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lunedì 23 dicembre 2019

Circa i lanci alleati ai partigiani del ponente ligure

Il Monte Mongioie - Fonte: Wikipedia

Spendere una parola sui lanci alleati per rifornimento mi pare cosa utile e necessaria per la cronaca.
[...] Non mi sono preoccupato tanto delle date precise, con giorni ed ore. [...] Mi attengo a testimonianze dirette e veritiere.
Comincio con Fragola Doria [Armando Izzo, comandante della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione"]: "Io ero in contatto col capitano Bentley, il capo missione inglese [sbarcato clandestinamente a Vallecrosia (IM) il 6 gennaio 1945] presso le nostre formazioni, che aveva con sè un suo caporale maggiore, che gli era di compagnia e gli faceva anche da segretario. Per quanto riguarda i lanci di rifornimento ricordo che ho studiato con lui la carta topografica della zona. Era un po' difficile trovare un luogo adatto dove ricevere, senza spreco, gli aiuti alleati. Le possibilità apparivano ridotte. In Liguria, anche se avessimo trovato il luogo, il fatto di essere troppo vicini alla costa avrebbe messo in moto i tedeschi e l'avventura presentava difficoltà anche di ordine militare per attacchi e lotte. Quando si passò in Piemonte, appariva un piano adatto, il Pian Rosso, così denominato, e si pensò perfino, per la sua vastità, ad attrezzarlo ad eventuale pista di atterraggio. Dovemmo però scartare l'idea soprattutto per la troppa vicinanza del Mongioie e del gruppo delle Alpi Liguri, con le loro vette superiori ai 2000 metri. Nella zona prossima al campo di lancio fissato senz'altro nel nominato Pian Rosso [Località di Viozene, Frazione di Ormea (CN)] eravamo molti appartenenti a molte Brigate garibaldine. Quando arrivai sul luogo, le Brigate si stavano sistemando. Ricordo che i primi giorni dopo il mio arrivo il tempo si era mantenuto buono, ma poi era scoppiata una bufera spaventosa. Al tormento che ci recava il maltempo si aggiungeva la preoccupazione di una possibilità dell'arrivo dei tedeschi, e noi, riuniti tutti in troppo grosso numero, saremmo stati facile bersaglio. Non conoscendo bene la zona non avevamo la possibilità, subito, di dividerci in gruppi di minore entità ed in luoghi riparati. Lo facemmo solo al cessare della bufera. Allora occupammo, distanziando i battaglioni, una zona più vasta con migliori possibilità di difesa e se necessario di attacco. Sprovvisti di ogni cosa si discuteva col capitano inglese. sul che cosa chiedere nei lanci. Purtroppo mi accorsi, e si accorsero anche gli altri comandanti, che il capitano tendeva a tirare in lungo, a menare il can per l'aia, come si dice, a temporeggiare. Noi facevamo e volevamo discutere la questione dell'armamento, dal momento che vestiti e scarpe erano stati provveduti dai Comandi di Zona insieme con Vitò ["Ivano", Giuseppe Vittorio Guglielmo, comandante della II^ Divisione "Felice Cascione"]. Volevamo armi per renderci pronti ad affrontare i tedeschi. Il capitano invece propendeva per provvedere di vestiti, scarpe, vitto e generi di conforto. Noi eravamo preoccupati per l'eventualità di un attacco tedesco, non appena quelli si fossero accorti del primo lancio.
Insistemmo, anche se vedevamo che il capitano non vedeva di buon occhio le nostre formazioni partigiane, nelle quali serpeggiava un certo colore politico a lui non tanto gradito. Alla fine si decise. e fece fare un lancio di armi. Ma erano armi leggere, sorpassate. Ci lamentammo. Sorgeva un'altra preoccupazione. Qualche giorno prima del nostro arrivo in Piemonte Radio Londra aveva annunciato o almeno sembrava avesse annunciato che gli inglesi erano giunti a Ventimiglia. Il fatto però non era avvenuto, perchè gli inglesi si erano stabiliti nelle linee fortificate francesi confinanti con l'Italia, ma non pensavano ad avanzare. Intendevano passare lì, tranquilli e ben difesi, l'inverno e rimandare alla primavera l'avanzata. Per noi, lassù in Piemonte, il temporeggiare del comandante inglese ci faceva temere di giungere in riviera quando gli altri avevano fatto tutto. Notavo che anche Vitò non era contento e che cercava ogni occasione per tornare presto in Liguria. Così era anche di altri comandanti".
Come si può notare dalle parole di Fragola Doria, la situazione dei partigiani in Piemonte non era rosea e tranquillante. Il problema delle armi, in particolare, era al centro del pensiero dei comandanti. Sono poi riusciti nel loro intento, ma rimaneva l'amarezza per il temporeggiare di Bentley [...]
don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975

Con l'arrivo del capitano Bentley iniziò una stretta collaborazione tra Missione Alleata, i garibaldini della zona e le formazioni patriottiche cittadine, sancita dal convegno di Beusi [tra Ceriana e Taggia] del 9 febbraio 1945, in cui furono prese importanti decisioni sulla condotta da tenere in vista degli ultimi periodi di lotta. La collaborazione militare, tuttavia, fu nei territori del ponente ligure tardiva rispetto a molte altre realtà. Infatti, il primo avio-lancio a favore dei partigiani della I^ Zona Operativa Liguria avvenne soltanto il 28 febbraio 1945 e fu intercettato dai tedeschi.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999

Dal comando della II^ Divisione "Felice Cascione" al Comando Operativo della I^ Zona Liguria "Nella notte del 23 u.s. [23 febbraio 1945] venivano segnalati reparti tedeschi a Carmo Langan, Graj, Cima Marta e colle Sanson. Sospettando che si  trattasse di un rastrellamento i Distaccamenti sono stati spostati a sud della rotabile Pigna-Rezzo. Il 24 u.s. il rastrellamento venne eseguito con molta organizzazione:  la  zona venne controllata da 4 gruppi provenienti da Graj e Colle Sanson. Verso le ore 15 del  25 u.s. 3 quadrimotori americani si aggiravano con insistenza sulla zona di Cima Marta. Alle ore 12 circa del 28 u.s. comparvero nuovamente 5-6 quadrimotori che effettuavano diversi lanci di materiale su Cima Marta. Tentando di raggiungere i paracadute, i garibaldini venivano attaccati e 6 di essi risultano dispersi. Da informazioni avute risulta che i lanci constano di 280 pacchi paracadute avente ognuno 1 quintale di materiale (Sten,  mitragliatori,  munizioni, caffè, vestiario, scarpe, medicinali...). Si presume che questi lanci siano stati intercettati dai tedeschi in quanto essi hanno carpito una emittente destinata ai partigiani con relativo cifrario. Si fa, pertanto, richiesta di sospendere questi lanci che rafforzano la possibilità di resistenza del nemico".
da documento Isrecim in Rocco Fava, Op.cit. - Tomo II
 
