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domenica 28 giugno 2020

I tedeschi hanno sì intenzione di diminuire i presidii, ma non di evacuare la zona


Ceva (CN) - Fonte: Wikipedia
A febbraio 1945 la situazione della guerra, disastrosa per la Germania, era ben nota alla popolazione del ponente ligure e, logicamente, anche ai partigiani: la speranza di tutti era che la pace fosse prossima.
Ci fu un incremento dei bombardamenti aereo-navali degli Alleati, principalmente indirizzati verso le città costiere, Imperia, Sanremo, Bordighera, verso i centri del confine italo-francese e verso alcuni paesi dell'entroterra, soprattutto della Valle Argentina. 
Queste azioni, tuttavia, raggiunsero solo in parte l'obiettivo di colpire i punti militari nevralgici, causando, di contro, non pochi danni e non poche vittime tra la popolazione civile. Alcuni reparti tedeschi dovettero in ogni caso, proprio per sfuggire ai bombardamenti, essere trasferiti.
Quella parte di popolazione dell'estremo ponente ligure, che sino a quel momento non si era schierata né contro né a favore della Repubblica Sociale e dell'occupazione tedesca, divenne, anche a fronte dell'incredibile incremento del caro vita (ad esempio, il prezzo della farina a 150 lire al chilogrammo), decisamente contraria ai nazifascisti.
La situazione bellica internazionale, la pressione militare alleata, il malcontento della popolazione e, non ultima, l'accresciuta efficienza delle operazioni dei partigiani, furono le principali cause che spinsero i comandi tedeschi alla decisione di abbandonare progressivamente il ponente ligure.

Dall'inizio di febbraio, infatti, i Servizi Informativi Militari (S.I.M.) della II^ Divisione "Felice Cascione" e della Divisione "Silvio Bonfante" segnalarono un continuo esodo di militari tedeschi. 
Lo sganciamento non avvenne in modo massiccio, ma per piccoli contingenti che partivano, massime durante le ore notturne, con carriaggi, camion o treni. Le strade seguite per raggiungere i grandi centri del Piemonte e Genova erano la Via Aurelia e la Statale 28 Imperia-Ormea (Colle di Nava), la prima utilizzata soprattutto per il trasporto di materiale.
La statale del Colle di Nava, ritenuta vitale per la fuga, venne fatta costantemente oggetto di rastrellamenti per averne un forte controllo: su detta arteria transitavano i soldati tedeschi diretti agli allora importanti centri ferroviari di Ceva (CN) ed Ormea (CN).

Gli effettivi tedeschi nei mesi a seguire, pertanto, diminuirono in provincia di Imperia con questi spostamenti di truppe destinate ai fronti di guerra.

I soldati repubblichini, in particolare quelli della Divisione Monte Rosa e i Cacciatori degli Appennini, anche in vista di un ipotizzato, ma mai compiuto per intero, abbandono da parte tedesca del ponente ligure, furono designati a rimpiazzare i vuoti così creati. E non pochi tra di loro cercarono di passare nelle fila partigiane, dove non sempre furono accolti.

Verso la fine di febbraio si diffuse con insistenza la notizia che i tedeschi avrebbero imposto un coprifuoco di 72 ore in funzione di copertura di un loro totale ripiegamento: il che non avvenne, forse a causa dell'ormai certo esito del conflitto.

A fine febbraio 1945 i comandi tedeschi, accantonata l'ipotesi di uno sganciamento totale delle loro forze dalla provincia, cercarono tramite gli uomini della Repubblica di Salò un elenco completo della popolazione per poter procedere ad una chiamata generale alle armi.


Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico 1998 - 1999

5 febbraio 1945 - Da "Citrato" [Angelo Ghiron del SIM, Servizio Informazioni Militari, della Divisione "Silvio Bonfante"] al responsabile SIM [Livio, Ugo Vitali] della Divisione "Silvio Bonfante" - missiva scritta a mano - Testo: "Sono partiti dalla vallata di Cervo i duecento tedeschi che vi si trovavano. Essi avevano già in antecedenza spediti via i loro bagagli. Questi si sono fermati due giorni ad Albenga, e sono poi proseguiti per Garessio - Ceva. Gli ultimi tedeschi sono partiti stamane. Anche da Andora e vallata è partito il comando del Battaglione e parte delle truppe. Sembra sia rimasta una sola compagnia. Notevole è sempre il numero di truppe di stanza nella zona di Diano Marina e Capo Berta, truppe che effettuano quasi giornalmente puntate verso l'interno della vallata. (circa 300 uomini) Secondo informazioni da Imperia anche da quella zona vengono segnalati spostamenti di truppe. È soprattutto notevole il numero di carri trasportanti equipaggiamento, viveri e materiale verso Savona, e tornanti vuoti in direzione opposta. Il fatto che anche viveri vengano trasportati sembrerebbe indicare non corrispondenti a verità le voci secondo cui si tratterebbe di un sempice cambio di truppe [...] Tedeschi e repubblicani si reputano ormai sicuri in questa zona dal pericolo di partigiani. Soprattutto i fascisti stanno esasperando la popolazione con il loro comportamento. Spero di avere sabato prossimo da Marco [probabilmente Nino Agnese] l'indirizzo che ho richiesto di S. 22. ["S. 22"/"Dino", G.B. Barla, in seguito responsabile SIM "Fondo Valle" della Divisione "Silvio Bonfante"], per mettermi in contatto con lui. Ad ogni modo ho ora trovato informatori a Diano ed Oneglia [...] Saluti. Citrato.
P.S. so ora che nella notte tra il 7 e l'8 sono transitati, diretti a Ventimiglia due treni carichi di munizioni. È quindi confermato che i tedeschi hanno sì intenzione di diminuire i presidii, ma non di evacuare la zona [...]
".

25 febbraio 1945 - Da "Corrado" al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Informava che "... Entro il 5 p.v. la RSI [Repubblica Sociale (di Salò)] dovrà consegnare ai tedeschi un elenco di tutti i cittadini italiani, forse per una mobilitazione generale...".

25 febbraio 1945 - Dalla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] "Fondo Valle" della Divisione "Silvio Bonfante" al comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al comando della Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava che "sembra che in Piemonte sia stato imposto un coprifuoco di 72 ore, durante il quale i tedeschi hanno fatto saltare i campi minati. Molti gerarchi hanno le automobili pronte per scappare e i militari della Muti cercano di conquistarsi la fiducia dei partigiani prigionieri. Gli ufficiali della RSI congedati sono stati sostituiti con altri di provata fede fascista provenienti da Alessandria... ".

26 marzo 1945 - Dal Comando Operativo [comandante "Curto", Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comando [comandante "Giorgio", Giorgio Olivero] della Divisione "Silvio  Bonfante" - Comunicava che per ordine del Comando Militare Unificato Regionale [CMURL] la Divisione veniva rinominata "VI^ Divisione d'assalto Garibaldi Silvio Bonfante" e chiedeva notizie sull'imminente riunione tra CLN e garibaldini.

29 marzo 1945 - Da "Nemo" [Aldo Galvagno] alla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava che era crescente la tensione nei tedeschi dovuta alle notizie provenienti dalla Germania; che continuavano piccoli spostamenti dei tedeschi verso il Piemonte; che, dopo le ultime partenze, a Pontedassio vi erano 100 tedeschi dell'artiglieria e della fanteria; che i soldati tedeschi che abbandonavano la zona diretti in Piemonte usavano mezzi contrassegnati dalla croce rossa, mezzi utilizzati anche per trasportare munizioni.

da documenti Isrecim in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II

martedì 11 febbraio 2020

Tutti bravi questi repubblichini...

Una vista su Sanremo (IM) da alture di ponente

4 aprile 1945 - Dalla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] del III° Battaglione "Candido Queirolo" al comando della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" [della II^ Divisione "Felice Cascione"] - 
Veniva comunicato che a Taggia erano rimasti solo 28 soldati, pionieri, che "hanno già abbassato un po' le arie da dominatori che dimostravano di avere" e si aggiungevano notizie sui vari fronti di guerra "... le armate sovietiche sono vicino a Vienna e hanno raggiunto le Alpi venete...".


