mercoledì 30 novembre 2022

I Tedeschi da San Bartolomeo salgono a Villa Faraldi

Villa Faraldi (IM). Fonte: Oggi Cronaca

La battaglia delle Fontanelle, a monte di Villa Faraldi: questi è un piccolo Comune di montagna nella Valle Steria, sovente sede di Distaccamenti partigiani; con tutta la sua popolazione partecipa alla lotta armata contro i nazifascisti dall'ottobre 1943 alla Liberazione. Inoltre fu centro di rifornimenti e informazioni militari. Talmente indomiti gli abitanti che il nemico dovette porvi un presidio dal novembre 1944 al marzo 1945. Furono mesi di perquisizioni, fame, razzie e sofferenze inaudite. E nell'ora decisiva della battaglia scatenatasi l'11 e il 12 aprile, quale conseguenza di una rappresaglia tedesca, come un solo uomo la popolazione insorse, in collaborazione di due Distaccamenti partigiani, per scacciare il nemico e non mollò più, fino al vicino giorno della Liberazione. Ma vediamo da vicino gli avvenimenti: il giorno 10 tre garibaldini dell'Intendenza ("Lolli", "Gambetta" , "Pieren"), venuti a conoscenza che Tedeschi (un ufficiale e un soldato), armati di m.p. e di Mauser, erano a San Bartolomeo al Mare, presso un laboratorio di sartoria, decidono di disarmarli. Dopo una baruffa rimane ucciso l'ufficiale e gravemente ferito il soldato. I tre partigiani riescono ad allontanarsi mentre sopraggiunge una pattuglia di un presidio nemico dislocato a un centinaio di metri di distanza. In seguito a questa azione il nemico reagisce iniziando con una rappresaglia sulla popolazione civile di San Bartolomeo, per cui il mattino del giorno successivo fucilano i civili che incontrano per la strada. Cadono sotto il piombo nemico Angelo Arimondo di anni 32, Emanuele Arimondo di anni 34, Giovanni Elena di anni 20, Giordano Sesto di anni 19, Luciano Grosso di anni l6 e Andrea Regolo di anni 32.
Quindi, ricevuti rinforzi, i Tedeschi da San Bartolomeo salgono a Villa Faraldi, distante circa cinque chilometri dal mare. Entrano nelle case con la forza trascorrendovi la notte. All'alba del giorno 12 salgono guardinghi verso la montagna, ma quando raggiungono la cappella di San Bernardo, sono investiti dal primo fuoco partigiano. Sotto i colpi dei fucili lanciagranate, sono obbligati a indietreggiare, mentre i garibaldini del Distaccamento "Garbagnati" sono riparati in trincee in località Fontanelle, affiancati da una diecina di giovani di Villa Faraldi. I Tedeschi, ricevuti rinforzi (circa duecento uomini), attaccano nuovamente.
La battaglia si riaccende e dura fino alle ore quattordici circa, dopo di che, mancate le munizioni e a causa dei colpi di mortaio nemico, il "Garbagnati" è obbligato a ritirarsi, affiancato dal Distaccamento "Piacentini", il quale era giunto di rinforzo. I garibaldini si ritirano a Stellanello in Valle Andora dove riordinano le file, e dove trovano il comandante Massimo Gismondi (Mancen) con un gruppo di combattenti.
Il nemico, visto fallito il proprio intento, pensando di attuare una dura rappresaglia, riunisce tutta la popolazione di Villa Faraldi sulla piazza della chiesa, davanti ad una mitragliatrice pesante puntata contro di essa. Però, all'ultimo momento sospendono il previsto massacro e con una dozzina di ostaggi si avviano verso Imperia, compreso il parroco Michele don Ghiglione, che finisce nelle carceri a disposizione delle SS.
Il 24 aprile 1945, gli ostaggi e Don Ghiglione saranno liberati da alcuni guardiani delle carceri e da partigiani scesi dalle montagne circostanti per dare la libertà a molti detenuti politici.
Il giorno 12 aprile, a causa dell'uccisione di un sott'ufficiale tedesco a Cerisola, il comando nemico di Albenga ordina una rappresaglia facendo fucilare i civili Nano Giobatta, Clemente Rota e Alfredo Brancher. Una ventina di Tedeschi giunti a Borghetto d'Arroscia perquisiscono alcune case ed arrestano il dottor Lavaggi, segretario comunale il quale, accusato di essere in combutta con i partigiani, in località San Pantaleo lo fucilano e gettano il corpo esanime nel torrente sottostante. Il commissario "Andrea", del Distaccamento "Piacentini", accompagnato da un garibaldino, mentre va in missione a Oneglia, si scontra con una pattuglia tedesca nei pressi di Diano Serreta: caso singolare, entrambe le parti non subiscono perdite.
Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV: Dal Primo Gennaio 1945 alla Liberazione, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, 2005 