E Leo Anfosso (Pavia), addetto sanitario della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione, lasciò testimonianza in Micheletto, Op. cit., della delusione provata dagli stessi comandanti Vitò  e Doria,  che, temporaneamente ricoverati nell'ospedaletto di Drondo a Triora (IM), assistettero da non molto lontano ai vani tentativi dei loro uomini di recuperare il materiale di quei lanci.
Adriano Maini
 
26 febbraio 1945 - Dal comando generale delle Brigate Garibaldi, aderente al CLNAI, prot. n° 541, a tutti i comandi regionali - Segnalava la linea da seguire nei riguardi delle missioni alleate allegando altresì un documento del CLN del Piemonte (prot. n° 215): "... è necessario essere ospitali e collaborare con essi [gli alleati]; tuttavia, si deve mantenere la dignità nazionale, poiché si è verificato che qualche Comando partigiano, pur di aggraziarsi la simpatia degli alleati, abbia messo questi al corrente di beghine interne o abbia accettato, in cambio di avio-lanci, la sudditanza sul piano organizzativo-operativo, contravvenendo, in tal modo, agli ordini del Comando Generale ed elevando a comandanti coloro che sono alleati. Tutto ciò non contribuisce a dare agli alleati l'idea di un movimento partigiano solido ed unitario".
da documento IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II
 
I garibaldini ed i borghesi, quasi giunti alla loro meta, nelle vicinanze di Sanson, furono fermati da alcune raffiche di mitra sparate dai tedeschi, che, secondo Vitò "dovevano trovarsi sul posto per il rastrellamento avenuto tre giorni prima". L'intero contenuto dei pacchi-paracadute destinati ai partigiani venne prelevato dai tedeschi, che inoltre uccisero 4 garibaldini della V^ Brigata.  
Rocco Fava, Op. cit. - Tomo I   
 
... Un lancio mancato, o semplicemente in ritardo, aveva delle ripercussioni sul morale delle formazioni screditando gli ufficiali dello SOE...  
Mireno Berrettini, Le Missioni dello Special Operations Executive e la Resistenza Italiana, Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della provincia di Pistoia, 2007, QF, 2007, n° 3 
 
Particolarmente complessa fu la fase di preparazione del campo di lancio e del reperimento dei carriaggi  e degli animali da soma per il trasporto del materiale ricevuto. Nella prima metà di febbraio 1945 il comando della Divisione "Silvio Bonfante" comunicò al Comando Operativo della I^ Zona Liguria le coordinate del campo prescelto, in Località Pian dell'Armetta, situata sopra le Rocche di Alto (CN) e di Caprauna (CN). A fine mese il comando della Divisione "Silvio Bonfante" [Giorgio Giorgio Olivero, comandante] specificò che la zona del Pian dell'Armetta presenta una vasta conca degradante a sud-est colma di pietre, al termine della quale, in direzione sud, si presenta rocciosa ed a strapiombo. Vennero predisposte per gli uomini della Divisione "Silvio Bonfante" tre stazioni radio utili per l'ascolto dei messaggi di Radio Londra che avrebbero segnalato i lanci. Venne dedicata, poi, meticolosa cura nell'assegnazione ai Distaccamenti della sorveglianza dei diversi passi d'accesso al campo di lancio. Il primo lancio utile avvenne il 13 marzo 1945 in Località Pian dell'Armetta, sopra le rocche di Alto (CN) e Caprauna (CN), annunciato dal messaggio di Radio Londra la pioggia bagna...  Il 24 marzo anche la Divisione Cascione ricevette il suo primo lancio utile, precisamente in località Pian Rosso, vicino a Viozene, Frazione di Ormea (IM), in Alta Val Tanaro, lancio che, come il precedente ed i successivi, portò in dote ai garibaldini poche armi automatiche. Il terzo lancio ebbe luogo nuovamente sul campo di Pian dell'Armetta il 2 aprile 1945; il quarto quattro giorni dopo a Viozene a favore della II^ Divisione e di una Brigata della VI^ Divisione "Silvio Bonfante".
Rocco Fava, Op. cit. - Tomo I

30 gennaio 1945
- Dalla Delegazione ligure delle Brigate d'Assalto Garibaldi al comando della I^ Zona Operativa Liguria -  Nella comunicazione si affermava che "...  gli aviolanci non sono avvenuti nella I^ Zona a causa della mancata conferma delle coordinate...".