12 aprile 1945 - Dalla sezione S.I.M. della V^ Brigata, prot. n° 385, al comando della II^ Divisione -
Nell'informativa si riportava che nella mattina del giorno precedente erano arrivati alla formazione 17 uomini, già appartenenti alla X^ flottiglia MAS, fuggiti dalla postazione della batteria di San Bartolomeo, Frazione di Sanremo (IM).
Che si era provveduto ad interrogare Antonio Muscolo, nativo di Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, che si era dichiarato promotore di tale fuga verso i garibaldini; il Muscolo aveva precisato di essere stato incorporato nella X^ MAS il 1° gennaio 1945 in ottemperanza agli obblighi di leva e di essere stato in seguito inviato a Sanremo.



Fonte: Fondazione Gramsci

Muscolo dettagliava poi il modo in cui aveva organizzato la fuga di tutti i componenti della batteria: il 9 aprile, cogliendo l'occasione della consegna di armi e munizioni, aveva fatto prima partire 9 uomini, seguiti alla sera dagli altri.
Il Muscolo affermava, inoltre, di avere preso parte ad un solo rastrellamento, a Genova, e che in quell'occasione in cui aveva fatto fuggire 5 partigiani.
Si rendeva, infine, garante della lealtà di tutti gli altri uomini saliti in montagna con lui.
Gli ormai ex soldati della X^ avevano portato con loro 17 moschetti con 15 caricatori e 10 scatole di munizioni, 2 bombe a mano, 1 mitragliatrice Saint Etienne.
Il documento si chiudeva con un commento del responsabile S.I.M. Brunero, Francesco Bianchi: "tutti bravi questi repubblichini; ormai si vedono suonati e da leoni diventano timide pecorelle. Nessuno di loro ha preso parte a rastrellamenti, ma molti rastrellamenti sono stati effettuati contro le nostre formazioni...".

[E Muscolo si rivelò essere una spia fascista]

18 aprile 1945 - Dalla Sezione SIM della V^ Brigata, prot. n° 405, al comando della V^ Brigata - Si chiedeva di disporre l'arresto di Antonio Muscolo [ricordandone l'arrivo l'11 aprile con altri 16 militi fascisti della X^ Mas tra i partigiani] perché sembrava ancora in collegaento con gli altri soldati della batteria da cui era fuggito, ma per "svolgere attività spionistica" ai danni dei garibaldini.

19 aprile 1945 - Dalla sezione SIM della V^ Brigata, prot. n° 408, al comando della V^ Brigata - Scriveva che "il militare fuggito dalle formazioni della V^ Brigata ha dettagliatamente fornito notizie al comando della G.N.R. di San Remo. In aggiunta a quanto già comunicato con la lettera avente come protocollo il n° 405 si comunica che Muscolo ha fatto pervenire al comando nemico la dislocazione delle forze, il loro armamento e le possibili azioni da eseguire [contro i partigiani]".
20 aprile 1945 - Dal comando della II^ Divisione, prot. n° 52, al comando della V^ Brigata - Ordinava, sulla base delle notizie avute, una volta svolte le dovute indagini, di procedere all'esecuzione dell'ex milite della X^ Flottiglia Mas Antonio Muscolo.

22 aprile 1945 - Dal CLN di Sanremo, prot. 629, alla Sezione SIM della V^ Brigata - Messaggio ugentissimo con cui si segnalava che la "spia" Muscolo" molto probabilmente aveva fornito ai nemici notizie tali da rendere possibile per il 23 o il 24 aprile un rastrellamento... 

23 aprile 1945 - Dal comando della II^ Divisione, prot. n° 85, al comando della V^ Brigata - Missiva segreta: "... procedere all'immediato arresto di Muscolo e degli elementi francesi già appartenenti alle SS. Compiere tale arresto con la massima riservatezza, evitando assolutamente che qualcuno possa allontanarsi. Inviarli questa sera sotto scorta armata al comando divisionale...".

da documenti Isrecim in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico 1998 - 1999

lunedì 23 dicembre 2019

Da "K 20" al SIM della VI^ Divisione Partigiana "Silvio Bonfante"

San Bartolomeo al Mare (IM)
 
