giovedì 19 novembre 2020

Piombano nella zona i Tedeschi che avevano pernottato a Dolcedo

Una vista da Villatalla

Tra il 16 ed il 17 dicembre 1944 è notte di convegno garibaldino. Il Comando della II^ Divisione d'assalto Garibaldi «F. Cascione», radunato nella valle appresso, in un casone ubicato tra gli uliveti a sud di Villa Talla [frazione del comune di Prelà (IM)], deve decidere in modo concreto la costituzione della nuova divisione garibaldina «Silvio Bonfante» ed il Comando della I^ Zona Liguria.
Sono presenti il comandante Nino Siccardi (Curto), il vicecomandante Giorgio Olivero (Giorgio), il commissario divisionale Carlo De Lucis (Mario), il commissario politico di zona Lorenzo Musso (Sumi), l'addetta al Comando Bianca  Novara  (Rossana), l'addetto alla tipografia del C.L.N. provinciale (già dislocata in un pollaio sotto la strada di Villa Talla) Giovanni Acquarone (Barba) e qualche altro capo partigiano.
Disgraziatamente, nell'oscurità della notte, «Mario» cade da un muro di una «fascia» alto quattro metri, si spacca il cranio e va in coma, non risponde ai richiami, è cosa ardua rintracciarlo.
Come se ciò non bastasse, il nemico investe all'alba la vallata di Villa Talla. Alcune spie gli avevano fornito vaghe indicazioni, ma fortunatamente non erano in possesso di dati precisi sulla dislocazione del Comando garibaldino  e  della tipografia.
Piombano nella zona i Tedeschi che avevano pernottato a Dolcedo: una colonna di dodici autocarri, giunta da Molini di Prelà, blocca di sorpresa il paese di Tavole, mentre altre due colonne di Tedeschi appiedati marciano per le mulattiere a monte e a valle dell'agglomerato di case; due furgoni della Croce Rossa seguono le truppe.
Rapidamente piazzano le armi pesanti nelle «fasce» sotto Tavole e mitragliano con intensità Villa Talla e tutti i casoni nei dintorni: gravemente danneggiata rimane la casa «Costa», una trentina di proiettili colpiscono la casa canonica. Quindi le colonne si mettono in movimento e una di esse, assai numerosa, sale dal fondovalle verso il paese per la mulattiera Prelà-Villa Talla.
Appena vi giunge chiude in chiesa, ove deruba i paramenti sacri, tutti i civili che cattura (uomini, donne, bambini), saccheggia le case e vi appicca il fuoco con spezzoni incendiari.
Così, già incendiata il 2 di luglio durante il rastrellamento di Triora e il 4 di settembre alla vigilia della battaglia di monte Grande, il 17 di dicembre Villa Talla brucia ancora e perciò risulteranno incendiate settantaquattro case,  compreso l'oratorio di San Giovanni.
Proseguendo il cammino, parte della colonna raggiunge il passo omonimo ove si scontra con una pattuglia del 6° distaccamento (2° battaglione, IV brigata) che, tuttavia, riesce a sganciarsi e a portarsi in postazioni sul versante destro di valle Carpasina.
La situazione del Comando partigiano, nascosto tra gli ulivi sotto il paese in fiamme, di fronte a Tavole, diventa insostenibile; i componenti, sperando di uscire dall'accerchiamento, decidono di muoversi e, disteso il commissario ferito sopra una scala, scendono guardinghi in direzione di Prelà con la speranza di trovare un dottore per curarlo.
«Mario» è esanime e ormai si dispera di salvarlo. Per caso il gruppetto scansa una colonna nemica che sale dal fondovalle. È necessario dividersi, non si può proseguire uniti.
Nascosto il moribondo in un casone con la speranza che non venga scoperto, e, fermatasi presso di lui «Rossana» per pietosamente assisterlo, il gruppetto si disperde (10).
Dopo aver arrestato alcune persone, a mezzogiorno i Tedeschi sgombrano la zona.
Una colonna composta di un centinaio di soldati proveniente da Valloria scende nel primo pomeriggio a Lecchiore sparando alcune raffiche per intimorire le persone rimaste in paese.
Altre colonne raggiungono Dolcedo all'imbrunire, ove smontano la radio campale che vi avevano installata, e proseguono verso la costa.
Vengono fucilati i civili Giovanni Revello e Carlo Oreggia di Tavole.
A Villa Talla ormai la popolazione è terrorizzata dai Tedeschi e dalla presenza della tipografia del C.L.N. celata nel gallinaio, ove funziona dall'agosto 1944 (la tipografia della II^ divisione «F. Cascione» era nella canonica di Realdo in valle Argentina). Di conseguenza, per rasserenare un po' gli animi troppo angosciati, viene smontata il 20 di dicembre, spostata per mezzo di muli a Pianavia e piazzata in una cisterna sotterranea, sita nel sottofondo dell'abitazione di Giobatta Calzamiglia (Bacì). Il 28 sarà rimessa in funzione dal tipografo «Barba» e il 4 gennaio 1945, come vedremo, smetterà per sempre di funzionare a causa di un altro pesante rastrellamento.
Come per Villa Talla, Pietrabruna e Torre Paponi, anche per Badalucco il martirio non è finito: durante la giornata del 17 la zona circostante il paese è rastrellata dai Tedeschi del Comando di Villa Cipollini di Taggia, il 18 è bombardata da apparecchi alleati che, sganciate alcune bombe, distruggono delle case e provocano, purtroppo, morti e feriti.
L'ira e lo sdegno della popolazione è al colmo (11).
Mentre Torre Paponi e Villa Talla bruciavano e da Verona giungeva a San Remo il colonnello delle S.S. Strupel, specialista in rastrellamenti, con trecento suoi accoliti, Mussolini in balia dei Tedeschi parlava a Milano, promettendo ancora una volta, perduto ormai il senso della realtà storica, giustizia e libertà al popolo italiano.

(10) «Mario» verrà portato all'ospedale partigiano di Tavole e quindi in quello di Arzéne. Guarito, riprenderà la lotta come commissario della Divisione Garibaldi «Silvio Bonfante», costituita il 19-12-1944 e dislocata nella zona d'operazioni ad est della strada statale n° 28.
(11) Da una relazione di Franco Bianchi (Brunero), agente S.I.M., al Comando della IV Brigata, del 20.12-1944, prot. n. 291.
Le vittime civili del bombardamento alleato di Badalucco furono dodici.


Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con il patrocinio dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Milanostampa Editore, Farigliano, 1977