venerdì 10 gennaio 2025

Azioni partigiane a Badalucco, Pizzo d'Evigno, Caramagna, Carpenosa

Badalucco (IM)

Determinanti ai fini dell'inquadramento e della elaborazione tattica della Brigata [n.d.r.: IX Brigata "Felice Cascione"] furono i rapporti con il Comando della Delegazione Ligure delle Brigate Garibaldi e con il Comando Unificato Militare Ligure, rappresentati in zona dall'Ispettore Simon [n.d.r.: Carlo Farini].
Tra le prime iniziative riguardanti l'organico della Brigata il Comando stabilì - con circolare in data 13-6-'44 - che la forza degli effettivi di ogni distaccamento doveva essere fissata in 4 squadre di 10 uomini ciascuna più un capo squadra, due staffette e due infermieri, oltre al comandante e al commissario del reparto; ogni squadra venne suddivisa in due nuclei di 5 uomini.
Questo consentì anche lo snellimento di alcuni distaccamenti, la costituzione di nuovi e il completamento di altri.
Il comando curò anche la nomina di un Tribunale Militare di Brigata e la impostazione di un corso di addestramento per capisquadra, comandanti e commissari.
L'adozione di queste misure organizzative - come di altre a carattere disciplinare - era resa pressante soprattutto dal costante arrivo di nuovi volontari che particolarmente dalla seconda metà del mese di giugno [1944] avevano cominciato ad affluire numerosi presso i reparti della formazione appesantendone l'organico e creando sempre nuovi problemi pratici, come è possibile documentare:
Distaccamento n. 1 (Volante)
lì, 18/6/44
Impossibile preparare servizio giornaliero. Continuamente affluiscono uomini di tutte le classi.
Distaccamento al completo, possibilmente formarne altri da queste parti (attendiamo ordini). Formate 3 bande locali a nostra disposizione.
Totale uomini 20 a Pairola, Riva Faraldi, Testico.
Attualmente presenti a questo distaccamento 80 uomini.
Azione Santa Croce rimandata perché rinforzata. Facilmente lunedì o martedì.
F.to Commissario Politico «Federico» [n.d.r.: Federico Sibilla].
Esaminando la relazione inviata il 10-6-'44 al Comando delle Brigate d'Assalto Garibaldi (Liguria) dal Comando della IX Brigata possiamo inoltre rilevare come l'impostazione data all'inquadramento e alla preparazione degli effettivi fosse -    almeno in teoria - nettamente conseguente alle esigenze poste dal rapido sviluppo della formazione e alle condizioni belliche in cui la formazione stessa operava.
Le soluzioni adottate sono - a nostro giudizio - le uniche possibili del momento e coincidono, del resto, con le esperienze riscontrate nelle altre zone della regione:
1°) far partecipare uomini di tutti i reparti alle azioni di guerriglia (ne abbiamo già sottolineato la validità)
2°) proporzionare il numero e la portata degli attacchi alla preparazione degli effettivi
3°) data l'urgenza di disporre di ufficiali e graduati, orientare le nomine - in mancanza di elementi sufficienti di giudizio - sugli effettivi che dimostrino maggior decisione e coraggio nelle azioni, riservandosi ogni cambiamento
indicato da successive esperienze.
Azioni a pieno ritmo
L'attività bellica dei volontari imperiesi assunse conseguentemente un ritmo più veloce ed impegnato.
Un resoconto abbastanza organico delle azioni compiute dai reparti dipendenti dalla IX Brigata nei mesi estivi si trova nella relazione Rubaudo e nei documenti forniti dall'on. Carlo Farini.
Dal suddetto materiale si è potuto ricavare - per quanto riguarda le fasi più salienti della attività militare della formazione nei mesi di giugno, luglio e agosto [1944] - una cronaca sufficientemente particolareggiata che viene presentata a parte. Vi si può trovare la conferma al nostro giudizio circa la spinta combattiva presente fin dall'inizio nei reparti imperiesi, in misura notevole e spesso determinante, anche se ad essa non sempre corrispose un adeguato senso tattico.
Ciò può essere particolarmente accertato dall'esame degli scontri più rilevanti con le forze nemiche dei quali furono protagonisti - in questo stesso periodo - i distaccamenti della IX Brigata a Badalucco, Pizzo d'Evigno, Caramagna, Carpenosa e Sgureo [Sgorreto].
L'attacco al presidio germanico e fascista di Badalucco venne deciso dal Comando della formazione allo scopo di liberare un gruppo di giovani dello stesso paese che vi erano stati imprigionati quali ostaggi da fucilare per rappresaglia dopo un tentativo - effettuato il 31 maggio da uomini della banda locale appoggiati da una squadra del VI distacc. - di impadronirsi di un ingente quantitativo di armi depositate nella locale Chiesa degli Angeli.
Il dispositivo per l'operazione di Badalucco e la liberazione degli ostaggi prevedeva molto semplicemente l'impiego simultaneo e concentrico di quattro distaccamenti: il 3° e il 6° sarebbero entrati in azione ad est del paese (lato valle di Porto Maurizio); il quarto e il quinto ad ovest, mentre la banda locale avrebbe controllato la strada proveniente da Arma di Taggia per segnalare e contrastare l'eventuale arrivo di rinforzi nemici.
La scelta della data e dell'ora stabilite per l'attacco (l'11 giugno) non tenne però evidentememe conto della distanza che separava alcuni distaccamenti dalla zona di operazione: infatti, appena ricevuto l'ordine, il terzo e il 6° dovettero impegnarsi in una marcia forzata per raggiungere in tempo le posizioni loro assegnate, e per procedere più speditamente furono costretti a lasciare indietro il trasporto col mortaio da 45 mm.; intanto i distaccamenti 4° e 5°, per motivi diversi, trovavano difficoltà a raggiungere le loro posizioni.
Cosicché al momento dell'attacco i soldati tedeschi del presidio - che disponeva di postazioni ben munite e sopraelevate, fin sul campanile della chiesa - dovettero fronteggiare l'avanzata partigiana da un solo lato e, pur subendo perdite, la respinsero dopo poche ore di combattimento accanito nel corso del quale vennero feriti alcuni volontari tra cui lo stesso Mirko [n.d.r.: Angelo Setti], comandante del 6° distaccamento.
È evidente, nello stesso svolgimento di questa azione, il contrasto tra lo slancio combattivo degli ufficiali e degli effettivi partigiani e l'insufficiente coordinamento dei reparti impiegati.
Giorgio Gimelli, Cronache militari della Resistenza in Liguria - Volume II, Istituto Storico della Resistenza in Liguria, 1969, pp. 247-251