|
Imperia: sede della Croce Rossa
|
Ghirlando
Vincenzo: nato a Camporeale (TP) il 9 aprile 1924, agente di Polizia in
servizio presso la Questura di Imperia. Ex partigiano.
Interrogatorio
del 15.9.1945: Nel 1940, all’atto del richiamo feci domanda di
arruolarmi come guardia di PS. Nel 1942 mi trovavo in Grecia e fui
chiamato per fare un corso a Caserta. Terminato il corso fui inviato a
Torino, destinato al Battaglione Mobile di Polizia [...] Giunto ad
Imperia nel mese di aprile del 1944 fui messo a fare il piantone alla
porta rimanendo in tale posto fino al 24 luglio. A tale data essendo
comandato di servizio assieme alla GNR mi allontanai e giunto a Dolcedo
venni arruolato nella brigata Garibaldi, comandata da Tito [Rinaldo
Risso] del distaccamento Pelletta. Rimasi con i partigiani fino al 24
dicembre 1944, giorno in cui, sceso ad Imperia per ritirare i miei
effetti di vestiario, venni a sapere che erano stati ritirati dai
fascisti. Uscito in strada incontrai gli agenti di PS Rizzo Luigi e
Nobbio i quali mi chiesero dove ero stato e da dove venivo. Io raccontai
loro che ero stato prelevato dai partigiani e che ero disceso per
presentarmi nuovamente. Il questore mi accettò e mi rimise in servizio
in una squadra che faceva servizio ai posti di blocco.
Leonardo Sandri,
Processo ai fascisti: una documentazione,
Vol. 9 - Liguria: Imperia - Savona - La Spezia, StreetLib, Milano, 2019
106 - SME - Ufficio storico [1944 feb. 1 - mar. 31]
Diario
storico del 12° Comando militare provinciale di Imperia (1° febbraio -
31 marzo 1944) e degli enti dipendenti, a firma, in ordine di tempo, del
col. Giuseppe Bosio, del cap. Achille di Iuvalta e del cap. G.
Malatesta. (18)
pp. 30
(a cura) di Mariella Mainini, Elenco analitico del Fondo R.S.I., Stato Maggiore dell'Esercito, V Reparto Affari Generali - Ufficio Storico
1013 - SME - Uff. operazioni e addestramento - sez. operazioni - 1944 giu. 13 - lug. 1
“I/M”
Battaglione Genio italiano n. 1: relazioni sul disarmo del battaglione e
di una batteria costiera a San Remo e sul trasferimento del relativo
personale in Germania. (21) cc. 9 e pp. 23
All’interno: - carta
illustrante le postazioni occupate dal Battaglione Italiano n. 1,
allegata al fg. n. 05I/6890 del 210° Comando militare regionale di
Alessandria in data 11 luglio 1944.
(a cura) di Mariella Mainini, Elenco analitico del Fondo R.S.I., Stato Maggiore dell'Esercito, V Reparto Affari Generali - Ufficio Storico
1017 - SME - Uff. operazioni e addestramento - sez. operazioni - 1944 giu. 15 - lug. 7
Relazioni
di enti dello SME sugli avvenimenti verificatisi in Liguria contro le
FF.AA. germaniche, coinvolgenti il I Battaglione italiano genio e le
batterie del presidio di Imperia. (20)
cc. 5 e pp. 34
(a cura) di Mariella Mainini, Elenco analitico del Fondo R.S.I., Stato Maggiore dell'Esercito, V Reparto Affari Generali - Ufficio Storico
Brigate Nere, Guardia nazionale repubblicana, SS italiane, Legione Muti, Bande
Kock, Carità, Pollastrini, Bardi, Chiurco, Finizio Panfi, Maestri, la
Sichereits italiana, i distaccamenti Op, l’ispettorato speciale polizia
antipartigiana, la 1 divisione d’assalto Tagliamento, il Battaglione
indiano, le ausiliare comandate dalla contessa Fondelli Gatteschi capaci
di crudeltà inaudite, Corpo volontari della Morte, corpi speciali di
varia denominazione e infine la X Mas. Formazioni utilizzate in quella
che il feldmaresciallo Kesserling chiamava “lotta al banditismo”. Queste
formazioni si fecero notare per crudeltà ed efferatezza contro i loro
connazionali. Spesso, a metà trada tra formazioni irregolari e
combriccole di tagliagole, come le ha definite lo storico Franzinelli.
