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domenica 1 novembre 2020

Nei primi di ottobre 1943 Erven dopo varie peripezie raggiunge la sua abitazione a Taggia

Taggia (IM): uno scorcio

Bruno "Erven" Luppi. Nato a Novi di Modena l'8 maggio 1916. Figlio di un antifascista, fin da ragazzo prese parte alla lotta clandestina contro il regime fascista e, nel 1935, venne arrestato e incarcerato a Modena.  Trasferitosi a Taggia (IM), si inserì nell'organizzazione comunista clandestina di Sanremo (IM). L'8 settembre 1943 era ufficiale dell'esercito quando venne catturato dai tedeschi. Riuscì però a fuggire a Roma dove partecipò ai combattimenti di Porta San Paolo. Tornato nuovamente in Liguria, fu tra gli organizzatori della lotta armata ed entrò a far parte del C.L.N. di Sanremo. Per incarico della Federazione Comunista di Imperia il 20 giugno 1944 organizzò, con altri dirigenti del partito, la prima formazione regolare partigiana del ponente ligure, la IX^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione", con sede nel bosco di Rezzo (IM), la quale diventò a luglio 1944 la II^ Divisione "Felice Cascione".  Il 27 giugno 1944 da comandante di Distaccamento venne gravemente ferito nella battaglia di Sella Carpe tra Baiardo (IM) e Badalucco (IM). Per mesi riuscì avventurosamente, ancorché costretto alla macchia pur nelle sue tragiche condizioni di salute, a sottrarsi alla cattura da parte del nemico. In seguito, appena guarito, assunse la carica di vice commissario della I^ Zona Operativa Liguria.  Vittorio Detassis su Isrecim

Nei primi di ottobre 1943 [Bruno Erven Luppi] dopo varie peripezie raggiunge la sua abitazione a Taggia per prendere contatto con i vecchi compagni e con i quali organizza a monte della città, in località Beusi, una prima banda armata composta da una ventina di giovani, in gran parte militari sbandati. Ma la banda ha vita breve poiché si scioglie nel novembre successivo. In quel periodo entra a far parte del Comitato di Liberazione di Sanremo, come rappresentante insieme al Farina del PCI, con l’incarico di addetto militare. Organizza pure il CLN di Taggia e una cellula del PCI ad Arma, coadiuvato dai compagni Mario Cichero, Candido Queirolo, Mario Guerzoni e Mario Siri. Con i Sanremesi dà vita ad un giornale  clandestino quindicinale dal titolo "Il Comunista Ligure", ciclostilato nel retro del negozio del Cichero stesso. Il gruppo prende pure contatto con la banda armata di Brunati [n.d.r.: Renato Brunati, arrestato il 6 gennaio 1944, deportato a Genova e fucilato dalle SS il 19 maggio 1944 sul Turchino], dislocata a Baiardo e con altre formatesi in Valle Argentina.  
Francesco Biga, Ufficiali e soldati del Regio Esercito nella Resistenza imperiese in Atti del Convegno storico LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA di venerdì 14 maggio 2004, organizzato a Savona, Sala Consiliare della Provincia, dall'Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Savona (a cura di Mario Lorenzo Paggi e Fiorentina Lertora)
 
Erven... È della preparazione del movimento partigiano che voglio parlare, cioé di quello che é stato prima. Il C.L.N. venne costituito solo nel novembre 1943. Vi era il C.L.N. a Taggia (IM) che era formato dal senatore Anfossi, da Aliprandi, da altri che adesso non ricordo e da me. Poi c'era un C.L.N. a Sanremo (IM), nel quale figuravano tra gli altri Maifré, Bobba, Farina, Nuvoloni, Ferraroni... Nell'ottobre 1943 a Taggia c'erano due gruppi di partigiani in formazione, uno in una vallata dietro il cimitero ed un secondo in regione Beusi. Con questi gruppi avevo anch'io dei rapporti. Ricordo che si era associato anche il maresciallo Genova. Erano una ventina, ma non erano organizzati... E nei suoi ricordi appare Arma di Taggia. Anche ad Arma di Taggia si formava un C.L.N. con Candido Queirolo, Mario Cichero, Mario Siri, Mario Verzoni. Quest'ultimo andrà poi a Milano e là proseguirà la sua azione partigiana. Candido Queirolo si spingerà sino a Firenze e vi rimarrà per un lungo periodo di tempo. 
don Ermando MichelettoLa V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975
 
