martedì 20 maggio 2025

I rastrellatori tedeschi uccisero il Segretario Comunale di Borghetto d'Arroscia

Borghetto d'Arroscia (IM). Fonte: mapio.net

Non si era ancora spenta l'eco del colpo all'ospedale che una grave notizia metteva in agitazione l'intera provincia.
Si trattava di questo.
La questura di Imperia, forse in cerca d'una altrettanto clamorosa rivincita, minacciava la fucilazione di 17 prigionieri politici qualora non fossero stati rilasciati entro il 14 aprile 1945, un commissario e un agente di Pubblica Sicurezza da lei dipendenti, catturati dai partigiani a Diano Arentino qualche settimana prima. Tale divisamento era espresso in una lettera della Questura al Comando S.S. germanico di S. Remo in data 7 aprile.
Della grave questione la questura interessò Mons. Luigi Boccadoro, arciprete della Basilica di S. Siro in Sanremo, ma, forse con malizia, lo si fece soltanto il giorno undici, quando cioè mancavano appena 4 giorni alla scadenza dell'ultimatum.
Tuttavia il fatto non scoraggiò il degno sacerdote il quale si sentì anzi stimolato ad accelerare la sua efficace e delicata opera di mediazione consistente nel risalire, grado a grado, dal partigiano "Robinson" comandante del Distaccamento SAP "Zamboni" al CLN Circondariale e a quello Provinciale sino al Comando Zona, riuscendo in tal modo, a salvare la vita dei 17 ostaggi, ma non a impedire che, proprio nello stesso giorno in cui era stato investito della difficile missione, i nazifascisti, quale primo provvedimento, incendiassero e distruggessero undici case di Diano Arentino, il paese dov'era avvenuta la cattura dei due questurini.
In montagna e comunque da parte delle formazioni che vi stanziavano, l'attività era ancora più intensa che sulla costa.
Alcuni episodi, scelti fra i numerosi riferiti nei rapporti giornalieri degli stessi comandanti dei reparti che ne furono testimoni o protagonisti, ne offrono la più credibile e drammatica delle conferme.
11 aprile
Nella Valle del Cervo 200 rastrellatori tedeschi si scontrano con il Distaccamento "Garbagnati" della Brigata "Belgrano", il quale riesce a bloccare il nemico sparando dalle trincee in precedenza approntate da militari germanici. A conclusione dello scontro a fuoco durato l'intera mattinata, i partigiani possono sganciarsi indenni mentre nelle file nemiche si contano 6 morti e numerosi feriti.
12 aprile
(Div. Cascione - brg. Nuvoloni)
Il SIM della Brigata segnala che partigiani garibaldini hanno catturato nei pressi di Goina una decina di nazifascisti; il 4° Distaccamento del Batt. "D. Rossi" attacca sul Monte Trono una pattuglia di 25 tedeschi; un ferito grave fra i partigiani, 3 morti e un ferito fra i nemici.
13 aprile
A Borgo di Ranzo e a Borghetto d'Arroscia, rastrellatori tedeschi catturano il Segretario Comunale di Borghetto e, dopo averlo crivellato di fucilate, ne precipitano il corpo nel fiume sottostante da uno strapiombo di 20 metri.
14 aprile
(Div. Bonfante - Brigata "Belgrano")
A Pogli una squadra del Distaccamento Piacentini attacca il presidio avversario. Altra squadra del Distaccamento "Agnese" sorprende una colonna nemica uccidendo 3 cavalli.
Div. Cascione - brg. Nuvoloni)
A S. Faustina una pattuglia del 4° Distaccamento (Battaglione "Rossi") affronta una squadra nazifascista. In località Rocche di Drego a seguito di una azione effettuata dal Comandante della Brigata saltano 35 metri di strada.
[...]
Augusto Miroglio, La Liberazione in Liguria, Forni - Bologna, 1970

Il 15 aprile alcuni garibaldini del Distaccamento "Castellari" attaccarono una colonna tedesca che si trasferiva da Garlenda (SV) ad Albenga (SV).
Una squadra del IV° Distaccamento della V^ Brigata della II^ Divisione "Felice Cascione" si scontrava con alcuni tedeschi che scortavano un carro, uccidendone due.
Nella stessa serata gli stessi garibaldini attaccavano una motocicletta, che trasportava due ufficiali ed una donna, i quali nell'attentato trovavano la morte.
Sempre il 15 aprile una staffetta avvisava il I° Distaccamento del Battaglione "Carlo Montagna" della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" che "a Pietrabruna si trovavano 17 bersaglieri i quali erano venuti allo scopo di asportare bestie da soma. Il comandante 'Italo' chiedeva rinforzo al II° Distaccamento, andando a prendere immediata posizione con 12 uomini sotto Pietrabruna" sulla carrozzabile Pietrabruna-Torre Paponi.
Dopo un paio d'ore, i bersaglieri, che appartenevano alla VI^ compagnia di stanza tra Riva Ligure e San Lorenzo al Mare, mentre ritornavano con un bottino di 16 muli, venivano attaccati, subendo l'uccisione di 10 soldati, la cattura di altri 2 e la perdita di materiale bellico, consistente in 1 mitragliatore Breda, 1 mitragliatore Saint Etienne, 1 mitra Beretta, 5 moschetti con relative munizioni, 3 pistole e 5 bombe a mano.
I bersaglieri, che riuscirono a fuggire, diedero l'allarme: "da Imperia partiva prontamente, per portare rinforzo, un automezzo con a bordo una quarantina di Brigate Nere ed un cannoncino da 75 mm. Anche questi venivano attaccati in due riprese e subirono la perdita di 6 uomini".
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945), Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999  