10 febbraio 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 110, al comando della I^ Zona Operativa LiguriaComunicava che "il comandante ed il capo di Stato Maggiore di questa Divisione si sono recati sulla costa per valutare la possibilità di ricevere materiale dal mare. Ciò si è rivelato impraticabile a causa della stretta sorveglianza dei nemici. Pertanto, l'unica via si dimostrano i lanci aerei. La zona che può dare maggiori garanzie a questo scopo è la zona di Alto: latitudine 44 ° 07 ' 53 ' '; longitudine 4 ° 28 ' 55' '  ".
26 febbraio 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 138, al comando della I^ Zona Operativa Liguria - Chiedeva di comunicare al più presto la data dell'avio-lancio, che doveva essere effettuato nel luogo concordato...
4 marzo 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 161, al comando della I^ Zona Operativa Liguria - Comunicava che il comando di Divisione era in attesa di conoscere la data dell'aviolancio alleato nella zona di cui aveva già inviato una cartina topografica.
4 marzo 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 162, al capo di Stato Maggiore [Ramon, Raymond Rosso] della Divisione - Comunicava che dal giorno 10 Radio Londra avrebbe in ogni momento potuto trasmettere il messaggio "la pioggia bagna", segnale di effettuazione del [primo] lancio di materiale da parte degli alleati; che si prescriveva l'ascolto dei messaggi di Radio Londra in italiano; che i fuochi di riconoscimento per l'effettuazione degli aviolanci dovevano "essere disposti a forma di 'T' rivolta contro vento"; che non si dovevano fare segnalazioni se il vento avesse superato le 20 miglia orarie; che occorreva disporre i fuochi in buche profonde 2 metri per impedirne l'avvistamento da parte del nemico; che i paracadute per la prevista operazione sarebbero stati 5, fatti cadere alla distanza di 60 metri uno dall'altro; che bisognava comunicare se nella zona si trovavano ostacoli naturali. 18 marzo 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 211, al CLN di Alassio - Segnalava che "... Il giorno 13 u.s. è stato effettuato il primo lancio. Se ne avranno altri in futuro. Dato l'arrivo delle armi..."
20 marzo 1945 - Dal capo di Stato Maggiore [Ramon, Raymond Rosso] della Divisione "Silvio Bonfante" al comando della Divisione - Comunicava che aveva provveduto a fare aumentare il numero delle radio, necessarie per la buona riuscita dei lanci alleati di materiale, e ad impartire altre pertinenti disposizioni.
26 marzo 1945 - Dal Comando Operativo [comandante "Curto", Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comando [comandante "Giorgio", Giorgio Olivero] della Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava che per ordine del Comando Militare Unificato Regionale [CMURL] la Divisione veniva rinominata "VI^ Divisione d'assalto Garibaldi Silvio Bonfante" e chiedeva notizie sull'imminente riunione tra CLN e garibaldini.  
29 marzo 1945 - Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria a "Matteo", rappresentante del Comando Militare Unificato Regionale Ligure - Venivano comunicate, con l'auspicio di una continuazione dei lanci alleati, le coordinate di un campo lancio, longitudine 4° 42' 20", latitudine 44° 0,3' 30", lunghezza media del campo metri 2.153, altezza massima a ponente del campo Monte Saccarello metri 2.200, altezza massima a levante Monte Fronté metri 2.153, e si  sottolineava la necessità di un messaggio radio il giorno precedente un lancio per essere in grado di inviare i Distaccamenti necessari a fare segnali agli aerei ed assolvere alle altre incombenze del caso.
4 aprile 1945 - Dal capo di Stato Maggiore [Ramon, Raymond Rosso] della VI ^ Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 23, al comando della VI^ Divisione - Comunicava le modalità di un riuscito lancio alleato: "udito il messaggio radio, il giorno 2 alle ore 14.30 si era diretto ad Alto (CN), una volta avvertito Fernandel [Mario Gennari, comandante della III^ Brigata "Ettore Bacigalupo" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"]. Avevo fatto stanziare gli uomini a Passo San Giacomo. Alle 21 vennero accesi i fuochi. Dopo il transito di 5 aerei, era passato alle ore 21.45 quello giusto, dal quale, ricevuto il segnale Morse, si era proceduto al lancio. Nella nebbia una luce improvvisa faceva scattare l'allarme tra i partigiani. Avevo dato l'ordine di caricare in fretta i muli con gli Sten ed i Bren e le relative munizioni. Alle ore 24 il campo era completamente sgombero". Ramon concludeva chiedendo, data la penuria di armi e di munizioni, chiarimenti circa prossimi lanci. Allegava un elenco di materiale ricevuto, dove figuravano 13 mine, 200 bombe a mano, 4 Bren, 8 Sten, 19 bombe incendiarie, 17 detonatori e molte munizioni.
da documenti IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit. - Tomo II
 


Dopo il primo lancio degli aerei alleati a Pian Rosso sopra Viozene ottenemmo due bazooka e diversi Bren e un buon numero di Sten, un discreto quantitativo di plastico con relativi detonatori, miccia di diversi tipi e l'occorrente per perfezionare le «Cipolle». Le cosiddette «cipolle» erano composte da un aggeggio che svitando un tappo gli si inseriva il detonatore: avvitando il tappo serviva anche da sicura, dall'altro lato dell'aggeggio era un pezzo di stoffa confezionato a forma di cipolla che, all'ultima estremità, era ristretto da un elastico; si riempiva questo involucro di plastico (poteva contenere anche mezzo chilodi esplosivo) e, quando si lanciava, la sua esplosione era veramente terrificante. Ottenemmo anche munizioni in abbondanza, dopodichè lasciammo Viozene. Una parte del materiale la lasciammo a un contadino di Alto che, assieme ad altri della Val Pennavaire e della Val d'Arroscia, si trovava a Viozene per caricare sui muli quanto non era possibile trasportare individualmente. Con tutto ciò eravamo notevolmente carichi e, per questo, si procedeva lentamente.
Giuseppe Garibaldi (Fra Diavolo), Dalla Russia all'Arroscia. Ricordi del tempo di guerra, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 1994, p. 188

 
[...] Armando IZZO [Fragola Doria], Le missioni alleate a Ventimiglia, in N. 1 Special Force…op. cit., p. 197, "il capitano Bentley si giustificò per l’impreciso contenuto dei lanci dicendo che «questi pacchi vengono confezionati nell’Italia meridionale" [...]
Mireno Berrettini, Le Missioni dello Special Operations Executive e la Resistenza Italiana, Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della provincia di Pistoia, QF, 2007, n° 3

giovedì 19 dicembre 2019

Il comando tedesco si trovava all'Albergo Imperiale di Sanremo

Ceriana (IM)

1 gennaio 1945
- Dal comando della IV^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della II^ Divisione - Venivano comunicati i dislocamenti dei Battaglioni "Peletta", "Rodi" e "Artù".
1 gennaio 1945 - Dal comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione, prot. n° 246, al comando della II^ Divisione - Veniva trasmessa la notizia dell'arrivo a Sanremo (IM) di militi fascisti della San Marco, prima di stanza a Riva Ligure e a Santo Stefano al Mare.
da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste,  Anno Accademico 1998-1999
 
4 gennaio 1945
Il prof. Porta - malattie veneree - cura e dà del denaro ai ribelli. Segno di riconoscimento: una lira strappata a metà.
Per maggior sicurezza interrogare un certo Gino, fidanzato della Lisetta che abita in Sanremo Vecchia.
Prelevare questo Gino (1) che si può identificare, farlo cantare.
Trattenerlo e mandare uno dei nostri poi dal prof. Porta nel modo indicato dal Gino e farlo curare come ribelle.
Tutte queste informazioni vengono dal D., informatore (Informazione di Nicò)
(1) "Gino" è la stessa persona di Cadrozzi Corrado
Diario (brogliaccio) del Distaccamento di Sanremo (IM) della XXXII^ Brigata Nera Padoan, documento in Archivio di Stato di Genova, copia di Paolo Bianchi di Sanremo
 