Vindice Legis,
Dietro la bandiera di Salò l’Italia della vergogna e del disonore,
Fuori Pagina, 5 settembre 2018
Ferraris Giovanni: nato ad Alessandria il 23 dicembre 1929, squadrista della Brigata Nera "Padoan"
Interrogatorio del 26.5.45:
Appartenevo
alla brigata nera di Imperia dopo essere stato prima adibito come
fattorino presso la locale federazione del P.F.R. Con la costituzione
delle brigate nere venni inquadrato in queste formazioni sempre con il
compito di fattorino per il comando della brigata. Ricordo che il
comando della brigata nera di Imperia era formato dalle seguenti persone:
comandante il Federale Massina Mario, capo di stato maggiore Col.
Baralis, Capitano Musso Roberto, amministratore, Ten. Cocchi, addetto al
magazzino, Maggiore Densa. Sottufficiali erano il Maresciallo Del Re
Antonio, Maresciallo Lorenzi, Maresciallo Nardino, Sergente Berretta
Ernesto [...]
Moro Pietro: nato a Pigna il 15 gennaio 1916, squadrista della Brigata nera "Padoan"
Interrogatorio del 13.7.45:
Il
giorno 28 o 29 settembre 1944 mi recai con il Federale Massina a
Dolcedo in unione allo squadrista Giancamillo ed un altro di cui non
ricordo il nome. Quivi, fummo oggetto, mentre intraprendevamo la strada
del ritorno, di scariche di mitraglia ed in tale occasione fui ferito
alla gamba sinistra. Sconosco il motivo per cui il Federale Massina si
recò a Dolcedo, lo vidi recarsi in un locale dove fuori campeggiava
l’insegna "Telefono" [...]
Leonardo Sandri,
Op. cit.
II DIVISIONE GARIBALDI "F.Cascione"
COMANDO IV BRIGATA D'ASSALTO "E. Guarrini"
Prot. 39 Zona, li 28/9/44
SEZIONE S.I.M.
AL COMANDO II° BATTAGLIONE
Pare che fascisti appartenenti al Comando di CHIUSAVECCHIA vogliano fuggire e arrendersi ai partigiani.
State molto attenti e appena qualcuno di questi individui si presenterà ai vostri distaccamenti, fateli accompagnare a questo comando con una relativa rapportina.
In questi giorni squadre di "Muti" vestiti da Partigiani sono stati visti lungo la carrozzabile CHIUSAVECCHIA-CESIO.
Per IL RESPONSABILE DEL S.I.M.
Il Vice Commissario
(Uliano)
documento IsrecIm in
Francesco Biga,
Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona
Liguria), Vol. III. La Resistenza nella provincia di Imperia da
settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con il patrocinio dell'
Istituto Storico della Resistenza di Imperia, Milanostampa Editore, Farigliano, 1977
Fra
le brigate territoriali si andava dalla brigata nera di Milano che pur
contando due soli battaglioni allineò una ventina di compagnie alla
brigata nera di Asti che allineò una sola compagnia e alcuni presidi
minori o come le brigate nere di Savona e Imperia che affiancarono a una
compagnia mobile alcuni distaccamenti.
[...] I fascisti nizzardi,
pur non costituendo una propria brigata nera, confluirono nella brigata
nera di Parma dove costituirono un proprio reparto, conosciuto anche se
non ufficialmente come Brigata Nera “Nizza”.
Leonardo Sandri, autore di Processo ai fascisti: una documentazione... op. cit.
|
Imperia: Via Croce di Malta
|
Mi risulta che in Imperia risiede, nella via di fronte a Via Croce di Malta del Corso Garibaldi in cima alla salita, tale Mele Peppino, figlio dell'assistente del Genio Civile, il quale faceva parte da lungo tempo alle brigate nere e mi risulta che ha partecipato a diversi rastrellamenti.
Antonio Barresi,
Verbale di interrogatorio presso l'Ufficio Politico del Comando di Polizia di Imperia, 7 maggio 1945. Documento in Archivio di Stato di Genova, ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo (IM)
Una delle ultime diagnosi sulle condizioni della RSI è redatta da Giorgio Pini. Il 20 ottobre 1944, il direttore del “Resto del Carlino” viene nominato Sottosegretario al Ministero dell'Interno. In questa veste, riceve da Mussolini l'incarico di ispezionare le province della Repubblica sociale
[...] Non mancano le annotazioni di “costume”, come quella relativa al Capo della provincia di Imperia che ha moglie e cinque figlie ma “trascura l'ufficio e i contatti col pubblico a causa di una donna… sarebbe bene sostituirlo” <643.
