1° febbraio 1945 - Giunge notizia che in Diano Marina per lo scoppio di una bomba tedesca sulla Piazza della Chiesa Parrocchiale sono rimasti uccisi i due figli di Lino Trucco, pievese, ma colà residente, ove esercita commercio di mobilio. Tale sciagura, veramente straziante, è accaduta mentre la truppa tedesca faceva esercitazione di tiro e sarebbe dipesa, pare, da un errore di calcolo - così il Comando tedesco ha cercato di giustificare il tragico episodio. I due bambini vennero trasportati in Pieve [di Teco (IM)] e deposti nella tomba di famiglia.
2 febbraio 1945 - Il tenente Dexeimer tedesco, comandante la Piazza di Pieve, ormai da due mesi e mezzo alloggiato nella villa del defunto Comm. Gandolfo e oggi del genero Rissone, ha lasciato questa residenza. Anche il terribile maresciallo Grot tedesco è partito. Si dice che sia andato in Francia.
Nino Barli, Vicende di guerra partigiana. Diario 1943-1945, Valli Arroscia e Tanaro, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, tip. Dominici Imperia, 1994
2 febbraio 1945 - Il tenente Dexeimer tedesco, comandante la Piazza di Pieve, ormai da due mesi e mezzo alloggiato nella villa del defunto Comm. Gandolfo e oggi del genero Rissone, ha lasciato questa residenza. Anche il terribile maresciallo Grot tedesco è partito. Si dice che sia andato in Francia.
Nino Barli, Vicende di guerra partigiana. Diario 1943-1945, Valli Arroscia e Tanaro, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, tip. Dominici Imperia, 1994
Nella notte fummo svegliati dal solito aereo solitario, soprannominato "Pippetto", il quale sganciò una bomba (forse per colpire i tedeschi del "Ciapasso") molto vicino a noi. Ci venne da pensare che non solo avevamo contro i nazifascisti, ma anche gli alleati angloamericani.
Il giorno successivo sentimmo dei colpi di mortaio che i tedeschi sparavano dal "Ciapasso"; un colpo finì davanti alla Chiesa di Diano Marina uccidendo tre bambini e ferendo alcune persone.
Sandro Badellino, Mia memoria partigiana. Esperienze di vita e vicende di lotta per la libertà di un garibaldino imperiese (1944-1945), edizioni Amadeo, Imperia, 1998
Il giorno successivo sentimmo dei colpi di mortaio che i tedeschi sparavano dal "Ciapasso"; un colpo finì davanti alla Chiesa di Diano Marina uccidendo tre bambini e ferendo alcune persone.
Sandro Badellino, Mia memoria partigiana. Esperienze di vita e vicende di lotta per la libertà di un garibaldino imperiese (1944-1945), edizioni Amadeo, Imperia, 1998
A ponente della [strada statale] 28, il giorno 29 [gennaio 1945] il nemico irrompe nella Valle di Diano Marina. Quattrocento tedeschi puntano su Diano Arentino e su Diano Roncagli (Comune di Diano San Pietro) in cerca dei Distaccamenti e del Comando della I Brigata “S. Belgrano” che sapevano dislocati nei dintorni.
I giovani di Diano Arentino tentano di sottrarsi alla cattura fuggendo per la campagna. Tra questi è il ventenne Francesco Camiglia che, trovatosi con la casa circondata, tenta la fuga attraverso i tetti vicini. Ma scorto dai tedeschi e preso di mira, cade in un vicolo colpito alle gambe. Colto dalla disperazione e sopraffatto dal dolore, invoca con voce angosciata la madre. La chiama con voce forte ed essa accorre, ma accorrono anche i Tedeschi che lo cercavano come belve cercano la preda. Decidono di finirlo mediante impiccagione. Trascinatolo presso un albero di pero nei pressi della casa di Silvio Ascheri, gli passano un cappio al collo per impiccarlo. La madre che, con la disperazione nel cuore, aveva seguito la drammatica vicenda, emettendo un urlo acutissimo, assale con disperazione i soldati, li allontana, abbraccia il figlio e gli toglie il cappio dal collo. Di fronte alla pietosa scena, i Tedeschi non provano nessuna compassione. Strappano nuovamente alla madre il corpo del figlio, oramai morente per dissanguamento e lo impiccano definitivamente. Nella valle mai si ebbe un esempio di così feroce esecuzione.
