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venerdì 17 maggio 2024

Il capitano Bentley, appena finita la guerra, raccontava...

La parte bassa della zona orientale di Negi, Frazione di Perinaldo (IM)

Può dirmi qualcosa capitano della sua missione di collegamento con il comando operativo della I^ zona militare della Liguria?
Il capitano dei paracadustisti inglesi Robert (Bob) Bentley, che ho conosciuto in montagna e che ora è qui tra noi quale ufficiale dell'A.M.G., scuote la bruna testa e mi sorride, agitando l'indice...
"mi chiede indiscrezioni che io non posso permettermi..."
... soltanto il racconto di qualche sua avventura tra le nostre montagne...
[n.d.r.: Bentley, che, in effetti, faceva parte del SOE britannico, parla a questo punto nell'intervista rilasciata della preparazione della sua missione tra i partigiani: nel fare questo si riferisce anche alla Missione Kahnemann; aggiunge che aveva preso preventivo contatto con Stefano Leo Carabalona, che era arrivato l'11 dicembre 1944 in barca a remi con altri patrioti tra le fila alleate in Costa Azzurra; dettaglia, poi, il suo sbarco clandestino del 6 gennaio 1945 a Vallecrosia (IM), dove era atteso da uomini del locale Gruppo Sbarchi: di questi fa solo i nomi, anche perché erano stati di ausilio nella fase preparatoria, di Nino, Mimmo, Tonino, aggiungendo, di quest'ultimo, che lo aspettò a Negi, Frazione di Perinaldo (IM), dove ormai stavano arrivando, come si vedrà più avanti, gli uomini di Gino Napolitano, in quel momento commissario del I° Battaglione "Mario Bini" della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione", pochi giorni dopo vicecomandante della V^ Brigata. In effetti, in base alle disposizioni operative del comandante Holdsworth del 6 dicembre 1944, Bentley aveva già tentato con il radiotelegrafista caporale Millington di passare le linee ed entrare in Liguria attraverso i passi alpini: recavano con loro 500.000 lire per il compimento della missione e per aiutare i patrioti. Il maltempo e l’accresciuta sorveglianza tedesca avevano impedito il successo di questo approccio. Riprovando via mare, in una missione rinominata “Chimpanzee”, veniva accompagnato questa volta dal radiotelegrafista caporale MacDougall]
... Giungemmo a Negi [Frazione di Perinaldo (IM)] dove incontrammo un gruppo di partigiani di Gino  che ci attendeva per scortarci. Ripartimmo per Baiardo. Alla prima svolta, in distanza scorgemmo due figure solitarie venire verso di noi: un uomo altissimo ed un altro che sembrava molto piccolo accanto al primo. I due sopravvenuti si posero in posizione di difesa nello scorgerci, poi riconobbero gli uomini che ci accompagnavano e ci vennero incontro. Erano Curto [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] e Gino, che andavano, senza scorta, a minare la strada. Ci presentammo e subito ci affiatammo...
Che impressione le fecero?
Curto quello di capo nato: calmo, freddo, anzi, intelligente e coraggioso, dotato, nella sua impassibilità, di una sua sensibilità concentrata e di un non comune spirito di intuizione. Gino, un ragazzo espansivo, esuberante di vita, ma capace di tutti gli ardimenti e di tutte le temerità.
Spiegai al Curto l'incarico ricevuto e ci comprendemmo immediatamente. Insieme salimmo ai Vignai [Frazione di Baiardo (IM)] e quindi passai con il battaglione di Gori [Domenico Simi, comandante del III° Battaglione "Candido Queirolo" della V^ Brigata]...
[Alle 17.30 completammo l'operazione e raggiungemmo Vignai <Frazione di Baiardo (IM)>. Lì incontrai il sergente Henry Harris dell'USAAF che era stato con il maggiore Campbell... Più tardi scoprii che il sergente Harris era stato chiamato da Curto per controllarci ed essere sicuro che fossimo inglesi e non delle spie...
Robert Bentley in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM)>, 2007]
... eravamo presso il Monte Faudo io, Curto, Sumi [Lorenzo Musso, commissario al comando operativo della I^ Zona Liguria] ed altri ragazzi. Si andava verso Imperia...
Dopo il rastrellamento tedesco a Beusi di fine febbraio il nemico aveva scoperto la mia presenza in montagna e mi dava una caccia spietata. Eravamo impossibilitati ad eseguire qualsiasi trasmissione e tutte le strade verso l'interno ci erano precluse. Gori, con il suo solito spirito pratico, pensò allora di prendere rifugio assieme a noi nel convento dei frati a Taggia. Scendemmo accompagnati da una guida del luogo...
E poi debbo aggiungere ad onor del vero che i giorni trascorsi in convento dopo due mesi di marce forzate, di spostamenti incessanti, di ansie terribili, furono per me una vacanza meravigliosa. Si dormiva in soffitta - erano con me anche Sumi e il radiotelegrafista Mac Dougall - e si stava benissimo. Avevamo un vero letto su cui stenderci e riposare. Ogni sera la nostra guida ci portava i viveri e la cucina dei Frati non era certamente da disprezzare, dati i momenti. Ricordo e sempre ricorderò le simpaticissime figure dei miei ospiti. Padre Vittorio, uomo coltissimo, col quale si discuteva di politica; Padre Serafino ancora giovanissimo che suonava molto bene il violino e sapeva cantare magnificamente. Padre Serafino era anche addetto alla cucina e spesso esercitava la sua voce durante la confezione dei suoi manicaretti, il che talvolta comportava piatti insipidi o troppo salati e salse dal gusto strano... ma lo si perdonava in considerazione del piacere che ci offriva con le sue canzoni. Nè potrò dimenticare l'allegro Padre Badalucco (questo era almeno il suo sopranome) il quale considerava appunto Badalucco il centro dell'universo: ci dava lezioni di strategia aerea e discuteva con noi della necessità di un lancio di parecchie divisioni paracadutiste sulla cittadina per affrettare la fine della guerra!...
Di notte si usciva, ci s'internava nel bosco e si tentava di usare la radio, ma la vicinanza del tedesco e la mancanza delle batterie, che erano state abbandonate a Beusi, non ci permisero mai una trasmissione efficiente. Molte volte corremmo il rischio di essere presi...
Anzi corse voce che lei era stato catturato.
  ... Ritornai a Beusi. Avevamo una capanna nel bosco. Il Battaglione Gori si era riformato e stava con noi. Insieme a me erano pure Curto e Sumi. Simon [Carlo Farini] nel frattempo era partito per Genova...
Ora una notte, una bella serena notte di luna, raffiche di mitragliatrice vicinissime mi svegliano. Il grosso delle nostre forze si era spostato: eravamo nel bosco in cinque o sei soltanto. Strisciammo fuori e scorgemmo, proprio davanti a noi, a non più di trenta o quaranta metri di distanza, un'arma automatica nemica che rafficava verso l'alto bosco. Sempre strisciando il più silenziosamente possibile, in attesa di vederci piombare addosso le pattuglie nemiche, ritornammo alla capanna e facemmo sparire i documenti. Mac si caricò della radio e tutti insieme, di albero in albero, carponi, ci spostammo verso il versante opposto da dove avremmo potuto scalare il pendio in caso fossimo stati minacciati di accerchiamento. Si rimase sul posto fino alle tre: la mitragliatrice nemica, durante tutto quel tempo non cessò mai di tirare. Verso le tre tacque finalmente e noi potemmo portarci su una breve radura, circondata dal folto, al sicuro da sguardi indiscreti, dove restammo con le armi pronte fino al mattino. Sentivamo più in basso i movimenti pesanti di uomini che si spostavano continuamente battendo i margini del bosco.
... Poco dopo scorgemmo colonne di fumo salire dalle case poste nella conca sotto di noi: i tedeschi avevano appiccato il fuoco alla borgata per rappresaglia. Eravamo tristi e preoccupati per gli amici che vi abitavano...
... La situazione si faceva critica. Eravamo un pugno di uomini con pochissime munizioni e la responsabilità della radio e dei documenti. Decidemmo di tentare una difficile ritirata verso Ciabaudo [Frazione di Badalucco (IM)].
... Ma prima dell'alba eravamo nuovamente in piedi e riprendevamo il cammino verso Ciabaudo, lieti di averla fatta in barba al tedesco ed allegri come prima...
Raccontarle tutte le altre mie avventure, da Ciabaudo a Baiardo e a Gerbonte, da Viozene a Agaggio [Frazione di Molini di Triora (IM)] e a Buggio [Frazione di Pigna (IM)], sarebbe troppo lungo. Le dirò per finire che mentre mi trovavo a Buggio presso i fratelli Aicardi il 24 aprile [1945] ci giunse una lettera del C.L.N. che ci informava della ritirata nemica. Con Curto, Sumi e Giorgio [Giorgio Olivero, comandante della VI^ Divisione d'Assalto Garibaldi "Silvio Bonfante"] stabilimmo gli ultimi piani ed i1 25 mattina, dopo aver infranto la resistenza di reparti tedeschi di retroguardia, facemmo il nostro ingresso ad Oneglia, finalmente libera. Tutta la popolazione ci accolse con commovente entusiasmo, quell'entusiasmo italiano che tocca il cuore perché vi si sente la passione...
Ancora una domanda, capitano, ed è l'ultima. Qual'è la sua impressione sulla lotta partigiana?
Magnifica. Ho assistito ad azioni che avrebbero inorgoglito armate ben più attrezzate. Sono stato testimone di eroismi inauditi. Potete andar fieri di questi vostri combattenti meravigliosi e dei loro capi il cui apporto alla causa comune è stato grandissimo e talvolta decisivo. Mercé il loro sacrificio l'Italia è rientrata nel consesso delle libere nazioni e giustizia dovrà esserle resa...
Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, ed. A.L.I.S., 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia

