alla presenza di reparti garibaldini in Val Tanaro...

25 marzo 1945 - Da "Pantera" [Luigi Massabò, vice comandante della Divisione "Silvio Bonfante"] al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Segnalava... il 22 marzo 1945 "Fra Diavolo" aveva compiuto un attentato sulla strada 28 in cui avevano trovato la morte un maggiore tedesco ed altri soldati...

26 marzo 1945 - Dal Comando Operativo [comandante "Curto", Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comando [comandante "Giorgio", Giorgio Olivero] della Divisione "Silvio  Bonfante" - Comunicava che per ordine del Comando Militare Unificato Regionale [CMURL] la Divisione veniva rinominata "VI^ Divisione d'assalto Garibaldi Silvio Bonfante" e chiedeva notizie sull'imminente riunione tra CLN e garibaldini.

28 marzo 1945 - Dal comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Comunicava che... il 22 marzo il Distaccamento divisionale "Mario Longhi", comandato da "Fra Diavolo" aveva ucciso sulla strada 28 in Val Tanaro un maggiore tedesco e 3 soldati.

15 aprile 1945 - Dal commissario della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"  al comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Informava che: ... Frà Diavolo ha attaccato nei giorni scorsi una macchina tedesca ferendo un tenente colonnello: la formazione colà stanziata funziona bene e continua ad arruolare nuovi volontari...

17 aprile 1945 - Dal comando della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" alla "formazione in Val Tanaro" [non era ancora stata ufficializzata la IV^ Brigata "Domenico Arnera"] - Chiedeva la presenza del comandante "Fra Diavolo" [Giuseppe Garibaldi] ad una riunione ad Alto per discutere un piano con "Basco" [anche "Blasco", Giacomo Ardissone, vice comandante della II^ Brigata].

19 aprile 1945 - Dal Comando Operativo [comandante Curto Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comandante Martinengo [Eraldo Hanau] -  Si rispondeva ad una comunicazione affermando che "l'offerta delle munizioni per i St. Etienne è la più bella dimostrazione dello spirito di collaborazione e amicizia che ci lega e che deve essere sempre più perfezionato. L'alta Val Tanaro non deve essere un elemento di discordia, ma il campo per la lotta comune per poi ricostruire insieme la pace".

19 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comandante della IV^ Divisione  'autonoma' Alpi - Si dichiarava che il capitano Bentley [ufficiale alleato di collegamento con i partigiani della I^ Zona] aveva richiesto le armi nascoste a Viozene. Che le armi, anche se recuperate, non erano mai state consegnate al richiedente. Che non era veritiera l'affermazione del "maggiore" secondo la quale "disposizioni superiori stabiliscono che tutto il Piemonte è di giurisdizione dei gruppi 'Mauri'. Che le suddivisioni amministrative non risultavano attendibili quanto "la demarcazione fisica" rappresentata dalle Alpi. Che tutta la zona a sud delle Alpi era indispensabile alle formazioni Garibaldi per poter difendere l'Alta Val Tanaro. Che nella Val Tanaro le richiamate organizzazioni autonome non avevano organici sufficienti per procedere ad un'adeguata occupazione del territorio. Che di conseguenza lo scrivente comando della I^ Zona aveva deciso di fare agire alcune sue strutture nella zona di Garessio-Ormea-Ponti di Nava. Che si prendeva nota del desiderio di collaborare fraternamente nella lotta. Che il capitano Bentley era già addivenuto tramite incontro ad un accordo con la missione inglese presso le formazioni 'Mauri' per ottenere una proficua collaborazione più generale.

19 aprile 1945 - Dal Comando [comandante Curto Nino Siccardi] della I^ Zona Operativa Liguria al comando della VI^ Divisione d'assalto Garibaldi "Silvio Bonfante" - Segnalava che aveva stabilito di inviare presso le formazioni 'Mauri'  un ufficiale di collegamento, pensando di conferire tale incarico a Giovanni 'Gino' Fossati, comandante della II^ Brigata "Nino Berio", da sostituire con Giacomo 'Basco' Ardissone o "altro elemento capace".

23 aprile 1945 - Da "Boris" [Gustavo Berio, vice commissario della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] al comando della VI^ Divisione - Scriveva che "Frà Diavolo ha effettivamente 150 uomini... la val Tanaro è completamente nostra politicamente, lo deve essere anche militarmente".