Rastrellando la zona di Roncagli, i soldati scorgono in località Macari il garibaldino Ricordo Garibaldi che tenta di nascondersi, ma non riesce a salvarsi ed è fucilato sul posto. Apparteneva al distaccamento di "Ramon", della II Brigata "Nino Berio". Gli stessi soldati catturano pure Aristide Cavalleri e Giovanni Cavalleri in zona Isole. Conducono i due ostaggi a Diano Arentino e quindi a Diano Marina presso il Comando, ubicato nella villa di Bartolomeo Ardissone, insieme ad altri rastrellati. Dope essere stati redarguiti, verranno rilasciati in serata.
Durante un'altra puntata condotta il giorno successivo i tedeschi impiccano a Diano Arentino il civile Salvatore [Salvatore Manotti], ex soldato sbandatosi l'8 settembre 1943.
Un altro gruppo di Tedeschi ubriachi, di stanza alla batteria di cannoni dislocata al Ciapasso, nei pressi di Diano Marina, privi di ogni considerazione umana, nel pomeriggio del 31 gennaio 1945 sparano un colpo di mortaio; la granata piomba davanti alla chiesa parrocchiale, esplodendo uccide tre bambini che stavano giocando: i fratelli Orlando e Agostino Trucco, di sette e dodici anni, Eugenio Di Sipio, anche lui di dodici anni, morirà due giorni dopo all'ospedale.
Nell'episodio rimane gravemente ferito anche il ragazzo Francesco Ghirardi, ma sopravviverà. Lo sbigottimento e lo sdegno sono enormi. Le Autorità locali inviano al Comando tedesco le rimostranze della popolazione, ma nessuno verrà punito.
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005, pp. 52-54
I giovani di Diano Arentino tentano di sottrarsi alla cattura fuggendo per la campagna. Tra questi è il ventenne Francesco Camiglia che, trovatosi con la casa circondata, tenta la fuga attraverso i tetti vicini. Ma scorto dai tedeschi e preso di mira, cade in un vicolo colpito alle gambe. Colto dalla disperazione e sopraffatto dal dolore, invoca con voce angosciata la madre. La chiama con voce forte ed essa accorre, ma accorrono anche i Tedeschi che lo cercavano come belve cercano la preda. Decidono di finirlo mediante impiccagione. Trascinatolo presso un albero di pero nei pressi della casa di Silvio Ascheri, gli passano un cappio al collo per impiccarlo. La madre che, con la disperazione nel cuore, aveva seguito la drammatica vicenda, emettendo un urlo acutissimo, assale con disperazione i soldati, li allontana, abbraccia il figlio e gli toglie il cappio dal collo. Di fronte alla pietosa scena, i Tedeschi non provano nessuna compassione. Strappano nuovamente alla madre il corpo del figlio, oramai morente per dissanguamento e lo impiccano definitivamente. Nella valle mai si ebbe un esempio di così feroce esecuzione.
Rastrellando la zona di Roncagli, i soldati scorgono in località Macari il garibaldino Ricordo Garibaldi che tenta di nascondersi, ma non riesce a salvarsi ed è fucilato sul posto. Apparteneva al distaccamento di "Ramon", della II Brigata "Nino Berio". Gli stessi soldati catturano pure Aristide Cavalleri e Giovanni Cavalleri in zona Isole. Conducono i due ostaggi a Diano Arentino e quindi a Diano Marina presso il Comando, ubicato nella villa di Bartolomeo Ardissone, insieme ad altri rastrellati. Dope essere stati redarguiti, verranno rilasciati in serata.
Durante un'altra puntata condotta il giorno successivo i tedeschi impiccano a Diano Arentino il civile Salvatore [Salvatore Manotti], ex soldato sbandatosi l'8 settembre 1943.