lunedì 6 marzo 2023

Ai primi di aprile 1945 ero a Sanremo con il partigiano Salvatore Marchesi

Sanremo (IM): Via Corradi

Operavo di continuo tra la Francia e la costa italiana. Ai primi di aprile 1945 ero a Sanremo con il partigiano Salvatore Marchesi (fratello di Concetto, famoso latinista) e partecipai alla missione di spionaggio più significativa. In via Corradi, nei locali della drogheria Bronda, molto discretamente comandanti fascisti e tedeschi pianificarono la ritirata in previsione dell'imminente avanzata degli alleati. In una stanza attigua io e il Marchesi ascoltammo tutto. I capi fascisti chiesero insistentemente ai tedeschi di potersi ritirare per primi, così che, in caso fossero stati attaccati, i tedeschi avrebbero potuto scatenare la rappresaglia. Scopo della operazione era di indurre i partigiani a non ostacolare la ritirata dei fascisti per paura dei tedeschi. Per l'ennesima volta mi imbarcai a Vallecrosia per Le Petit Rocher, per mettere al corrente il comando alleato.  
Renzo Rossi in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM)>, 2007

 
15 marzo 1945 - Dalla Sezione SIM della Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 1/95, al CLN di Alassio - Scriveva che era necessario non accettare le proposte di organizzare squadre patriottiche avanzate dal signor Fustelli, in quanto persona non conosciuta e che, se fosse risultato agente nemico, era da arrestare immediatamente. 
 
28 marzo 1945 - Da "Carmelita" al C.L.N. di Sanremo - Segnalava che tra i più assidui informatori dei tedeschi vi era un certo colonnello Alberto Neri, abitante a Sanremo, invalido, ex combattente dell'esercito francese, in diretto contatto con il capitano "Frank" e che un'altra informatrice era una donna sudamericana di nome "Pegg", intima amica del Neri stesso.

28 marzo 1945 - Da "Pantera" [Luigi Massabò, vice comandante della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] al comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava che forse la spia "Carletto" era rimasta misteriosamente uccisa ad Albenga...
 
29 marzo 1945 - Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria al comando del I° Battaglione "Mario Bini" della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Ordinava di procedere all'eventuale eliminazione fisica della spia prelevata dal battaglione a Quarzina.

29 marzo 1945 - Da "Boris" [Gustavo Berio, vice commissario della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] al comando della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" Comunicava che aveva processato due ragazzi inviati dalla Brigata Nera di Albenga; che il primo era stato fucilato; che il secondo, dissociatosi dalla missione di cui era stato incaricato, era stato aggregato alla formazione di "Fra Diavolo". Aggiungeva che la puntata tedesca tra San Calogero ed Ortovero fosse stata organizzata per recuperare la salma della spia di Ortovero, Richero.

29 marzo 1945 - Da "Dario" [Ottavio Cepollini] alla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Comunicava, in riferimento alla lettera del SIM prot. n° 107 del 21 marzo 1945, che la signora Scialdema era "partita per ignota destinazione"; che si stava praticando "una stretta sorveglianza" sulla signora Maria Raffaello; che si sarebbe "provveduto a fare collaborare l'ex dottore delle bande nere" già catturato dai garibaldini...
 
30 marzo 1945 - Dal SIM [Servizio Informazioni Militari] [responsabile "S. 22", G.B. Barla] della I^ Zona Operativa Liguria al comando della I^ Zona Operativa Liguria - Segnalava che occorreva procedere all'arresto della spia Seccatore (Coccodé), su cui si erano già date informazioni e che stava agendo a Molini di Prelà.

30 marzo 1945 - Da "K. 20" alla Sezione SIM [responsabile "Livio", Ugo Vitali] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" - Avvertiva che "in Diano Marina presso l'Albergo Edoardo si trovano 16 soldati, tra cui un ufficiale, con 12 moschetti e 4 mitra. Alla Prefettura di Imperia si trova una donna che funge da interprete: risulta facilmente corruttibile dal punto di vista sentimentale. Da Imperia il fratello di 'Pantera' [Luigi Massabò, vice comandante della VI^ Divisione "Silvio Bonfante"] comunica 5 nomi di spie che lavorano per le bande nere".

1 aprile 1945 - Dalla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 123, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria ed al comando della VI^ Divisione - Segnalava, rispetto al corso, di cui aveva già fatto cenno in un precedente rapporto, per la preparazione delle spie, istituito dalla Gestapo, che il medesimo era iniziato a metà marzo 1945, diretto dal capitano Maranzano; che partecipavano al corso Antonio Bracco, Gennaro Iacobone e Marchetti; che gli idonei al corso si sarebbero, poi, dovuti infiltrare nell'esercito alleato e prendere collegamenti con i tedeschi già insinuatisi in quelle file. ...

1 aprile 1945 - Dalla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante", prot. n° 123 bis, al comando della VI^ Divisione ed al CLN di Alassio (SV) - Segnalava che il comando del Fascio Repubblicano era in possesso di un elenco di partigiani, consegnato dal maresciallo Gargano alle autorità repubblichine di P.S. e poi al Fascio e forniva i 29 nomi dei mentovati partigiani perché il CLN potesse avvertirli.

1 aprile 1945 - Da "Livio" [Ugo Vitali] responsabile S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" al comando della VI^ Divisione - Riferiva che ad Andora (SV) erano giunti 5 uomini, di cui forniva descrizioni fisiche e nomi, con il compito di indagare sui patrioti; trasmetteva le parole d'ordine del nemico valide per tutta la Liguria dal 1° al 16 aprile; comunicava i nomi di 3 soldati ricercati dai repubblichini in quanto disertori; avvertiva che due individui, appartenenti alle Brigate Nere e che parlavano bene francese, inglese e tedesco, erano partiti per la montagna con lo scopo di infiltrarsi tra i partigiani.

3 aprile 1945 - Dalla Sezione S.I.M. della VI^ Divisione, prot. n° 126, al comando della VI^ Divisione - Si segnalava l'individuazione della spia Rina Boero a Gazzo [Frazione di Erli (SV)].

7 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria a "Gori" [Domenico Simi, comandante del III° Battaglione "Candido Queirolo" della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione"] - Il comandante "Gori" veniva invitato ad inviare a Genova a "Simon" [Carlo Farini, già ispettore della I^ Zona Operativa Liguria] una nota dettagliata ed obiettiva sul signor Bianchi, su cui si stava indagando da parte dello stesso Comando... 

12 aprile 1945 - Dalla sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della II^ Divisione "Felice Cascione" alla sezione S.I.M. della V^ Brigata della II^ Divisione "Felice Cascione" - Si richiedeva di indagare su Nino Seccatore, detto Coccodé, presunta spia, aggiungendo che si rivolgeva alla Brigata in indirizzo, anziché alla IV^ ["Elsio Guarrini"], perché con quest'ultima erano quasi inesistenti in quel periodo i contatti.

13 aprile 1945 - Dalla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al comando della II^ Divisione - Segnalava che l'ex garibaldino "Martellini", dopo essere stato arrestato dal nemico, "marcia in divisa da milite e mascherato" ed aveva anche l'incarico di trarre in trappola molti partigiani con l'invio di false lettere.
 
14 aprile 1945 - Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della II^ Divisione - Veniva comunicato che Bartali, sbarcato il giorno 11, stava proseguendo verso la zona della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” per incontrare R.C.B. [capitano Bentley] e che il 20 avrebbe avuto luogo una riunione tra le formazioni garibaldine, R.C.B. e i CLN interessati. 
 
16 aprile 1945 - Dalla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" [responsabile, "Brunero" Francesco Bianchi], prot. n° 397, alla Sezione S.I.M. della II^ Divisione [responsabile "Achille" Francesco Martelli] - Comunicava che inviava il verbale di interrogatorio a carico di Alfredo Vido, fuggito il 9 aprile da Villa Ober di Sanremo dove era detenuto come prigioniero politico, e che il CLN di San Remo era stato incaricato di svolgere indagini suppletive su Vido.