12 aprile 1945 - Da "K 20", prot. n° 14, alla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Sosteneva che: "L'allarme sbarco continua; nelle valli di Cervo e Diano Marina i nemici hanno intensificato il servizio di guardia dopo i fatti di San Bartolomeo al Mare del 10 u.s. Il coprifuoco è stato anticipato alle ore 18.00. La popolazione nutre un senso di sfiducia verso la fine della guerra".
13 aprile 1945 - Dal comando della Divisione SAP "Giuseppe Mazzini" [di Albenga (SV)] al Rappresentante [Robert Bentley, capitano del SOE britannico, ufficiale di collegamento alleato con i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria] dell'Alto Comando Alleato ed al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Comunicava che come da accordi presi iniziava il servizio informazioni; che i tedeschi avevano asportato dal forte di Zuccarello tutte le munizioni; che facevano la stessa operazione dai magazzini situati nei pressi di Albenga; che l'11 aprile era transitato "da est ad ovest un camion con rimorchio carico di 70 fusti pieni di benzina"; che nella galleria tra Ceriale e Borghetto vi era un treno blindato, armato con 4 pezzi da 120 e con 2 mitragliatrici da 20 mm; che il nemico aveva intensificato la sorveglianza nelle valli vicine ad Albenga sino ad istituire un nuovo posto di blocco sulla strada Arnasco-Albenga-Coasco [Frazione di Villanova d'Albenga (SV)].
13 aprile 1945 - Dal comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" ai comandi della II^ Brigata "Nino Berio" e della III^ Brigata "Ettore Bacigalupo" - Comunicava che "tutti gli sforzi futuri dovranno essere orientati all'eleminazione delle infiltrazioni nemiche". Disponeva che la II^ Brigata sorvegliasse la Valle Arroscia e disturbasse di continuo con pattuglie e fucilieri ogni movimento nemico. Ordinava che la III^ Brigata si portasse su nuove posizioni per liberare la Val Lerrone: il comando di Brigata ed il Distaccamento "Giuseppe Catter" [comandante "Gino" Giuseppe Gennari] a Testico, il Distaccamento "Elio Castellari" a Marmoreo, il Distaccamento "Gian Francesco De Marchi" a Casanova Lerrone.
13 aprile 1945 - Dal comando della II^ Brigata "Nino Berio" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" ai comandi dei Distaccamenti dipendenti - Comunicava che, per vari motivi, quali la morte del vice commissario "Franco" [Giovanni Trucco, caduto in combattimento a Trovasta il 27 marzo 1945] ed il passaggio a comandante della III^ Brigata "Ettore Bacigalupo" di "Fernandel" [Mario Gennari], il nuovo organico di comando della Brigata era così composto: comandante "Gino" [Giovanni Fossati] commissario "Athos" [Pellegrino Caregnato] vice commissario "Tino" [Agostino Salvo] capo di Stato Maggiore "Sirio" [Antonio Di Stefano] responsabile politico "Gigi" [Giuseppe Alberti].
15 aprile 1945 - Dal comando della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al comando della VI^ Divisione - Informava che nella mattinata del 14 aprile il comandante ["Mancen", Massimo Gismondi] con una squadra del Distaccamento "Franco Piacentini" aveva attaccato in località Colletto di Moglio [comune di Alassio (SV)] 8 tedeschi e 2 fascisti e che il nemico aveva reagito sparando 3 colpi di mortaio contro i partigiani, che non avevano potuto, a causa della presenza di campi minati, avvicinarsi troppo.
15 aprile 1945 - Dal comando della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al comando della VI^ Divisione - Avvisava che in quella mattinata si erano sentite, provenienti da Testico (SV), alcune raffiche di mitra; che il comandante ["Mancen", Massimo Gismondi] era subito partito con una squadra del Distaccamento "Angiolino Viani" per "portare aiuto in caso di necessità"; che i garibaldini si erano disposti nel seguente modo: una squadra del Distaccamento "Angiolino Viani" sotto il cimitero di San Gregorio per fermare i tedeschi in caso di fuga, il Distaccamento "Franco Piacentini" a difesa del Passo del Merlo e del Passo dei Pali, il Distaccamento "Francesco Agnese" rimaneva a San Damiano; che l'azione dei tedeschi era durata 2 ore.
15 aprile 1945 - Dal comando della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" ai comandi del Distaccamento "Marco Agnese", del Distaccamento "Giovanni Garbagnati", del Distaccamento "Franco Piacentini" e del Distaccamento "Angiolino Viani" - Disponeva che una squadra del Distaccamento "Franco Piacentini" si portasse alle ore 23 di quel giorno a Testico (SV) per fare brillare un ponte, con la collaborazione di una squadra del Distaccamento "Angiolino Viani" e del garibaldino "Pirata" del Distaccamento "Giovanni Garbagnati", ed al comando del capo di Stato Maggiore ["Cis", Giorgio Alpron] e che il giorno dopo, 16 aprile, alle ore 4 dovessero trovarsi in Testico a disposizione del comando della Divisione "30 garibaldini ben armati". da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 - 1999