Un altro gruppo di Tedeschi ubriachi, di stanza alla batteria di cannoni dislocata al Ciapasso, nei pressi di Diano Marina, privi di ogni considerazione umana, nel pomeriggio del 31 gennaio 1945 sparano un colpo di mortaio; la granata piomba davanti alla chiesa parrocchiale, esplodendo uccide tre bambini che stavano giocando: i fratelli Orlando e Agostino Trucco, di sette e dodici anni, Eugenio Di Sipio, anche lui di dodici anni, morirà due giorni dopo all'ospedale.
Nell'episodio rimane gravemente ferito anche il ragazzo Francesco Ghirardi, ma sopravviverà. Lo sbigottimento e lo sdegno sono enormi. Le Autorità locali inviano al Comando tedesco le rimostranze della popolazione, ma nessuno verrà punito.
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005, pp. 52-54
Ai
primi di febbraio le Brigate Nere effettuarono un rastrellamento nella
zona di Baiardo (IM) che portò all'arresto di alcuni uomini. Solo per
l'intervento del tenente del presidio dei bersaglieri del paese le case
non subirono danni.
Il comando della II^ Divisione "Felice Cascione" comunicò a quello della I^ Zona l'uccisione di 7 garibaldini avvenuta il 2 febbraio presso Villa Verrone a Sanremo. Di questi, 4 rimasero ignoti, mentre degli altri 3 si fornirono le seguenti notizie: "uno è un toscano ferito ad una gamba, sposato a Pompeiana, di circa 30 anni, con un figlio. Un certo Modena di circa 30 anni che si era presentato alla guardia repubblicana di San Remo. Uno di Pompeiana che aveva perso un braccio per lo scoppio di una bomba a mano".
Il comando della II^ Divisione "Felice Cascione" comunicò a quello della I^ Zona l'uccisione di 7 garibaldini avvenuta il 2 febbraio presso Villa Verrone a Sanremo. Di questi, 4 rimasero ignoti, mentre degli altri 3 si fornirono le seguenti notizie: "uno è un toscano ferito ad una gamba, sposato a Pompeiana, di circa 30 anni, con un figlio. Un certo Modena di circa 30 anni che si era presentato alla guardia repubblicana di San Remo. Uno di Pompeiana che aveva perso un braccio per lo scoppio di una bomba a mano".
Sempre il 2 febbraio gli uomini del presidio nemico di Borgo di Ranzo [comune di Ranzo (IM)] "effettuano un rastrellamento nella zona di Gazzo-Gavenola [Frazioni di Borghetto d'Arroscia (IM)] ed Aquila [Aquila di Arroscia (IM)] per rapinare bestiame e viveri alla popolazione".
Nella notte successiva "Ramon" (Raymond Rosso), capo di Stato Maggiore della Divisione "Silvio Bonfante", accompagnato da un garibaldino attaccò "due carri tedeschi accompagnati da 8 militari. Quattro cavalli uccisi, un soldato ucciso ed alcuni feriti più o meno gravi".
Il giorno 3 il commissario prefettizio di Albenga (SV), su ordine della Feldgendarmerie ordinò ai podestà dei comuni limitrofi di far affluire alla locale Brigata Nera tutti i giovani che già si erano presentati ai comandi tedeschi.
Il giorno 3 il commissario prefettizio di Albenga (SV), su ordine della Feldgendarmerie ordinò ai podestà dei comuni limitrofi di far affluire alla locale Brigata Nera tutti i giovani che già si erano presentati ai comandi tedeschi.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un
saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto
Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1
gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università
degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
Il
2 di febbraio un manipolo di fascisti al comando del capitano Borro
dopo aver girovagato per la campagna alle ore undici giunge nella
borgata Novelli (Tavole) [Tavole è Frazione del comune di Prelà (IM)]
[...] Nel pomeriggio i militi prelevano Carlo Oreggia, panettiere, detto
"Ristorante". Caricandolo di botte lo portano con loro. Giunti in
località "Vigne" presso il cimitero di Valloria [altra Frazione del
comune di Prelà (IM)] è freddato con alcune raffiche e gettato nella
scarpata sottostante. Gli tolgono le scarpe e il portafoglio. Per fargli
un vile scherno gli ficcano la pipa in bocca e gli mettono una
pagnottella in mano. Era accusato di fornire pane ai partigiani.