16 aprile 1945 - Dal comando della I^ Brigata "Silvano Belgrano" [comandante "Mancen", Massimo Gismondi, vice comandante "Gordon", Germano Belgrano, commissario "Federico", Federico Sibilla, vice commissario "Loris", Carlino Carli] della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" alla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della VI^ Divisione - Inviava i documenti di Ivo Panzani e di Francesco Idda, uccisi, durante un tentativo di fuga, da partigiani del Distaccamento "Giovanni Garbagnati".

da documenti IsrecIm  in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945)- Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999

martedì 19 gennaio 2021

Su piloti ed ufficiali alleati in fuga verso la libertà con l'aiuto dei partigiani imperiesi

Una vista da Ceriana (IM) - Foto: Alessandro Spataro

Un ufficiale di collegamento americano della Missione Alleata, di nome Walker Harris, abbattuto con il suo apparecchio nel novembre del 1944 sopra Casale Moferrato, preso prigioniero e portato a Genova dai Tedeschi, riuscì a fuggire e dopo varie peripezie raggiunse in dicenbre il 3° battaglione "Candido Queirolo" comandato da "Gori" [Domenico Simi] (V^ Brigata), ove rimase fino alla Liberazione perché non si riuscì a trasportarlo in Francia, come aveva ordinato il comandante "Vittò" alla V^ Brigata il 3 gennaio 1945. (Lettera del 3-1-1945, prot. n. 496/F/6 Isrecim).
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. La Resistenza nella provincia di Imperia da settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con patrocinio Isrecim, Milanostampa Editore, Farigliano, 1977
 
[ n.d.r.: le vicende riguardanti in Piemonte piloti e prigionieri alleati e partigiani hanno avuto spesso incroci con l'attività dei garibaldini della I^ Zona Operativa Liguria, come nel caso di una parte della Missione Flap ]

L'operazione più importante alla quale partecipai fu la fuga dei 5 prigionieri alleati che trasportammo in Francia. I 5 soldati erano 2 americani, 2 inglesi e un francese. Gli inglesi erano: Michael Ross, capitano del Welch Regiment; Cecil "George" Bell, tenente della Highland Light Infantry. Il francese era Fernand Guyot, pilota. Gli americani erano i piloti Erickson e Klemme: non ne so né il nome, né il reparto, né altri dettagli, solo che erano piloti [n.d.r.: da ricerche fatte compiere presso l'Istituto Storico dell'US Air Force, Giuseppe Mac Fiorucci (vedere infra) appurò che si trattava di Lauren Erickson, tenente pilota di P38 Lightnings, 1° Gruppo 270° Squadrone, e Ardell Klemme, tenente pilota di bombardieri B25, 340° gruppo, 489° Squadrone]. Dopo l'8 settembre 1943 erano fuggiti dai campi di prigionia e avevano vagato per l'Italia settentrionale alla ricerca di un passaggio per la Svizzera o per la Francia liberata. La Resistenza li nascose a Taggia (IM) per qualche tempo, sperando nell'arrivo di un sottomarino per metterli in salvo. Nel febbraio del 1945 il Comando decise di tentare da Vallecrosia [...] Renato Dorgia, "Plancia" *, in Gruppo Sbarchi Vallecrosia di Giuseppe Mac Fiorucci, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM), 2007> * insignito di Croce al Merito di guerra per attività partigiana

Il 24 gennaio [1945] il dott. Marchesi precipitatosi in casa mia [Villa Llo di mare in zona Arziglia a Bordighera (IM)] comunicò che i tedeschi dovevan partire entro 2 giorni, prelevando tutti i designati ostaggi di cui io risultai capolista. Si impose una fuga generale; Marchesi collocò altrove cognata e nipote, noi ci rifugiammo nella villa di Kurt Hermann… nazista, naturalmente a sua insaputa: i 2 ufficiali inglesi, guidati da mio figlio pei monti, di notte, raggiunsero rifugi ignoti, mentre mio figlio scendeva la costa in attesa degli avvenimenti. La notizia dataci risultò imprecisa, chè la fuga tedesca tardò ancora 3 mesi. Ma i 2 inglesi dopo romanzesche avventure in montagna e sulla costa di Vallecrosia raggiunsero la Francia e si misero finalmente al sicuro. Oggi scrivono dall’Inghilterra […] I 2 ufficiali inglesi si chiamano: Michael Ross e George Bell. Altro aiuto avemmo nell’occultamento dei 2 inglesi dal compagno Luigi Negro, autista della villa Hermann alla Madonna della Ruota. Egli ospitò una notte i 2 alleati nella detta villa, nonostante la permanenza di scolte tedesche nelle adiacenze e la possibilità di sorprese da parte del padrone e dei suoi accoliti.
Giuseppe Porcheddu, manoscritto (copia anche presso il già citato Isrecim - Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - )
edito in Francesco Mocci (con il contributo di Dario Canavese di Ventimiglia), Il capitano Gino Punzi, alpino e partigiano, Alzani Editore, Pinerolo (TO), 2019 

Klemme, caduto al confine con il Piemonte, fu dunque indirizzato verso il Monferrato e si ritrovò con Walker Harris. Entrambi, purtroppo, persero il volo del 19 novembre [1944]. Il giorno successivo, i tedeschi attaccarono il campo d’aviazione di Vesime, se ne impadronirono e dissestarono il terreno di volo arandolo ripetutamente. I partigiani sarebbero nuovamente riusciti a rimetterlo in funzione, ma non prima della primavera successiva. Sfumata questa possibilità, Augusto Bobbio decise di trasferire Harris e Klemme a Prea, nella zona di Cuneo.
I due aviatori, marciando sempre di notte, giunsero a Prea tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre del 1944. Furono presi in consegna dai partigiani di un’altra formazione autonoma, la Divisione Alpi di Pietro Cosa, che operava in collegamento con una Missione militare [
Flap] anch’essa britannica.
Di quest’ultima Missione aveva fatto parte, tra agosto e ottobre, un singolare personaggio, il capitano canadese Paul Morton. Morton era un giornalista ed era stato paracadutato con il compito di inviare corrispondenze di guerra al Toronto Star. Esibire un corrispondente dietro le linee nemiche era una mossa di forte impatto propagandistico, come ben sapevano le autorità britanniche, attente a questi dettagli. Morton era stato tra i primi a contribuire al passaggio in Francia di aviatori ed ex prigionieri attraverso un sentiero che si inerpicava sul Colle di Tenda. Dopo lo sbarco alleato in Provenza, infatti, le forze tedesche erano state respinte da un’ampia parte della Francia meridionale.
Nelle memorie scritte dopo la guerra, Morton ricorda <un pilota da caccia del Nebraska> che gli diede non pochi grattacapi: <mi annunciò che, poiché il suo addestramento era costato al suo governo più di centomila dollari, lui era l’uomo di maggior valore tra tutti noi, e perciò avrebbe dovuto andare in Francia per primo>. Morton diede una lunga occhiata alle vette innevate delle Alpi, quindi ribattè che, per parte sua, il pilota poteva andarsene in Francia anche subito [15]. Quel pilota era certamente Reginald Jacobson, nato, appunto, in Nebraska nel 1921 e abbattuto in settembre presso Saluzzo.
Quando Harris arrivò a Prea, Paul Morton era già stato richiamato. Il mutato clima politico-militare nei confronti della Resistenza aveva indotto le autorità britanniche a censurare i suoi articoli e a rispedirlo in Canada [16]. Intanto, era ancora a mordere il freno Reginald Jacobson, malgrado nel frattempo almeno due gruppi fossero passati in Francia.
Non vi fu tempo per organizzare la partenza di un nuovo gruppo. Il 2 dicembre le forze tedesche attaccarono le zone libere del Piemonte Meridionale. Gli aviatori vennero separati: Harris e Jacobson furono avviati in direzione Sud, verso la Liguria. L’estremo Ponente ligure, infatti, dopo l’arrivo delle forze alleate nella Costa Azzurra, era diventato un importante punto di partenza per chi volesse tentare di passare le linee.
Molti aviatori caduti in Piemonte o in Liguria venivano indirizzati verso l’Imperiese: tra di essi, anche Ian Smith, futuro presidente della Rhodesia, all’epoca pilota da caccia nella RAF [17]. La Resistenza italiana attivò addirittura un Gruppo Sbarchi: piccole imbarcazioni prendevano il largo dal litorale di Vallecrosia per poi sbarcare sulla Costa Azzurra [18].
Walker Harris fu aggregato al Battaglione Garibaldi Candido Queirolo, comandato da Domenico Simi Gori, che affiancò il Gruppo Sbarchi nell’organizzare il passaggio in Francia di ex prigionieri e aviatori alleati. Harris trascorse circa due mesi sui monti nell’entroterra di Taggia: era iniziato l’inverno, un inverno particolarmente aspro, che coincideva con una fase critica per la Resistenza. Successivamente fu nascosto in una cava nei pressi di Ceriana, in mezzo agli ulivi.
Qui lo vennero a stanare i soldati tedeschi, informati da una delazione. Harris venne pertanto incarcerato a Sanremo. Lo interrogò un ufficiale della Kriegsmarine, Georg Sessler, <che ci ha sempre trattati bene, nei limiti della sua autorità e delle circostanze>, ricorda l’aviatore. Di quei giorni, ad Harris rimase impresso anche il bombardamento navale [a febbraio 1945] subito dalla città: un incrociatore francese, infatti, il Jeanne D’Arc, periodicamente compariva al largo e cannoneggiava Sanremo [19]. In seguito, Harris venne tradotto a Genova e rinchiuso nel carcere di Marassi.
L’odissea del giovane aviatore durava ormai da mesi. La campagna d’Italia volgeva al termine e la Resistenza si preparava all’insurrezione finale. Il comando tedesco dispose di trasferire Harris e altri prigionieri in Germania, ma il veicolo su cui erano stati caricati fu bloccato dai partigiani e l’aviatore recuperò la libertà. Il 27 aprile le truppe americane entravano a Genova.
Harris si riunì ai suoi e rientrò negli Stati Uniti, dove ha vissuto sino al 3 giugno 2008, data della sua scomparsa. Negli anni della maturità era tornato più volte in Italia, ad incontrare ex partigiani e i loro discendenti, a ripercorrere i luoghi delle sue avventure di gioventù e a fare scorta di spumante. Nel 2003 è stato intervistato dalla Stampa, che lo ha promosso ufficiale pilota e messo ai comandi del suo B-25, e ha ringraziato gli italiani che lo avevano aiutato [20].
[15] Paul Morton, Missione Inside tra i partigiani del Nord Italia, Cuneo, L’Arciere, 1979, p. 91.
[16] In tempi recenti, un altro giornalista canadese, Dan North, ha svolto una ricerca storica per ricostruire la vicenda di Morton, venendo anche in Italia: Alberto Papuzzi, Sulle tracce di Paul Morton, il reporter partigiano che il Toronto Star censurò, “La Stampa”, 8 luglio 2008. Dalla ricerca è nato il libro Inappropriate conduct, pubblicato nel 2009.
[17] Ian Smith, ufficiale pilota di uno Spitfire, fu abbattuto il 22 giugno 1944 e precipitò in località Vallescura, nel Savonese: Bruno Chionetti-Riccardo Rosa-Gianluigi Usai, Aerei su Savona. Storie di piloti ed aerei caduti in provincia di Savona, Voghera, Marvia, 2010.
[18] Giuseppe Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, Imperia, ISREC, 2007.
[19] Secondo il diario di guerra di Giuseppe Biancheri, messo in rete nel sito www.cumpagniadiventemigliusi.it., l’incrociatore cannoneggiò Sanremo il 6 febbraio, il 2, il 20 e il 31 marzo, il 12 e il 15 aprile 1945.
[20] Così bombardai il ponte di Casale, “La Stampa”, edizione di Alessandria, 6 maggio 2003.

