lunedì 24 maggio 2021

Nei primi mesi del '44 fu creato il CLN Provinciale

Curenna, Frazione del comune di Vendone in provincia di Savona - Fonte: Mapio.net

Si ricorderà solo che la prima vera e propria battaglia fra partigiani e nazifascisti in provincia di Imperia avvenne nei giorni 13 e 14 dicembre 1943 nei pressi di Montegrazie, dove i militi fascisti si erano recati per compiere un'azione contro gruppi di partigiani colà dislocati e per requisire viveri e bestiame. Dopo un primo scontro accorrono uomini dei villaggi vicini e partigiani di Felice Cascione e i militi di Salò si ritirano, lasciando un numero non precisato di morti e due prigionieri. A loro volta gli uomini di Cascione, che erano venuti da Magaietto, si recano a Pizzo d'Evigno, dove si ricollegano al gruppo. Altre due battaglie furono, come già accennato, quella di Alto e quella di Pornassio o di Nava. Fra le località, nelle quali le bande si erano sistemate all'inizio della loro formazione, si ricordano in modo particolare: Magaietto, nella zona di Diano Marina; Borgo d'Oneglia; Inimonti di Pontedassio; dintorni del Faudo, con Valloria, Tavole e Villa Talla di Imperia; dintorni del Monte Acquarone, con zona da Montegrazie e Moltedo a Lucinasco; Pizzo d'Evigno; Curenna (dove - nel «Casone dei Crovi» - viene continuata, e quasi ultimata, la canzone Fischia il vento, di Felice Cascione, iniziata nel dicembre del '43 a Pizzo d'Evigno) e Alto. Queste due ultime località, Curenna e Alto, sono entrambe nella valle di Albenga. Nel periodo qui trattato i gruppi partigiani di montagna si tennero in frequente costante collegamento - come già fuggevolmente si è detto - con gli organizzatori antifascisti rimasti in città; i quali si adoperavano mandando informazioni, armi, indumenti e viveri, facendo nuovi aderenti, e inviando alle bande i giovani che temevano di essere incorporati nella milizia fascista o deportati. I contatti, in Imperia, erano tenuti soprattutto col rag. Giacomo Castagneto (o «Elettrico»), con Nino Siccardi (o «Curto»), con Ughes Gaetano, con Giacomo Amoretti «Menico» (Leonida) e con altri per il Partito Comunista; e con lo scrivente per gli indipendenti, per il Partito d'Azione e per i partigiani della corrente cristiana. I gruppi della corrente cristiana erano pure in contatto con l'avv. Carlo Folco e con l'avv. Ambrogio Viale, a loro volta collegati con lo scrivente. Attivo antifascista era pure considerato il parroco di Oneglia, rev. Don Orazio Boeri, anch'egli in relazione con giovani cattolici rifugiatisi in montagna, non che - specialmente - con l'avv. Ambrogio Viale. In tutti i mesi dal settembre '43 al marzo '44, i vari gruppi partigiani e i vari gruppi antifascisti (che in genere costituivano l'ossatura dei gruppi partigiani) agivano un poco ciascuno per conto proprio, indipendenti l'uno dall'altro, anche se non mancavano frequenti contatti (ad esempio: lo scrivente fu varie volte a casa del rag. Giacomo Castagneto e si recava spesso a casa di «Curto»; in montagna, l'avv. Raimondo Ricci, i Serra e l'avv. Vittorio Acquarone, comunista, erano insieme; lo scrivente faceva egualmente circolare i fogli clandestini «L'Unità» e «Italia Libera»; dalla banda presso il Faudo, nella quale, ad un certo punto, non pochi erano i comunisti, Ricci Raimondo aveva mandato allo scrivente il partigiano Aldo Acquarone, per motivi inerenti all'organizzazione; e Todros Alberto, anch'egli aggregato alla medesima banda, si recava spesso sia dallo scrivente, sia dall'avv. Ambrogio Viale) *. Nei primi mesi del '44 (1° febbraio) fu creato il CLN Provinciale, in cui si riunirono ufficialmente tutti i Partiti dello schieramento antifascista. Inizialmente ne facevano parte, quali esponenti politici: Ughes Gaetano (presidente), per il PCI; Folco Carlo, per la DC; Ernesto Valcado, per il PSI. Curto era organizzatore militare per il PCI; e il prof. Strato era addetto militare in seno al CLNP per la DC, e riuniva intorno a sé anche i gruppi vari non dipendenti dal PCI.
[...] Più tardi, quattro o cinque giorni dopo la morte di Cascione, verso la fine del gennaio '44 o agli inizi del febbraio, in una riunione tenutasi in una campagna di Carenzo Fedele situata nella zona «Vena Rosa» in prossimità di Barcheto, Simon (Carlo Farini), da poco in Imperia, incaricato dal Comando Regionale delle Formazioni «Garibaldi» di prendere misure per la sostituzione di Felice Cascione, proporrà di scegliere Nino Siccardi a prenderne il posto. Alla riunione, oltre a Simon e a «Curto», sono presenti il rag. G.Castagneto, Carlo Aliprandi e altri. Nella riunione stessa, sarà Simon a proporre il nome «Curto» per Nino Siccardi e il nome «Lungo» per l'Aliprandi. Aliprandi entrerà poi come addetto militare per il PCI nel CLNP, ma «Curto», fintanto che resterà in città, ossia fino intorno agli ultimi giorni del marzo '44, sarà sempre il vero e proprio organizzatore militare per il PCI nell'imperiese.
Per il conferimento dell'incarico di addetto militare della DC nel CLNP, lo scrivente era stato convocato nello studio dell'avv. Ambrogio Viale, di qui avviato nello studio dell'avv. Carlo Folco, e di qui infine nel «retrobottega» di Ughes Gaetano, nell'ammezzato del negozio di Oddone nell'attuale Via Bonfante, dove l'incarico gli era stato definitivamente spiegato e affidato.
* Per i contatti fra corrente e corrente, si ricordano pure, tra l'altro, i seguenti particolari: 1) l'ing. Vincenzo Acquarone, antifascista non comunista, in Torino tratta l'acquisto di anni e di esplosivo per «Curto», e, come d'accordo, mediante lettera del giorno 16-11-43, in caratteri cifrati, informa dei risultati lo scrivente G. Strato, affinché li comunichi a «Curto»; lo scrivente, sentito «Curto», ne trasmette la risposta, sempre con caratteri cifrati, all'ing. Acquarone, e nel contempo lo informa che Todros Alberto è stato arrestato; 2) lo scrivente, insieme con alcuni giovani (Demoro Maurizio e Ascheri Maurizio dell'Azione Cattolica e Conte Egidio), porta a «Curto», in Artallo, munizioni avute in parte dalla prof.ssa Letizia Venturini, della corrente del Partito d'Azione, e dal prof. Efisio Freilino, e in parte dall'ing. Vincenzo Acquarone; 3) G. Strato procura a «Curto», che è in procinto di passare alla montagna, alcune carte militari al 25.000, fra cui quella - specialmente richiesta - della zona di Borgomaro, e gliene impresta una al 100.000, la quale gli verrà poi restituita mediante indicazioni fornite tramite Lorenzo Acquarone (Lensen), quando «Curto» è già definitivamente in montagna.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, pp. 96-98

