venerdì 9 giugno 2023

Un consistente gruppo di uomini armati in divisa rastrellava la zona del Santuario dell'Acquasanta


Verso le ore 13 del 16 agosto 1944 una staffetta avverte che una trentina di Tedeschi tenta di entrare in Badalucco per stabilirvi una consistente testa di ponte.
Immediatamente il gruppo del 9° distaccamento «Artù» della IV Brigata si sposta, si porta a breve distanza dal tratto stradale Badalucco ­Montalto, in località Poggio e Carcagnolo, ed attacca il nemico che lascia sul terreno due morti.
Successivamente la squadra partigiana prende posizione a circa due chilometri dal paese e le arrivano dei rinforzi con una mitragliatice pesante. Passa circa mezz'ora ed i nazisti rispuntano. L'attacco dei garibaldini anche questa volta è violento. I Tedeschi si difendono con grande accanimento, ma dopo due ore di sparatoria infernale si disperdono, contando numerosi feriti ed altri tre morti, tra cui un capitano ed un tenente. Inoltre, lasciano nelle mani dei partigiani due prigionieri ed un rilevante bottino: quattro machinen-pistole, un mitragliatore Majerling, cinque ta-pum, varie pistole e circa novemila colpi.
Il patriota Domenico Boeri (Menego) rimane ferito al braccio destro.
Il commissario Raffaele Amato (Elio), a fondo pagina del rapporto sull'operazione, ha posto la seguente nota: «Al nostro fianco ha pure collaborato il signor De Andreis Giobatta, babbo dell'agente investigativo «Pierò», sequestrando un mitragliatore e consegnandocelo...» (1).
Il Comando tedesco, in conseguenza dello scacco subito a Badalucco, organizza un rastrellamento per il giorno seguente. Nella prima mattinata i Tedeschi ed i soldati della divisione «San Marco» iniziano ad attaccare le forze partigiane dislocate sul monte Faudo.
Le sentinelle garibaldine si ritirano nel bosco, mentre nell'accampamento viene nascosta ogni cosa per salvarla e sottrarla agli aggressori.
Un'ora di silenzio. Oltre trecento nazifascisti avanzano, muniti di armi automatiche. Poi incominciano a sparare. Il 9° distaccamento si sgancia per l'impossibilità di accettare il combattimento in condizioni di manifesta inferiorità ed in considerazione delle disposizioni del Comando che impongono attacchi improvvisi al nemico ed improvvisi ritiri. I tedeschi non riescono ad avvistare l'accampamento, sicché ogni cosa resta salva. Ma, come al solito, al loro passaggio seminano ovunque strage e desolazione.
Nei prati tra il monte Faudo ed il monte Follia numerosi civili innocenti vengono barbaramente trucidati.
Altri civili inermi vengono inesorabilmente falciati nelle verdi campagne di Montalto Ligure e nell'abitato stesso. Nel numero degli uccisi figurano due religiosi del Santuario-Ospizio della Madonna dell'Acqua Santa: il sacerdote lituano don Stanislao Barthus ed il chierico Mario Bellino (2), accusati di aver collaborato con i patrioti.
La micidiale colonna prosegue ancora per Badalucco ove uccide altri due civili.
Come a Montalto, la popolazione assiste impotente al saccheggio ed all'incendio di alcuni fabbricati (3).
I rastrellamenti sono effettuati su segnalazione di spie, la cui azione è stata tanto meticolosa che l'ubicazione del distaccamento comandata da Arturo Secondo (Artù), è identificata con una precisione impressionante. Infatti, sopra una roccia si trova scritto con pittura rossa: "X ALT [poi, il disegno di una freccia con la punta in basso a sinistra] NON SBAGLIATE".