Alberto Magnani, I sentieri della salvezza. Aviatori americani e resistenza italiana tra Piemonte e Liguria, in Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza (Grac) 

Walker Harris con la moglie, durante una visita nel 2000 alla casupola dove era situata la base della Missione Flap. In mezzo, Pietro Cosa, il figlio di Piero Cosa, comandante della Divisione Autonoma "Alpi" - Fonte: Grac

Da informazioni non controllate o da semplici supposizioni popolari sembra invece che Dell Klemme si sia salvato […] passare e ripassare più volte a volo radente su Pecetto un aereo il quale, raggiunta l'altezza del Castello, avrebbe effettuato alcune scivolate d'ala per trasmettere l'ultimo saluto ai suoi amici di un tempo. Il pilota di quell'aereo sarebbe stato Dell Klemme. Osvaldo Mussio, Tra lo Scrivia e il Po. Uomini e episodi della Resistenza, Edizioni dell'Orso, 1982

[ n.d.r.: Ross, Michael Ross, nel suo From Liguria with love. Capture, imprisonment and escape in wartime Italy, Minerva Press, London, 1997 (aggiornato di recente dal figlio, David Ross, The British Partisan, Pen & Sword, London, 2019), raccontò in modo dettagliato anche la permanenza sua e di Bell tra i partigiani imperiesi. Dei patrioti non fece mai nomi veri o di battaglia, ad eccezione del sopra citato Giuseppe Porcheddu e della sua famiglia, presso i quali idue ufficiali britannici trovarono ospitalità clandestina per circa un anno, di Renato Brunati, martire della Resistenza, e Lina Meiffret, tornata salva dalla deportazione in Germania, ma tormentata, a dir poco, nello spirito, i quali per primi sul finire del 1943 diedero loro rifugio ai due ufficiali in Baiardo, di Vito - Vitò, Ivano, Giuseppe Vittorio Guglielmo, comandante della II^ Divisione d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione" - di Achille - identificabile in Achille "Andrea" Lamberti del Gruppo Sbarchi Vallecrosia - e di Giuseppe Porcheddu, colui che li tenne nascosti per circa un anno e che tentò di aiutarli in varie maniere. Di questo libro qui si vogliono citare solo alcuni fatti immediatamente antecedenti la fuga finale. Che per tre volte,  a seguito delle comunicazioni via radio fatte dal telegrafista dell'ufficiale di collegamento alleato, il capitano del SOE britannico Robert Bentley, un sommergibile inglese si avvicinò alla costa vicino a Taggia - forse alla Curva del Don di Riva Ligure, già altre volte pensata per simili missioni; che che per due volte la scorta dei partigiani ed il gruppetto degli alleati - tra i quali i sopra menzionati Erickson e Klemme - che dovevano imbarcarsi dovettero fuggire perché trovarono i tedeschi che li mitragliarono con l'ausilio di bengala; che all'ultimo appuntamento con il natante i nazisti attesero invano, perché nel frattempo i garibaldini avevano individuato la spia che aveva messo in allarme il nemico, una giovane donna, di probabile origine iugoslava, prontamente giustiziata. Che risultarono dispersi, poco prima della loro partenza, due partigiani e due americani, indicati come Ricky e Reg. E che alla fine si compose la squadra che, come già detto qui all'inizio, marciò verso Vallecrosia ]

Giorni dopo recuperammo altre due barche dal solito deposito […] finalmente portammo i battelli al mare e i 7 passeggeri (i 5 alleati e i 2 "passeur"). Prima di partire uno dei "passeur" volle collaudare le barche per verificare che tenesso il mare. Imbarcati tutti, partirono in 9 guidati da Achille e un altro, non ricordo se "Gireu" [Pietro Gerolamo Marcenaro] o Renzo Rossi o altri. Credo Renzo Rossi, che era il capo di tutta l’organizzazione sbarchi. Arrivarono sani e salvi e questa operazione accrebbe non poco la considerazione degli alleati per la Sezione Sbarchi di Vallecrosia.
Renato Dorgia in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit. 

sabato 25 aprile 2020

Siamo francesi! Arrendetevi!

Sanremo (IM) - una vista

[...] Verso le 16 del pomeriggio di quel 24 aprile [1945], il Cap. Lamb del SOE venne a prelevare [entrambi del Gruppo Sbarchi Vallecrosia] il sottoscritto [Renzo Rossi] e Marcenaro [Pietro Gerolamo Gireu Marcenaro] al Petit Rocher per condurci al Q.G. Interalleato di Nizza "LA LIAISON". 
Durante il viaggio ci comunicò che sul greto del fiume Roia a Ventimiglia, all'altezza di Roverino, il pilota (lì costretto ad atterraggio di fortuna con l'aereo mentre era in volo di ricognizione) aveva comunicato con la radio di bordo che i tedeschi avevano evacuato Ventimiglia.
Ci disse che si dovevano prendere delle gravi decisioni e che la nostra presenza sarebbe stata determinante. 
Premetto che all'epoca avevo appena compiuto 21 anni e Marcenaro 25 ed il fatto di essere stati convocati in sì alto loco ci lasciava molto perplessi anche perchè il Cap. Lamb non ci disse che cosa si attendevano da noi personaggi così importanti [...]

Erano ormai le 19 e dal fronte nessuna novità.
Il generale francese insistette, voleva sapere esattamente che cosa facevano i tedeschi prima di prendere una decisione tanto grave. Ben sapeva che nessuno voleva morire proprio all'ultimo giorno di guerra. 
Fece quindi la proposta di inviare immediatamente una missione di ricognizione oltre Capo Nero [tra Ospedaletti e Sanremo] e che questa operazione dovevamo farla noi italiani.
Rispondemmo che eravamo ben disposti a sbarcare a Vallecrosia, dove avevamo la nostra base e metterci al seguito dei tedeschi per segnalarne i movimenti. Ci rispose di no, che uno sbarco a Vallecrosia avrebbe richiesto troppo tempo, che non c'era un radiotelegrafista disponibile e che l'unico mezzo di comunicazione erano i piccioni viaggiatori. 
Insistette che gli occorreva una risposta prima dell'alba, perché doveva dare l'ordine di avanzata alle truppe di terra e chiedere l'intervento della marina e dell'aviazione.
Ci disse che si rendeva ben conto che si trattava di una missione suicida anche e soprattutto a causa dei campi minati che noi non conoscevamo e che saremmo andati allo sbaraglio senza alcun collegamento a terra [...]