643 Giorgio Pini, Itinerario tragico (1943-1945), Omnia, Milano 1950, p. 337.
Antonio Gioia, Guerra, Fascismo, Resistenza. Avvenimenti e dibattito storiografico nei manuali di storia, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Salerno, Anno Accademico 2010-2011
Il comando delle S.A.P. con foglio n° 176 P/A in data 25/10/44 ha comunicato quanto segue:
"Comunichiamo che un ufficiale della G.N.R. è partito alla volta di formazioni partigiane con lo scopo di intralciare le operazioni dei Patrioti. Saremo in grado di fornire dati più precisi riguardanti le sue generalità, i suoi connotati, la sua abitazione.
Comunichiamo inoltre che alcuni marinai appartenenti alla Compagnia "Risoluti" sono partiti poi con lo stesso scopo".
Comando 2^ Divisione d'Assalto IL VICE RESPONSABILE S.I.M. DIV.
GARIBALDI LIGURIA F. CASCIONE (Achille)
da documento IsrecIm in
Francesco Biga,
Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona
Liguria), Vol. III. La Resistenza nella provincia di Imperia da
settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con il patrocinio dell'
Istituto Storico della Resistenza di Imperia, Milanostampa Editore, Farigliano, 1977
Colombo Angelo: nato a Milano il 7 aprile 1927, marò dei Mezzi d’Assalto della X^ Flottiglia Mas.
Interrogatorio
del 29.5.45: Ho fatto parte della X^ Flottiglia Mas dal 3 febbraio 1944
con residenza in un primo tempo a Spezia e dopo circa un mese venni
trasferito a Sesto Calende (Varese) dove mi trattenni fino al 20 agosto.
Ho trascorso quindi un breve periodo in Francia (Ville Franche) e dopo
feci ritorno a Sanremo, dove sono stato fino al 24 aprile del 1945 con
il Reparto Mezzi d’Assalto di Superficie che si sganciò da Sanremo
portandosi a Strambino Romano ove si consegnò agli americani. Qui, io ed
un mio amico, abbandonammo il reparto per poterci procurare da mangiare
però giunti in una cascina di Romano fui fermato da elementi
partigiani, perquisito e disarmato e condotto ad un comando partigiano.
Non ho mai fatto parte di formazioni adibite a rastrellamenti: il mio
reparto aveva unicamente il compito di affondare le navi nemiche. Mi
sono iscritto al P.F.R., consigliato da un amico, per non finire
nell’Organizzazione Todt a lavorare in Germania. Non ho mai avuto
incarichi speciali come spionaggio o altro. Durante il periodo di
appartenenza alla X^ Mas, solo quando eravamo in Francia, il mio reparto
ha affondato un incrociatore nemico da 10.000 tonnellate.
Leonardo Sandri, Op. cit.
Concludendo, abbinata all'azione preventiva sotto le direttive del Capo della Provincia e mia personale viene sviluppata la repressione che, affidata a reparti operanti misti di G.N.R., Brigata Nera e Reparto Arditi di Polizia, fa sentire il suo mordente nelle formazioni partigiane operanti nella zona montana, quasi del tutto sbandate ed assottigliate.
Giovanni Sergiacomi, Questore di Imperia, Relazione mensile sulla situazione politica, militare ed economica della Provincia di Imperia, Al capo della Polizia - Sede di campagna -, Imperia, 5 marzo 1945 [timbro di arrivo del Ministero dell'Interno della RSI in data 27 marzo 1945]. Documento <MI DGPS DAGR RSI 1943-45 busta n° 4> dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma
Gli squadristi denunciano il federale
Ad
Imperia la realtà è ben più tragica, e nessuno cerca di mascherarla con
la retorica. Il capo dell’Ufficio politico della B.N. manda, il 4
aprile 1945, un rapporto al federale di Parma, Archi (già commissario
federale ad Imperia, N.d.R.), che gliel'ha richiesto, avvertendo che "la
situazione politica in provincia è andata sempre più aggravandosi e
peggiorando... La G.N.R. e la B.N. continuano ad operare arresti e ad
eseguire azioni di polizia, contro le disposizioni del Duce, incendiando
paesi e detenendo uomini e donne in istato di arresto più del
necessario, rimandando interrogatori seri alle calende greche. (Vengono
usati) mezzi coercitivi, inumani, per le confessioni... Se qualche
elemento, ideologicamente fascista e puro, interviene... è preso di mira
e lo si accusa... di connivenza con i partigiani. Date queste
condizioni, il P.F.R. ... è sempre più malvisto. Non tutte le esecuzioni
capitali... hanno colpito i veri rei di volgari assassinii. Sarebbe
necessaria una revisione seria di tutti gli elementi della G.N.R., i cui
componenti mantengono con lusso ingiustificato (date le loro condizioni
finanziarie) donne più o meno di dubbia moralità".