Sanremo (IM): ponte vecchio di Verezzo

Curti Walter: nato a Sanremo il 1° agosto 1929, squadrista della Brigata nera “Padoan”, distaccamento di Sanremo.
Interrogatorio di Curti Walter del 28.5.1945: Mi arruolai volontariamente nella brigata nera di Imperia nel novembre del 1944 e assegnato al distaccamento di Sanremo dove sono rimasto fino al giorno 24 aprile
[...] Mi risulta che durante la mia degenza in ospedale, l’Impedovo con il Pelucchini, Siri, Nicco [n.d.r.: nel citato brogliaccio del distaccamento di Sanremo della Brigata nera, appare come Nicò; alcune fonti riportano per lui anche il triste soprannome di Gin (o Gim) Mano Nera] e Maselli, tutti della brigata nera, e due militari della SS tedesca, vennero in ospedale dove prelevarono un partigiano ferito e condottolo in un luogo un po' disabitato lo freddarono. Il Pelucchini ed il Nicco, assieme a reparti della SS, si resero colpevoli di tre delitti avvenuti nei pressi della Villetta alla vigilia del Natale del 1944. Sempre durante il periodo della mia degenza, seppi che reparti della brigata nera, unitamente a tedeschi, recatosi [2 geannaio 1945] sulle alture di Verezzo [Frazione di Sanremo], dopo un piccolo scontro, colpivano un partigiano [n.d.r.: Mario Emilio Zamboni, nato a Crikvenika, nell'attuale Croazia, il 16 settembre 1921] che per mancanza di munizioni aveva gettato l’arma e si era arreso e lo finivano a colpi di pistola. Poiché il partigiano si manteneva ancora in vita, un tedesco avvicinatosi gli scaricò sulla testa la sua pistola. Dichiaro che il Pelucchini, l’Impedovo ed il Nicco erano in piena collaborazione con gli appartenenti alla SS Italiana, numerosi fra i quali si distinguevano elementi italiani residenti all’estero.
Leonardo Sandri, Processo ai fascisti: una documentazione, Vol. 9 - Liguria: Imperia - Savona - La Spezia, StreetLib, Milano, 2019    
 
4 gennaio 1945
Risulta che la ditta Paladino è diventata un covo di autentici ribelli, renitenti, disertori e simili.
Certamente questi individui sono mimetizzati per il periodo invernale ed è più che certo che passato il periodo del freddo se ne torneranno ai monti in primavera e li avremo di nuovo di fronte.
Informare il comando tedesco.
Diario (brogliaccio) del Distaccamento di Sanremo (IM) della XXXII^ Brigata Nera Padoan, documento in Archivio di Stato di Genova, copia di Paolo Bianchi di Sanremo 

In alto Coldirodi; in basso, Ospedaletti

Sanremo (IM): una cartolina relativa allo scomparso Albergo Imperiale

3 gennaio 1945
- Dal comando del I° Battaglione, prot. n° 31, al comando della V^ Brigata - Relazionava che a Sanremo i gruppi fascisti erano suddivisi in 50 uomini delle Brigate Nere e 40 della G.N.R. all'Albergo Nizza, 100 della X^ Flottiglia Mas e 50 bersaglieri all'Albergo Corso; che il comando tedesco si trovava all'Albergo Imperiale e disponeva nel complesso a Sanremo di 4.000 uomini; che a Coldirodi [n.d.r.: oggi Frazione di Sanremo (IM), all'epoca di Ospedaletti] si trovavano 50 bersaglieri.
3 gennaio 1945 - Dal comando della II^ Divisione ai comandi delle Brigate IV^ e V^ - Veniva consigliato di controllare il comportamento dei garibaldini nei distaccamenti e di curare il controspionaggio nonché la manutenzione delle armi. Si sottolineava la necessità di fornire dettagliati rapporti giornalieri.
4 gennaio 1945 - Dal comando [comandante "Danko" Giovanni Gatti] del I° Battaglione "Mario Bini" della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", prot. n° 32, al comando della V^ Brigata - Relazione militare: a Isolabona (IM) erano presenti 200 tedeschi; 200 tedeschi anche ad Apricale (IM); 300 a Dolceacqua (IM); a Perinaldo (IM) una squadra di 20 tedeschi per riparare la strada Perinaldo-San Romolo; da Sanremo (IM) erano partiti 2 Mas, con a bordo uomini della X^ Flottiglia disertori dalle file repubblichine, che sembravano diretti alla costa francese; a Baiardo (IM) il tenente dei bersaglieri era ben visto dalla popolazione perché per Natale aveva regalato sigarette e liquori.
4 gennaio 1945 - Dal comando del I° Battaglione "Mario Bini", prot. n° 32, al comando della V^ Brigata - Relazione militare: a Isolabona (IM) si trovavano 200 tedeschi, così come ad Apricale (IM); a Dolceacqua (IM) 300 tedeschi: a Perinaldo si era portata una squadra di 20 tedeschi per riparare la strada Perinaldo-San Romolo [Frazione di Sanremo (IM)].
5 gennaio 1945 - Dal comando della IV^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della II^ Divisione ed al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Si rendeva noto l'arrivo a Taggia (IM) di bersaglieri che dovevano effettuare rastrellamenti a Sanremo, Ceriana e Valle Argentina. Continuavano i lavori difensivi del nemico sul litorale e lungo la Valle Argentina.
5 gennaio 1945 - Dal comando del I° Battaglione "Mario Bini" al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" - Relazione sul mese di dicembre 1944: "riorganizzati i 3 Distaccamenti dipendenti. Uccise 4 spie. Uccisi il 1° dicembre un capitano ed tenente tedeschi. Il 3 dicembre una squadra ha attaccato il presidio dei bersaglieri di Ceriana (IM), uccidendone 20. Il 13 alcune mine provocavano la morte di 16 tedeschi. Il 20 dicembre morivano 2 garibaldini".
5 gennaio 1945 - Da "Nilo" [Quanito De Benedetti] al C.L.N. di Sanremo (IM) - Comunicava che nella notte era avvenuto uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi nella zona di Madonna della Costa a Sanremo.
6 gennaio 1945 - Dal comando della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni", prot. n° 253, al comando della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava un rastrellamento avvenuto nella zona di Badalucco da parte di 3 colonne nemiche, provenienti da Molini di Triora (IM), Diano Marina (IM) ed Imperia. "Una colonna che lasciava Badalucco è stata attaccata da questa V^ Brigata, che ha recuperato un mortaio da 81 mm. La forza attaccante era composta in massima parte da fascisti e repubblichini, quasi tutti liguri: pochi i tedeschi".
6 gennaio 1945 - Dal comando del II° Battaglione "Marco Dino Rossi" [comandato da Basilio Mosconi,
(Moscone)] al comando della V^ Brigata - Comunicava che i Distaccamenti "Mia" e "Serpe" avevano effettuato uno scontro a fuoco contro i nemici vicino a Glori - località di Molini di Triora (IM), in Valle Argentina - e recuperato un mortaio da 81 mm abbandonato dal nemico in fuga.
Rocco Fava, Op. cit. Tomo II
 
 
8 gennaio 1945
A San Pietro [di Sanremo] in una casa c'è un certo Pierino Minoia che ha fatto parte della banda Baggioli sotto le dipendenze del Ten. Rico della Banda Cittadina.
Attualmente deve avere la pleurite e deve far parte del Comitato di Liberazione Nazionale di San Remo. È stato visto a S. Romolo col Rico [...]
Diario (brogliaccio) del Distaccamento di Sanremo (IM) della XXXII^ Brigata Nera Padoan, documento in Archivio di Stato di Genova, copia di Paolo Bianchi di Sanremo
 