Fra gli antifascisti di Taggia egli ["Erven", Bruno Luppi ] aveva conosciuto, ancora prima della guerra, il veterinario Giovanni Neri, già sopra menzionato. Ora il Neri mette in contatto Erven col farmacista di Molini di Triora, anch'egli antifascista. Dietro indicazione del farmacista di Molini, Erven va da un negoziante di Sanremo, per avere denari per l'organizzazione delle bande, e il negoziante lo manda da un certo Parodi, già membro del Gran Consiglio del fascismo, e residente in Sanremo, in Corso Matteotti. Erven non sa se vi sia stato uno sbaglio da parte del negoziante, oppure da parte sua. Egli si presenta, fa la sua richiesta, e il Parodi lo minaccia e gli intima di presentarsi immediatamente, come ufficiale, al Comando tedesco. Erven esce; ma subito ritorna, dice di avere avvertito i suoi amici, che lo aspettavano in fondo alla scala, i quali lo vendicheranno, se gli verrà fatto del male; afferra quindi l'apparecchio telefonico del Parodi, e lo rompe, buttandolo a terra.
Dopo il Congresso fascista di Verona (14 novembre 1943), i fascisti avevano fatto venire dalla Francia dei militi, giovani quasi tutti dai 15 ai 17 anni, che dicevano essere figli di emigrati italiani. Questi militi fascisti, assai numerosi, avevano preso sede nella Caserma Revelli di Arma di Taggia.
Dopo vario tempo, vi erano stati degli arresti fra gli antifascisti: in Taggia erano stati arrestati l'avv. Secondo Anfossi e Vivaldi Giacomo, verso la fine del dicembre '43.
Altri antifascisti erano stati costretti a fuggire.
Viene arrestato il Brunati, che era specialmente in rapporti di amicizia con Calvini G.B. e con la sig.na Meiffret.
Vi sono degli arresti anche fra i membri del già citato Comitato interpartitico che teneva le sue riunioni nel palazzo della sig.na Meiffret, e di cui faceva parte Erven.
Sono arrestati l'avv. Nino Bobba (poi rilasciato) e Calvini G.B.
Erven, mentre era di passaggio in Sanremo con armi nascoste nelle pieghe degli abiti, incontra in un bar il figlio di Umberto Farina, il quale lo informa di alcuni arresti, e gli raccomanda di avvertire Calvini G.B.
Erven va da Calvini G.B. in Bussana, a tarda sera, forse intorno alle 20,30-21, gli dice che vi sono stati degli arresti, e lo esorta a fuggire. Calvini, tuttavia, pensa che il pericolo non sia imminente, non fugge subito, e la notte stessa viene arrestato.
Frattanto Erven, dopo avere avvertito il Calvini, attraversando la campagna si porta in una località sotto Beusi, dove pernotta presso un piccolo gruppo alla macchia da lui precedentemente costituito.
Da un po' di tempo Erven aveva costituito il suddetto gruppo, formato di otto o dieci giovani. Erven, in genere, pernotta presso il gruppo stesso, mentre di giorno, sia pure con cautela, continua a svolgere il suo lavoro organizzativo in città.
In detto gruppo vi era pure, con un figlio e col genero, il maresciallo del disciolto esercito Genova Carmelo (chiamato «Radio» per nome di battaglia). Il maresciallo Genova aveva aiutato Erven per il fatto della farina presa in Taggia, nei magazzini dei Del Pietro. Insieme col genero, il maresciallo Genova fu ucciso dai nazifascisti durante la guerra partigiana: la moglie e la figlia del Genova rimasero ciascuna con alcuni figli assai piccoli.
Altre persone, allora presso Beusi, e più tardi cadute per mano dei nazifascisti, sono: Candido Queirolo, di cui si tornerà a parlare fra poco, e Lanteri Francesco (Chiccò), nella casa del quale i giovani alla macchia solevano riunirsi.
I fatti, che sopra sono stati riferiti, portano un certo rallentamento, e qualche pausa, nell'azione dei gruppi dei quali faceva parte Erven; e, da un certo momento in poi, l'azione organizzativa e l'attività in generale verranno intensificate dal gruppo di Arma di Taggia, fra i componenti del quale vi erano: Bruno Luppi (o «Erven»), Mario Cichéro (o «Peccivò»), Mario Guerzoni, Mario Siri, Candido Queirolo («Marco»), nonché i fratelli Lantrua Francesco e Giuseppe, che avevano il servizio delle corriere nella Valle Argentina.
Tale gruppo si pose specialmente il compito di mandare aiuti di viveri e di altri generi vari al farmacista di Molini di Triora, affinché li recapiti al gruppo partigiano di Vittò [Giuseppe Vittorio Guglielmo] e di Tento; Simi Domenico, invece, quando gli era possibile venire in Taggia, teneva specialmente i contatti fra il fondo valle e il gruppo presso Beusi, nel quale vi era Onorato Anfossi.
Pare opportuno, a questo punto, fare un passo indietro nel tempo. Erven, che fin dall'inizio della sua attività dopo l'8 settembre '43 si era adoperato per creare gruppi in montagna, aveva incontrata una certa difficoltà, che - in sostanza - si riscontrava un poco dovunque; fra i giovani, fuggiti in montagna subito dopo l'armistizio, alcuni erano tornati in città, dopo una breve permanenza alla macchia; altri si limitavano a tenersi nascosti ma non erano disposti a formare gruppi di combattimento; altri ancora erano scettici circa la possibilità di creare un'organizzazione efficiente.
Erven, infine, aveva fatto puntate nei villaggi; e a persone fidate aveva dato l'incarico di informarlo, qualora nella loro zona si fossero formati dei gruppi, con i quali trattare.
Dopo qualche attesa, il farmacista di Molini di Triora aveva comunicato a Erven che finalmente un gruppo deciso si era formato in montagna, presso Triora (poi risultò essere il gruppo di Vittò e di Tento). Tale comunicazione fu fatta direttamente a Erven dal farmacista di Molini, probabilmente nel gennaio del '44, verso la fine del mese (il farmacista di Molini di Triora scendeva in Taggia ogni settimana per prendere farmaceutici e altra roba varia, e si recava anche da Erven).
Erven, per esortare maggiormente il farmacista di Molini di Triora, aveva alquanto esagerato nel descrivere la consistenza e l'efficienza dell'organizzazione militare in generale; in verità, i mezzi erano pochi. Tuttavia il Comitato di Arma di Taggia, appoggiato dai comunisti di Sanremo, si mette all'opera, per reperire aiuti, e mandarli a Tento e a Vittò, pur non avendo ancora avuto diretti contatti con essi. Come già detto, il materiale sarà inviato al farmacista di Molini di Triora, per mezzo delle corriere Lantrùa; il farmacista di Molini farà avere il materiale a Vittò e a Tento.
Gli aiuti suddetti, però, dapprima erano assai limitati; e cominciarono ad essere più consistenti dopo qualche tempo.
Nel marzo '44 sorgono nuove difficoltà. Luigi Nuvoloni è costretto a fuggire, perché ricercato dalla Gestapo. Fugge con una carta di identità falsa, e con un libretto di commerciante ambulante, il tutto fatto da Erven, con materiale e con timbri del Comune di Taggia.
Nuvoloni non salirà ancora in montagna; si recherà in altra zona, pare nella zona di Andora, presso una famiglia amica, e continuerà a lavorare per il Partito. Erven lo ritroverà solo nella seconda quindicina di giugno, durante la battaglia di Carpenosa. Partito Nuvoloni, delle persone, che erano state specialmente in contatto con lui, erano rimaste, fra gli altri: Ferraroni, Farina Umberto, Manetti Oreste, Pippo Anselmi. Nuvoloni cadrà il 24-6-44 nel bosco di Rezzo.
Anche Candido Queirolo (Marco), nei primi giorni del marzo '44 lascia la zona di Imperia, e va per qualche tempo a Firenze, dove aveva un fratello, Mario.
In questo periodo Erven era solito pernottare ancora presso Beusi, mentre di giorno operava in città, col gruppo di Arma di Taggia e con quello di Sanremo.
Frattanto Erven, per incarico del Partito (PCI), si era incontrato con Curto [Nino Siccardi]. L'incontro, con espedienti vari per il reciproco riconoscimento, era avvenuto in Artallo [Frazione di Imperia], dopo un primo appuntamento mancato a causa di un disguido.
Durante l'incontro si era stabilito che Curto avrebbe preso contatto specialmente con i gruppi di montagna dislocati nella zona di Imperia, mentre Erven viene specialmente incaricato di prendere contatto con gli eventuali gruppi dislocati nella Valle Argentina.
Col gruppo di Vittò e Tento, Erven - come si è detto - aveva già presi contatti indiretti, tramite il farmacista di Molini di Triora, prima del ferimento di Vittò, avvenuto nella battaglia di Gavano del 26-3-44.
Dopo il ferimento di Vittò, Curto, che era già stato informato dal Partito e da Erven dell'esistenza di quel gruppo, ritiene che si debba prendere diretto contatto con Vittò e con Tento, e ne dà incarico a Erven.                                                                                                                                                        Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, pp. 268-272