"Nella
B.N. si succedono i rastrellamenti nei quali i militi si limitano a
compiere furti, rapine, atti di sopruso, anche contro il tranquillo
apolitico cittadino, azioni tutte che acuiscono l’odio verso il P.F.R.,
che deve rappresentare, invece, ordine, serietà, onestà e giustizia. I
colpevoli di tali 'scorrerie' qualche volta identificati (casi Spartaco,
Pagni ed altri) non sono puniti esemplarmente, ma invece aiutati ad
allontanarsi dalla provincia. Nei comandanti, specie in quelli più
elevati, mancano polso e competenza... Nessuna serietà nella scelta di
ufficiali e gregari. Si attribuiscono funzioni di comando a chi, forse,
ha rivestito nei Corpi armati dello Stato la qualifica di attendente...
In caso di ripiegamento i fascisti non sanno se saranno salvati dall’ira
nemica e da quella popolare, e come: sanno solo che non esistono
carburanti e mezzi di trasporto... Taluni fascisti si sono rivolti,
infatti, alla Questura e ad altri enti per essere messi in salvo con le
proprie famiglie (caso Fabi). Dal lato amministrativo sarebbe opportuna
ed utile un’inchiesta sia in Federazione sia in Brigata Nera. Ufficiali e
militi a tutt’oggi (aprile) non hanno avuti pagati gli assegni del mese
di marzo. In Federazione non vi è denaro".
Il
degradamento è generale. Mentre a Sanremo il comandante tedesco della
piazza strappa in faccia al federale, al capo provincia, al capo di S.M.
della B.N. le tessere di circolazione e di porto d’armi che dovrebbero
essere concesse - con il visto nazista - ai brigatisti, secondo le nuove
norme procedurali, ad Imperia un gruppo di fascisti repubblicani si
riunisce il 19 aprile nel Gruppo Rionale "Nino Fossati" ed indirizza al
commissario federale una lettera di cinque pagine denunciando "il
diffuso malcontento e lo sdegno" esistenti nella Brigata Nera. Il gruppo
si firma: capitani Vasco Landucci, Roberto Musso, Allione, tenente
Basso, squadristi Arcangelo Vitiello, Bruno Arturo, Osvaldo Ragusa e Ugo
Giordano, ragionieri Pietro Gerii e Giuseppe Tricotti, dott. Raffaele
Densa.
La lettera è un atto d’accusa implacabile. "Constatato che
l’opera finora svolta dal Fascio e dalla B.N. della provincia ha
approdato ad un risultato opposto a quella che era l’aspirazione del
Duce e dei fascisti onesti e retti che ne seguono con dedizione la
dottrina, e cioè quello di riconquistare la fiducia e la stima del
popolo sano e lavoratore...", viene denunciato il funzionamento del
Centro sfollati di Alassio, dove "l'alimentazione fu quasi sempre
pessima, scadente, scarsa, i cibi mal conditi e confezionati... I
banchetti al Sinodico (la pensione Sinodico di Alassio, N.d.R.) fatti
dal capitano Fantini, ecc. e da VOI Federale mentre i poveri sfollati
fascisti avevano il trattamento alimentare suddetto dimostrano scarso
senso morale, incomprensione del momento, mancanza di spirito di
sopportazione da parte di chi li faceva...".
I
denuncianti (un'altra denuncia per conto proprio è già stata presentata
il 23 febbraio dallo squadrista Massimo Lombardi al sottotenente Pietro
Gerii, comandante dell’Ufficio politico investigativo della B.N.)
chiedono la documentazione di tutte le spese sostenute in campo
alimentare, citano una serie di casi di malversazioni e vogliono che i
colpevoli siano puniti.
Poi passano ad esaminare la situazione della
Brigata Nera. "Non funziona né organicamente né disciplinarmente né
moralmente... Esiste una indisciplina inconcepibile in un organismo
militare... Gran parte degli squadristi manca completamente di
educazione militare, di educazione civica, di rispetto, di
comportamento, di istruzione scolastica e fascista, di rispetto alle
cose, di amore all’ordine e alla pulizia, di decoro per la propria
persona. Occorre agire... in profondità... Gran parte degli squadristi
vanno volentieri ai rastrellamenti con l’unico scopo di razziare...