I primi episodi di lotta [a Rezzo] si verificano nel novembre 1943, allorché i Carabinieri di Pieve di Teco, con la costituzione della Repubblica di Salò, invitano i renitenti alle varie leve a presentarsi alle armi del costituendo regime fascista. Questo invito si reitera per tutto il mese di gennaio del 1944. Nel frattempo i giovani di Rezzo, muniti delle armi di cui si sono impadroniti l'8 settembre, si sono organizzati in una banda per montare turni di vedetta a San Bernardo di Conio.
Alla fine di gennaio giungono a Rezzo una quindicina di carabinieri, guidati da un maresciallo per prendere provvedimenti seri contro i renitenti. Ma questi, stanchi delle angherie e forti dell'appoggio della popolazione, armi alla mano circondano una dozzina di carabinieri sulla piazza del paese, li legano e li portano nel bosco di Rezzo. Per farli rilasciare intervengono le autorità fasciste ed il prete della parrocchia. Ottenuto il rilascio dei carabinieri, i fascisti compiono una ritorsione bruciando alcune case e, radunata la popolazione, la portano incolonnata in cima al paese, in località "Pilastri". Sono momenti di terrore. Siamo al 30 gennaio, il contadino Costantino Donati tenta di fuggire, ma i fascisti sparano e lo uccidono in località Crocetta.
A febbraio 1944, dopo gli avvenimenti appena narrati, nel bosco [di Rezzo] si radunano una novantina di partigiani che si organizzano in tre Distaccamenti *. Il 24 giugno 1944 nella grande faggeta sopra il paese i tedeschi compiono un rastrellamento, durante il quale fucilano i partigiani Pierino Guglieri (Pierino), abitante di Rezzo, Luigi Nuvoloni (Grosso) e Aldo Perondi (Aldo).
* I tre Distaccamenti, comandati rispettivamente da Giacomo Sibilla (Ivan), Rinaldo Rizzo (Tito R.) e Vittorio Acquarone (Marino), erano dislocati il località "Stroppallo". E' il primo germe della IX Brigata Garibaldi, che sarà definitivamente costruita nel giugno successivo.
Francesco Biga in Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria) - vol. V, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016