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Lastra commemorativa dell’eccidio in data 14 gennaio 1944 di 11 partigiani ed un civile perpetrato in Pellone di Miroglio, Frazione di Frabosa Sottana (CN) - Fonte: Pietre della memoria |
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Fonte: Viaggio nel Monte Regale |
Italo Cordero, Ribelle: Esperienze di vita partigiana dalla Val Casotto alle Langhe, dalla Liguria alle colline torinesi, tipografia Fracchia, Mondovì, 1991, pp. 56-57
[ n.d.r.: Giorgio <Giorgio I, poi Cis> Alpron a dicembre 1943 fu presente ad Alto (CN), in quanto attivo nei collegamenti con Mauri e con il servizio Lanci dell'Organizzazione "Otto". Passò, poi, a militare nelle formazioni garibaldine della I^ Zona Operativa Liguria nelle quali diventò in seguito capo di Stato maggiore della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della Divisione "Silvio Bonfante ]
I tedeschi avevano nel frattempo posto un loro importante quartiere generale nell'Albergo Miramonti di Garessio (CN).
I nazisti furono, tuttavia, attaccati proprio nell'Albergo dai "ribelli", badogliani, ma non solo.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 - 1999
ANPI Cuneo
Verso la fine del febbraio '44 (nei giorni dal 25 al 27) vi era stata la battaglia di Garessio, con l'attacco dei partigiani al Miramonti, albergo nel quale si erano asserragliati i i tedeschi. Questi, con lo scopo di compiere una vasta opera di rastrellamento specialmente contro i partigiani di Val Casotto, avevano occupato Garessio (25 febbraio), incominciando subito a commettere uccisioni e devastazioni, e avevano posta la loro sede nell'albergo Miramonti. Attaccati dai partigiani di Mauri, convenuti da varie parti, la battaglia aveva assunto ampie proporzioni, svolgendosi contemporaneamente in diverse località. Infine i tedeschi, dopo aver compiuto numerosi massacri con la cooperazione di militi fascisti del battaglione San Marco, avevano lasciato il paese (27 febbraio); ma vi erano stati strascichi dolorosi anche nei giorni seguenti. Durante questi fatti il 26 febbraio '44 era stato ripetutamente ferito in combattimento e dai militi fascisti catturato, torturato e ucciso Sergio Sabatini.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia
Fonte: Pietre della memoria |
* Sergio Sabatini. Medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: "Giovane partigiano di eccezionale coraggio, rinunciava alla licenza per partecipare con i propri compagni ad un’azione di particolare importanza contro un presidio tedesco. Ferito due volte durante l’epica lotta e costretto dietro ordine del comando a ritirarsi per esaurimento delle munizioni, si offriva volontario per portare ordini ad un reparto impegnato su altro tratto di fronte. Ferito una terza volta nell’attraversare una zona scoperta e battuta tentava ancora con le ultime forze di assolvere il suo compito, finché, colpito una quarta volta al petto, cadeva nelle mani del nemico, che dopo avere tentato invano di estorcergli notizie sull’organizzazione partigiana, lo seviziava barbaramente. Condotto a morte, l’affrontava con sprezzo gridando al nemico: «Mio padre mi ha insegnato a vivere, io vi insegno a morire». Fulgido esempio di valore e di fermezza". Garessio, 25-26 febbraio 1944
Nella squadra di Martinengo [Eraldo Hanau] a tenere una posizione importante sopra il paese c'era anche lo studente onegliese Sergio Sabatini. I suoi compagni sapevano che sparava bene alla mitraglia: allora gliela diedero in consegna con tutto l'occorrente per la postazione; ma più tardi i tedeschi lo catturarono ferito, perché si era fidato troppo andando allo scoperto quando partì volontario per portare un ordine urgente ai mortaisti. Anche i nazifascisti capirono che era un ragazzo in gamba molto deciso, che non dava segno di dolore manco quando provarono a picchiarlo per farlo parlare. Cosicché prima di ricominciare cercarono di convincerlo con le buone; ma lui continuava a dire di no, che lì c'era per conto suo e basta; poi lo torturarono con accanimento avendo perso la pazienza, per fargli dire del comando e dei comandanti.
Osvaldo Contestabile, Scarpe rotte libertà. Storia partigiana, Cappelli editore, 1982, pp. 23-24
È insignito di Croce di guerra alla memoria: "Partigiano ardito e coraggioso, già ripetutamente distintosi in precedenti circostanze, durante un aspro combattimento per la conquista di un importante centro abitato, trovava morte gloriosa alla testa dei suoi compagni". Garessio 1° febbraio - 26 febbraio 1944
A Giorgio Carrara venne intitolato un distaccamento della Brigata "Domenico Arnera" della Divisione d’assalto Garibaldi "Silvio Bonfante".
Redazione, Arrivano i Partigiani, inserto "2. Le formazioni di montagna della I^ e della VI^ Zona Operativa Ligure che operavano nella provincia di Savona", I RESISTENTI, ANPI Savona, 2011
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Ruderi di un casone utilizzato dai partigiani in Val Casotto. Foto: Claudio Galli |
Il 9 marzo 1944, data la grande necessità di armi, venne effettuato da una trentina di volontari, capitanati dal tenente Renzo Merlino un assalto alla caserma dei carabinieri di Pieve di Teco. Dopo uno scontro a fuoco, breve, ma intenso, il presidio si arrese consegnando armi e munizioni; ipotizzando, però, una reazione nemica, i partigiani si trasferirono da Ormea ai Forti di Nava.