Il Cap. Lamb ci riportò alla base di Villefranche. Un corteo di vetture piene di ufficiali alleati ci seguiva. Al Petit Rocher tutti continuarono a commentare la decisione del generale; poi arrivò il kajak e la gabbia con i due piccioni viaggiatori.
Arrivò una telefonata al Q.G. dal fronte: nessuna notizia. BISOGNAVA PARTIRE.
Partimmo immediatamente su di un velocissimo motoscafo RIVA.
Mare calmo come un olio. Luna piena. Un incrociatore ed un cacciatorpediniere (gli stessi che avevano bombardato il deposito tedesco di Piazza Colombo a San Remo) si misero sulla nostra scia.
Tutto il dispositivo militare francese era sul pronti a muovere. L'equipaggio del motoscafo era composto da: Cap. La Barrière del D.G.E.R. (una colomba), Cap. Muller della Surete Militare (un falco), il pilota Caesar (francese non meglio conosciuto) e Pedretti [Corsaro/Caronte] Giulio di Ventimiglia. E gli sbarcandi, [vale a dire] il volontario francese, Marcenaro, il sottoscritto, una gabbia con due piccioni viaggiatori ed un kajak.
Arrivati al largo di San Remo ci fermammo per decidere. Il Cap. Muller sosteneva che la città era ancora occupata dai tedeschi. Nessuna finestra era illuminata, nessun falò era stato acceso sulle spiagge e sul molo per segnalare che la città era libera. Fece osservare che quando una città è libera le campane suonano continuamente a distesa.
SAN REMO ERA NEL SILENZIO PIU' ASSOLUTO!
Secondo lui non valeva la pena rischiare la vita di tre persone. Bisognava mandare subito i colombi con il messaggio che la città era ancora in mano ai tedeschi [...]
Alla fine per tagliar corto a questa discussione poco piacevole fatta sulla nostra pelle, io e Marcenaro mettemmo il kajak in mare: io salii davanti, il francese in mezzo con la gabbia dei colombi e Marcenaro dietro.
Il motoscafo rientrò immediatamente a Villefranche e ci lasciò al nostro destino [...]

Remando con le pagaie, ci avvicinammo all'imboccatura del porto, costeggiando il mercantile affondato: sul molo non c'era nessuno.
Ci spostammo davanti al Morgana, ma ci venne il dubbio che la spiaggia fosse minata ed era vero.
Lentamente ci dirigemmo verso San Martino, ma pur essendo vicinissimi alla costa con una luna che sembrava il sole di mezzogiorno, non scorgemmo anima viva. Il francese cominciava a perdere la calma: "Nom de Dieu, où allons nous?" continuava a sussurrare. Marcenaro mi chiedeva "Renzu ti ghe cunusci, duve semu?" ed io rispondevo " nu ghe capisciu in b…"
A questo punto devo chiarire che in occasione della precedente discussione al Q.G., Marcenaro mi aveva chiesto se sapevo dove andare: al che avevo risposto di sì (infatti conoscevo l'indirizzo del Prof. Mascia Mario, segretario del C.L.N. di San Remo), ma il mio compagno intendeva l'ubicazione dei campi minati, che io purtroppo non conoscevo. Chiarito l'equivoco dopo tanti tentennamenti, nella speranza di vedere qualcuno, decidemmo di andare verso una casupola bianca: era il bunker tedesco sito sulla spiaggia proprio davanti al campo sportivo di San Martino.
Decidemmo di sbarcare sul viottolo che collegava il fortino al bagnasciuga. 
Prima di mettere piede a terra, gridai in tedesco e in italiano "Siamo francesi! Arrendetevi!". Nessuna risposta. 
Sbarcammo e seguimmo il sentiero con la massima prudenza (avevamo paura delle mine a strappo). Il bunker era vuoto, arrivammo alla ferrovia. Volgendo lo sguardo indietro vidi quei tristi cartelli che gli anziani ben ricordano "ACHTUNG MINEN". Ci era andata bene!
Attraversammo la via Aurelia e ci infilammo in una stradina che costeggiava ad est il campo sportivo.
Alla prima casa bussammo, un uomo si affacciò alla finestra, gli parlammo in dialetto. Si rassicurò e ci aprì la porta facendoci entrare in casa. Era il Sig. Zauli, figlio dell'ex Preside della Scuola di Avviamento di San Remo. Ci disse che gli ultimi tedeschi erano passati in serata e che a San Martino davanti al bar Bordin c'era già un posto di blocco partigiano. Con la moglie ci disse che avevano avuto paura che fossimo una retroguardia di fascisti. Mentre la signora ci preparava un surrogato, noi inviammo subito i colombi con i messaggi.
ERANO CIRCA LE TRE DEL MATTINO.
Scendemmo sull'Aurelia, ed avvicinandoci al posto di blocco partigiano fummo fatti segno ad una raffica di mitra per fortuna sparata in alto.
Quando si accorsero che eravamo alleati, ci furono scene di gioia da parte di tutti. Mi recai immediatamente  a casa del Prof. Mascia (che allora abitava a San Martino).
I piccioni viaggiatori fecero il loro dovere, l'offensiva fu sospesa, i GUMIERS non si mossero, le navi e gli aerei non bombardarono, la guerra era finita.
Ci mettemmo in marcia per Ventimiglia; arrivati in Piazza Colombo (erano ormai le nove del mattino) fummo portati in trionfo dai sanremesi che probabilmente furono un po' delusi quando si accorsero che io e Marcenaro eravamo della zona e parlavamo come loro. Speravano che fossimo dei veri inglesi [...]

Renzo "Stienca" Rossi, in Giuseppe Mac FiorucciGruppo Sbarchi Vallecrosia <ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM) >, 2007


Il 25 aprile Renzo [Renzo "Stienca" Rossi] con alcuni dei suoi uomini si trovava alla base di partenza della spedizione in Francia, in una Villa della baia di Villafranca, in attesa di partire con un'altra spedizione di armi, quando giunse la notizia dello sganciamento tedesco. Nella notte egli parte accompagnato da Giraud [Pietro Gerolamo Gireu Marcenaro] e da due ufficiali francesi per riconoscere i movimenti delle truppe nemiche. La mattina del 26 approda alla Brezza ed entra in Sanremo già liberata prendendo contatto col C.L.N. della città. Fu questa l'ultima spedizione eseguita, l'ultima di una serie di imprese che fecero dichiarare al capo del controspionaggio tedesco in Liguria che "Vallecrosia ha costituito il perno della piccola Italia".
Mario Mascia, L'epopea dell'esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia

Il 24 aprile 1945 con il suo reparto il sergente Bertelli rifiutò l'ordine di ripiegare e raggiunse i partigiani, con i quali tentò di sopraffare i militari tedeschi incaricati di far saltare il ponte sul Nervia [nell'omonima zona di levante di Ventimiglia].
Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.

