|
Pietrabruna (IM) - Fonte: Wikipedia
|
Lo stesso giorno 15 [aprile 1945] saputa la presenza di forze repubblicane della 6^ Compagnia bersaglieri in Pietrabruna, dove avevano già colpito a morte il garibaldino Antonio Castello, squadre dei Distaccamenti I e II della IV ^ Brigata
["Elsio Guarrini", della II^ Divisione "Felice Cascione"] partono per prendere posizione sulla carrozzabile Pietrabruna - Torre Paponi.Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Grafiche Amadeo, 2005, p. 288
La
nostra squadra, l'unica in possesso di un mitragliatore, attendeva ai
bordi del campo le ultime disposizioni e la via libera per l'attuazione
di una missione già discussa la sera precedente con Italo
[Maurizio Massabò], ma l'ordine tardava a venire; poco prima era giunta
una trafelata staffetta, che si sentiva ancora parlare animatamente
nella stanza adibita a comando, da cui uscì qualche minuto dopo in
compagnia di Italo. Nella valle era stato avvistato un reparto
repubblicano. Venne quindi annullato qualsiasi programma precedentemente
disposto. L'informatore assicurava la presenza avversaria [...]
l'intero distaccamento si allontanò rapido [...] all'inizio si
imboccarono sentieri che vennero abbandonati alla prima biforcazione,
nell'intento di produrre la sensazione di un percorso poco chiaro, per
confondere eventuali osservatori e questo fino a raggiungere il fondo
valle, dove l'itinerario venne modificato assumendo un indirizzo preciso
[...] per la prima volta dal lontano autunno il distaccamento si
trovava raggruppato al completo per affrontare la verifica d'uno
scontro, di armi e di coraggio. Le ore scorrevano lentamente, esasperati
dalla mancanza di cognizioni precise, mancanza che faceva prevedere il
vuoto di un'inutile attesa. Il battito del tempo, suonato dai campanili
della valle [...] il reparto repubblicano con un percorso imprecisato
era giunto a Pietrabruna, da cui sarebbe presumibilmente partito verso
la fine del giorno; nessun altro reparto, inoltre, operava in
congiunzione allo stesso; a completare il quadro della segnalazione
seguirono notizie di violenze perpetrate a carico di civili, fra cui
l'uccisione del vecchio sagrestano, il quale, fortemente debole di
vista, aveva scambiato i fascisti per noi. Dopo un breve conciliabolo,
la decisione raccolse l'approvazione di tutti: attaccare il reparto in
un diverso luogo che, pur presentando maggiore pericolo, sapeva offrire
adeguate possibilità di sorpresa [...] L'agguato prese forma quasi al
termine della discesa a una curva della strada che, dal centro del
paese, calava con un susseguirsi di tornanti fino al fondo della valle;
il breve rettilineo scelto, postofra due curve, venne bloccato quasi
interamente dal nostro dispositivo; uno sperone roccioso, simile a un
torrione, ricoperto di cesspugli e situato al disopra della curva in
basso, raccolse l'appostamento della quasi totalità dei garibaldini,
fornendo loro una posizione frontale che permetteva un tiro d'infilata
sulla colonna avversaria, riservando nel caso lo scontro avesse assunto
un andamento a noi favorevole, la possibilità di un facile disimpegno;
alla curva in alto, allo scopo di chiudere alle spalle il reparto, si
appostò uno sparuto gruppetto, in una posizione che non offriva alcuna
via di scampo. Il comandante Italo e il russo Ivan si
posero agli inizi della svolta per controllare i movimenti della
colonna; un poco più in basso io e Konrad, armati del mitragliatore; a
completare l'operazione una squadra di Veloce [Ermanno Sebastiano
Martini, comandante del III° Battaglione "Orazio 'Ugo' Secondo"] di
passaggio nella nostra valle bloccò qualche chilomentro a sud la strada
del mare, nell'ipotesi di eventuali riforzi. Ed ebbe inizio la nuova
attesa [...]