[...] Il Fante Mario (o Mariano) Calabretti il giorno della dichiarazione dell’Armistizio con gli Anglo-Americani si trovava in servizio nel Nord Italia.
Per nulla intenzionato ad aderire alla Repubblica di Salò e combattere ancora al fianco dei tedeschi, si dette alla macchia e divenne partigiano, poiché anche per lui era molto difficile raggiungere le zone libere dell’Italia già sotto controllo alleato.
Messosi in contatto con quanti già operavano clandestinamente sulle montagne, si arruolò nelle formazioni costituite nel Comando 2a Div. d’Assalto “Garibaldi” della la Zona della Liguria “F. Cascione”.
Assunto il nominativo in codice di “Beten” combatte con il grado partigiano di “Garibaldino” tra le fila del 1° Battaglione della 5a Brigata.
Il 6 gennaio 1945 venne catturato da forze repubblichine durante un rastrellamento nella zona di Ciabaudo del Comune di Badalucco (Imperia) e portato a Villa Ober in San Remo (Imperia) dove fu tenuto prigioniero.
Immediatamente sottoposto a processo dal Tribunale Straordinario di Guerra della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) con l’imputazione di "diserzione con passaggio a bande di ribelli e di favoreggiamento agli stessi", fu condannato a morte mediante fucilazione alla schiena.
La sentenza fu immediatamente eseguita nella città di Imperia.
Nella stessa seduta il Tribunale condannava un altro militare, tale Vice Brigadiere Zara Zeffiro, accusato di tradimento perché, pur prestando servizio nella G.N.R., aiutava i partigiani dando loro munizioni e viveri.
Anche quest’ultimo fu condannato a morte e la sentenza fu eseguita a Oneglia il 27 gennaio.
E, perché tale condanna avesse la funzione di deterrente nei confronti di altri militari alla macchia, la notizia della fucilazione di entrambi fu riportata persino su un giornale locale, “Il Quotidiano - L’Eco della Riviera”.
La triste vicenda del Calabretti fu ufficialmente confermata dal Ministero della Difesa il quale dichiarò che: "[..] il Fante Calabretti Mariano è deceduto il 6 febbraio 1945 a Imperia fucilato in base ad una sentenza emessa dal Tribunale Straordinario di Guerra [..]".
(da Nuccio Carriero, San Vito in guerra. La partecipazione ed i contributo dei Sanvitesi al secondo conflitto mondiale, Ed. Arcobaleno San Vito dei Normanni, 2012)
Redazione,
Calabretti Mariano partigiano fucilato, ANPI Brindisi  

A fine gennaio si riunisce a San Remo, in Villa Clara, il Tribunale Straordinario di Guerra della Guardia Nazionale Repubblicana per giudicare Mario Calabretti e Zeffiro Zara, già ex militi, colpevoli di favoreggiamento di bande partigiane. Sono condannati a morte e fucilati alla schiena. Lo Zara cade il 27 gennaio 1945, il Calabretti a Imperia il 1 febbraio 1945
[...] Cosa di cui abbiamo già fatto cenno, il Tribunale Straordinario di Guerra della Guardia Nazionale Repubblicana si è radunato ad Imperia per giudicare il milite Mario Calabretti, imputato di diserzione con "passaggio a bande armate" di ribelli e di favoreggiamento di essi. E' condannato a morte mediante fucilazione alla schiena. La sentenza ha avuto esecuzione il primo febbraio 1945.
Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, 2005, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005
 
Italo Fioriti: nato a Coldirodi il 20 aprile 1924, squadrista della Brigata Nera “Padoan”, distaccamento di Sanremo.
Interrogatorio del 27.7.1945: Alla data dell’8 settembre non prestavo servizio militare. Nel marzo 1945, in seguito a cartolina precetto, mi sono arruolato nella brigata nera di Sanremo. Nei primi di aprile del 1945, poiché non mi piaceva prestare servizio nella brigata nera sono fuggito e mi sono presentato ai partigiani in località San Romolo. Da lì sono andato in località Ciabaudo dove ho prestato servizio con i partigiani per cinque giorni.
Una sera ricevetti l’ordine di andare al comando del distaccamento partigiano in Argallo perché lì si trovava mio zio Fossati Luigi che voleva parlarmi. Giunto sul posto non vi trovai mio zio, chieste spiegazioni al comando mi venne detto che mio zio era una spia e che era fuggito. Dopo di che due partigiani mi dissero di andare con loro che mi riaccompagnavano all’accampamento. Strada facendo, dopo aver percorso circa 500 metri, uno dei due partigiani mi puntò la pistola alla tempia destra e tirò il grilletto ma per fortuna non partì il colpo ed allora sono fuggito. I due partigiani mi spararono dietro diversi colpi di pistola senza colpirmi. Giunto al ponte di Badalucco fui preso da alcuni tedeschi in servizio di guardia, i quali mi condussero al comando delle SS di Sanremo. Lì mi volevano uccidere perché ero fuggito dalla brigata nera e per essere andato con i partigiani. I militari delle SS tedesche mi malmenarono per costringermi a rivelare dove si trovassero i partigiani ma io mi limitai a dire che i partigiani si trovavano sparsi sopra la località Vignai. Indi fui caricato su un camion fino a Baiardo da dove con una trentina di soldati tedeschi ci portammo a Ciabaudo dove i tedeschi effettuarono un rastrellamento fermando tutti gli uomini che si trovavano in paese che fecero sfilare davanti a me chiedendomi di ognuno se fossero o meno partigiani. Io dichiarai che tutti quegli uomini erano contadini e nessuno di essi era un partigiano. Indi rientrammo a Badalucco e quindi a Taggia e dopo una breve sosta mi portarono a Sanremo dove fui consegnato alla brigata nera. Da quel giorno sono rimasto a far servizio nella brigata nera fino al 24 aprile [...]
Atto di accusa contro Fioriti:
Il Fioriti, essendo rimasto alcuni giorni aggregato alla formazione garibaldini comandata da “Figaro”[Vincenzo Orengo], accampata nei pressi di Ciabaudo, osservò la posizione e l’ubicazione dei magazzini viveri nonché i casoni dove dormivano i partigiani, poi essendo al corrente di tutto fuggì nottetempo e raggiunse il comando brigate nere, cui apparteneva mettendo al corrente suddetto comando di quanto aveva osservato. In seguito a ciò una colonna di tedeschi e brigata nera attaccò la posizione di Ciabaudo facendo tre vittime e cioè una sentinella garibaldina e due fratelli, contadini del luogo. Il Fioriti risulta aver preso parte con la brigata nera di Sanremo ad un rastrellamento in data 25 gennaio 1945.
Leonardo Sandri, Op. cit.

venerdì 6 dicembre 2019

I problemi di una missione alleata

Documento segreto inglese del 13 gennaio 1945, rintracciato a cura di Giuseppe Mac Fiorucci in vista della preparazione del suo Gruppo Sbarchi Vallecrosia, documento attestante anche l'avvenuto arrivo del capitano Bentley tra i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria *
*
Il testo riporta:

A:    Capt: G.M.T. Jones,                                                                           SEGRETO
Collegamento delle Forze di Informazione                                               Ref: OB/1/19
                                                                                                                  13 gennaio 45
Da:    Distaccamento 20
N°1 Forze Speciali


Come richiesto per le informazioni del 6° Gruppo d'Armata, segue un resoconto delle nostre attività fino ad ora.

