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martedì 10 novembre 2020

Agguato garibaldino in Località Sgorreto

Ponti sul torrente Impero all'altezza di Castelvecchio di Imperia

Non è molto ridente la località che porta il nome, acquisito dall'omonimo rio che la percorre, di Sgorreto [nel comune di Imperia]. È posta sulla strada statale n. 28, fra Pontedassio e Castelvecchio, un pò più vicina a questo che a quello.
A sinistra di chi procede per Pontedassio, la strada è limitata dal torrente Impero, non ben delineato per il greto irregolare in cui s'alternano, o si fanno compagnia, zone di ghiaia, canneti, tratti sassosi, ciuffi erbosi e, tra essi, con percorso a zig-zag, scende l'acqua cupa, color marrone, indice della presenza di frantoi più a nord.
Lo stesso torrente, che nel suo percorso verso il mare poco prima è decisamente rivolto a sud-ovest, improvvisamente, per una delle sue bizzarrie, come di chi muta sovente parere, s'impenna a sinistra e ci mostra, slargato, quel letto descritto. Quindi, sarà un'altra ansa, e così via fino al mare.
D'intorno i colli, a catena o solitari, simulano il gioco del rimpiattino, disposti come sono e quasi divertiti d'interrompersi l'un l'altro. Sullo sfondo, a nord, si staglia, per breve tratto, la salita del colle San Bartolomeo.
Qualche casa sparsa, piccola e modesta, e basta. Ormai, la zona è stata ritoccata da lavori e costruzioni che hanno mutato l'aspetto primitivo.
Al lato destro, una parete strapiomba sulla strada; è alta quattro o cinque metri, tutta sassi, sterpi, pianticelle selvatiche ed arse, salvo una ridente macchia di mandorli, e, tra il tutto, qualche punto in cui poter poggiare il piede di chi intenda scalarla, ma più adatto alle zampe delle capre che al piede dell'uomo. La parete accompagna la strada a rettilineo per un buon tratto.

Il giorno 28 giugno 1944, cinque garibaldini del 10° distaccamento della IX Brigata, guidati dal comandante Umberto Cremonini (Folgore) (1) e dal commissario Fernando Bergonzo (Nando), sono appostati presso il rio Sgorreto. Hanno avuto notizia che il Generale tedesco, comandante del presidio, passa giornalmente in macchina. È intenzione dei partigiani di catturarlo. Da cinque ore attendono, l'attesa è snervante. Hanno fucili e bombe a mano preparate a grappolo in modo da scoppia temporaneamente dopo il disinnesco di una sola sicurezza.
Finalmente è in vista un camion: «Nando» scruta col binocolo; sono Tedeschi e fascisti. Tutti pronti. Il camion, che non è però quello del Generale, avanza finchè giunge nei pressi: i partigiani ordinano l'alt, ma l'autista accelera ed accosta l'automezzo ancora più a destra della stra da per ostacolare la visuale dall'alto e rendere impossibile il tiro.
Ma le bombe precipitano e, con incredibile precisione, centrano il veicolo. Uno spianto! All'intorno morti e moribondi. I superstiti fuggono all'impazzata e i garibaldini, svelti come le capre, scendono lungo la parete.
«Folgore» spara con la pistola a due Tedeschi che corrono a saltelloni nel greto dell'Impero; «Nando» afferra una machinen-pistole abbandonata a terra da un nemico e raffica quelli che fuggono, sempre nel greto verso sud.
I garibaldini raccolgono le armi e si ritirano per il sopraggiungere della macchina del Generale il quale, alla presenza di quello spettacolo, s'infuria ed intende vendicare i suoi soldati morti. Mobilita ingenti forze che, in breve, giungono con autoblinde e mortai, e sparano in direzione dei garibaldini ormai in marcia verso le zone dell'interno.

Contemporaneamente, i nazisti bruciano tutte le case all'intorno e catturano una ventina d'ostaggi, terrorizzando la gente del luogo.
I partigiani, intanto, giungono in salvo a Pian Bellotto, nella zona di Pizzo d'Evigno, presso il distaccamento «Volante» di «Cion» [Silvio Bonfante]; poi raggiungono la loro formazione.
Notiamo: la coraggiosa azione è stata compiuta da cinque uomini a quattro chilometri dal mare! (2).

(1) Quel «Folgore» che, nel precedente mese di maggio, militando nelle fila del distaccamento del comandante Vittorio Guglielmo (Ivano o Vittò) e del commissario Bruno Luppi (Erven) aveva da solo disarmato una postazione della RSI a Santa Brigida (Andagna) e catturato dieci soldati del presidio (G. Gimelli, Cronache militari della Resistenza in Liguria, vol. 2°, pag. 240).
(2) Testimonianza orale di Fernando Bergonzo, commissario di distaccamento

Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992