Pigna (IM) |
Al posto di sbarco di Voltri arrivava nel febbraio del ’44 [il 1° febbraio] una prima missione capitanata da un certo Siro [Cavallino Italo, tenente del genio guastatori] con un istruttore di sabotaggio portante il nome di Annibale [Bellegrandi Nino, sottotenente di artiglieria] (che fu poi fucilato dalle S.S. [a Cravasco]) e dal R.T. Biagio [Balestri Secondo, sottocapo r.t.]. Siro e il R.T. furono avviati nella zona di Mondovì e messi a disposizione della organizzazioni partigiane del Basso Piemonte alle dipendenze dell’ufficiale di collegamento responsabile di zona Repetto; l’Annibale tenuto a disposizione ed utilizzato in vari settori (anche a Genova città) come istruttore di sabotaggio. La missione era denominata LLL2-CHARTERHOUSE, proveniva da Bastia con un MAS italiano e operò, fino all'arresto di “Siro” avvenuto il 13 marzo 1944, comunicando alla base informazioni per i lanci di rifornimenti alle formazioni operanti in Val Pesio, Val Ellero, Val Corsaglia e Val Casotto. “Biagio” fu arrestato il 22 aprile, fu costretto con le minacce e le torture a trasmettere alla base false notizie date dai tedeschi, ma riuscì a cambiare alcuni gruppi cifrati ed a far capire, in questo modo, di essere in mano delle SS. Riuscì a fuggire il 31 luglio e a riprendere contatto con i partigiani garibaldini operanti nella zona nord della provincia di Imperia. Verso la metà di settembre [nd.r.: in effetti, ai primi di ottobre 1944, previa consultazione con i partigiani della Divisione Cascione, che stavano difendendo la Libera Repubblica di Pigna e che aiutarono quella missione, accompagnata anche da altri partigiani del Cuneese e da piloti ed avieri alleati, sfuggiti ai tedeschi, il cui capo, Lees, preferì per arrivare alle linee amiche procedere a dividerla in tre gruppi, che seguirono tre diversi itinerari], attraversò il confine con la Francia insieme al capitano Michael Lees, comandante della missione FLAP2-BARSTON, e da Avignone, in aereo tornò a Bari il 15 settembre 1944. A Balestri è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare…
Antonio Martino, L’attività di intelligence dell’Organizzazione OTTO nella relazione del prof. Balduzzi, pubblicato su Quaderni savonesi. Studi e ricerche sulla Resistenza e l’età contemporanea dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della Provincia di Savona, n. 24, Savona, 2011
In arrivo - LLL 2 N. 28 - Da Comando Valle Pesio alt. Siamo ancora bloccati ma il nemico non osa attaccarci alt Continuiamo la preparazione difensiva alt Abbiamo avuto due scontri di pattuglie quattordici feriti al nemico alt Patrioti... un ferito alt Ricevuto lancio ringraziamo sentitamente abbiamo recuperato trentasette casse di viveri alt Vi preghiamo mandarci gallette scatolette carne duecento gavette inglesi cento zaini da montagna due mortai munizioni per mitragliatrice Bren razzi rossi et verdi cinque radio Wirelesse n. trentotto MK due et venti pile ricambio alt Banda Valle Grana chiede lancio urgente alt messaggi positivo "La terra est gelida" alt Negativo "La stufa fa fumo" alt Biagio. Ricevuto il 31 marzo 1944. NOTA del Capo-sezione: Bravo questo ragazzo ["Biagio", Secondo Balestri]
trascrizione di messaggi cifrati della missione CHARTERHOUSE (LLL 2) in Claudia Nasini, Una guerra di spie. Intelligence anglo-americana, Resistenza e badogliani nella sesta Zona operativa ligure partigiana (1943-1945), Tangram Edizioni Scientifiche, Trento, 2012
Dopo aver nascosto la radio ed i cifrari, il capitano Cosa, un suo uomo di fidcia, certo Gabriele ed io decidemmo di raggiungere Genova per rintracciare qualcuno dell'Organizzazione Otto ed Annibale.
In corso Buenos Ayres incontranmmo un certo "Giorgio [n.d.r.: verisimilmente il già citato Giorgio Alpron], scampato alla cattura, il quale ci consigliò di ritornare a recuperare la radio e continuare la trasmissione in luogo sicuro di sua conoscenza.