La prima fase del nostro lavoro, ora quasi completata, fu di stabilire un contatto con le bande note nell'area e di approntare un piccolo invio di rifornimenti per soddisfare le loro richieste immediate.

Nella seconda fase abbiamo inaugurato il contatto radio e per corriere coi partigiani più prossimi e abbiamo inviato rifornimenti via terra su piccola scala. Un Ufficiale di Collegamento Britannico [il capitano Robert Bentley: vedere infra] con operatore W/T è stato infiltrato via mare con il compito di organizzare il ricevimento e il successivo trasporto via terra dei rifornimenti inviati via mare. Ci si aspetta che questi mezzi siano i più produttivi, sebbene la loro messa in opera sia stata ritardata dalla necessaria preparazione e dalle avverse condizioni meteorologiche. Terremo informati il vostro ufficio circa ogni importante progresso che otterremo nella realizzazione di questi piani o di ogni altro nuovo progetto iniziato da noi.

(firmato) BETTS
S/Ldr.
20° Dist. N°1 SF



[ n.d.r.: si fa qui seguire la traduzione di un'altra comunicazione del SOE, attinente gli inizi dell'attività del capitano Bentley in qualità di ufficiale di collegamento con i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria (anche questo copia di un documento compulsato da Giuseppe Mac Fiorucci) ] 

S E G R E T O

Capt. G.M.T. Jones,
Distaccamento OSS,
NIZZA

Rif: OP/I/19

30 Gennaio 1945

In riferimento al nostro OB/I/19 del 13 Gen, segue un resoconto ulteriore:

Due pattuglie di corrieri e una pattuglia per depositi sono state inviate via terra oltre frontiera sin dal 13 Gen; uno dei corrieri ha preso contatto con organizzazioni partigiane più remote di quelle contattate in precedenza, e ha riportato informazioni riguardo le centrali idro-elettriche e i centri di ditribuzione in VAL MAIRA e in VAL VARAITA. È nostra intenzione organizzare una squadra anti-sabotaggio con riferimento speciale per queste strutture. Il contatto radio con la nostra missione nell'area Settentrionale è eccellente. Il nostro Ufficiale di Collegamento Britannico nella Liguria Occidentale è stato disturbato dalla pressione Tedesca sulla Divisione a cui è stato inviato. Il contatto radio è stato interrotto a causa dei suoi spostamenti, comunque un certo ammontare di informazioni tecniche ci è stato trasmesso da lui e successivamente passato a voi. Il clima gli ha impedito l'infiltrazione di rifornimenti in questo mese, ma nel mese di Febbraio è previsto un certo numero di operazioni al riguardo.

Firmato: M.P. LAM. Capt.

per S/Ldr,
Distaccamento OC 20
N° 1 Forze Speciali


Accettando l'incarico di capo dell'Ufficio Operazioni della Missione in zona nemica, tramite Corsaro [Giulio Pedretti] il comandante Stefano Carabalona (Leo) poteva inviare da Pigna al Comando alleato [quello di Nizza] le informazioni necessarie sui dispositivi di difesa tedeschi, da distruggere con bombardamenti aerei. Il comando della II^ Divisione "Felice Cascione" aveva chiesto a quello alleato le credenziali... Il 5 ottobre [1944] tramite il comando della V^  Brigata "Luigi Nuvoloni" il comando della II ^ Divisione riceveva il benestare degli alleati, mentre Carabalona, ancora nella zona di Pigna , da una loro lettera apprendeva che il generale americano Alexander aveva incaricato il capitano inglese Robert Bentley (Bob) di raggiungere con il sergente radiotelegrafista John Mac Dougall (Mac), munito di ricetrasmittente, il comando della Divisione...
Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), vol. V, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016


Documento segreto inglese, rintracciato a cura di Giuseppe Mac Fiorucci in vista della preparazione del suo Gruppo Sbarchi Vallecrosia, documento che sottolinea la primigenia ipotesi logistica della Missione Bentley
 
[…] A tal fine, la  N. 1 Special Force, la sezione italiana del SOE, organizzò l’invio di una missione, comandata dal capitano Robert C. Bentley, denominata “Saki”, che dal confine francese si sarebbe portata nella provincia di Imperia. Bentley avrebbe studiato la possibilità di approvvigionamenti alle forze partigiane via mare, e avrebbe cercato di collegarsi con la missione “Flap che era già operativa nel Piemonte meridionale e al confine con la  provincia di Savona. Dopo una ulteriore missione, denominata “Clarion”, comandata dal maggiore Duncan Lorne Campbell, sarebbe stata paracadutata per svolgere compiti di collegamento nella zona montagnosa a sud delle Langhe, egli avrebbe preso il comando del personale britannico nelle province di Imperia e Savona. […] Inizialmente la missione doveva essere paracadutata nella zona di Cuneo dove sarebbe stata contattata dal maggiore Temple della missione “Flap”, e successivamente avrebbe preso contatto con la 2° Divisione Ligure a nord di Imperia. La missione Flap era in contatto con le formazioni autonome del Maggiore Enrico Martini “Mauri” dell’Esercito di Liberazione  Nazionale. […] Il vice comandante sarebbe stato il capitano Bentley, ma la missione Clarion  non iniziò come previsto. Nelle istruzioni operative  della missione “Saki” del capitano Bentley, redatte un mese dopo, il 30 ottobre 1944, troviamo che la sua missione sarebbe arrivata via mare, avrebbe raggiunto le formazioni garibaldine della Div. “Cascione” sulle montagne imperiesi e solo dopo il suo insediamento sarebbe stata paracadutata la missione Clarion del maggiore Campbell. Al suo arrivo Bentley avrebbe lasciato il comando della missione a Campbell. Ma anche la missione Saki  non ebbe luogo secondo quanto pianificato  per le cattive condizioni climatiche. La missione Clarion venne paracadutata l’8 dicembre 1944: era composta dal maggiore Campbell, dal capitano Irving-Bell, dal tenente Clark e da due operatori radio.
Antonio Martino, La missione alleata "Indelible" nella II^ Zona Operativa savonese, pubblicato su Storia e Memoria, rivista dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Genova, 2011-1