ANPI Savona, Op. cit.
L'11 marzo 1944 nello scontro nella zona di Nava, nel comune di Pornassio (IM), perirono altri due patrioti imperiesi, Olivio Livio Fiorenza e Giovanni Ramò. Al fatto d'armi parteciparono partigiani autonomi di Martinengo [anche Capitano Martinengo, Eraldo Hanau] e gruppi di resistenti del posto non ancora collegati con le organizzazioni antifasciste.
Rocco Fava, Op. cit.
Olivio Fiorenza, nato a Pornassio (IM) il 15 marzo 1924, contadino. Si aggrega con alcuni partigiani di Albenga e dintorni al 3^ distaccamento della Colla di Casotto nelle squadre di Trappa e Valdinferno. Il giorno 10 marzo 1944, Martinengo [Eraldo Hanau] delle Formazioni Mauri, con gruppi di badogliani fatti affluire da Garessio, unitamente a partigiani di Ormea disarma il presidio dei carabinieri di tale località. Il giorno successivo gruppi di badogliani e gruppi di resistenti del posto, non ancora collegati ad alcuna organizzazione, combattono nella zona di Pornassio contro i tedeschi che vengono respinti ai Forti di Nava. Nel corso del combattimento cade Olivio Fiorenza.
ANPI Savona, Op. cit.
L’uomo che stava alla mia sinistra, un giovanissimo ligure giunto al mattino e che ancora era in borghese, Olivio Fiorenza, ha il cranio attraversato da un colpo e cade bocconi sull'arma, versando fiotti di sangue e grida ancora Viva l’Italia.
Renzo Amedeo, Storia partigiana della 13^ brigata Val Tanaro, Artistica Savigliano, 2010
Colpirono secchi per primi, senza che quasi nessuno se ne accorse, Livio Fiorenza e Roberto Sasso. Giovanni Ramò lo colpirono alla testa e rimase in agonia solitaria a lamentarsi dentro una scaffa, nessuno potendolo soccorrere sempre sotto tiro. Dopo catturarono anche Domenico Novaro già ferito e nascosto nell'ospedale di Ormea; appena se ne accorsero che era lì, lo portarono sul posto al cimitero, che lo sotterrassero alla svelta. Lo finirono col mitra riverso nell'ultimo sussulto, ormai dissanguato, e lo cacciarono a pedate dentro la fossa. Alla fine tutti i patrioti fradici si sbandavano nei cespugli o ritornavano alle loro case, guardandosi bene intorno per non imbattersi nei tedeschi. Allora madarono la cicogna, ch svolazzò avanti ed indietro, frugando rasente sulla conca di Nava per stanarli dai cespugli e dai fossi, finché quando cominciò a scurirsi in tutto quel verde umido, qualche raffica stanca si perse ancora lontana. Quando fu buio del tutto continuarono con le traccianti di una mitragliera da 20 impiantata su un'autoblinda dalla Fontana del Serpente davanti alla cava del marmo.
Osvaldo Contestabile, Op. cit.
Fra gli uomini di Martinengo [Eraldo Hanau] alla battaglia di Pornassio (o di Nava) aveva anche partecipato il partigiano dianese Domenico Novaro che qualche giorno più tardi resterà ferito in uno scontro avvenuto quale strascico della battaglia stessa presso il forte di Bellerasco [ubicato anche questo nel comune di Pornassio] e verrà ucciso dai tedeschi il 17 marzo...
Sono in corso operazioni di rastrellamento nella zona di Pieve di Teco, contro i ribelli sistemati nelle montagne circostanti i forti di Nava. Vi partecipano, dall'11 corrente, la G.N.R., agenti della polizia repubblicana e reparti tedeschi. Riserva di notizie.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del giorno 19 marzo 1944, p. 21, Fondazione Luigi Micheletti
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Ruderi di un casone utilizzato dai partigiani in Val Casotto. Foto: Claudio Galli |
Altro avvenimento degno di nota fu la battaglia di Garessio che si
svolse tra il 25 e il 27 febbraio. La cittadina piemontese era stata
occupata dai nazisti al fine di compiere severi rastrellamenti, per cui i
partigiani tentarono di respingerli nel corso di combattimenti assai
sanguinosi, nei quali perse la vita un altro esponente di rilievo del
movimento di liberazione: Sergio Sabatini. La successiva battaglia di
Nava dell'11 marzo 1944 vide altre perdite significative tra i
partigiani, che dovettero anche subire, nei giorni immediatamente
successivi, un pesante rastrellamento che chiuse questo periodo di
scontri sostanzialmente a favore dei nazifascisti per quanto i
partigiani avessero combattuto con estrema energia.
Paolo Revelli, La seconda guerra mondiale nell'estremo ponente ligure, Atene Edizioni, Arma di Taggia (IM), 2012