Esempi: da San Lazzaro [una zona di Imperia] la squadra servizi ritornò con denaro e vestiario
che poi si divise, da Diano Arentino gli squadristi portarono indumenti
e vestiario che poi vendettero a negozianti di Imperia, che erano
parenti degli svaligiati. Tedeschi e squadristi della B.N. ritornarono
da un’azione con due muli carichi di refurtiva, che a notte alta vennero
avviati verso il centro della città e furono venduti con la
refurtiva... L’autorizzazione al saccheggio è sempre cosa riprovevole,
che sa di compagnia di ventura. Anche quando i Capi ritengono necessità
punire un paese per favoreggiamento ai ribelli bruciando le case, cosa
che dalla massa dei fascisti non viene approvata poiché si distrugge
patrimonio nazionale che lo Stato deve poi pagare, ... quanto dalle case
(bruciate) viene asportato dovrebbe essere distribuito ai bisognosi, ai
danneggiati dai bombardamenti, ecc.".
Ricordato
un banchetto "molto criticato dalla popolazione e criticato dai
fascisti di pura fede" tenuto all'Albergo Miramare alcune sere prima ed a
cui hanno partecipato il questore, il prefetto, vari squadristi della
B.N. e la "banda Alessandrini", il gruppo denuncia una serie di
prepotenze e brutalità da parte del maresciallo Antonio Del Re contro i
suoi sottoposti, diverse perquisizioni arbitrarie in casa di cittadini
senza colpa e la mancanza di armi e munizioni. Poi conclude chiedendo al
Federale "di impugnare il timone della barca e di essere a tutti di
esempio stroncando l’immoralità, la disonestà, il sopruso, l’arbitrio e
la violenza... Noi siamo pronti a darvi tutta la nostra appassionata
collaborazione, e vedrete che così agendo tutti Vi seguiranno".
Ma,
come dicevamo, è il 19 aprile 1945. La spietata autodenuncia (tra i
firmatari vi sono il capo e il sotto capo dell’Ufficio Politico della
B.N. il capo del servizio Sanitario della stessa, il capo dell’Ufficio
Amministrazione della Federazione fascista e un ufficiale della G.N.R.)
non serve più a nulla. Tra sei giorni suoneranno le sirene
dell’insurrezione.
Ricciotti Lazzero, Le Brigate Nere, Rizzoli, 1983
3 marzo 1945
- Dal CLN di Sanremo, prot. n° 358, alla Sezione SIM della V^ Brigata
"Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", all'Ispettorato della I^ Zona
Operativa Liguria ed al "Capitano Roberta" [ufficiale di collegamento degli alleati con la I^ Zona Operativa, capitano Robert
Bentley]
- Comunicava che [...] che nella notte militari delle Brigate Nere
avevano rastrellato la zona Taggia-Ceriana, causando la morte di 4
patrioti e l'arresto di altri 4, portati a Villa Magnolie.
17 marzo 1945
- Dalla Sezione SIM della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni", prot. n° 344, al
comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al comando della II^
Divisione "Felice Cascione" [comandante Giuseppe Vittorio 'Vittò/Ivano'
Guglielmo] - Riferiva che "[...] A Badalucco fascisti in borghese, con
fazzoletti rossi addosso, hanno chiesto dove potevano nascondersi dai
tedeschi, ma la popolazione non c'è cascata [...]".
17 marzo 1945
- Da "Carmelita" a "Fuoco" - Inviava l'elenco degli appartenenti alle
bande fasciste ed alla G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) che erano
stati in territorio francese, in particolare la serie di nominativi
della G.N.R. di Mentone, 30 uomini, Antibes 4, Beausoleil 2, Nizza e
zone limitrofe 35.
da documenti IsrecIm in
Rocco Fava di Sanremo (IM),
La
Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della
documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo
II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico
1998-1999
Nato ad Oneglia, in provincia di Imperia, Aurelio Languasco (1904-1984) partì volontario per andare a combattere in Etiopia e, successivamente, prese parte alla guerra civile spagnola, restando mutilato al braccio destro nella battaglia di Santander (1937). Durante la Seconda guerra mondiale acquisì una profonda conoscenza delle pratiche della controguerriglia, diventando ufficiale della MVAC (Milizia volontaria anticomunista), composta da reparti di collaborazionisti che operavano in appoggio alle truppe di occupazione italiane in Slovenia. Dopo l'adesione alla RSI, fu inquadrato nella GNR, diventando prima il comandante del secondo reggimento del CARS e poi del raggruppamento Cacciatori degli Appennini. Condannato a morte dalla corte d'assise speciale di Cuneo quale criminale di guerra, la sentenza fu poi annullata dalla corte di cassazione per vizio di forma.
Stefano Gallerini, "Una lotta peggiore di una guerra". Storia dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Firenze, 2021