[…] Inoltre l’inverno giunse in anticipo sulle montagne e i collegamenti con gli alleati, che avvenivano attraverso i sentieri alpini, erano resi impossibili. Si ipotizzò anche di tentare con i sommergibili, ma non ci fu nessun serio risultato. Si poteva tentare soltanto via mare. Il 20 dicembre 1944 doveva sbarcare il capitano Robert Bentley, ma fu tutto rinviato per il mare in tempesta. Dapprima arrivarono due collaboratori del capitano […] 
Renato Plancia Dorgia, in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM)


n.d.r.: circa la preparazione della sua missione tra i partigiani, discorrendone in Mario MasciaL'epopea dell'esercito scalzo, ed. A.L.I.S., 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Isrecim, il capitano Bentley fece riferimento anche alla Missione Flap. Bentley dettagliò, poi, il suo sbarco clandestino nella notte tra il 6 ed il 7 gennaio 1945 a Vallecrosia (IM), o, più probabilmente, sulla limitrofa spiaggia di Camporosso (IM), un luogo, comunque, dove era atteso da uomini del Gruppo Sbarchi della Resistenza e delle S.A.P.: di questi ultimi fece solo i nomi, forse perché erano stati di ausilio nella fase ancora di preparazione, di Nino Alberto Guglielmi, Mimmo Domenico Dònesi, Tonino Antonio Capacchioni  ]


... In questo frattempo arrivò dalla Francia il Cap. Gino [Luigi Punzi, Medaglia d’Argento al Valore Militare] per mettere il piano <la missione del capitano del SOE britannico Robert Bentley quale ufficiale di collegamento degli alleati con i garibaldini> in esecuzione. La base di sbarco doveva essere il giro del Don, tra Arma di Taggia e Riva Ligure. Mi procurai una casetta nelle vicinanze come punto di appoggio. Tutto era pronto e si attendeva il primo sbarco, quando... saputo che l'ufficiale aveva con sé una forte somma lo rapinò e lo uccise. Il cap. Bentley decise di tentare gli sbarchi a tutti i costi. Per 6 notti mi recai con 60 uomini al posto stabilito e vi rimanevo dalla mezzanotte all'alba, malgrado fossimo circondati da postazioni nemiche, segnalando alle imbarcazioni veloci alleate la nostra presenza. Per ben due notti un battello raggiunse il Giro del Don, ma fu costretto a cambiare rotta perché individuato dal nemico e sottoposto a violento cannoneggiamento delle batterie costiere. Domenico Gori Simi, comandante del III° Battaglione "Candido Queirolo" della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" in Mario Mascia, Op. cit.



5 gennaio 1945 - Dal comando della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 88, al Comando della I^ Zona Operativa Liguria - Si comunicava "che erano state occultate delle armi nei pressi di Nasino [(SV)]". Materiale bellico frutto di un lancio inglese fatto per il capitano 'Roberta' [capitano del SOE britannico Robert Bentley, responsabile della missione alleata nella I^ Zona Operativa Liguria]..."

11 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 273, al capitano Roberta (Robert Bentley) - documento scritto in inglese - Il capitano Bentley veniva ringraziato per la sua partecipazione al convegno di Beusi [località nei pressi di Ceriana (IM), dove, il 9 febbraio 1945, ebbe luogo un'importante riunione dei dirigenti della Resistenza imperiese e della missione alleata, assente Nino Curto Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria, in quanto malato]. A Bentley veniva anche accennata la preparazione di alcune piantine segnaletiche di postazioni nemiche.

13 febbraio 1945 - Dal CLN di Sanremo, prot. n° 287/SIM, alla Sezione SIM della V^ Brigata della II^ Divisione "Felice Cascione" - Chiedeva di comunicare al capitano Roberta [capitano Bentley] il bombardamento alleato di Sanremo, avvenuto il giorno prima.

26 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Bordighera, prot. n° 2, al comandante Curto [Nino Siccardi comandante della I^ Zona Operativa Liguria] - La missiva informava che il mentovato Comitato era entrato in contatto con il garibaldino Leo [Stefano Carabalona, già comandante di distaccamento partigiano e protagonista di eroici episodi, quali il suo contributo alla valorosa, ancorché vana difesa di Rocchetta Nervina (IM) e di Pigna (IM); artefice del ritorno da Ventimiglia (IM) via mare, con l’intervento finale di Giulio “Corsaro/Caronte” Pedretti e di Pasquale Pirata Corradi, ma con l’aiuto di molte altre persone, alle loro fila di alcuni ufficiali della missione alleata Flap; responsabile, al momento cui si riferisce questa testimonianza, della Missione Militare (dei Partigiani Garibaldini) presso il Comando Alleato] del Secret Service [OSS statunitense] inviato a Vallecrosia dagli americani per avere notizie sulla 28^ linea; che Leo era poi stato ferito da agenti dell'U.P.I. [Ufficio Politico Investigativo della Repubblica di Salò] in seguito a una delazione del suo radiotelegrafista; ... che Leo aveva confermato di essere passato il 10 dicembre 1944 in Francia, dove aveva preso contatto con il Comando americano di Nizza e con il capitano Roberta [capitano inglese Bentley]; che quest'ultimo volle avere molte notizie sugli uomini della II^ Divisione "Felice Cascione"...

3 aprile 1945 - Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria, ispettore "Giulio" [anche "Mario", Raffaello Paoletti], al Comando Militare Unificato Regionale Ligure - Segnalava che era giunto in zona da Genova alla vigilia di Pasqua; che aveva trovato 500 partigiani pronti per ricevere i lanci; che i lanci venivano effettuati di notte con un apparecchio che scaricava 25-30 colli per volta; che, per diversi motivi, tra cui anche la nebbia, si erano avuti sino ad allora solo 3 lanci in circa 10 giorni; che "il morale dei garibaldini è altissimo"; ... che con i lanci nella zona si erano sino a quel momento ricevuti 70 Sten, 23 Bren, oltre 100 fucili mod. '91 e poche munizioni per le armi automatiche; che si erano avute divergenze, poi chiarite, con il responsabile della missione alleata [capitano Robert Bentley], perché quest'ultimo, in aderenza ad una interpretazione della direttiva del generale Clark, voleva fare interrompere i lanci, in quanto gli effettivi garibaldini avevano superato le 2000 unità; che in un primo tempo l'ufficiale alleato di collegamento averva addirittura chiesto la diminuzione degli effettivi dei garibaldini; che dopo le spiegazioni del caso si era convenuto di fare terminare i lanci come concordato in precedenza; ...