[…] uno scritto che dietro mia richiesta è stato gentilmente preparato dal dottor Ilo Martini, ex ufficiale dell’esercito, nominato Comandante della Divisione SAP “G.M. Serrati”. Lo scritto ciclostilato è intitolato Appunti, memorie e ricordi del Comandante Ilo Martini (Rolando) e porta la data dell’ottobre 1969: […] In primavera [del 1944] mi recai verso Arma di Taggia ove, tramite il CLN provinciale e quello locale, era stato fissato un incontro con il comandante ed il commissario di quel gruppo di azione partigiana […] Era importante prendere accordi sul piano operativo, coordinando le azioni con il CLN locale, il CLN provinciale, il Comando di zona delle formazioni partigiane e il nostro Comando Divisione “G.M. Serrati” […] Insistetti sulla necessità dei collegamenti zonali e settoriali, oltreché centrali, e diedi le istruzioni per prendere contatto con le formazioni di Sanremo, Bordighera, Ventimiglia, Riva e San Lorenzo, sino ad Imperia. Diedi incarico di organizzare un incontro con il Comando delle formazioni SAP di Sanremo e con quello di Bordighera e di Ventimiglia-confine. Fu anche ipotizzato un incontro con le forze operanti sulla costa francese di Mentone e Villafranca sino a Nizza […]” 
Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992