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005
2 febbraio 1945 - Dal comando [comandante "Gori", Domenico Simi] del III° Battaglione "Candido Queirolo" al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava che il traffico sulla strada Sanremo-Poggio-Ceriana era limitato al transito dei carriaggi per viveri e della "solita motocicletta" o vettura del presidio nemico di Ceriana (IM).
3 febbraio 1945 - Da "Mercurio" [Bruno Moro?] alla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] del CLN di Sanremo - Comunicava che era stato visto partire per Genova su di un camion tedesco "Grigua".
3 febbraio 1945 - Da "Nilo" [Quanito De Benedetti] al CLN di Sanremo - Comunicava che a Baiardo erano stati uccisi la moglie ed il figlio di "Bacucco" e che il rastrellamento nemico in corso stava continuando.
3 febbraio 1945 - Da "Amerigo" [Adalgiso Rovelli] al CLN di Sanremo - Comunicava che alle ore 8.30 era stata vista un'automobile delle SS tedesche fermarsi davanti alla casa dell'avvocato Buzzi in Via Lamarmora; che erano scesi l'avvocato e due individui in borghese che una volta entrati dopo 10 minuti erano usciti con una valigia di medie dimensioni.
3 febbraio 1945 - Dalla Sezione SIM del CLN di Sanremo alla Sezione SIM della V^ Brigata - Segnalava che il membro del Comitato di espressione del Partito d'Azione era stato arrestato e che il 2 febbraio erano stati arrestati 10 giovani, forse appartenenti alla banda dell'avvocato Buzzi.
3 febbraio 1945 - Dal commissario prefettizio di Albenga (SV) ai podestà di Ortovero, Villanova d'Albenga, Casanova Lerrone, Vendone, Nasino, Castelbianco, Castelvecchio, Zuccarello, Cisano sul Neva e Garlenda - Trasmetteva l'ordine della Feldgendarmerie di fare rientrare nella Brigata Nera di Albenga le giovani reclute che, appena arrivate all'arruolamento, si erano allontanate dalla caserma, perché passibili di fucilazione come "banditi".
da documenti Isrecim in Rocco Fava, Op. cit. - Tomo II
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005
2 febbraio 1945 - Dal comando [comandante "Gori", Domenico Simi] del III° Battaglione "Candido Queirolo" al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava che il traffico sulla strada Sanremo-Poggio-Ceriana era limitato al transito dei carriaggi per viveri e della "solita motocicletta" o vettura del presidio nemico di Ceriana (IM).
3 febbraio 1945 - Da "Mercurio" [Bruno Moro?] alla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] del CLN di Sanremo - Comunicava che era stato visto partire per Genova su di un camion tedesco "Grigua".
3 febbraio 1945 - Da "Nilo" [Quanito De Benedetti] al CLN di Sanremo - Comunicava che a Baiardo erano stati uccisi la moglie ed il figlio di "Bacucco" e che il rastrellamento nemico in corso stava continuando.
3 febbraio 1945 - Da "Amerigo" [Adalgiso Rovelli] al CLN di Sanremo - Comunicava che alle ore 8.30 era stata vista un'automobile delle SS tedesche fermarsi davanti alla casa dell'avvocato Buzzi in Via Lamarmora; che erano scesi l'avvocato e due individui in borghese che una volta entrati dopo 10 minuti erano usciti con una valigia di medie dimensioni.
3 febbraio 1945 - Dalla Sezione SIM del CLN di Sanremo alla Sezione SIM della V^ Brigata - Segnalava che il membro del Comitato di espressione del Partito d'Azione era stato arrestato e che il 2 febbraio erano stati arrestati 10 giovani, forse appartenenti alla banda dell'avvocato Buzzi.
3 febbraio 1945 - Dal commissario prefettizio di Albenga (SV) ai podestà di Ortovero, Villanova d'Albenga, Casanova Lerrone, Vendone, Nasino, Castelbianco, Castelvecchio, Zuccarello, Cisano sul Neva e Garlenda - Trasmetteva l'ordine della Feldgendarmerie di fare rientrare nella Brigata Nera di Albenga le giovani reclute che, appena arrivate all'arruolamento, si erano allontanate dalla caserma, perché passibili di fucilazione come "banditi".
da documenti Isrecim in Rocco Fava, Op. cit. - Tomo II