Imperia: i due ponti sul torrente Impero, quello della Via Aurelia e quello ferroviario (sullo sfondo)

Il mese di aprile 1945 si aprì per i tedeschi con un prolungato allarme per il da tempo temuto sbarco alleato, dato che sul litorale erano stati avvistati diversi natanti alleati.
I comandi nazisti irrigidirono la disciplina, consegnarono le truppe in caserma, addirittura nelle zone di Diano, Cervo ed Andora fecero dormire gli uomini nelle gallerie usate anche come depositi di munizioni. Fecero continuare i lavori di fortificazione dei presidi e ne fecero iniziare di nuovi, come per il posto di vedetta sul torrente Impero ad Imperia o per lo sbarramento anticarro sul ponte San Pietro a Diano Marina.
In caso di sbarco ostile le forze germaniche avrebbero abbandonato la costa per dirigersi su Ormea (CN) e poi nelle Langhe dove, esaurita l'ultima resistenza, si sarebbero arrese agli alleati.
Dal 1° aprile e nei giorni successivi dai presidi di Cervo e di Pontedassio drappelli di soldati tedeschi incominciarono a dirigersi verso il Piemonte lungo la strada n° 28, dopo avere tagliato la linea telefonica, e smontato e poi caricato su mezzi ippotrainati centraline telefoniche e batterie antiaeree.
Il 1° aprile al comando di "Tamara" una squadra del Distaccamento "Igino Rainis" del Battaglione "Ugo Calderoni" della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" uccideva in un'imboscata 4 soldati tedeschi a Garessio (CN).
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
 
26 marzo 1945 - Dal Comando Operativo [comandante "Curto", Nino Siccardi] della I^ Zona Liguria al comando [comandante "Giorgio", Giorgio Olivero] della Divisione "Silvio  Bonfante" - Comunicava che per ordine del Comando Militare Unificato Regionale [CMURL] la Divisione veniva rinominata "VI^ Divisione d'assalto Garibaldi Silvio Bonfante" e chiedeva notizie sull'imminente riunione tra CLN e garibaldini.
 
5 aprile 1945 - Dal comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 310, al comando della III^ Brigata "Ettore Bacigalupo" - Emanava disposizioni per il ricevimento di un nuovo lancio alleato e per la condivisione, con la II^ Brigata "Nino Berio", del materiale ricevuto.

5 aprile 1945 - Dal comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 311, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Segnalava l'elenco del materiale ricevuto con il lancio alleato del 18 marzo: 1 mitragliatrice Breda, 9 Sten, 2 Bren e 23 sacchetti di plastico.
 
8 aprile 1945 - Dalla sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 128, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria ed al comando della VI^ Divisione - Comunicava il miglioramento recente del SIM e che "Giglio" e "Violetta" erano due elementi "su cui si può fare affidamento".

8 aprile 1945 - Dal comando della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" alla sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione - Comunicava che ad Andora (SV) erano arrivati 5 individui che risultavano essere spie e che da Capo Mele ad Albenga vi erano 120 nemici, di cui 30 in convalescenza. Aggiungeva le parole d'ordine del nemico in vigore dal 1° al 16 aprile.

8 aprile 1945 - Da "K 20", prot. n° 11, alla sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Segnalava che l'allarme antisbarco iniziato il 2 aprile permaneva tra i tedeschi; che i soldati tedeschi erano in stato di panico; che i comandanti tedeschi stavano "reagendo irrigidendo la disciplina"; che lungo la via Aurelia transitavano verso Albenga alcuni camion ciascuno con 3 o 4 tedeschi a bordo; che risultava che le 3 compagnie di Brigate Nere della provincia di Imperia avrebbero ripiegato per ultime "proteggendo come retroguardia l'azione dei guastatori".

San Bartolomeo al Mare (IM): Località Madonna della Rovere

8 aprile 1945 - Da "K 20", prot. n° 12, alla sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Segnalava che in località Madonna della Rovere [oggi comune di San Bartolomeo al Mare (IM)] a Cervo-San Bartolomeo il comando tedesco aveva piazzato 3 cannoni dei quali 2 erano in legno; che tra i tedeschi l'allarme permaneva per cui rimanevano nelle loro postazioni con le armi piazzate e con "il servizio di guardia rinforzato"; che a Diano Marina sul ponte San Pietro era quasi ultimato il lavoro di sbarramento anticarro, le cui caratteristiche avrebbe cercato di comunicare al più presto. Aggiungeva informazioni sulle abitudini del capitano Corticelli.