24 aprile 1945 - Dal comando [comandante Fragola Doria, Armando Izzo] della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", prot. n° 229, al comando [comandante Vittò/Ivano Giuseppe Vittorio Guglielmo] della II^ Divisione - Comunicava che "dalle ore 23 del 23 u.s. Baiardo è in nostra mano ed i repubblicani hanno abbandonato precipitosamente il paese, lasciando anche del materiale. Anche Ceriana è completamente sgombra da truppe nemiche... Il I° Battaglione ["Mario Bini"] ha occupato Ceriana...".
24 aprile 1945 - Dal vice comandante [Luigi Gino Napolitano] della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della V^ Brigata [Fragola Doria Armando Izzo, comandante] - Riferiva che "... nella serata del giorno in corso è sceso a Poggio di San Remo il I° Distaccamento ["Vitali", comandante Sergio Guido Lanteri] che attaccherà sulla Via Aurelia eventuali fuggiaschi. Domani scenderà da Borello per liberare San Remo in collaborazione con altri 2 Distaccamenti del I° Battaglione i quali scenderanno da Poggio".
24 aprile 1945 - Dal C.L.N. di Perinaldo al comando della II^ Divisione [Vittò/Ivano Giuseppe Vittorio Guglielmo, comandante] - Scriveva: "Comunichiamo che una nostra staffetta ha preso oggi contatto con un piccolo nucleo di degollisti dentro Ventimiglia. Tutta questa zona è tranquilla".
25 aprile 1945 - Dal comando della V^ Brigata al comando del II° Battaglione "Marco Dino Rossi" [Moscone Basilio Mosconi, comandante] - Direttiva di portarsi su Bordighera.
25 aprile 1945 - Dal comando della V^ Brigata al comando del I° Battaglione "Mario Bini" [Figaro Vincenzo Orengo, comandante] - Direttiva di portarsi verso Sanremo.
25 aprile 1945 - Dal comando della II^ Divisione "Felice Cascione" [comandante Vittò/Ivano Giuseppe Vittorio Guglielmo] al comando della I^ Zona Operativa Liguria [comandante Nino Curto Siccardi] - Comunicava che "Imperia-Oneglia è completamente sgombra"...
senza data - Dal C.L.N. [da Mario Mascia, Op. cit., si desume che i componenti erano: Gaetano Giorgio Ughes (PCI), segretario; Carlo Folco (DC); Ernesto Valcado (PSI); Carlo Lungo Aliprandi (PCI), addetto militare; Amilcare Milcoz Ciccione (DC), addetto militare; Ugo Frontero (PSI), addetto militare] della provincia di Imperia al CLN Regionale - "il 24 u.s. alla notizia che i nazifascisti si preparavano ad abbandonare la provincia radunai immediatamente questo CLNP. Si presero contatti con il comando delle SAP per il mantenimento dell'ordine pubblico. La sera del 24 il prefetto ed il questore unitamente al federale fascista abbandonavano Imperia. Fu nominato un Capo della polizia provvisorio scelto tra i garibaldini. Nella notte tra il 24 ed il 25 il servizio di pattuglia e d'ordine venne eseguito da squadre miste di SAP e di P.S. Il giorno 25 alle ore 14 l'ultima colonna di tedeschi in ritirata ha lasciato Imperia ed alle ore 16.30 del giorno stesso i nostri gloriosi garibaldini facevano il loro trionfale ingresso in città. La mattina del 26 aprile alle ore 8 si prendeva possesso della prefettura e si iniziava l'attività del governo provvisorio della provincia in rappresentanza del governo nazionale. Il prefetto, avvocato Ambrogio Viale, prendeva possesso del suo ufficio, così come il presidente della deputazione provinciale Filippo Gazzano ed il sindaco della città Goffredo Alterisio coadiuvato dalla giunta... venivano nominati i commissari per tutti gli enti fascisti e per gli altri enti di pubblica utilità. la sera del 25 il CLNP chiamava un dirigente tecnico dell'Ente Ricostruzione Provinciale di Imperia affinché provvedesse alla riattivazione delle principali strade: in tal modo il 2 maggio si poteva liberamente transitare sulle due principali arterie della nostra provincia. Il problema alimentare fu in parte sopperito dai partigiani che riuscirono a bloccare nella galleria di Capo Berta circa 1.000 quintali di farina che i tedeschi cercavano di portare via. Quando il CLNP era nel pieno sviluppo del suo lavoro, è giunto, purtroppo, il governo alleato a far cessare ogni nostra attività di governo. Lo stesso con suo manifesto ha dichiarato che il CLNP non è più organo deliberatorio, ma solo organo consultivo. L'Ente Ricostruzione Provinciale, le cui basi erano state studiate nel periodo cospirativo, si propone fini collettivi e perciò dovrebbe avere tutto l'appoggio possibile".
da documenti Isrecim in Rocco Fava di Sanremo (IM), "La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945)" - Tomo II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico 1998 - 1999 
 
Tornato dalla ricognizione a Cima Marta e dalle zone su Briga non trovai più nessuno. 
Erano tutti scesi verso la costa. 
La strada da Carmo Langan rigurgitava di colonne tedesche in discesa verso Molini di Triora per andare ad imboccare poi la strada verso Rezzo (IM).
Io mi mordevo le mani perché ero nell'impossibilità di fare qualcosa. 
Avevo racimolato qualche uomo da Realdo, da Creppo, da Bregalla. 
In un momento di interruzione del transito dei nemici attraversammo un tornante di quella strada dirigendoci verso Colle Bracca. 
Di lì vidi uno spettacolo impressionante. Lunghe colonne di tedeschi erano in marcia sulla strada di Rezzo. Sarebbero bastati pochi uomini, dotati di armi automatiche, per fermare tutta la fila di tedeschi, senza possibilità di scampo: il passaggio dalle rocche di Drego, distrutto e rifatto male, comportava un passaggio lentissimo.
Sulla via Molini di Triora-Taggia i ponti erano stati fatti saltare.
Impossibilitato a fare qualcosa per mancanza di uomini ben armati, mi diressi verso San Faustino, dove recuperai altri partigiani.
Pensando che il grosso delle nostre forze fosse già a Sanremo, condussi i miei uomini verso Ceriana, Monte Bignone, San Romolo.
Nel tragitto il mio gruppetto aumentava di unità in continuazione. Erano però quasi tutti patrioti disarmati, ragazzi lasciati indietro perché semiinvalidi o per adempiere ad altre incombenze, una specie di informatori di retroguardia.
Giunti a Sanremo la trovammo tutta imbandierata...
Pagasempre, Arnolfo Ravetti, Capo di Stato Maggiore della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" in don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di “Domino nero” - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975 
 
[...] Raimondo Ricci "[...] Il mattino del 25 aprile i comandi di zona possono infatti informare gli Alleati che la via Aurelia è sgombra sino a Genova.
Analogamente, nell’altra riviera, le formazioni dell’Imperiese (prima zona operativa) si schierano per contrastare la ritirata. Il rapporto di forze è tuttavia sfavorevole: è impossibile tenere a lungo i blocchi delle strade, ma si possono sottoporre a continue incursioni le colonne in transito. Gli scontri più duri avvengono nelle zone della Val Arroscia e della Val Tanaro, sulle statali 20 (tra Ventimiglia e Albenga) e 28 (tra Imperia e il colle di Nava), sull’Aurelia e sull’Albenga-Garessio, dove i reparti partigiani sono pesantemente sottoposti al tiro delle artiglierie che proteggono il ripiegamento.
Molti reparti tedeschi si sbandano, al punto che, dopo la liberazione, i comandi partigiani devono disporre rastrellamenti dei boschi dell’entroterra.
Nel capoluogo e nelle città della costa le SAP ed i reparti delle divisioni di montagna operano a difesa degli impianti, impiegando prigionieri tedeschi per rimuovere le mine che minacciano le banchine e gli accessi dei porti.
Momenti di tensione si vivono a Bordighera tra i partigiani e le truppe britanniche, con cui dai fortini di confine sono avanzati anche contingenti francesi (Chasseurs des Alpes e truppe senegalesi) che pretendono di occupare tutto il settore occidentale della Riviera dei fiori, sino a Sanremo (tensioni analoghe si innescano nello stesso periodo al confine valdostano, certo in relazione con i rancori sedimentati dall’aggressione fascista alla Francia nel giugno 1940). La mediazione statunitense consente di superare questi difficili momenti, mentre il contributo della Resistenza italiana all’abbattimento del regime e la collaborazione nell’area ligure-piemontese con il movimento clandestino francese al momento della definizione dei confini giocano un ruolo importante [...]
".
Speciale Liberazione, Patria Indipendente, a cura di Lucio Cecchini, 31 marzo 2002
 
Completiamo la traduzione della Parte IV del Report on N. 1 Special Force Activities, during April 1945 iniziata nel fascicolo n. 3 1949 della Rassegna, e riportiamo integralmente la traduzione delle Parti V, VII e X e parzialmente, per ciò che pare interessare più direttamente la Resistenza Italiana, la Parte VIII. Rimandiamo, per le informazioni sul documento, alla Nota introduttiva pubblicata sul precedente fascicolo.
Tutti i rapporti rivelano che l’evacuazione della Liguria occidentale fu così rapida che le le unità partigiane ancora sui monti non furono in grado di entrare in azione così prontamente da effettuare quelle operazioni su vasta scala che erano nelle loro intenzioni; tuttavia in numerose località si ebbero dei combattimenti. I reparti S.A.P. delle città portarono a termine i loro compiti contro sabotaggio e ben poche distruzioni vennero compiute dal nemico [...]
Il 25 aprile i partigiani, con le nostre Missioni, occuparono Ventimiglia e Savona quasi senza resistenza; Imperia venne occupata il pomeriggio dello stesso giorno dopo un combattimento con il nemico in ritirata [...]
Nel periodo 26-29 aprile reparti francesi provenienti dalla frontiera francese occuparono la zona fino a Imperia. Il primo reparto alleato giunse a Savona il 30 aprile e i rappresentanti dell'A.M.G. giunsero a Imperia il 3 maggio.
25 aprile [...] Ventimiglia e San Remo conquistate dai partigiani e dal B.L.O.
Imperia, Savona e Albenga intatte liberate dai partigiani e dai B.L.O.
Redazione, Il contributo della Resistenza italiana in un documento alleato: relazione sull’attività del N. 1 Special Force in Italia contemporanea (già Il Movimento di liberazione in Italia dal 1949 al 1973), n. 4, 1950,  Rete Parri

sabato 14 marzo 2020

Il C.L.N. di Sanremo (IM) nel 1945


Sanremo (IM): zone di levante

Il C.L.N. di San Martino [n.d.r.: zona di levante di Sanremo (IM) vicina allo Stadio Comunale] si riorganizza: si trasforma ai primi del mese di ottobre 1944 in C.L.N. comunale e come tale viene riconosciuto dal C.L.N. provinciale a tutti gli effetti legali, con sua ordinanza del 2 novembre 1944, quale unico rappresentante del governo democratico nella città.

