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Terzorio (IM)
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Dai primi di febbraio 1945 i comandi delle Divisioni Garibaldi
della I^ Zona Operativa
Liguria [comandante
Curto Nino
Siccardi] furono impegnati a riorganizzare le forze in conseguenza dei duri
rastrellamenti subiti a fine gennaio 1945.
Il 4 febbraio uomini delle SS italiane arrestarono
Bricò (Attilio Panattoni) e
Passatempo (Emanuele Cichero), membri del CLN di
Sanremo (IM). Nella mattinata del 5 febbraio 1945 nella zona di Diano San Pietro (IM)
si svolse un
rastrellamento nazifascista ai danni della I^ Brigata
d'Assalto Garibaldi "Silvano Belgrano" della Divisione "Silvio
Bonfante". Nel pomeriggio del 5 febbraio l'VIII° Distaccamento del Battaglione
"Marco Dino
Rossi" della V^ Brigata "Luigi
Nuvoloni" della II^
Divisione "Felice
Cascione", posizionato a nord del paese di Agaggio (Frazione di Molini
di Triora), avvistò una colonna tedesca che da Molini puntava su Rezzo
(IM). Il comandante del Distaccamento, Giovanni
Piacenza
Giacobbi, ordinò agli uomini di nascondere le armi automatiche e di
cercare di celarsi al nemico, che aveva iniziato a sparare contro di
loro. Alcuni partigiani furono, tuttavia, arrestati. Tra questi vi erano
3 olandesi,
Pablo,
Domenica,
Martedì: gli ultimi 2 indicarono dove era stato occultato l'armamento dei patrioti, per cui andarono perduti "
un Breda con 3 caricatori, un Saint Etienne con 10 caricatori, un Ocis con 10 caricatori".
Il
6 febbraio 1945 una squadra del Distaccamento "Angiolino Viani" della
I^ Brigata "Silvano Belgrano" della Divisione "Silvio
Bonfante" attaccò
nei pressi di Molino Nuovo, Frazione di Andora (SV), 2 militi della San
Marco, che erano partiti da Albisola (SV) per procurarsi dell'olio, e
catturò 2 fucili ta-pum, 1 pistola, 1 cavallo, 80 chili d'olio.
Rocco Fava di Sanremo (IM),
La Resistenza nell’Imperiese. Un
saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto
Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1
gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I - Tesi di Laurea, Università
degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 - 1999
4 febbraio 1945 - [documento scritto su carta intestata al dopolavoro
del PNF, il partito fascista della Repubblica di Salò] - Dal comando della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^
Divisione "Felice Cascione" al comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^
Divisione "Felice Cascione" - Comunicava che il comando di Brigata era
volante e ridotto a soli 3 uomini, "Gino", "Danko" [Giovanni Gatti] e "Lupo" [Gianfranco Giribaldi], in
conseguenza di una grave imboscata in cui erano morti 3 partigiani ed
erano stati persi molti documenti, che il I° Battaglione era composto da
65 uomini, che il II° Battaglione aveva 70 uomini dislocati parte a
Rezzo parte nella Valle Carpasina, che il III° presentava 90 volontari;
che il Distaccamento SAP "Folgore" aveva avuto 7 morti, il X° "Walter
Berio" 15 caduti, di cui 10 in seguito ad arresto, e che si era quindi
deciso di aggregare al I° Battaglione i superstiti; che le forze nemiche
a Montalto Ligure ammontavano a 70 soldati e a 3 ufficiali; che una
colonna mobile mista di soldati tedeschi e fascisti, forte di 100
uomini, stava svolgendo diverse puntate in Val Prino.