Renato Faggian (Gaston), I
Giorni della Primavera. Dai campi di addestramento in Germania alle
formazioni della Resistenza Imperiese. Diario partigiano 1944-45, Ed. Cav. A. Dominici, Imperia, 1984, pp. 135-137
Il 15 aprile una staffetta avvisava il I° Distaccamento "Angelo Perrone" del I° Battaglione "Carlo Montagna" della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" che "a Pietrabruna si trovavano 17 bersaglieri i quali erano venuti allo scopo di asportare bestie da soma. Il comandante 'Italo' [Maurizio Massabò] chiedeva rinforzo al II° Distaccamento, andando a prendere immediata posizione con 12 uomini sotto Pietrabruna" sulla carrozzabile Pietrabruna-Torre Paponi. Dopo un paio d'ore, i bersaglieri, che appartenevano alla VI^ compagnia di stanza tra Riva Ligure e San Lorenzo al Mare, mentre ritornavano con un bottino di 16 muli, venivano attaccati, subendo l'uccisione di 10 soldati, la cattura di altri 2 e la perdita di materiale bellico, consistente in un mitragliatore Breda, un mitragliatore Saint Etienne, un mitra Beretta, cinque moschetti con relative munizioni, tre pistole e cinque bombe a mano. I bersaglieri, che riuscirono a fuggire, diedero l'allarme. Da un dispaccio garibaldino: "da Imperia partiva prontamente, per portare rinforzo, un automezzo con a bordo una quarantina di Brigate Nere ed un cannoncino da 75 mm. Anche questi venivano attaccati in due riprese e subirono la perdita di 6 uomini".
Rocco Fava di Sanremo (IM), La
Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della
documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della
Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo
I - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di
Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico
1998 - 1999
Appena le forze avversarie giungono a tiro sono investite con un fuoco intensissimo. Quindici repubblicani cadono e altri due, fatti prigionieri, sono giustiziati la sera stessa. Prevedendo il sopraggiungere di rinforzi, i garibaldini si appostano un'altra volta: giungono dei camion nemici che sono anch'essi attaccati a distanza ravvicinata. Armi catturate al nemico [...] Ma vediamo come raccontano l'episodio alcuni protagonisti: "... i bersaglieri pensarono allora di agire di prepotenza saccheggiando tutte le case che gli capitavano sottomano, mentre molti abitanti del paese fuggivano ed alcuni di quanto stava accadendo andarono ad avvisare i partigiani che in quei giorni erano numerosi nella zona del Monte Faudo. Correndo affannosamente raggiunsero la località Ravanin dove era accampata la banda di Maurizio Massabò (Italo) ... Il partigiano Vento è appostato dietro un tronco di quercia con il mitragliatore MG 42. Su un ponticello scorre ben visibile la carrozzabile, più in là una curva toglie la visibilità del transito. Giacomo Corradi (Pancio) e Maurizio Massabò (Italo), comandanti dei due Distaccamenti, avevano dato ordine di sparare solo quando tutta la colonna fosse stata vicina, sotto di loro. I fascisti per precauzione avevano portato con loro due civili, Giuseppe Pirero e Silvano Zucarato, come ostaggi, a cavalcioni di due muli ... Quando la colonna viene a trovarsi sotto tiro una lunga scarica violenta di armi automatiche la investe causando in essa paurosi vuoti. In quel momento un bersagliere spara con la pistola nella schiena del civile Giuseppe Pirero, che rimane ucciso, ma si inciampa nei rovi, è obbligato a fermarsi, viene falciato da una raffica ... un bersagliere, benché ferito, riesce ad arrivare a San Lorenzo al Mare per avvertire il suo comando dell'imboscata subita. In quella drammatica confusione il partigiano Vento si sente chiamare per nome da una voce proveniente da sotto il ponte già menzionato: è l'ostaggio Silvano Zucarato, che era riuscito a mettersi al riparo, e con lui sono due soldati che gli si erano arresi ... Transitando per Pietrabruna gli abitanti pretendono che vengano loro consegnati i due prigionieri per linciarli. Invece questi sono portati al coando di Brigata dove, a seguito di processo regolamentare, sono condannati a morte e fucilati ... prima del tramonto giunge al bivio di Boscomare un autocarro con militi della Brigata Nera, i quali sparano alcuni colpi di mortaio sul paese di Pietrabruna, uccidendo una suora, quindi si avviano in ordine sparso ... il partigiano Barba, piazzato il mitragliatore, dà il 'chi va là'. Il capitano nemico, che forse non pensava ad un secondo agguato, risponde dichiarandosi ... Barba, senza esitare, apre il fuoco con il mitragiatore ... dopo un'ora giunge sul posto una autoambulanza con bandiera biana issata sul cofano, con lo scopo di portare via tutti i caduti. I partigiani sospendono ogni iniziativa e concedono la tregua al nemico..."