Sicché è necessario spostare l'accampamento e trasferirlo sul versante destro dell'Argentina in zona Tumena. (4)
Il commissario Raffaele Amato (Elio), cosi descrive la nuova sede: «Percorrere la strada Montalto-Triora. A circa un chilometro e mezzo dal ponte di Montalto Ligure chiedere informazioni della casa del dottor Rossi, una casa grande e bianca. A poca distanza c'è una mulattiera a sinistra che s'inoltra nel bosco e conduce alle vigne di fronte al nostro accampamento...».
A seguito dell'eccidio il comando garibaldino lancia il seguente proclama alla popolazione, alla quale addita, ancora una volta, la barbarie dei nazifascisti:
«Italiani! Contadini!    
Sulle pendici del monte Faudo, in un invidiabile pace agreste, lontana dal dramma che sconvolge l'umanità, pacifici ed onesti contadini, con l'autorizzazione delle autorità tedesche ed italiane, sono intenti, curve le schiene, sudata la fronte a  manovrare con le forti braccia la falce per il taglio del fieno. Ma le iene nazifasciste spiano con occhi assassini quella pacifica opera e preparano la più feroce aggressione.
Improvvisamente, a tradimento, senza alcuna provocazione piombano su quegli inermi lavoratori, li costringono ad adunarsi in un sol gruppo e contro di questo fanno scaricare le loro mitragliatrici. Quindici infelici cittadini, quindici
padri di famiglia, quindici onesti vostri compagni, lavoratori e padri di famiglia sono così barbaramente trucidati dai nazifascisti guidati ed istigati dai lanzichenecchi italiani traditori della Patria.
Italiani! Contadini! Potete voi più oltre sopportare tanta feroce tirannia? Insorgete, non soffocate più il generoso impulso del vostro cuore; attaccate il nemico fascista e tedesco, carnefice dei vostri fratelli».
[NOTE]
(1) Archivio ISRI, sezione I (cronologica), documento del 9° distaccamento datato 20 agosto 1944. Vedasi pure Relazione storica sul movimento di Resistenza a Badalucco, opuscolo edito dal comune di Badalucco nel 1965, pag. 5.
(2) I due religiosi dell'Istituto Charitas di Imperia erano sfollati a Montalto Ligure con un gruppo di convittori (vedasi documento ASR); per altre notizie relative al chierico Mario Bellino vedasi R. Amedeo, Ogni contrada è patria di ribelli, Nicola Milano, Editore Farigliano (Cn), 1964, pagg. 171, 172.
(3) Nel corso del rastrellamento, trovarono la morte i seguenti civili: nella zona monte Faudo in località Bramosa: Amoretti Giovanni di Pietrabruna; Muratorio Giobatta di Badalucco; Ricca G.B. di Civezza; Bellissimi Giacomo, Benza Gioacchino, Benza Giovanni, Benza G.B., Benza Giuseppe, Castello G.B., Giretto Giuseppe, Lupi Antonio, Orengo Bartolomeo, Piropo Clemente, tutti di Dolcedo.
Nel comune di Montalto Ligure: Ammirati G.B. fu Antonio, Ammirati G.B. fu Vincenzo, Barla Ermelindo, sacerdote don Barthus Stanislao, chierico Bellino Mario, Brea Giorgio, Galleani Angelo (segretario comunale), Montebello G.B. ed il partigiano Torre Antonio. Nel comune di Badalucco: Bianchi Antonio e Gallo Giovanni.
(4) Verso la fine di agosto il distaccamento si sposterà in regione Carmo presso Madonna della Neve (da documento ASR)

Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992, pp. 363,364,365

Elenco delle vittime decedute
Bianchi Antonio del Comune di Badalucco, civile, ucciso a Badalucco
Gallo Giovanni del Comune di Badalucco, civile, ucciso a Badalucco
Altre note sulle vittime:
Don Lanteri Giobattista - parroco di Montalto Ligure dal 1923 al 1977: come da manoscritto “Diario dei 10 mesi” conservato presso l'Archivio parrocchiale di Montalto Ligure pubblicato sul libro “I bambini no, lasciateli stare!” di Giovanni Perotto: “Era con noi anche il segretario comunale che conoscendo un po' di tedesco ci faceva da interprete... siamo messi davanti alle mitragliatrici... Col segretario siamo separati dalle altre persone che sono lasciate libere. Il segretario piange... continuando il segretario a lamentarsi quel bestione del medico tira fuori la rivoltella e comincia a tempestarci di colpi. Per vero miracolo io rimango incolume e cade solo il segretario”.
Circa 20 bambini sfollati da Imperia ospitati in un orfanatrofio a Montalto Ligure nei pressi del Santuario dell'Acquasanta come da testimonianza di Agostino Liburdi pubblicata sul libro sopracitato: “Il giorno dell'Eccidio, il 17 agosto 1944, un consistente gruppo di uomini armati in divisa rastrellava la zona del Santuario dell'Acquasanta in cui si trovava la casa ricovero dover ero rifugiato con altri bambini dell'Istituto... Gli italiani del gruppo erano più numerosi dei tedeschi... Venni quindi a sapere che gli italiani in divisa appartenevano alla brigata fascista San Marco. Alcuni di costoro ci prelevarono dalla casa ricovero dove eravamo sfollati e ci condussero - un gruppo di circa venti bambini - al vicino santuario. Sul piazzale erano presenti al nostro arrivo Don Stanislao Barthus e il seminarista Mario Bellini sorvegliati da tedeschi e fascisti armati... Noi bambini fummo portati all'interno della chiesa”.
Come da intervista con Aldo Maestro pubblicata sul libro sopracitato: “... i due preti ci spingono e ci ammucchiano tutti nell'abside... e aprono la porta, attraverso la quale si precipitano dentro i nazifascisti urlando. Agguantano subito don Stanislao e don Bellini che strattonano fuori: li vogliono fucilare! (...) Noi dopo questi avvenimenti siamo spaventati a morte, quando sentiamo distintamente i colpi delle vergate sui due sacerdoti che non possiamo vedere, ma sentiamo i loro lamenti e le loro urla (..) Ora dalla finestra della sacrestia, ammucchiati gli uni sugli altri per guadagnarci la visuale vediamo chiaramente la scena, anche se non riusciamo a capire il colloquio tra i nostri amici e i torturatori che continuano a picchiarli selvaggiamente... Intanto strattonandoli li spingano in direzione di una grande pianta di acacia: noi vediamo chiaramente la scena. Ce l'ho davanti agli occhi e non potrò mai più dimenticarla. Appoggiati i due uomini al tronco della pianta, i rastrellatori fanno una raffica di mitra nella loro direzione. Vedo chiaramente l'alta figura di don Stanislao, il breviario all'altezza del torace in mano, che si abbatte” e sempre dal libro citato l'autore Giovanni Perotto scrive: "Nel racconto di Aldo Maestro emerge drammatica la testimonianza della volontà di alcuni tedeschi di uccidere anche i bambini ospiti della casa: “qualcuno vorrebbe fucilare anche noi ragazzi! Per fortuna altri si oppongono. - Ma cosa vogliamo fare?! Siamo impazziti? Non sono che ragazzi! - Oggi ragazzi, domani banditi! - urla un tizio inferocito. Per fortuna prevale l'umanità e il buon senso!” Pare che siano stati proprio i due martiri ad impedire che i piccoli cadessero vittime della violenza nazista: “I bimbi no, lasciateli stare!” imploravano ai persecutori che volevano a tutti i costi informazioni sulla resistenza".
[...] Nel pomeriggio del 16 agosto i partigiani del 9° distaccamento “Artù” della IV brigata attaccano una trentina di Tedeschi che tentano di entrare a Badalucco: due morti. La battaglia si interrompe per poi riprendere violenta: i Tedeschi hanno numerosi feriti, perdono altri tre uomini (tra cui un capitano ed un tenente) mentre due sono fatti prigionieri ed un rilevante bottino di armi. Il patriota Domenico Boeri (Menego) rimane ferito al braccio. (da documento del 9° distac. Datato 20.08.1944 Archvio ISRECIm sez. I (cronologica)
[...] svolgimento indagini effettuato da: Procura militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Padova (anno 2007) Procura Militare della Repubblica di Verona presso il Tribunale militare di Verona - Ufficio di coordinamento di Polizia Giudiziaria Militare in Bolzano - (procedimento penale nr. 163/09/mod. 44 (ign.) - anno 2009
Sabina Giribaldi, Episodio di Badalucco, 17.08.1944, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia

A destra il Monte Faudo (sullo sfondo il Monte Saccarello). Foto: Eraldo Bigi

Nel "Diario dei 10 mesi" dell'allora Parroco di Montalto Ligure, don G.B. Lanteri, si racconta la strage del 17 Agosto 1944:
Giornata di terribile rappresaglia sulla popolazione di Montalto Ligure. Verso le sei del mattino i tedeschi ed i fascisti sono già al passo di Vena. Dopo aver ucciso due persone a San Salvatore, uccidono una dozzina di uomini e donne di Dolcedo. Sono presi nel sonno in una casupola nei pressi del Faudo, addetti al taglio del fieno che, assicurati dal Prefetto non esservi più durante la fienagione scorrerie nei prati del Faudo, si erano recati lassù. I Tedeschi scendono nella Regione Binelle ed Evria. Uccidono certo Ammirati Giobatta, detto l'"Orso", di circa 70 anni, trovato per la strada carico di legni, così pure Ammirati Gio Batta (Bacò) di 72 anni ed un certo Brea Giorgio di 54 anni, trovato sulla porta che stava mangiando. Arrestano alcune donne che chiudono in una stalla ed alcuni uomini che poi rilasciano. Al Santuario dell'Acquasanta uccidono, dopo averli terribilmente bastonati e seviziati, i sacerdoti addetti a quell'istituto, Barthus Stanislao e Bellini Mario, e incrudeliscono sui loro cadaveri facendoli rotolare a calci giù dalla strada. Spaventano suore e bambini, gettano all'aria ogni cosa in Chiesa e nella abitazione delle suore. Nei sotterranei della chiesa si sono nascoste molte persone che non vengono scoperte. Preceduti dal fuoco dei mortai sul paese vi entrano da due parti. Uccidono il sacrestano Montebello Giobatta. Fracassano porte ed ogni cosa. Il parroco ed il podestà che non credevano avere a che fare con simili bestioni selvaggi ed ignari di quello che era accaduto nelle campagne, gli si presentano in Piazza della Chiesa. Fa parte del primo gruppo di Tedeschi un tenente medico. A Taggia si è poi vantato di avere il 17 agosto ucciso lui da solo nove persone: "Quest'oggi essere stata buona giornata."
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I caduti della Lotta di Liberazione. I^ Zona Liguria, ed. in pr., 2020

[ n.d.r.: tra le pubblicazioni di Giorgio Caudano: Marco Cassini e Giorgio Caudano, Bordighera al tempo di Bicknell e Monet, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2021; Giorgio Caudano, L'immagine ritrovata. Ventimiglia e dintorni nei dipinti dell'Ottocento e primo Novecento, Alzani Editore, 2021; (a cura di) Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone, La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944-8 ottobre 1944), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016; Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016  ]

Elenco delle vittime decedute
Ammirati Giobatta (Bacò), anni 66,civile, ucciso a Montalto Ligure
Ammirati Giobatta (Ursotto), anni 68,civile, ucciso a Montalto Ligure
Barla Ermelindo del Comune di Taggia, civile, ucciso a Montalto Ligure
Bartkus (o Barthus) Stanislao, fu Pietro, nato a Upyna in Lituania l'11.01.1907, anni 37, sacerdote ucciso al Santuario dell'Acquasanta
Bellino Mario, nato a Garessio (Cerisola) prov. di CN il 4.03.1916, anni 28, religioso chierico (seminarista), ucciso al Santuario dell'Acquasanta
Brea Giorgio del Comune di Montalto ligure, anni 54, civile, ucciso a Montalto Ligure
Galleano Angelo del Comune di Montalto Ligure, anni 37, segretario comunale, civile, ucciso a Montalto Ligure
Montebello Giobatta del Comune di Montalto Ligure, anni 54, sacrestano, civile, ucciso a Montalto Ligure
Torre Antonio (nome di battaglia) “Torre” fu Giobatta nato a Taggia l' 11.11.1908, anni 35, agricoltore, partigiano (II Divis. “F. Cascione” - IV brig.) dal 27.09.1943 al 17.08.1944 n° dichiaraz. Integrativa 3071, ucciso a Montalto Ligure
[...] Il giorno seguente (17 agosto 1944) l'azione partigiana si ebbe una rabbiosa reazione del Comando Tedesco il quale dopo aver richiamato rinforzi anche da Savona, iniziò nella vallata un terribile rastrellamento con epicentro Badalucco (come da “Relazione storica sul movimento di Resistenza in Badalucco 1943 -1945” pag. 5). Nella prima mattinata i tedeschi e i soldati della divisione “San Marco” iniziano ad attaccare le forze partigiane dislocate sul Monte Faudo. Come al solito al loro passaggio seminano ovunque strage e desolazione. Nei prati tra il monte Faudo e il monte Follia numerosi civili innocenti vengono barbaramente trucidati. Alla fine si conteranno tredici morti, rastrellati mentre erano, come scritto con toni enfatici nel proclama alla popolazione della Brigata Garibaldi, “intenti, curve le schiene, sudata la fronte, a manovrare con le forti braccia la falce per il taglio del fieno”. Altri civili (n. 7) inermi vengono inesorabilmente falciati nelle campagne di Montalto Ligure e nell'abitato stesso. Nel numero degli uccisi figurano i due religiosi del Santuario-Ospizio dell'Acquasanta don Stanislao Barthus e il chierico Mario Bellino accusati di aver collaborato con i patrioti.
Sabina Giribaldi, Episodio di Santuario dell’Acquasanta e altrove, Montalto Ligure, 17.08.1944, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia