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giovedì 27 febbraio 2020

Una radiotrasmittente da Sanremo (IM) ai partigiani in Tavole

Una vista d'epoca su Sanremo (IM)
 
Con i limitati mezzi a nostra disposizione iniziammo con Ciccio Corrado e Virgilio Oddo, nel maggio 1944, il montaggio di una radiotrasmittente someggiabile, da 75 W.  
  
Non era stata ancora portata a termine la nostra modesta ma pericolosa opera, quando una staffetta partigiana ci sollecita l'urgente consegna dell'apparecchio.

La consegna, a quanto ci era dato arguire, pareva dovesse avvenire a Sanremo; invece fummo informati che era demandato a noi l'incarico di portarla a Tavole [n.d.r.: Frazione del comune di Prelà (IM)].
Sul come portarla ci era data ampia libertà, ma la staffetta, con risolino sardonico, ci dava qualche ragguaglio sui  molteplici posti di blocco sparsi sul non breve tragitto e ci lasciava col rituale... in bocca al lupo.
Ci poniamo al lavoro: a mezzo di Filippo Millo, chiediamo al compagno «Alfa» (Alfredo Esposito), amministratore della Soc. Coop. Trasporti Facchini, di interessarsi lui della bisogna col solito camioncino portafortuna, che tanto bene era andato per trasportare armi ai partigiani.
«Alfa» domanda 24 ore di tempo per procurarsi la benzina ed intanto nasconde nel suo ufficio le cassette contenenti l'apparecchio.
Il figlio di Millo, Luigino [n.d.r.: Lodovico Millo], interessa anche il Dr. Giampalmo della Todt che possiede una Topolino con tanto di O.T. Artz sul parabrise.
Adesione e partenza il mattino successivo prestissimo: Luigino Millo, il Dr. Giampalmo, che l'accompagna, e la Topolino hanno la loro gatta da pelare.
Quando si dice la fortuna! Fuori Sanremo due militari tedeschi della SS fermano la macchina: «noi andare Imperia...».
Sospiro di sollievo dei nostri amici e scorta sicura per almeno venti chilometri con due angeli custodi che nel frattempo si erano sistemati alla meglio sulle cassette.

Tavole, Frazione di Prelà (IM), Santuario della Madonna del Piano
 
Ad Imperia una staffetta li attende e, come Dio vuole, filtrando attraverso quattro blocchi tedeschi, la macchina arriva a Tavole [Frazione di Prelà (IM)] accolta da un «urrà» formidabile.

Intanto il famigerato U.P.I. [Ufficio politico e investigativo della Guardia nazionale repubblicana (fascista), in sigla G.N.R.] lavora.
Ciccio Corrado cade nell'inganno teso da falsi partigiani: viene arrestato, interrogato, torturato e massacrato (8-10-44).
Il povero ragazzo non parla.
Col suo silenzio e con il sacrificio della sua giovane esistenza salva tanti amici...

Mario Mascia, L'epopea dell'esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia

 
[ n.d.r.: Lodovico Millo, nato a Ventimiglia il 2 settembre 1921; dapprima imprigionato a Villa Ober di Sanremo con Sergio Grignolio (Ghepeu) - il quale riuscì a fuggire in quell'occasione ai nazisti -, alla Liberazione diresse per il CLN di Sanremo "La voce della democrazia" - su cui Italo Calvino scrisse il memorabile "Ricordo dei partigiani vivi e morti" - e, per il partito comunista, "La nostra lotta", sulle cui colonne sempre Italo Calvino pubblicò, tra gli altri suoi articoli, una struggente intervista a Lina Meiffret, l'eroina antifascista salvatasi fortunosamente dalla sua odissea di detenuta in lager tedeschi; in seguito Millo sarà un noto cardiologo di Sanremo ]
 
Lodovico Millo, classe 1921, allievo ufficiale già nei combattimenti di Roma, fu a disposizione del CLN di Sanremo. Francesco Parodi, classe 1920, sottotenente, già in territorio di guerra, fu nel Comando della Divisione “F. Cascione”.
Francesco Biga, Ufficiali e soldati del Regio Esercito nella Resistenza imperiese in Atti del Convegno storico LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA di venerdì 14 maggio 2004, organizzato a Savona, Sala Consiliare della Provincia, da Isrec, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Savona (a cura di Mario Lorenzo Paggi e Fiorentina Lertora)
 
Chi canterà le  gesta dell’armata errante, l'epopea dei laceri eroi, le imprese dell’esercito scalzo, chi canterà l’anno di gloria e sangue trascorso sui monti? Chi enumererà la schiera di quelli che non scesero, dei tanti morti lasciati lassù, con nello spento sguardo l’ultimo bagliore del combattimento o l'ultimo spasimo della tortura? Chi tramanderà la lunga storia di imboscate e guerriglie, di battaglie e sbandamenti, di raffiche e cespugli, di fughe e assalti?
I primi morirono. Ma non fu vano il tuo sangue, Cascione, primo, più generoso e più valoroso di tutti i partigiani. Il tuo nome è ora leggendario, molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s'arruolarono sotto la tua bandiera. E pure morì sotto il martirio nazista l'animatore di una delle prime bande a Baiardo: Brunati, il partigiano poeta. E la trista Germania inghiottì Lina Meiffret, prima partigiana [...]
Italo Calvino, Ricordo dei Partigiani vivi e morti, articolo apparso sul numero 13 de La voce della democrazia, Sanremo, martedì 1° maggio 1945  

Gli oppressori tedeschi hanno lasciato Sanremo, le forze della liberazione sono giunte: siamo liberi. Siamo riuniti nella nostra redazione e la commozione non ci permette di profferire una parola. Abbiamo abbandonato gli angoli scuri e più impensati dove ci riunivamo per tenere viva la fiamma della nostra fede e possiamo alla luce del sole pubblicare il nostro giornale. Non più nascosti dietro mura fidate, ma tra il popolo, oggi ti possiamo leggere “Voce della Democrazia”! Non tutti hanno la fortuna di comprendere la sublime bellezza di questi istanti, soltanto chi ha combattuto sulle montagne, chi ha cospirato in città, subìto le percosse e le torture della polizia nazi-fascista può inebriarsi al profumo di questa magnifica giornata di Aprile.
Purtroppo il ricordo di tanti compagni caduti sotto il piombo teutonico e fascista, ci rende pensierosi e tristi; li abbiamo tutti dinanzi agli occhi, come noi essi attendevano quest’ora, avevano la nostra fede, il nostro entusiasmo e per questo furono massacrati. Li abbiamo visti cadere nelle imboscate in montagna, in pericolose missioni in città, sotto il piombo dei plotoni di esecuzione: tutti dei veri eroi. Nomi non ne facciamo; sono troppi, il popolo li conosce perché sono i suoi figli.
Lodovico Millo, Articolo di fondo, La Voce della Democrazia, 27 aprile 1945. Fonte: IsrecIm