Sanremo (IM), zona San Martino: Villa del Sole e Stadio Comunale

I membri del  C.L.N. di Sanremo che rimasero in carica fino alla liberazione, furono: Mario Mascia, rappresentante del PSIUP (Guglielmo - Cammeo - Ulisse - Albatros) Segretario Generale, dirigente del servizio stampa e assistenza; Alfredo Rovelli (Amerigo - Ario) rappresentante del P.C.I., addetto alla propaganda e tesoriere; Emilio Mascia (Zorro - Mameli - Mimosa) rappresentante  del PSIUP, membro del comando militare, responsabile del SIM [Servizio Informazioni Militari]; Antonio Gerbolini (Ludovici - Albino), rappresentante del P.C.I., comandante delle forma­zioni cittadine.
Ad essi dal I° gennaio 1945 si aggiunsero: Dr. Giovanni Cristel (Dalton - Gaivino) in rappresentanza del P. d'Azione che però non poté mai partecipare alle sedute perché ricercato dai nazifascisti e più tardi arrestato; Adolfo Siffredi, membro aggiunto per il PSI e Sindaco designato della città ed infine, il 10 aprile 1945, il Corpo Volontari della Libertà designò come suo rappresentante il garibaldino Cecof (Mario Alborno) [anche Cekoff, di Bordighera (IM), già commissario di Battaglione della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" e poi vice commissario della IV^ Brigata "Elsio Guarrini", entrambe della II^ Divisione Felice Cascione"], sostituito poi da Orsini (Agostino Bramé) [già commissario politico della V^ Brigata], mentre il 16 dello stesso mese il Partito Democristiano indicava quale suo membro il maestro Giovanni Asquasciati, che, peraltro, per ragioni di forza maggiore, non fu mai in grado di prendere parte all'attività del C.L.N. in periodo cospirativo. 

Il 9 febbraio 1945 il segretario del C.L.N. partecipava ad un convegno in montagna coi rappresentanti del Corpo Volontari della Libertà, del Comando Alleato e del C.L.N. Provinciale di Imperia, nel quale veniva stabilito di concedere al C.L.N. comunale di Sanremo l'autonomia assoluta e la giurisdizione su tutto il circondario, giurisdizione che il C.L.N. stesso aveva già virtualmente ottenuto fin dalla sua costituzione, in quanto il C.L.N.P., date le difficoltà del collegamento con la zona occidentale della Provincia, non era in grado di esercitarvi un'attività completa ed un'azione efficace.
Il C.L.N. di Sanremo, che nel frattempo aveva provveduto direttamente alla costituzione o al riconoscimento ufficiale dei C.L.N. comunali della sua zona, si trasformava in tal modo in C.L.N. circondariale.
L'attività svolta dal comitato circondariale di Sanremo fu multiforme e di grande ausilio per lo sviluppo della lotta di 1iberazione, tanto da ricevere gli elogi degli enti superiori e degli stessi ufficiali di collegamento alleati.
Funzionò sempre una segreteria munita dei relativi servizi; fu costituita, nell'ambito della divisione Giacinto Menotti Serrati di Imperia, la brigata S.A.P. Giacomo Matteotti, che continuò, dopo il rastrellamento di San Romolo del 15 novembre [1944], l'opera della valorosa brigata G.A.P. dello stesso nome, ed alla quale si ag­giunse una seconda brigata, la Giuseppe Anselmi, che, dopo la liberazione, si fuse alla prima prendendo il nome del glorioso caduto Aldo Baggioli [Cichito, comandante del Distaccamento "G.B. Zunino" del Gruppo G.A.P. "Giacomo Matteotti"]; fu costitui­to un distaccamento GAP, denominato Zamboni, con 16 uomini scelti; il SIM [Servizio Informazioni Militari] fu potenziato al massimo grado e raggiunse la perfezione con servizi interni, interurbani e collegamenti con la montagna ed i comandi alleati in Francia; venne pure costituito un servizio assistenza ed una intendenza e fu particolarmente curata la stampa e la propaganda, alla quale passò tutta l'organizzazione del P.C.I.

I risultati ottenuti furono notevoli.

Danaro, viveri e materiali vari per circa due milioni furono distribuiti alla montagna, alle forze armate del C.L.N. ed al servizio assistenza.
Numerose famiglie vennero assistite durante i terribili mesi dell'inverno 1944-1945.

Innumerevoli azioni di sabotaggio, prelevamenti di armi e munizioni, agguati ed attacchi in forza condotti sin nel cuore della città furono portati a compimento.

Sotto la direzione del responsabile del SIM il servizio di informazioni si sviluppò e si potenziò: notizie militari e politche furono diramate ovunque; pia­ni militari vennero studiati nei loro dettagli; si provvide al rilievo delle fortificazioni e postazioni nemiche e al trasporto via mare a mezzo della corag­giosa organizzazione di Vallecrosia - Bordighera, diretta dal garibaldino Renzo [Stienca] Rossi (Renzo) e da Renzo [Gianni] Biancheri il (Lungo) di numerose armi automatiche e munizioni inviate dai comandi alleati in Francia, materiale che venne convogliato in montagna o smistato in città; spie, traditori, informatori vennero pedi­nati, segnalati o eliminati.

La Voce della Democrazia, 22 aprile 1945 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

La Riscossa, n° 1 Anno 1 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

IV^ pagina del numero 1 de La Riscossa - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri

La stampa e propaganda è uno dei vanti del C.L.N. di Sanremo: circa 30.000 manifesti e volantini, di cui la metà stampata alla macchia in città, vennero affissi o lanciati nel Circondario, con un lavoro estremamente difficile e pericoloso; tre giornali clandestini vennero stampati: «La Voce della Democrazia», organo del C.L.N., unico foglio del genere pubblicato in Liguria, di cui si pubblicarono 13 numeri, con un complesso di circa 6.500 copie, distribuite gratis; la «Riscossa», organo del Fronte della Gioventù, e la «Nostra lotta», organo del P.C.I.

La Nostra Lotta, numero dell'8 aprile 1945 - Fonte: Istituto Nazionale Ferruccio Parri


Inoltre il C.L.N. curò l'organizzazione del Fronte della Gioventù, quella dei C.L.N. comunali (Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera, Ospedaletti) e dei C.L.N. periferici (Coldirodi, Borgo, Centro, San Martino, Poggio, Bussana, Arma di Taggia) e costituì il 1° Marzo 1945 la Camera del Lavoro.
Infine venne  studiata l'organizzazione  economica  ed amministrativa della città e furono assegnate le cariche cittadine, con la nomina del Sindaco e della Giunta, avvenuta il 15 marzo 1945, a poco più di un mese dalla Liberazione.
E' doveroso ricordare, fra i collaboratori diretti del C.L.N. Alpinolo Rossi, l'infaticabile Jean, organo di collegamento militare e politico, staffetta, agente assistenziale, informatore e segretario della Camera del Lavoro; Umberto Farina (Lucano), organizzatore, addetto all'ufficio stampa e propaganda con Giuseppe Ferraroni (Giorgio); Edmondo Pignotti (Valjean), organo di collegamento politi­co;  Archimede  Gioffrida  (Romeo), organo di collegamento militare con le S.A.P.; Salvatore Marchesi  (Salvamar), ispettore circondariale per la zona Bordighera-Ventimiglia.

Mario Mascia, L'epopea dell'esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia

Fonte: Fondazione Gramsci


Sanremo (IM)