5
febbraio 1945 - Da "Citrato" [Angelo Ghiron del S.I.M. <Servizio
Informazioni Militari> della Divisione "Silvio
Bonfante"] al
responsabile S.I.M. ["Livio", Ugo Vitali] della Divisione
"Silvio Bonfante" - missiva scritta a mano - Testo: "Sono partiti dalla
vallata di Cervo i duecento tedeschi che vi si trovavano. Essi avevano
già in antecedenza spediti via i loro bagagli. Questi si sono fermati
due giorni ad Albenga, e sono poi proseguiti per Garessio - Ceva. Gli
ultimi tedeschi sono partiti stamane. Anche da Andora e vallata è
partito il comando del Battaglione e parte delle truppe. Sembra sia
rimasta una sola compagnia. Notevole è sempre il numero di truppe di
stanza nella zona di Diano Marina e Capo Berta, truppe che effettuano
quasi giornalmente puntate verso l'interno della vallata. (circa 300
uomini) Secondo informazioni da Imperia anche da quella zona vengono
segnalati spostamenti di truppe. È soprattutto notevole il numero di
carri trasportanti equipaggiamento, viveri e materiale verso Savona, e
tornanti vuoti in direzione opposta. Il fatto che anche viveri vengano
trasportati sembrerebbe indicare non corrispondenti a verità le voci
secondo cui si tratterebbe di un sempice cambio di truppe. Se anche non è
probabile per il momento il completo sgombero della Liguria, è pure
ormai certo che è in corso una sistematica ed assai notevole diminuzione
dei presidii nell'intera zona. Avevo parlato in un precedente rapporto
di una
donna
pseudo-Francese spia fascista abitante ad Oneglia... A lei sono
attribuiti numerosi arresti di compagni nostri. Essa è conosciuta per
spia da membri del Comitato. Tedeschi e repubblicani si reputano ormai
sicuri in questa zona dal pericolo di partigiani. Soprattutto i fascisti
stanno esasperando la popolazione con il loro comportamento. Spero di
avere sabato prossimo da Marco [probabilmente Nino Agnese] l'indirizzo
che ho richiesto di S. 22, per mettermi in contatto con lui. Ad ogni
modo ho ora trovato informatori a Diano ed Oneglia. Essendosi spostata, a
causa dei rastrellamenti, la I Brigata, non ho più potuto parlare con
Federico [Federico Sibilla vice commissario della I^ Brigata "Silvano
Belgrano" della Divisione
"Silvio Bonfante"] per l'affare di Faravelli, né so quindi a che punto sia
giunto. Saluti. Citrato.
P.S. so ora che nella notte tra il 7 e l'8
sono transitati, diretti a
Ventimiglia due treni carichi di munizioni. È
quindi confermato che i tedeschi hanno sì intenzione di diminuire i
presidii, ma non di evacuare la zona. I tedeschi ad Oneglia, avendo
trovato delle munizioni in una ditta di costruzioni hanno trucidato il
proprietario e 36 operai [notizia che non ha trovato riscontro]".
5 febbraio 1945 - Da "Mimosa" [Emilio Mascia, ufficiale della Brigata
SAP "Giacomo Matteotti"] alla Sezione S.I.M. [Servizio Informazioni
Militari] del
CLN di Sanremo - Comunicava che l'abitazione di Modena a
Verezzo [Frazione di Sanremo (IM)] era stata svaligiata da sedicenti
partigiani, che avevano asportato oro, preziosi e denaro in grande
quantità, per cui occorreva investigare, tanto più che Modena era sempre
stato simpatizzante della causa partigiana.
5 febbraio 1945 -
Dal
CLN di Sanremo, prot. n° 270, al comando della V^ Brigata -
Segnalava che il 4 febbraio erano stati arrestati dalle SS italiane
"Passatempo" [Emanuele Cichero] e la staffetta "Bricò", i quali erano
riusciti a distruggere i documenti che portavano, e che dalle SS
tedesche era stato arrestato, invece, l'avv. Buzzi, che aveva un
appuntamento, ormai da annullare, con "Curto".
5 febbraio 1945 - Dal comando del Distaccamento
"Francesco Agnese" della I^ Brigata "Silvano Belgrano" della
Divisione "Silvio Bonfante" al comando della I^ Brigata - Segnalava un rastrellamento avvenuto nella
zona di insediamento del Distaccamento stesso, un rastrellamento
durante il quale un garibaldino era rimasto arso vivo e 4 partigiani
erano stato fatti prigionieri [come già riportato con questo
articolo].
5 febbraio 1945 -
Da "Martino" al CLN di Imperia - Segnalava che ad Imperia si erano
verificati molti arresti e che tra quelle persone erano stati fucilati 3
iscritti al PCI.
5 febbraio 1945 - Dal comando dell'VIII°
Distaccamento del II° Battaglione "Marco Dino
Rossi" della V^ Brigata
"Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della
V^ Brigata - Informava che gli uomini del Distaccamento si trovavano in
zona Agaggio [comune di Molini di Triora (IM), Alta Valle Argentina]
quando, avvistata una colonna tedesca, si affrettavano a nascondere le
armi e ad occultare loro stessi, ma che due partigiani olandesi,
"Domenica" e "Martedì", venivano arrestati ed indicavano al nemico il
luogo dove erano state celate le armi, 1 Breda con 3 caricatori, 1 Saint
Etienne con 10 caricatori e 1 Ocis con 10 caricatori.
5 febbraio
1945 - Da "Jean" [Giovanni Carosi?] al CLN di Sanremo - Comunicava che
in seguito ad un rastrellamento nella zona di Baiardo erano stati
arrestati alcuni partigiani, che ignorava eventuali uccisioni e che per
intervento del tenente dei bersaglieri, tuttavia, non era stata bruciata
nessuna casa del paese.