8 aprile 1945 - Da "Nemo" [Aldo Galvagno] alla sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Segnalava che nella valle Impero la situazione era abbastanza calma, eccezione fatta per il frequente passaggio in direzione del Piemonte di automobili e camion.


Cervo (IM)

12 aprile 1945 - Da "K 20", prot. n° 14, alla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^  Divisione "Silvio Bonfante" - Sosteneva che: "L'allarme sbarco continua; nelle valli di Cervo e Diano Marina i nemici hanno intensificato il servizio di guardia dopo i fatti di San Bartolomeo al Mare del 10 u.s." (allorquando tre garibaldini dell'Intendenza della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione, avvisati che un maresciallo ed un soldato tedeschi si trovavano a Cervo San Bartolomeo - all'epoca comune unico - nell'abitazione di una sarta, ingaggiarono un corpo a corpo con i due nemici, questi armati rispettivamente di una machine pistol e di un tapum semiautomatico, tentando di disarmarli: il maresciallo rimase ucciso, il soldato ferito. Uditi gli spari, i tedeschi del locale presidio accorsero sul luogo dello scontro. Venticinque SS intrapresero una rappresaglia, catturando e fucilando i seguenti civili: Luciano Grosso di 16 anni, Andrea Regolo di 32 anni, Angelo Arimondo  di 32 anni, Sesto Giordano di 19 anni, Emanuele Arimondo di 34 anni e Giovanni Elena di 20 anni. Nel tardo pomeriggio i tedeschi si diressero a Villa Faraldi (IM), dove il giorno successivo, alle ore 7.30, vennero attaccati da garibaldini del Distaccamento "Giovanni Garbagnati" e del Distaccamento "Franco Piacentini" della mentovata I^ Brigata). "Il coprifuoco è stato anticipato alle ore 18,00. La popolazione nutre un senso di sfiducia verso la fine della guerra".


13 aprile 1945 - Dal Quartiere Generale Alleato della I^ Zona Liguria [capitano Robert Bentley] al comandante Curto [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] - Si segnalava di avvisare il comando della II^ Divisione di mettere a disposizione di R.C.B. [capitano Bentley] i 23 Sten ed i 2 Breda sbarcati a Bordighera [n.d.r.: quasi di sicuro, invece, a Vallecrosia, forse in zona Rattaconigli, cioé sul confine tra le due cittadine], insieme ai 2 istruttori di sabotaggio, il 4 aprile u.s. e di aggiungere i 15 Sten con relative munizioni, portati da Bartali [Giovanni Bortoluzzi, già a capo a settembre 1943 di una prima banda di partigiani in Località Vadino di Albenga (IM), poi dirigente sapista in quella zona, capo missione della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” presso gli alleati, vicecapo della Missione Alleata nella I^ Zona nei giorni della Liberazione]. Si fornivano altre indicazioni e si aggiungeva che in allegato vi era una lettera da consegnare in Francia tramite la squadra di Bordighera [Gruppo Sbarchi Vallecrosia, in effetti] .

14 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della II^ Divisione - Veniva comunicato che Bartali, sbarcato il giorno 11, stava proseguendo verso la zona della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” per incontrare R.C.B. [capitano Bentley] e che il 20 avrebbe avuto luogo una riunione tra le formazioni garibaldine, R.C.B. e i CLN interessati.

20 aprile 1945 - Dal comando della II^ Divisione "Felice Cascione", prot. n° 58, al comando della Divisione "Gin Bevilacqua" [della II^ Zona Operativa Liguria] - Si comunicava che "in risposta alla richiesta sul movimento delle forze nemiche sulla frontiera italo francese le informazioni sono poco attendibili, dato che c'è continuo movimento e continuo spostamento delle forze verso la strada n° 28...".

da documenti IsrecIm  in Rocco Fava, Op. cit. - Tomo II