23 aprile 1945 - Dal comando [comandante "Fra Diavolo", Giuseppe Garibaldi] della IV^ Brigata "Val Tanaro" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al comando della VI^ Divisione - Comunicava che "poiché dell'ultimo lancio non è giunto nessun rifornimento bellico alla Brigata in indirizzo, nonostante si fosse fatto presente che i suoi 4 Distaccamenti sono disarmati, potete fare conto che la Brigata non esista più. Sospendiamo il nostro lavoro di organizzazione fino ad una vostra risposta... è inutile assegnare delle zone senza delle armi per poterle controllare". 

da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico 1998 - 1999
 
Alcuni giorni dopo [a fine marzo 1945] ricevetti l'ordine di mandare un Distaccamento a Viozene, a disposizione del Comando Zona. Decisi di andare con cinque squadre, una per distaccamento e col vice Comandante di Brigata Lello **. Credevo che Osvaldo [Osvaldo Contestabile], il Commissario, ormai completamente ristabilito, prendesse contatto con i vari Distaccamenti e anche con i componenti del C.L.N. perchè, è doveroso dirlo, i contatti con i vari componenti degli stessi non erano sempre improntati alla più schietta cordialità, (anche se, nel caso del C.L.N. dell'alta Val Tanaro, avevamo sempre trovato la massima comprensione.) Per Osvaldo invece le sue esperienze antecedenti (Commissario della quinta Brigata della Cascione e Commissario della Divisione Bonfante) lo avevano lasciato assai diffidente.
Arrivammo a Viozene e ci sistemammo in una frazione del paese. Subito dopo mi recai a salutare Curto. Mi feci accompagnare da alcuni garibaldini, ma lasciai Lazzaro con Lello e gli altri, raccomandando loro di fare in modo che non rimanesse mai solo. Curto mi chiese notizie della Brigata alpina, dei Distaccamenti, dei loro Comandanti. Lo informai di Rustida *, forse era stato il primo ex Sanmarco a diventare Comandante di Distaccamento, gli raccontai della sua eroica morte e il duro Curto mi disse: «Immagino quello  che provi, perché so che eravate uniti; il tuo grande difetto è che ti affezioni troppo ai tuoi uomini migliori, e in guerra, in special modo nella guerra partigiana, questo porta indubbiamente dei vantaggi. Ma si corre anche il rischio, nel caso della perdita di uno di questi, di non essere abbastanza sereni». Capii che lui, in quel momento, pensava alla morte di Giulio e di Cion e al suo errato comportamento a Carnino; lo interruppi e gli disssi: «Tu pensi a Upega; ma io sono certo che, se non avessimo avuto la disgrazia di avere con noi il Prof., le cose sarebbero andate in altro modo. «Puoi anche avere ragione», rispose.
Giuseppe Garibaldi (Fra Diavolo), Op. cit., p. 187
 
* Costante Rustida Brando. Nato a Milano il 25 ottobre 1925. Ex sergente sanmarchino, fa esperienza organizzativa al comando di Massimo Gismondi “Mancen” e di Nino Siccardi “Curto”; in seguito si unisce a Giuseppe Garibaldi “Fra Diavolo”. Molto stimato dal comando partigiano e da “Fra Diavolo”, dopo i rastrellamenti del gennaio 1945, è mandato a capo del distaccamento “Gian Francesco De Marchi” a Nasino, zona ritenuta più tranquilla. Il 20 marzo i tedeschi puntano su Nasino, accompagnati da una spia borghese che li porta direttamente presso l’accampamento del distaccamento sito in località Scuveo. Gli attaccanti a causa della scarsa visibilità possono scendere indisturbati verso il casone. L’allarme non viene dato in tempo e i garibaldini sono colti di sorpresa; “Rustida”, tenendo a bada i nemici con la sua arma automatica permette ai compagni di allontanarsi; è raggiunto da un colpo di mortaio che gli squarcia il ventre e gli causerà una fine atroce: ha la gamba quasi staccata dall’anca. Esaurite le munizioni, rompe l’arma e si uccide con un colpo di rivoltella per non cadere vivo in mano dei tedeschi, i quali non permetteranno ai fascisti di togliergli le scarpe. A Costante Brando è intitolato un Distaccamento della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione.
Arrivano i Partigiani, inserto, I RESISTENTI, ANPI Savona, 2011