Francesco Biga, Op. cit., pp. 288-290
Il giorno seguente nella tarda mattinata riposavo ancora in un sonno profondo [...] quando uno scoppio fortissimo mi destò di soprassalto [...] al primo colpo ne erano seguiti altri, indiscutibili cannonate, i cui rimbombi legati dall'eco formavano un ininterrotto fragore che rimbalzava cupo all'interno dei crinali [...] Pietrabruna era diventata bersaglio dei cannoni tedeschi. Nell'aria limpida del mattino nitido giungeva il sibilo delle granate in arrivo, che fortunatamente esplodevano per la maggior parte nelle campagne circostanti; i colpi, sparati da una batteria installata ai confini della valle raggiunsero il solo scopo di terrorizzare gli abitanti del borgo [...] ritenemmo prudente rimanere in stato d'allerta; preoccupazione che in serata si rivelò fortunatamente inutile, poiché nella valle quel giorno nessuna formazione avversaria si presentò. Il bombardamento, durato circa un'ora, non conseguì risultati significativi: nessun ferito e danni irrilevanti, a parte la croce del campanile [...]
Renato Faggian (Gaston), Op. cit., p. 139
16 aprile 1945 - Dal comando del I° Battaglione "Carlo Montagna" [comandante "Peletta", Giovanni Alessio - commissario politico "Sferra", G.B. Pastorelli] della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della IV^ Brigata - Segnalava che il giorno prima il comando del I° Distaccamento "Angelo Perrone" era stato informato che a Pietrabruna si trovavano 17 bersaglieri che stavano requisendo animali da soma; che il comandante "Italo" [Maurizio Massabò], chiesti rinforzi al II° Distaccamento, aveva fatto aprire il fuoco contro i bersaglieri quando transitavano con 18 muli sotto il paese; che i garibaldini avevano ucciso 10 nemici e fatto 2 prigionieri; che "il bottino incamerato" corrispondeva a 2 mitragliatori, 1 mitra, 5 moschetti, 10 bombe a mano; che al termine del citato scontro erano sopraggiunti militi delle bande nere contro i quali vi era stato un altro scontro a fuoco; che questi repubblichini avevano ucciso un civile, che stava tentando la fuga, e 2 muli; che i garibaldini erano riusciti a restituire gli altri 16 muli ai proprietari.
16 aprile 1945 - Dalla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" [responsabile, "Brunero" Francesco Bianchi], prot. n° 395, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria ed al comando della II^ Divisione - Inviava le informazioni sulla situazione di Taggia ricevute dal III° Battaglione "Candido Queirolo" [comandante "Gori", Domenico Simi; vice comandante "Cipriano", Raffaele Alberti] e quelle sullo scontro di Pietrabruna del giorno prima ricevute dal I° Battaglione "Carlo Montagna" [comandante "Peletta", Giovanni Alessio - commissario politico "Sferra", G.B. Pastorelli] della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione.
17 aprile 1945 - Dal comando [comandante "Peletta", Giovanni Alessio - commissario politico "Sferra", G.B. Pastorelli] del I° Battaglione "Carlo Montagna" della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della IV^ Brigata - Comunicava che la sera del 16 aprile una squadra del I° Distaccamento "Angelo Perrone" aveva tentato di attaccare dei soldati repubblichini a Pietrabruna, e che, non essendo riuscita l'azione, si era portato sulla via Aurelia dove aveva attaccato a tre riprese carriaggi tedeschi diretti a Genova.
da documenti dell'Istituto Storico della Resistenza di Imperia in Rocco Fava, Op. cit., Tomo
II