domenica 11 maggio 2025

Il comando tedesco preparava da Taggia l'attacco a Pigna

Taggia (IM): una vista su Castellaro

Il 6 [ottobre 1944] il garibaldino «Pablos», a Civezza in missione, venuto a conoscenza che un Tedesco era salito in paese, lo affronta per disarmarlo; avviene una sparatoria e il Tedesco rimane ucciso; tra quelli sopraggiunti in aiuto al camerata uno rimane gravemente ferito, mentre il garibaldino riesce a ritirarsi incolume.
Un'altra squadra del 4° distaccamento tende un'imboscata presso la «strada rotta» ad una quindicina di Tedeschi che si erano recati a Borgomaro per prelevare fieno. Cadono tre nemici (un morto e due feriti gravi) mentre i superstiti riescono a fuggire attraverso un canneto sottraendosi così alla cattura. La squadra rientra al completo alla base.
Per rappresaglia i Tedeschi uccidono un giovane e bruciano alcune case presso San Lazzaro Reale.
Presso Taggia due garibaldini del 2° ballaglione fanno fuoco contro i Tedeschi che perdono un uomo; per rappresaglia rastrellano Riva Santo Stefano e imprigionano il parroco don Pistola Luigi, l'ex sindaco Gatti Pietro ed il Direttore didattico.
Nella prima settimana di ottobre i Tedeschi presidiano la strada statale n. 28 da Oneglia a Chiusavecchia con le seguenti forze: reparto tedesco di trenta uomini con mortai a Castelvecchio; un cannone da 75 ai piedi del ponte vecchio e un altro suIla pista da ballo di San Giacomo a Barcheto, puntati in direzione di Pontedassio, presidiati da trenta soldati; alla cabina elettrica: sei Tedeschi di guardia pronti a farla saltare; in località Lalena: trenta uomini di presidio alla strada minata; a cava Rossa: cannone piazzato oltre le case della cava e mitragliatrice sul ponte con venti uomini; in località Libaghi: infermeria e personale vario; a Pontedassio: nel giardino sotto il carradore piazzati cinque cannoni da 105 mm., duecento Tedeschi in paese; a Monteminato: montagna minata con accensione a miccia e non più a corrente elettrica, posto di guardia composto da una diecina di Tedeschi; a Chiusavecchia: fortino in pietra all'ingresso del paese e un altro ove risiede il Comando della «Muti»; a Garzi: due fortini, uno di fronte all'altro, ai lati del ponte.
Tutti questi preparativi sono rivolti verso nord, ossia verso i monti dove si suppone che i Tedeschi attendano gli eventi.
Frattanto s'insedia a Taggia il Quartiere Generale del Comando tedesco incaricato di organizzare e dirigere il prossimo rastrellamento che scatterà da Pigna nella mattinata dell'8 di ottobre.
Vi giunge un generale d'armata che predispone lo sfollamento delle case in località Seru du Bon per allestirvi un deposito di munizioni e  carburante e alloggiarvi un battaglione di SS tedesche; di altre case di Arma e di Taggia, necessarie a numerose truppe che incessantemente affluiscono, con l'ordine di risalire, in fase di rastrellamento, la valle Argentina e raggiungere i forti di Nava.
Altri attacchi contro il nemico vengono condotti con accanimento nei giorni successivi. Una pattuglia del 10° distaccamento «W. Berio», comandata da Angelo Setti (Mirko) ed operante sulla 28, sorpreso nel pomeriggio del 7 un plotone di quaranta militi fascisti presso San Lazzaro, lo sottopone ad un intenso fuoco di mitragliatori e lo sbaraglia causandogli otto morti compreso un ufficiale.
Il 10 una squadra del 7° distaccamento comandata dal caposquadra «Romolo», in agguato sulla via Aurelia, mitraglia un autocarro e provoca la morte di due Tedeschi ed il ferimento di altri quattro. Segue un forte rastrellamento su tutto il territorio del Comune di Taggia con prelievo di civili (quattordici persone tra cui Lasagna Angelo trattenuto per molto tempo).
A San Lorenzo al Mare vengono prelevati in ostaggio i civili don Mariano Clerici, Ricca Francesco, Belgrano Vincenzo e portati alla caserma «G.B. Revelli» ad Arma; saranno seviziati per tre mesi. Solo il parroco viene liberato il giorno 28.
L'11 di ottobre sette uomini del 5° distaccamento col comandante Giovanni Arrigo (Romolo), tesa un'imboscata nella zona di Cesio a ottanta fascisti e Tedeschi, li sbandano con raffiche di mitragliatore: dieci morti e undici feriti nemici rimangono sul terreno. L'azione viene completata con la distruzione del nuovo ponte ricostruito dai Tedeschi tra San Lazzaro e Caravonica. Nessuna perdita garibaldina.
Il 12 un'altra pattuglia del 7° distaccamento assalta tre camion tedeschi che transitano sulla via Aurelia tra il capo di Santo Stefano e la torre Aregai; apre il fuoco alla distanza di una diecina di metri con «Mayerling», mitra, machinen-pistole e bombe a mano di fabbricazione greca; le perdite del nemico assommano ad un elevato numero di morti e feriti, un autocarro rimane incendiato al lato della strada.
Il giorno 13, garibaldini del 2° distaccamento prelevano a Piani d'Imperia due agenti fascisti di Pubblica Sicurezza ivi recatisi per informazioni e il 14 una spia a Caramagna.
Dal settembre all'ottobre Ville San Pietro fu sede del Comando della IV brigata e dell'ospedaletto da campo partigiano.
La 5^ compagnia della brigata nera occupa Ceriana il 15 di ottobre.
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, IsrecIm, Milanostampa Editore - Farigliano, 1977, pp. 163-164