5 febbraio 1945 - Dall'ispettore ["Simon", Carlo
Farini] della I^ Zona Operativa Liguria al comando del III° Battaglione "Orazio 'Ugo' Secondo" della IV^ Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione "Felice Cascione" - Chiedeva informazioni sui
fatti di Arma di Taggia del 24 gennaio per i quali furono rinvenuti i cadaveri di 7 uomini della SAP di Arma di Taggia, tutti appartenenti al Distaccamento comandato dall'ex brigadiere Gastone Lunardi ed ordinava di svolgere un'inchiesta sull'insieme delle circostanze.
5 febbraio 1945 - Dall'ispettore della I^ Zona Operativa Liguria al comando della II^ Divisione "Felice Cascione" - Invitava a processare presso il Tribunale della Divisione Gastone Lunardi, già sospettato per la sparizione di 19 quintali di farina, per appurare sue responsabilità nell'uccisione di 7 uomini della sua squadra SAP, strage
avvenuta ad Arma di Taggia il 24 gennaio, e sollecitava, oltre che l'inoltro della dislocazione delle formazioni dipendenti dalla Divisione, altresì l'invio allo scrivente di notizie relative a quei caduti.
6 febbraio 1945 - Dal comando
della I^ Brigata "Silvano Belgrano" al comando della Divisione "Silvio
Bonfante" - Comunicava che partigiani del Distaccamento di "Fernandel"
[Mario Gennari] avevano arrestato Corrado Zanazzo sotto l'imputazione di
spionaggio, che l'arrestato aveva fatto parte delle formazioni di
"Cion" [Silvio Bonfante] con il nome di "Corrado" e che su Zanazzo
sarebbero state chieste informazioni più precise ai responsabili della
II^ Divisione ["Felice Cascione"].
6 febbraio 1945 - Dal comando
della I^ Brigata "Silvano Belgrano" al comando della Divisione "Silvio
Bonfante" - Segnalava che reparti tedeschi stavano organizzando un
rastrellamento nella zona di Caprauna [comune della provincia di Cuneo
situato nella parte terminale della Val Pennavaira nel versante
marittimo-ligure delle Alpi].
7 febbraio 1945 - Da "Gea" a... - Comunicava che "Bricò", staffetta
partigiana, era stato liberato mentre non si sapeva nulla di
"Passatempo".
da documenti IsrecIm in
Rocco Fava,
Op. cit., Tomo II
Il 24 gennaio i fascisti rastrellano la vallata di Montegrazie ed anche la zona di Terzorio dove purtroppo viene catturato il partigiano Renato Giusti (Baffino); sorpreso in un fienile (per causa di spie) dove solevano dormire dei partigiani è portato al comando tedesco di Santo Stefano al Mare (Villa Dea). Strada facendo è percosso duramente con il calcio del fucile. Gli viene intimato di rivelare il luogo dove si nascondono i suoi compagni altrimenti non avrebbe più visto la moglie e il figlio. Accompagnato per diversi giorni nelle località notoriamente consciute come frequantate dai partigiani non ottengono da lui nessuna informazione. Successivamente è trasferito a Sanremo (Villa Fiorentina) dove subisce ulteriori torture. Da quel momento non si è saputo più niente. Quando furono recuperate cinque salme irriconoscibili probabilmente tra queste c'era anche quella di "Baffino".
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile),
Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed.
Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Grafiche Amadeo, 2005, p. 149
Le
nostre azioni purtroppo al momento erano in forte ribasso. Sorprese
fatali accadevano di continuo, triste bilancio che l'inverno esigeva.
Anche Baffino [Renato Giusti], in transito per Terzorio, all'alba del famoso mattino [24 gennaio 1945] era
stato catturato nell'operazione congiunta effettuata nei due paesi
della valle; quasi irriconoscibile per le percosse e sevizie subite, era
stato portato da militi repubblicani, seduto sopra una sedia, come un
trofeo per le vie di Pompeiana, triste sfilata di un uomo giunto alla
fine del suo percorso.
Renato Faggian (Gaston),
I Giorni della Primavera. Dai campi
di addestramento in Germania alle formazioni della Resistenza Imperiese.
Diario partigiano 1944-45, Ed. Cav. A. Dominici, Imperia, 1984
Il 24 gennaio venne fucilato anche Renato Giusti (Baffino), che era stato catturato durante il rastrellamento di Terzorio (IM) avvenuto tre giorni prima. “Baffino”
lavorava nell’organizzazione “Todt” di Porto Maurizio, da cui riuscì a
far fuggire diversi patrioti che si diressero in montagna; già scoperto
ed incarcerato una volta, ma in seguito liberato dai garibaldini, era
stato incorporato nelle formazioni della II^ Divisione “Felice
Cascione”. Rocco Fava, Op. cit., Tomo I