** La sorella di Lello, Angela Nante, Angioletta, fu aiutante sanitaria della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione; il fratello Libero, Meghettu, dirigente sanitario, invece, della già richiamata II^ Brigata. A Libero Nante, che dopo la guerra divenne un insigne clinico, venne dedicato, su Scuola Igiene e Sanità dell'Università di Siena, un forte profilo, che ci si ripromette di pubblicare qui schematicamente in una prossima occasione, ma dal quale si riprende ora una premessa, concernente i genitori dei fratelli Nante: ...  Ad Oneglia (Imperia)... padre, Nicola (“Coluccio”), era stato Vice-Sindaco  di  quella  città, nonché  Segretario  locale  del  Partito  Socialista,  che  in  Oneglia ebbe i natali, e aveva fondato una cooperativa di pescatori improntata agli ideali del socialismo; aveva sposato Giovanna  (“Nannina”) ...
 

Angioletta Nante, staffetta partigiana - Fonte: I Trucioli

Sabato 7 dicembre, l’Istituto Storico per la Resistenza e l’età Contemporanea della Provincia di Imperia - ISRECIM ha dedicato il suo prestigioso Archivio con una targa (allegata) alla memoria dei Fratelli Libero, Angioletta e Lello Nante, distintisi nella guerra partigiana combattuta sulle montagne della nostra I Zona Liguria (geograficamente compresa tra Ventimiglia e Ceriale).
Lo storico Ferruccio Iebole ha arricchito la cerimonia con una interessante commemorazione.
All’inizio del 1944, sfuggiti alla persecuzione nazifascita, con i genitori Coluccio e Nannina, dalla natia Oneglia a Viozene, i tre ragazzi vennero reclutati dal mitico Comandante Partigiano Nino Siccardi (Curto) ed adibiti i primi due (Libero, ventiquattrenne, studente di Medicina, Angioletta, quindicenne) all’organizzazione di un ospedaletto da campo ed il terzo (ventenne) alla prima linea.
A seguito del terribile rastrellamento di Upega, che costrinse i Partigiani, decimati, ad una epica ritirata tra le montagne ghiacciate, la famiglia, in ordine sparso, si ritrovò sul versante piemontese, a Fontane, in val Corsaglia. Qui Lello venne nominato Vice Comandante della neocostituita VI Brigata del celebre Fra Diavolo e Libero venne inviato, con compiti ufficialmente sanitari e, meno dichiarati, informativo-esplorativi, ad Alto in Val Pennavaire.
Iebole ha raccontato di quando Libero, in missione, sfuggì ad un agguato, avendo incontrato nel bosco una ambigua donna, che fungeva da guida ad una colonna nazifascista. Della donna in seguito si persero le tracce. In assoluta anteprima Iebole ha svelato, per l’occasione, l’identità della donna. Le sue ricerche, infatti, lo hanno portato ad identificarla in Oliva Fioretta Cordella, nata 1913 nel Bellunese, coniugata e residente a Vado Ligure, impiegata nella Croce Rossa savonese: essa si trovava ausiliaria della suddetta colonna nazifascista, dalla quale veniva anche utilizzata come spia per la sua fisica avvenenza e per il suo bilinguismo italiano e tedesco. Come tale venne in seguito giustiziata in segreto, tanto che nemmeno gli stessi Comandi partigiani seppero riferirne a Libero a fine guerra.
Di Lello, oltre al valore militare, Iebole ha raccontato l’equilibrio, quando Presidente del Tribunale Partigiano, emise nei confronti di un informatore fascista un giudizio di “pacatezza sconosciuta per quei tempi per la gravità delle colpe”. La sentenza di morte fu, infatti, tramutata da Lello in ammenda di 200.000 lire, molto utili al sostentamento della Brigata. “Che  differenza tra giustizia partigiana e giustizia fascista ! Semi di una pacificazione già presenti prima che fossero deposte le armi; l’impiego della ragione precedeva le vendette e i giorni  difficili dell’ira!” Libero concluse la sua militanza ribelle scendendo, il 25 aprile 1945, ad Albenga con il suo distaccamento ed organizzando, nell’ospedale cittadino, corsie per soccorrere i partigiani feriti. Poi ivi rimase come Medico Condotto dell’entroterra ed in seguito creatore delle due case di cura Villa Salus e Clinica San Michele. Angioletta (che in montagna gli era stata “staffetta” e “aiutante”) si fermò con lui ad Albenga, mentre Lello tornò, operaio, ad Imperia [...]
Redazione, Svelata targa alla memoria dei fratelli Nante: anche la città di Albenga presente alla cerimonia, La Voce di Genova.it, 9 dicembre 2019