Coldirodi ed Ospedaletti, visti da Bordighera

3 gennaio 1945
- Dal C.L.N. di Sanremo (IM), prot. n° 180/CL, alle formazioni di montagna -  Comunicava disponibilità ad un incontro per la concessione di un'unità d'azione. Sarà inviato Romeo [Archimede Gioffrida] come tramite.
5 gennaio 1945 - Da Nilo [Quanito De Benedetti]  al C.L.N. di Sanremo (IM) - Comunicava che nella notte era avvenuto uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi nella zona di Madonna della Costa a Sanremo.
24 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 220/CL, al comando della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava che la propria zona di competenza [il C.L.N. era diventato circondariale] comprendeva il territorio tra Ventimiglia e Santo Stefano al Mare con relativo entroterra.
24 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 219/CL, al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava l'attivazione di due staffette alla settimana, giovedì e domenica, tra la costa e la montagna e ricordava al comando di Brigata di inoltrare a sua volta le notizie ricevute verso le altre formazioni.
25 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 225/SIM, al Comando della I^ Zona Operativa, al comando della II^ Divisione  ed al comando della V^ Brigata - Relazione militare: nella notte tra il 23 ed il 24 u.s. a Sanremo erano stati uccisi 6 civili a Villa Junia in Corso Inglesi; a Taggia erano stati trucidati da SS italiane e tedesche 7 patrioti.
25 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 226/CL, ai C.LN. provinciale e regionale - Si richiedeva di svolgere indagini sulle modalità con le quali era stato fornito di un lasciapassare del C.L.N. di Milano Ernesto Finelli, che invece risultava allo scrivente essere in contatto con i bersaglieri della R.S.I.
29 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 233/SIM, al comando della V^ Brigata - Si comunicava che una donna, figlia di persona uccisa dai partigiani, intendeva fare catturare Veloce dalle SS, per cui, essendo risaputo che scendeva spesso a Pompeiana (IM), si sottolineava che occorreva avvertire quel garibaldino del pericolo incombente.
30 gennaio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 239, al comando della V^ Brigata - Avvisava che risultava molto probabile che Regolo Pizzichemi avesse denunciato alla G.N.R. i 4 componenti del CLN.
7 febbraio 1945 - Da Mimosa [Emilio Mascia, responsabile del SIM (Servizio Informazioni Militari) di Sanremo] al C.L.N. di Sanremo - Comunicava che SS italiane avevano perquisito la casa di Barbieri traendo in arresto il medesimo.
11 febbraio 1945 - Da Mimosa al C.L.N. di Sanremo - Confermava che i giovani uccisi in Corso dell'Impero a Sanremo  erano 5, di cui 4 di Baiardo ed uno probabilmente di Castelvittorio, sottolineando che: " i cadaveri, esumati il giorno 8 u.s., sono stati trasportati al cimitero e presentano evidenti segni di sevizie; risultano essere morti a causa dei colpi ricevuti con il calcio del moschetto e per le fucilate alla testa". Confermava la notizia secondo la quale i cinque, prima di essere fucilati, erano stati costretti a scavarsi la fossa.
11 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 273, al capitano Roberta (Robert Bentley) - documento scritto in inglese - Il capitano Bentley veniva ringraziato per la sua partecipazione al convegno di Beusi [località nei pressi di Ceriana (IM), dove, il 9 febbraio 1945, ebbe luogo un'importante riunione dei dirigenti della Resistenza imperiese e della missione alleata, assente Nino Curto Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria, in quanto malato]. A Bentley veniva anche accennata la preparazione di alcune piantine segnaletiche di postazioni nemiche. 
12 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo all'ispettore della I^ Zona Operativa Liguria - Comunicava l'elenco dei C.L.N. comunali e rionali costituiti o in via di riconoscimento. Nel comune di Sanremo Bussana, Poggio, San Martino, Centro e Borgo ed altri 3 in corso di riconoscimento. Informava che i Comitati dei comuni di Taggia, Bordighera e Ventimiglia erano già funzionanti, mentre quello di Vallecrosia era via di riconoscimento. Aggiungeva che i Comitati di Arma di Taggia, Ospedaletti e Coldirodi [rionale] erano già stati riconosciuti.
13 febbraio 1945 - Dal comando della II^ Divisione al comando della V^ Brigata - Si comunicava chela Brigata doveva mettere a disposizione del C.L.N. di Sanremo una squadra di 5 garibaldini per un'azione coattiva contro i renitenti a versare le quote fissate dal C.LN. stesso, specificando che: "questi uomini devono essere fidati, avere una buona proprietà di linguaggio e saldezza di nervi; essi dopo 2 o 3 azioni dovranno essere sostituiti con altri compagni. Le somme raccolte dovranno essere consegnate al C.O., tranne una parte da concordarsi volta per volta per il funzionamento del Comitato di San Remo".
14 febbraio 1945 - Da Rina al C.L.N. di Sanremo - Comunicava che vi era stato un rastrellamento a Poggio [Frazione di Sanremo] da cui era conseguito il fermo di 12 giovani.
14 febbraio 1945 - Da Mimosa al C.L.N. di Sanremo - Comunicava la scomparsa di un tenente della marina repubblichina, che trafficava nel mercato nero, e della sua famiglia.
15 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 295/CL, al S.I.M. della V^ Brigata - Veniva comunicato l'invio di un secondo pacco di medicinali.
19 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Ospedaletti (IM) al S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata - Forniva notizie rassicuranti sul proprio funzionamento, dato del resto lo stretto contatto esistente con il C.LN. di Sanremo.
22 febbraio 1945 - Dal comando delle Brigate S.A.P. di Sanremo al comando della Divisione S.A.P. "Giacinto Menotti Serrati" ed al C.LN. di Sanremo - Comunicava che il lavoro di riorganizzazione, nonostante la carenza di armi e la difficoltà di reperire uomini dotati di qualità militari, procedeva bene, con Brigate già suddivise in Distaccamenti.
5 marzo 1945 - Dal capitano Roberta [capitano Bentley] al C.L.N. di Sanremo - Nella missiva il capitano ringraziava per gli schizzi topografici e per le informazioni ricevuti; consigliava di tenere controllata la zona, soprattutto per possibili sganciamenti del nemico; ricordava che il Comando Supremo [alleato] del Mediterraneo "riconoscerà nell'Italia liberata solo le amministrazioni ed i comandi militari che daranno prova di funzionare regolarmente: questi saranno confermati nel loro lavoro di collaborazione con il governo militare alleato".
23 marzo 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo al S.I.M. della V^ Brigata - Veniva comunicato che, a causa dei molti arresti subiti, il servizio staffette del Comitato in indirizzo aveva avuto problemi di funzionamento; che per quanto riguardava la riunione tra le formazioni di montagna, lo stesso C.L.N. ed un inviato del S.I.M. la medesima si sarebbe tenuta non più il 25 bensì il 28 marzo; veniva, altresì, formulato l'auspicio che al mentovato incontro fossero presenti R.C.B. [capitano Robert Bentley, ufficiale alleato di collegamento], il comandante [Nino Curto Siccardi] della I^ Zona Operariva Liguria e i comandanti della II^ Divisione "Felice Cascione" [Giuseppe Vittorio Vitò Guglielmo] e della VI^ Divisione "Silvio Bonfante" [Giorgio Olivero].
23 marzo 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 487, al Comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al SIM della V^ Brigata - L'organo in parola ringraziava per l'invio del Distaccamento "Battagliero", come da richiesta del 9 febbraio, ma informava che, dato che l'istanza mentovata era rimasta inevasa per più di un mese, aveva provveduto nel frattempo alla creazione di una squadra capeggiata da Dorio [Mario Chiodo, ufficiale di collegamento del Distaccamento SAP "Giobatta Zunino"] e composta da Baldo, Torre, Moro [Giuseppe Arnaldi] e Tuono [G.B. Panizzi], tutti garibaldini i quali, ricoverati in città, erano stati curati a spese del C.L.N. Aggiungeva che veniva richiesto il riconoscimento ufficiale di quella squadra, il cui utilizzo poteva essere deciso nel corso della preannunciata riunione del 28 e che erano in fase di studio le prime azioni da fare effettuare al Distaccamento Dorio.
30 marzo 1945 - Dal CLN di Sanremo, prot. n°509/SIM, al SIM della V^ Brigata - Informava che "il numero di tedeschi nella zona di San Remo è diminuito a 3.000 unità. Continua la realizzazione di buche nelle strade della città. Il Comitato in indirizzo procede nei tentativi di convincimento alla diserzione nei confronti sia dei fascisti che dei tedeschi".
10 aprile 1945 - Dal PCI di Sanremo alla Federazione PCI di Imperia - Comunicava che a seguito di un attacco di peritonite acuta era scomparso il compagno "Giorgio" (Giuseppe Ferraroni): "egli fu uno dei più attivi organizzatori del Partito Comunista e delle formazioni clandestine... tutto egli fece per la lotta: l'informatore, l'organizzatore, la staffetta. Sotto le sue mani uscivano dal ciclostile i volantini"; che l'8 aprile un gruppo di partigiani avevano liberato alcuni patrioti degenti, ma sorvegliati dal nemico, all'ospedale di Sanremo; che ad Ospedaletti si era "costituita una cellula di combattenti formata da 5 compagni".
14 aprile 1945 - Dal Quartiere Generale Alleato della I^ Zona Operativa Liguria [n.d.r.: Robert Bentley, capitano del SOE britannico, ufficiale di collegamento degli Alleati presso il comando partigiano della I ^ Zona Liguria] al comandante "Curto" [Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] ... Chiedeva un incontro con i CLN di San Remo e di Imperia...
19 aprile 1945 - Dal  C.L.N. di Sanremo, prot. n° 608, al CLN provinciale ed al CLN regionale - Comunicava che "il partito della Democrazia Cristiana il giorno 15 u.s. ha accettato di collaborare alla lotta di liberazione aderendo al CLN di San Remo. La Democrazia Cristiana ha nominato come suo rappresentante Sascia. Il CLN di San Remo adesso comprende tutte le correnti politiche della nostra zona".
24 aprile 1945 - Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 636, al Comune di Sanremo, al Commissariato di P.S., al comando dei Vigili Urbani ed al comando dei Vigili del Fuoco - Comunicava che il C.L.N. di Sanremo, organo di governo della città, nell'interesse della popolazione e dell'interesse pubblico disponeva che tutti i dipendenti degli enti in indirizzo erano tenuti a restare al proprio posto. Essi saranno responsabili per la continuazione dello svolgimento dei servizi pubblici e dell'ordine cittadino.
da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945). Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste,  Anno Accademico 1998-1999