7 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria a Orsini [Agostino Bramè, commissario politico della V^ Brigata] - Venivano chiesti, dietro protesta di R.C.B. [capitano Robert Bentley] chiarimenti circa la distribuzione di armi arrivate in tre differenti sbarchi, circostanze sulle quali non erano state fatte le dovute relazioni.

13 aprile 1945 - Dal Quartiere Generale Alleato della I^ Zona Liguria [capitano Bentley] al comandante Curto [comandante della I^ Zona Operativa Liguria] - Si segnalava di avvisare il comando della II^ Divisione di mettere a disposizione di R.C.B. [capitano Bentley] i 23 Sten ed i 2 Breda sbarcati a Bordighera [quasi di sicuro, invece, a Vallecrosia, forse in zona Rattaconigli, cioé sul confine tra le due cittadine], insieme ai 2 istruttori di sabotaggio, il 4 aprile u.s. e di aggiungere i 15 Sten con relative munizioni, portati da Bartali [Giovanni Bortoluzzi, già a capo a settembre 1943 di una prima banda di partigiani in Località Vadino di Albenga (IM), poi dirigente sapista in quella zona, capo missione della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” presso gli alleati, vicecapo della Missione Alleata nella I^ Zona nei giorni della Liberazione]. Si fornivano altre indicazioni e si aggiungeva che in allegato vi era una lettera da consegnare in Francia tramite la squadra di Bordighera [Gruppo Sbarchi Vallecrosia, in effetti].

19 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comandante della IV^ Divisione 'autonoma' Alpi - Venivano svolte alcune considerazioni e ribadite alcune decise prese di posizione. Che il capitano Bentley aveva richiesto le armi nascoste a Viozene. Che le armi, anche se recuperate, non erano mai state consegnate al richiedente. Che non era veritiera l'affermazione del "maggiore" [del gruppo Alpino dei badogliani] secondo la quale "disposizioni superiori stabiliscono che tutto il Piemonte è di giurisdizione dei gruppi 'Mauri'. Che le suddivisioni amministrative non risultavano attendibili quanto "la demarcazione fisica" rappresentata dalle Alpi. Che tutta la zona a sud delle Alpi era indispensabile alle formazioni Garibaldi per poter difendere l'Alta Val Tanaro. Che nella Val Tanaro le richiamate organizzazioni autonome non avevano organici sufficienti per procedere ad un'adeguata occupazione del territorio. Che di conseguenza lo scrivente comando della I^ Zona aveva deciso di fare agire alcune sue strutture nella zona di Garessio-Ormea-Ponti di Nava. Che prendeva nota del desiderio di collaborare fraternamente nella lotta. Che il capitano Bentley era già addivenuto tramite incontro ad un accordo con la missione inglese presso le formazioni 'Mauri' per ottenere una proficua collaborazione più generale.

20  aprile 1945  - Dal responsabile del Comando Militare Unificato della Liguria a Curto [Nino Siccardi] comandante della I^ Zona Operativa della Liguria - Scriveva che "dopo un mese e mezzo il Comando Regionale ha ricevuto notizie. Occorrono i dati sulle azioni concordate tempo addietro, sui lanci ricevuti e sull'armamento della Zona. A causa della mancanza di notizie sulle azioni effettuate nella I^ Zona non si è potuto scrivere nulla sull'operato della II^ Divisione "Felice Cascione" e della VI^ "Silvio Bonfante" sul bollettino regionale. Si ricorda che tutte le formazioni partigiane sono state unite nel C.V.D.L. (Corpo Volontari della Libertà), che è regolarmente inserito nell'esercito italiano. Le missioni alleate [come quella di Bentley] hanno funzione di collegamento e non di comando anche perché gli obiettivi, pur avendo nelle linee generali gli stessi scopi, differiscono nei particolari. La tendenza dei rappresentanti anglo-americani è quella di utilizzare le nostre forze a copertura delle loro ed a minimizzare lo sforzo in direzione della conquista delle nostre città e province; il nostro obiettivo principale è proprio quello contario. Occorre sabotare ed ostacolare i nemici in ritirata, ma bisogna arrivare a liberare le città della costa prima degli alleati per chiari intenti patriottici...". 

24 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Scriveva che "il capitano "Bartali" [Giovanni Bortoluzzi] raggiungerà il comando divisionale in indirizzo e sarà l'incaricato della missione alleata presso il comando divisionale, funzionando da collegamento tra lo scrivente comando ed il comando divisionale. Bartali dipenderà dal capo missione "capitano Roberta" [capitano Bentley]. Si prega di fornire "Bartali" di tutto ciò di cui ha bisogno, nonché di alcune staffette e della puntuale segnalazione di tutte le azioni svolte dalla VI^ Divisione"

da documenti Isrecim  in  Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 - 1999 

 ...  Arrivo della missione e incontro con la missione “Clover”... 23 marzo [1945] - La Missione Cotulla III composta dal Maggiore Johnston e dal sottufficiale CQMS (Company Quarter Master Sergeant) del Corpo delle Trasmissioni (Royal Corps of Signals) Everitt E. K., venne paracadutata sul fare del giorno vicino a Pei, frazione di Zerba (Piacenza). L'atterraggio avvenne perfettamente e la sera stessa i due proseguirono verso il Quartier Generale del Ten. Col. McMullen per ricevere informazioni. 24 marzo - Raggiunsero Alpe, frazione di Vobbia (Genova), dove incontrarono il Ten. Col. McMullen ed il Maggiore Davidson, ricevettero gli ordini operativi. Durante il loro viaggio verso la zona di Savona avrebbero dovuto: 1. Contattare i comandanti della Divisione “Mingo”, che era operativa ad ovest della strada principale Genova-Alessandria, aggiornarli sulla situazione, dare a loro le direttive operative ed individuare quali fossero le loro necessità più urgenti. Allo stesso tempo, dal momento che la Divisione era passata sotto il comando della VI Zona, Johnston sarebbe stato considerato il rappresentante del Maggiore Davidson in quella zona. 2. Rilevare la missione precedentemente comandata dal Capitano Irving-Bell, che era stato catturato verso la fine di febbraio. 3. Inviare maggiori dettagli sulla cattura del Capitano Irving-Bell. 4. Contattare il C.L.N. di Savona e tutte le formazioni a Nord ed a Ovest di Savona sino a quelle di Albenga. 5. Stabilire un servizio regolare di staffette tra la missione “Indelible”, la missione principale “Clover” e la sub-mission “Saki”, comandata dal Capitano Bentley, nella provincia di Imperia, e la missione “Corona” comandata dal Maggiore Ballard, nelle Langhe...
Antonio Martino, Op. cit.