Il 20 aprile 1944 partii con Gabriele per Mendatica, da dove avrei dovuto trasmettere un messaggio scritto da Giorgio stesso.
In una casa ai "Ponti" di Pornassio (Imperia) tentai il collegamento senza riuscire a captare nulla. Pazienza! Ripartimmo a piedi, sempre io e Gabriele, per Albenga, dove il martedì mattina in stazione ci doveva atttendere Giorgio per condurci nel luogo sicuro cui aveva accennato.
Arrivammo a Pieve di Teco che imbruniva e prendemmo alloggio all'albergo "La Pace". Un delatore ci tradì e, mentre ci stavano appisolando in camere diverse, sentimmo aprire la porta e l'intimazione di "mani in alto". Era il maresciallo dei carabinieri, accompagnato dalla spia e da quattro carabinieri, tutti armati.
Secondo "Biagio" Balestri, La missione in valle Pesio
"Biagio", arrestato il 22 aprile 1944, fu costretto con minacce e torture a trasmettere alla base false notizie date dai tedeschi, ma riuscì a cambiare alcuni gruppi cifrati e far capire, così, di essere in mano alle SS. Riuscì a fuggire il 31 luglio 1944 e a riprendere contatto con patrioti garibaldini operanti nella zona nord della provincia di Imperia. Verso la metà di settembre attraversò il confine con la Francia insieme ad un ufficiale inglese e da Avignone, in aereo, tornò a Bari il 15 settembre 1944 [n.d.r.: sulla data del rientro di Balestri vedere nostra precedente nota].
Claudia Nasini, Op. cit.
Il 29 settembre [1944] partiva pure Secondo Balestri (Biagio), unico salvatosi di una missione alleata denominata Charterhouse LLL 2, destinata alla Riviera Ligure di ponente ed al basso Cuneese che, partita il 15 gennaio 1944 da Brindisi, sbarcata sulla costa con mezzi navali, composta dai militari Italo Cavallino (Siro), Nino Bellegrandi (Annibale) e dal suddetto Balestri, dopo varie peripezie venne annientata. Biagio, arrestato il 22 aprile 1944 a Pieve di Teco con un altro dalle SS tedesche per delazione di un certo Santacroce, e torturato, fu costretto a trasmettere alla sua base messaggi preparati da un ufficiale tedesco di nome Reiter. Poi il 31 luglio riuscì a fuggire e a rifugiarsi presso il comando della V^ Brigata [“Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione“] a Pigna, dove rimase fino al 29 di settembre). Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III., ed. Amministrazione Provinciale di Imperia, 1977
Il maresciallo Reiter apparteneva al comando SD di Sanremo (IM), dove faceva da autista, dalla metà di marzo 1944 sino al termine della guerra, un certo Fioravante Martinoia, nato il 24 febbraio 1915 a Vallecrosia, il cui verbale di interrogatorio, in italiano, come persona in custodia alla Corte d'Assise Straordinaria di Sanremo, confluì in un documento, con data 2 giugno 1947, dell'OSS statunitense, antenato della CIA. Faceva da interprete in quella sede di Sanremo, più o meno dalla fine del 1944, anche un certo Ernest Schiffereger, un italiano altoatesino, che aveva optato nel 1939 per la nazionalità tedesca ed era poi entrato nelle SS. Sia lo Schifferegger che il Martinoia, entrambi alla data del rapporto OSS ancora in custodia alla Corte d'Assise Straordinaria di Sanremo, resero tragiche ammissioni su diversi misfatti nazifascisti, compiuti in provincia di Imperia.
Adriano Maini
Reiter Giuseppe. Maresciallo delle SS; Comandante dell'ufficio di Sanremo [...] Ferrari,
ex ufficiale dell'esercito, informatore di Josef Reiter a Sanremo. In
seguito per falsa denuncia fu arrestato dalle SS. Età anni 40, alto
1,64, corporatura snella, capelli: completamente calvo.
Considerazioni dei curatori nel documento OSS già citato
Fioravante Martinoia (ex autista delle SS di Sanremo), dichiarazioni in un verbale di interrogatorio, ripreso dal documento OSS citato